Recensioni per
Emma
di DanzaNelFuoco

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Terza classificata al primo turno del contest “Coppa delle case tra OC… e non solo!” - Emma, DanzaNelFuoco
 
Grammatica e stile: 7/10.
“La madre, recentemente vedova, era una delle dame di compagnia di Matilda, la moglie di Gugliemo il conquistatore...”
Se noti, hai scritto male “Guglielmo”. Inoltre, quel “recentemente vedova” è brutto da leggere: potresti dire quindi qualcosa tipo “era rimasta vedova da poco”.
“... nonostante avesse un'anno meno della prima e uno più della seconda.”
Hai scritto “un anno” con l’apostrofo, che chiaramente non ci va.
“La cosa che più lo straniva era che Sir Godric non aveva scambiato che poche parole con Jean de Conteville otto anni fa...”
Siccome racconti la storia al passato, questo “fa” dovrebbe essere un “prima”.
“Le mie cugine sono convinte che insegnare alle fanciulle di più alto lineaggio...”
Probabilmente intendevi “lignaggio”.
“"Beh, io no." ribattè secca.”
L’accento va acuto, su questo come su tutti gli altri verbi al passato remoto che lo richiedono.
“... avrebbe dovuto esercitare su sé stessa un controllo che non possedeva...”
Adesso si usano entrambe le versioni, perché a quanto pare ci si vuole modernizzare, ma la regola è sempre stata che, sul “se” seguito da “stesso/a”, non va l’accento. Poi tu puoi scegliere cosa fare di questa regola e da che parte stare, ma per mio conto lo farò sempre notare.
“... più lunghi e acconciati in una elaborata treccia, e gli stesso occhi azzurri.”
Errore di battitura: dovrebbe essere “stessi”.
“Emma avverrebbe ricordato quel viaggio in eterno, ma come tutte le cose belle era destinata a finire.”
Forse hai inteso “cosa” (da “cose belle”) come soggetto, ma in realtà è il “viaggio”, quindi la desinenza femminile è errata.
“"Aspetteremo l'arrivo di Lady Tosca e Sir Salazar.”
Siccome dopo dici che Godric siede accanto a Tosca sulla poltrona con il tasso intarsiato, deduco che sia Cosetta la donna che stanno aspettando.
“... farsi aiutare da un' elfa domestica se lo ritenevano necessario.”
Hai lasciato uno spazio dopo l’apostrofo.
“Emma sapeva che William aveva una cotta per Elinor dall'anno scorso...”
Allo stesso modo di fa/prima, qui ci vorrebbe “prima”/“precedente”, perché la storia è già scritta al passato.
“... mentre David sbuffava vigorosamente al sentire le due ragazza che fantasticavano.”
Un altro errore di battitura: dovrebbe essere “ragazze”.
“Successivamente era seguito un tavolo a forma si croce greca...”
A forma “di” croce greca.
Oltre a questi appunti più tecnici, analizzati uno alla volta, vorrei farti notare che la lettera maiuscola dopo i puntini di sospensione non è corretta, sebbene in casi particolari (ma non mi sembra di averne notati in questa storia). A volte capita che tu la inserisca, mentre altre volte scrivi la minuscola correttamente, quindi immagino che sia solo una questione di distrazione.
Altro piccolo appunto: quando apri e chiudi gli incisi, è preferibile usare il trattino più lungo (–), mentre ho visto che tu usi quello breve (-); bisogna inoltre staccarlo sempre dalla parola che racchiude, e a volte non lo fai.
Per quanto riguarda i verbi, la consecutio temporum non è sempre rispettata. Hai fatto un abbondante uso dell’imperfetto, anche quando sarebbe stato meglio usare un trapassato prossimo o addirittura un trapassato remoto, oltre al più semplice passato remoto. È stato come se avessi voluto liquidare in un modo un po’ troppo colloquiale tutto ciò che è successo, appunto, nel trapassato (poiché la storia è scritta al passato).
In generale, c’è un numero piuttosto elevato di errori di battitura e frasi formulate non sempre nel migliore dei modi, che danno un’impressione di trascuratezza al racconto. So che è facile che in un testo così lungo ci siano delle sviste, ma sono proprio semplici piccolezze di battitura che fanno perdere un po’ di fascino alla storia. Immaginerai quindi che ne risente anche lo stile, soprattutto per quanto riguarda la parte in cui ti parlavo della consecutio temporum: le frasi sono formulate male e, a volte, capita che tu debba destreggiarti in modo un po’ maldestro per riuscire a concludere il periodo. Non mi è piaciuta molto la forma, purtroppo, e sono sicura che se sistemassi qualcosa potresti avere un impatto migliore anche nel complesso.
 
