Ed eccomi qui.
Sono veramente contenta che tu abbia scritto questa storia, fin dal momento in cui mi sono resa conto di quale sarebbe stato l'argomento trattato
I motivi sono essenzialmente due - oltre al fatto che la storia sia tua e che tu scrivi benissimo e che mi sento molto vicina al tuo modo di pensare e alla non banalità dei tuoi argomenti, che è sempre la ragione più importante di tutte - : una ovviamente è il calcio, perchè so perfettamente quanto ti meriti di scrivere qualcosa di cosí bello e che si immerga in un'ambientazione che ami e che conosci come le tue tasche.
Secondo motivo, la Bosnia, i Balcani. Sarajevo è in assoluto la città più bella che abbia mai visitato fino ad oggi, il viaggio più bello che abbia mai fatto. La Bosnia è un paese di una bellezza particolare e struggente, Sarajevo e Mostar dei piccoli tesori d'arte; la storia poi, bellissima.
Ed è affascinante che sia una storia cosí recente, fondamentalmente, noi che la guerra l'associamo solo ai nonni (o ormai, se penso ai miei coetanei, bisnonni praticamente) e a momenti storici cosí lontani da noi. Mi fa sempre fatica pensare che da qualche parte del mondo ci sono generazioni vicine alla mia che con la guerra ci sono cresciute - o continuano a crescerci. - In questo contesto, è molto bella e struggente e particolare la figura di Harry.
Ciò che ho trovato particolare, soprattutto, è come Harry che abbia dei ricordi nitidi di quanto successo, sia capace di trovare una pace interiore e una tranquillità che Louis non ha. Forse perche ha visto certe cose e le conosce, e solo chi le ha vissute riesce davvero ad accettarle -giustificarle mai, capirle forse è ancora troppo presto, ma l'accettazione è il primo passo verso un futuro più tranquillo -.
Louis invece ha sulle spalle un senso di colpa, alla fine immotivato, per un passato che non è dipeso da lui. Il senso di colpa di trovarsi di fronte a persone che hanno vissuto ciò che a lui è stato risparmiato, cosí come accade a tutti i superstiti di una guerra o di qualsiasi tragedia, che riflettono cosí tanto sulla loro fortuna che ad un certo punto non pare neanche più vera ma una meschinità, qualcosa di cui vergognarsene.
Ed è bello, soprattutto, che non ci sia nessun giudizio in Harry per Louis, ma comprensione : che quando si tratta del passato e di storie cosí grandi e orribili, e errori di un paese, le colpe personali di una sola persona, o le scelte, non sono praticamente niente. E Louis alla fine colpe neanche ne ha.
E' molto dolce il modo in cui Harry cerca di attuire il suo malessere, e metta da parte l'orgoglio per la sua nazione e il patriottismo accogliendolo in inglese invece che in slavo - una forma di rispetto per un ragazzo che vede in difficoltà con una realtà dalla quale si sente estraneo, nonostante tutta la buona volontà di far parte di quella squadra, e nonostante la scelta, in fondo, sia solo e soltanto sua questa volta. Harry lo sa, sa che non ha nessuna importanza se Louis non c'è stato prima perchè c'è adesso, l'ha scelto lui di esserci, ed è questo quello che conta, ed è per questo che pensa fin da subito che Louis sia pronto ad ascoltare certe cose, e sia degno di ricevere dimostrazioni d'amore appena accennate ma bellissime.
Louis lo ringrazia standolo ad ascoltare con immenso rispetto, e imparando ad osservare dettagli terribili di un passato che gli altri, a causa dell'abitudine, hanno ormai smesso di vedere.
In una squadra formata dalle diversità, da culture e nazionalità diverse, c'è spazio per due persone con storie diverse ma con un comune senso di appartenenza, e un comune modo di pensare. Le radici, il passato, la famiglia, queste sono cose che non puoi scegliere. Il presente quello sí, quello lo scegli. Ed è questo quello che conta.
Bravissima davvero, sono sempre cosí felice quando scrivi qualcosa.
Non farmi aspettare troppo <3
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