Recensioni per
It's not true that we must murder to live.
di DelilahAndTheUnderdogs

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano

Oww, mi piace.
Sono versi curiosi, m'hanno fatto pensare ad una situazione paradossale, legata a quella sua fretta. Perché aveva fretta?
Forse semplicemente perché aveva ben interiorizzato le norme del mondo: il tempo si monetizza, è bene non perderlo. Quindi un ritardo e una morte bianca, o quasi.
D'altra parte, la fretta poteva simboleggiare un'evasione, la voglia di uscire via dalle reti relazionali e mediatiche che giornalmente tramano contro di noi, insomma una fuga dalla solita routine asfissiante. È un destino beffardo: la morte sopraggiunge proprio fra quelle stradine di periferia che lasciano la città alle spalle, quasi fosse una punizione per chi abbandona i propri doveri. Se la prima era una fretta per il ritardo, per rispettare il sistema, questa era una fretta per via dell'entusiasmo nell'abbandonare il sistema, un entusiamo forse fatale - o forse era solo scritto dal destino.
In entrambi i casi, la poesia si sviluppa quasi come fosse una breve favola in versi, dal tragico epilogo, secondo una costruzione curata e che ho davvero apprezzato: non hai scritto nulla di superfluo, solo l'essenziale, il risultato è armonico, dinamico e musicale.
Ecco perché non voglio sottovalutare quell'avviso finale, quel breve verso conclusivo, un congedo che fornisce anche una chiave di lettura, probabilmente, per l'intera poesia. Non lasciò segni di vita, è vero, ma ammesso (e non concesso) che vita fosse. Difficile dire cosa tu avessi in mente con esattezza; però mi azzarderei a pensare che, ricollegandomi al discorso di prima, questo dubbio sull'essere vita sia dovuto a quella stessa fretta che ha aperto il componimento e che, quindi, la vittima fosse una "succube", uno strumento funzionale al sistema, perfettamente integrata ed omologata. Perché dubitare che la sua fosse una vita? Io ho solo una spiegazione: se la vita è appropriazione soggettiva, un'autonoma e controllata espansione del sé in una determinata "circostanza" (il mondo), allora il dubbio è motivato da una vita che possa non rispettare quei parametri (che brutta cosa darei dei parametri ad una vita, lo so, ma consentimi 'audacia), una vita vissuta secondo i modelli altrui, una vita conformata.
Questo spiegherebbe anche la triste ironia che sembra pervadere l'intero componimento.

Non so se la mia visione sia vicina alla tua o magari sia stata troppo azzardata e fuorviata; comunque la tua poesia mi è piaciuta, complimenti.

Recensore Master

Bella questa poesia. Il movimento, l'azione e la tenacia la rendono piena di adrenalina. Il finale risulta più pacato e malinconico, quindi un'ottima accoppiata. La musicalità è buona e le pause precise.
A presto!
-JB45

Recensore Master
13/06/14, ore 15:27
Cap. 1:

Che bella poesia. Mi piace il modo soave della neve che rende significativa la tua opera. I versi 6, 7 e 8 sono quelli, che, per me, danno una grande efficacia comunicativa. Bellissima, bandierina verde pienamente meritata.
-JB45