Recensioni per
~ panchina vuota { o forse non più? }
di alix katlice

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
09/11/15, ore 00:15

Sono veramente restato incollato a leggere ogni parola .... i miei più sinceri complimenti !! l atmosfera che hai creato era palpabile , un velo di tristezza residua che ricopre per anni una vita , un vuoto colmato con un po di prepotenza ... sensazionale , niente da dire complimenti ancora !!

Post scrittum
mi ha fatto un po ridere la '' veneranda età '' di 16 anni xD

Recensore Veterano
19/05/14, ore 11:38

Uhm... Doppio uhm... Triplo uhm... Cosa? Il motivo di tutto questo uhmmeggiare? Bé è presto detto. Non sappiamo quale punto di vista scegliere per questa recensione. Ne abbiamo parlato un bel po' ieri (fra un pacchetto e l'altro, e tu sai ben di che cosa :P) ma non siamo riusciti a farci un'idea precisa come
invece accade per quasi tutte le tue opere. Il fatto è che, sebbene a questa storia manchi un po' della tua solita passione ed epicità, essa ha, innegabilmente, un fascino tutto suo, come quelle cose leggermente imperfette che, proprio per il fatto di essere in tal modo, risultano poi davvero affascinanti. Si lo sappiamo, non ci avrai capito niente di questi deliri zieschi, quindi cercheremo di spiegartelo in un altro modo :P Non sappiamo se ti sia mai successo, ma ogni tanto può capitare di visitare luoghi, incontrare persone o vedere oggetti che presentano qualche piccola imperfezione e che, proprio per questo, sono molto più "intensi" ed affascinanti che se fossero stati assolutamente perfetti. Io (zio) ho avuto come migliore amico per i primi due anni di superiori (poi una riorganizzazione delle sezioni ci ha allontanato) un ragazzo di nome Andrea la cui mano destra non si era formata del tutto, e che quindi usava la sinistra per ogni cosa. Eppure, nonostante questo problema (anzi forse proprio per quello), e nonostante l'adolescenza (che è sempre una gran brutta
bestia per tutti ^^) lui non si scoraggiava mai e poi mai: se c'era un problema che sembrava irrisolvibile era il primo a confrontarcisi e ad incitare gli altri ad affrontarlo. A tutt'oggi, io penso che se non avesse avuto quel problema alla mano, forse non avrebbe avuto tutta quella forza di volontà e perciò non mi avrebbe affascinato tanto così come è invece accaduto.
Questo racconto è così. Se dovessimo paragonarlo ad altri (come per esempio "Natural Born Killer - La Folie" o "ricomporre i pezzi" tanto per fare i primi due nomi che ci sono venuti in mente) diremmo che manca un po' di epicità e di cura nei dettagli (in effetti ci sono alcune piccole imprecisioni, come vedrai nelle note alla fine) eppure, quando abbiamo cominciato a leggerlo, non ci siamo fermati se non alla fine, salvo poi ricominciare di nuovo, e poi di nuovo, e così via, fino a raggiungere quello che pensiamo sia il nostro record stagionale (otto volte! :P). Questa storia ci ha preso così tanto, che ogni volta quasi speravamo continuasse e non finisse con quello che è, a tutti gli effetti, il loro primo incontro. E il bello, se lo vuoi sapere, è che neanche noi sappiamo
bene il perché :') Sarà perché adoriamo i personaggi (è la coppia che, vuoi per l'età, vuoi perché ci sentiamo un po' come loro, noi preferiamo in Once Upon a Time) sarà perché ci è piaciuta molto l'idea di ambientarla in un momento ed in un luogo non meglio precisato, fatto sta che abbiamo trovato questa fanfiction davvero molto bella :) Sul serio, faremmo prima a dirti quello che non ci è piaciuto (facile...niente :P) piuttosto ad elencare quello che abbiamo adorato, prima fra tutte la figura di Mary Margaret, la dolce e caparbia Snow. E' davvero bellissimo il parallelismo che fai fra lei e la panchina che lei continua a definire "vuota" quasi fosse in attesa di qualcuno che le si sieda accanto. E' proprio in quel luogo che Mary Margaret comincia il suo percorso di "crescita".
Da poco più di una bambina, legata (giustamente) al suo passato e a quelle storie che per molti rappresentano solo un retaggio dell'infanzia, affronta quel viaggio che è la sua vita seduta su quelle assi di legno, come se per lei rappresentassero l'unico luogo dove essere davvero se stessa. Emblematico in tal senso è il momento in cui si siede e scoppia a piangere per la morte della madre come se avesse trattenuto quelle lacrime per tutto quel tempo e solo lì si fosse concessa di poter mostrare la profonda sofferenza che lacerava il suo cuore. Essere se stessi è difficile, soprattutto per una ragazza adolescente che si è vista portare via una madre che l'amava più della sua stessa vita: più facile sarebbe far finta di essere come gli altri, ridere, scherzare, parlare di nuovi o vecchi amori, di stupidaggini e di paure per il proprio futuro. Ma Mary Margaret non è così, non lo è mai stata: per questo trova più facile "confidarsi" alla panchina piuttosto che alle persone, pur volendo un bene dell'anima alle sue amiche. E, forse, sarà sempre nel suo posto speciale che capirà cosa manca nella sua vita, quella persona da amare più di ogni altra, con cui condividere sogni, emozioni e desideri, con cui camminare fianco a fianco per tutti gli anni che le saranno concessi di vivere. Sarà solo un caso che, dopo aver compreso questo suo bisogno, incontri David seduto proprio lì? Sarà uno scherzo del destino che colui che diventerà il suo vero, grande amore, si sia seduto quel giorno proprio "sulla sua panchina ormai non più vuota"? Ma non c'è nessun caso, nessun destino. Lui era lì per lei, cosi come fa intuire quel "lo so" che smaschera quel piccolo "inganno". Chissà da quanto tempo lui l'ha osservata, in disparte: chissà se sono passati giorni, mesi o anni da quando i suoi occhi hanno per la prima volta fissato il volto di colei che darà senso alla sua vita... Chissà da quanto se ne è innamorato?
Dolcissimo il momento in cui Mary Margaret pensa che se la panchina non è più vuota forse non doveva più esserlo neanche lei, e, magari, proprio in quell'istante decide di tornare il giorno dopo, per condividere il suo posto che da quel momento in poi sarà ancor più "speciale" perché c'è lui...
Una fanfiction davvero splendida e appassionante come poche che cattura l'attenzione del lettore e lo coinvolge dall'inizio alla fine. Dobbiamo farti i complimenti anche per la tua prosa che scorre via fluida e senza intoppi, ed anche i piccoli errori di cui ti abbiamo parlato prima, non diminuiscono per nulla il piacere della lettura. Concludendo sei stata come al solito bravissima signorina Scrittrice :* :* :*