Originalità: 8,5/10.
L’idea di ambientare la storia all’epoca dei Fondatori è buona, perché sappiamo poco di loro e di come fossero i primi studenti, per cui è interessante questo scorcio nel Medioevo ed è anche relativamente facile spaziare, inventando nuove cose e nuove situazioni. Ho trovato interessante il rapporto tra i Fondatori e la loro etica sulla gestione della scuola, piuttosto trasparente in alcuni casi (dato che parlottano tra loro in presenza degli studenti, per cui senza nessun intento di nascondere qualcosa o altro).
Davvero intelligente anche l’impressione di Emma, convinta che il Cappello stia chiamando Godric e non proclamando la sua Casa di appartenenza. Mi è piaciuto moltissimo e l’ho trovato anche verosimile, soprattutto pensando a qualunque Nato Babbano che si trova con il Cappello Parlante in testa per la prima volta e non sa come raccapezzarcisi.
In generale, ho avuto l’impressione che ci fosse un grande background dietro, probabilmente ti sei informata bene riguardo a ciò che andavi a raccontare e quindi è stato piacevole, sebbene mancasse quel qualcosa in più che fa generalmente dire: “accidenti, non ho mai visto una cosa del genere!” Ma è anche vero che si trovano sempre meno storie in grado di sconvolgere da questo punto di vista, per cui direi che hai dato un buon input per una eventuale longfic e hai steso un buon background che potrà essere sfruttato in futuro. Quindi, brava.
 
Caratterizzazione e coerenza degli OC: 16/20.
Dunque, come ti dicevo prima, Emma ha un buon background, perché sei stata molto attenta a raccontare svariate cose sul suo conto. Questo è molto positivo, perché le hai dato una personalità e un certo spessore. È abbastanza facile figurarsi come potrebbe reagire o comportarsi in determinate situazioni, proprio perché l’hai incanalata verso dei binari abbastanza rigidi, e questo è positivo.
Mi è piaciuto anche come hai rappresentato l’ambientazione, perché è senza dubbio molto dettagliata e hai dato un’idea molto precisa di come dovesse essere Hogwarts ai primi tempi, di come dovesse essere il rapporto tra i Fondatori e tra Fondatori e Studenti. È stato interessante vedere come la scuola si sia ampliata in così poco tempo, perché i dettagli sono stati davvero preziosi. Forse troppo, forse avresti potuto diluire il tutto in più capitoli, invece di condensare tutto nel primo e avere poi più tempo nei prossimi di parlare, non so, magari di intrecci amorosi o altro. Comunque, questa tua scelta ti ha fatto guadagnare punti anche riguardo all’ambientazione, perché è decisamente accurata.
Per quanto riguarda gli altri OC, quelli secondari, c’è poco da dire perché si è vista solo un’introduzione abbastanza consistente di Elinor; gli altri, immagino, verranno presentati man mano ed è una buona cosa, ma c’è forse uno stacco troppo netto tra le due protagoniste e gli altri. Sono però un po’ perplessa per via del linguaggio: nella narrazione, usi un tono davvero molto adatto, che rimanda anche in parte all’epoca, ma quando i personaggi dialogano tra loro – i ragazzi in particolare – sembrava quasi di essere nel presente e questa cosa non è molto coerente con l’ambientazione e la collocazione storica. Ti consiglio di rivedere questi dialoghi, in particolare nella seconda parte del racconto, quando Emma è cresciuta.
Un ultimo appunto che ti faccio è riguardo a Godric: dici che è scozzese, ma non ne sono sicura. Può considerarsi tale, visto che la Scuola di Hogwarts si trova proprio lì, ma dubito che abbia un tale accento, perché ho cercato qualche informazione e tutte mi rimandano al West Country, che non è la Scozia (però non ho controllato su Pottermore, per cui se dovessi avere la certezza riguardo alle tue informazioni, sono aperta a ogni chiarimento).
 
Gradimento personale: 3/5.
Sinceramente, non mi sono appassionata molto a questa storia. Lo stile non mi ha coinvolta e l’abbondanza di particolari ha reso il tutto molto pesante. Emma mi ha inizialmente dato l’impressione di essere un personaggio un po’ troppo artificioso, nobile, ottima famiglia, poteri magici di un certo spessore... cose di questo genere, insomma.
Però è anche vero che, se da un lato non vado matta per le storie così dettagliate da far a tratti perdere il senso del discorso, mi piace molto vedere gli autori che cercano di impreziosire i propri racconti documentandosi a destra e a manca. Per questo motivo sono combattuta, oltre al fatto che la scelta di ambientare il tutto all’epoca dei Fondatori mi è sembrata particolarmente coraggiosa: dopotutto, di loro sappiamo poco e niente. E mi hai anche fatto shippare il mio adorato Salazar con, praticamente, ogni cosa nella storia. Probabilmente è una mia malattia da Serpeverde, ma l’ho trovato estremamente attraente e ci scriverei uno spin off (un po’ crack pairing, lo ammetto) con Emma, ma questa è una mia depravazione e tu non devi pagarne il pegno.
Quindi, dicevo, ti do il punteggio esattamente a metà, perché ci sono degli spunti interessanti, ma non mi hai emozionata fino in fondo e quindi non ho seguito con passione le prime vicende di questo gruppo di maghi, in particolare nella prima metà della storia.
 
Totale: 34,5/45