Recensioni per
La ballata del bardo di Southwark
di Clockwise

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/07/14, ore 13:02

Ciao! Ho scoperto di avere il wifi a disposizione e quindi eccomi qui :P In realtá avevo letto questa storia un po' di tempo fa, solo che non ero riuscita a lasciare un commento. Che dire, sei molto brava, mi piace come scrivi e ti faccio i complimenti soprattutto per la fantasia che hai. Non credo sia facile scrivere una storia cosí complessa e articolata come hai fatto tu e oltretutto piena zeppa di riferimenti a un autore che mica è uno qualunque :P La storia di Tate mi ha affascinata molto, chissá, forse un po' mi ci sono rivista in lui... Ti mando un saluto e ti faccio ancora tanti complimenti :D Ci ribecchiamo in giro, da qualche altra parte...ehm :P A presto!

Recensore Veterano
14/06/14, ore 19:55

Testo metateatrale di affascinante suggestione, non c’è che dire.
“All the world’s a stage”: qui tu ci rappresenti un’autentica lotta tra Persona e Personaggio, tra Vita e Forma (per dirla con una terminologia pirandelliana). E non dimentichiamo che Persona, nel latino mediato dalla cultura etrusca, vuol dire proprio “maschera”. Hai messo in campo un bel “derby”… e te la cavi davvero egregiamente!
Enigmatico e affascinante il personaggio di Tate: puro, bramoso di Verità. Proprio lui che non esiste come Persona in senso formale ed istituzionale ha una sete profonda di Verità. Ha più “ubi consistam” lui di noialtri che abbiamo un Nome (e qui mi viene in mente Pirandello e il suo Mattia Pascal), scelto con tanta cura dai nostri genitori e non aleatorio come il suo! Ho fatto per alcuni anni il lavoro di Ed e sono contenta di non aver trovato nessun neonato: Uffizio sarebbe stato un gran brutto nome…
Mi piace molto il richiamo alle stelle che si scorgono dall’ “arena” del Globe: anche queste contengono in sé un’istanza di Verità, quasi come l’epitafio kantiano.
Cara Clockwise, ponendo fine a questi miei pensieri in libertà ispiratimi dal tuo testo, sono molto contenta di avere incrociato la mia tastiera con la tua in questa “tenzone virtuale” e di avere condiviso con te il risultato.
Un caro saluto,
KK
(Recensione modificata il 16/06/2014 - 06:45 pm)

Recensore Veterano
13/06/14, ore 12:36

La ballata del bardo di Southwark, di Clockwise
1° posto al mio Shakespearian quotations contest (a pari merito con kk549210):

Grammatica: 9,5/10
Il testo è più che corretto. Ho riscontrato solo un errore di distrazione ("Lo raggiunsi gli strinsi la mano e insieme anlzammo lo sguardo verso il cielo" = manca una virgola o una congiunzione coordinante; "Nessuno se ne capacitava. Il mondo visse nella confusione e l'incredulità per giorni" = avrei ripetuto la preposizione, scrivendo "nell'incredulità") e un errore nell'uso della preposizione "vicino": è una preposizione impropria e richiede obbligatoriamente l'appoggio di una preposizione propria, più comunemente a.
Inoltre hai usato sempre la forma "sé stesso"; io avevo sempre saputo che l'accento non è necessario, ma ho fatto delle ricerche su numerosi siti (compreso quello dell'Accademia della Crusca) e ho scoperto che non esiste una forma assolutamente corretta. Per questo, nonostante "se stesso" sia la forma più comune nell'uso e io la preferisca, ho deciso di non considerare un errore la forma "sé stesso".

Stile: 7/7
Non ho alcuna annotazione da fare. Hai scritto una storia fatta di teatro e hai scelto di darle la forma di un'opera teatrale con tanto di didascalie. Volendo trovare il pelo nell'uovo, avresti potuto inserire anche una lista delle dramatis personae, ma il lavoro è molto ben fatto e non posso fare altro che premiarlo con il punteggio pieno.

Lessico: 5/5
Hai usato un lessico semplice e chiaro, appropriato allo stile scelto. Non ho annotazioni da fare, a parte segnalare la frase "Mi guardò con due occhi vagamente arrabbiati..." = avrei omesso "due"; è abbastanza chiaro che una persona abbia due occhi.

Uso della quotation: 4/5
Mi è piaciuto tanto che tu l'abbia accostata a King Lear e mi è piaciuto che il significato della frase rimanga indefinito, un segreto di un protagonista misterioso e malinconico. Nonostante ciò, il tuo uso mi è piaciuto meno di altri, per cui non posso dare il punteggio pieno.

Gradimento personale: 5/5
Confesserò che mi ha ricordato tanto "Novecento" di Alessandro Baricco. Si tratta della storia di un personaggio "senza identità", che prende il nome dal luogo in cui viene ritrovato; è un artista dotato di un dono che il mondo ammira ma non comprende; i pochi eletti che capiscono non possono fare altro che guardare da lontano, mentre il protagonista impone un finale che non è del tutto tragico, ma sicuramente non è felice. Esattamente come "Novecento", la storia non lascia l'amaro in bocca, dà più la sensazione di essere dolceamara, disarmante in un modo che svuota ma riempie.
Come mi avevi avvertito nelle note, la storia pullula di citazioni e riferimenti al nostro beneamato William e, per questo e gli altri motivi elencati, non posso non adorarla.

Totale: 30,5/32