Ciao,
Grazie davvero per aver tradotto questa storia sul Silmarillion! (una traduzione che non deve essere stata semplice da fare, immagino...)
Tantissimi complimenti anche ad Alwendil per aver sviluppato in una maniera così particolare il tema del bando del quenya, un episodio del libro che ho sempre odiato, perchè io adoro il quenya e mi è dispiaciuto vederlo diventare una lingua proibita!
In questa storia si sente tutto lo smarrimento e la sofferenza di Maitimo e Findekano nel vedersi vietare l'utilizzo della lingua con cui sono cresciuti, la lingua dei loro ricordi di Tirion e della loro giovinezza, la difficoltà di doversi chiamare con nomi diversi, estranei. A tutto questo riescono a sfuggire solo nei momenti in cui sono insieme da soli o con le persone care, quando possono finalmente tornare alla loro lingua madre e alla facilità con cui erano abituati a comunicare.
Personalmente non penso che i Noldor abbiano fatto fatica ad adattarsi al sindarin, nè che lo detestassero, da ottimi linguisti quali erano... Ma immagino che all'inizio dovesse essere strano per loro dover modificare i loro nomi e dover comunicare con una lingua a cui non erano abituati. Ho sempre creduto/sperato che, come dice Alwendil, almeno tra loro continuassero a usare il quenya.
Molto bella anche la seconda parte, in cui per Maitimo muore ogni possibilità e ogni desiderio di parlare la sua lingua madre mano a mano che muoiono coloro con cui la parlava, primo fra tutti Findekano, la persona a cui era più legato... Il momento in cui Maitimo trova Findekano morto dopo la Nirnaeth Arnoediad è la parte più straziante del racconto....
E infine Maitimo decide di abbandonare per sempre il quenya, con tutti i ricordi che questa lingua porta con se, perchè non è rimasto nulla di quel tempo e di coloro che parlavano quella lingua.
Sembra voglia farsi trascinare nell'oblio in cui sta gettando il quenya, per non sentire più l'enorme distanza tra quel passato e il presente di massacri che sta vivendo... Rimanendo sordo persino alla curiosità del piccolo Elrond, che vorrebbe sentire il suono del quenya, invece di vederlo sempre scritto sulla carta.
Una storia breve ma ricca di interpretazioni e spunti interessanti.
Ancora tantissimi complimenti a entrambe!
Spero a presto!
Tyelemmaiwe |