PS: Alcuni errori ed un'osservazione buffa :)

- (...) a dirle cosa era normale fare e cosa non lo era. / (...) cosa significasse che la panchina non era più vuota. - Capiamo che il congiuntivo sia ormai più in via di estinzione del panda (^^) ma se vuoi diventare una brava scrittrice non dovresti sottovalutarlo :P Perciò sarebbe opportuno modificare le frasi in "a dirle cosa fosse normale fare e cosa non lo fosse." e "cosa significasse che la panchina non fosse più vuota". :*

- (...) osservava da lontano la panchina vuota, ai piedi di una collinetta con questi altissimi alberi (...)" - Sarebbe meglio usare "quegli" al posto di "questi"

- (...) come se qualcuno le avesse strappato il cuore dal petto e lo avesse ridotto in cenere, per poi disperderla nel vento. - Errore di battitura ("disperderla" al posto di "disperderlo").

La prima volta che abbiamo iniziato a leggere la fanfiction, pensavamo fosse ambientata della Enchanted Forest, quindi, da bravi stupidotti, ci siamo chiesti, ma i personaggi delle fiabe, hanno delle loro favole? Cosa leggono ai bambini per farli addormentare? Magari di uno strano mondo dove si può comunicare a distanza con scatolette metalliche e dove tutti hanno degli specchi magici che chiamano "televisioni"? Chissà... :P

Nuovo recensore
17/05/14, ore 18:06

Ciao :-)
È troppo bella questa fanfic, Mary Margaret la trovo molto IC, e poi adoro il modo in cui scrivi :-)
L'introspezione di Snow, inoltre, la trovo ben caratterizzata.
A presto :-)