Ciao Lea e Ann!
Mi presento: sono Flame, anche se mi chiamo in realtà Valentina, e ho 17 anni.
Ho letto un po' di tempo fa la vostra shot e mi ha fatto piangere. Non sono riuscita a recensirla subito per via della scuola e della mole di studio che grava sulle mie spalle, ovviamente senza contare le altre cose che mi tengono impegnata. Mi sono comunque imposta di lasciare un commento, perché questo piccolo capolavoro di sensibilità e attenzione nei confronti di un problema difficile e ancora non arginabile con soluzioni efficaci merita una recensione. Non solo per il testo che è meravigliosamente triste, ma anche per il tema che tratta: la violenza sulle donne.
Mi tocca profondamente questa tematica, essendo una ragazza mi sento discriminata e sottovalutata. Viene umiliata la dignità femminile. E, come accade anche alla protagonista, qui non viene solo negata una vita, ma anche un'esistenza serena.
Il paragone tra il matrimonio pieno d'amore dei suoi genitori e il supplizio continuo a cui è sottoposta quotidianamente dal proprio marito mi ha commossa e indignata al tempo stesso. E il paragone con le rose. Quello mi ha fatto piangere, davvero. Perché lei non ne ha ricevute per farsi perdonare dopo un litigio. No, quei fiori delicati rappresentano la serenità che ha raggiunto solo dopo il tramonto della sua vita, solo dopo la fine di un incubo nero e terrificante.
La vita e la dignità umana sono sacre e non devono essere violate. E la vita di una donna non vale meno di quella di un uomo. Una donna è come un fiore, va ammirata e protetta, non molestata e tormentata.
La vostra one shot è bellissima, anche da punto di vista grammaticale e lessicale è ottima. Soprattutto, vuole gridare un messaggio urgente al mondo: Le donne non si toccano.
Complimenti, e continuate così.
Flame |
