Trenta giorni di fanfiction, trenta recensioni, dunque. Perché credo sia sottinteso che non ho intenzione di mancarne nemmeno uno; non solo perché è la /mia/ fanfiction, non solo perché sono /loro/, ma perché è importante, lo so io e lo sai tu. Non credo di dovermi ulteriormente dilungare sulla cosa, e di certo non lo farò qui, ad ogni modo.
Ora, tornando a noi, potrei cominciare il mio commento in molti modi. Con un insulto ad esempio, perché te lo meriteresti davvero. Sarò magnanima comunque, e ti dirò invece che ho amato ogni singola parola. 
Sono consapevole di quanto difficile sia scrivere di Kouha. Lo so meglio di chiunque altro, perché la sua è una psicologia che definire complessa sarebbe estremamente riduttivo; eppure sei riuscita a delinearlo chiaramente in poche parole, ed un po' potrei dirmi addirittura invidiosa. Specialmente perché è come l'ho sempre immaginato: il suo osservare Kouen da lontano, la brama di raggiungerlo, l'arrivo della consapevolezza che non è necessario farlo - perché Kouen non si sta allontanando, ma si sta comportando come ha sempre fatto, sta diventando quella persona che per il suo Impero farebbe qualunque cosa.
E boh, puzzi in un modo assurdo perché sì.
Avrei voluto terminare la recensione in modo serio, ma ho troppi feels, attualmente.