Quando dico di voler fare una cosa, impara, la faccio.
Ok, ci metto un po’, ma ehi, ho i miei tempi anche io! Quindi eccomi qui, con piacere, a dirti cosa penso di questa tua prima flash-fic.
Devi sapere, cara Lavinia, che mi fa sempre tanto tanto piacere parlare con te di ciò che scrivi, e mi rende tanto felice il fatto che tu voglia condividerlo proprio con me.
Prima di passare a dire ciò che penso e ciò che ho provato rileggendo questa flash, vorrei spendere un po’ di parole sul tuo stile.
Perché sì, secondo me tu ne hai tanto, da vendere! Una volta mi hai detto che scrivi solo flash, che non ti riesce cimentarti in progetti che prevedono un numero di parole superiori alle cinquecento ma! Come ti ho risposto allora, ti ripeto che anche le flash-fic - quelle scritte con l’anima, con l’intenzione di sfiorare la sensibilità di chi legge – possono essere delle vere e proprie chicche. E questa, ad esempio, lo è.
Secondo me le flash-fic, come ho scritto su twitter qualche giorno fa, sono come proiettili: una volta che premi il grilletto e il proiettile schizza fuori, se la mira e presa con meticolosità… Non c’è bersaglio che lo scampi.
E tu in questo sei proprio un sicario provetto!
Quindi, ora passo alla flash, finalmente smetto di tediarti anche se so che sentirti dire queste cose un po’ di fa gongolare internamente, come è giusto che sia! Ma te le meriti tutte, queste mie parole. Anche perché, imparerai pian pianino a conoscermi meglio, io dico sempre e solo ciò che penso; quando qualcosa non mi suscita nulla, stai certa che non riesco proprio a mettermi lì a recensirla. Oddio, mi è capitato anche di sganciare banderuole rosse, eh. Stai attenta. HAHAHAHA! Scherzo, ti ho già inquadrata e so che non potrei mai.
Sono brava a dilungarmi in stupide chiacchiere, vero? Voglio un bacetto.
Vediamo!
Ho riletto questa flash ascoltando la cover di Skyfall di Adele, quella col violino che io stessa ti ho consigliato e… Cristo.
Ho apprezzato tantissimo i continui riferimenti alla morte attraverso le parole in corsivo. Il corsivo che nella letteratura lo si usa per i ricordi, no? Per il passato. La morte trasforma tutto, inevitabilmente, in passato. Lei è presente, anzi, non ha tempo, ma l’unica cosa che riesce a fare e carezzare il nostro presente e tramutarlo in passato, come l’autunno spennella con i suoi colori ogni paesaggio. Foglie secche e arancioni, gialle e rosse. Ho immaginato, per un attimo, Louis chino sul marmo con tra i capelli delle piccole foglie autunnali.
La frase che più mi è piaciuta di questa flash è:
“Ancora non riesce a realizzare che tutto ciò che potrà riempire la sua vita saranno pugni di terra, lurido terriccio che puzzerà sotto eterni soli e lune.”
Ma Louis riuscirà a realizzarlo mai tale evento? Riuscirà a rimanere impassibile dinnanzi alla melodia di un violino che l’indomani potrebbe ritrovarsi, per puro caso, a intralciare il suo cammino? I ricordi, purtroppo o per fortuna, rendono ogni cosa Infinito. E Harry non sarà di certo presente fisicamente, Louis non potrà mai più “[…] incontrare più i suoi occhi, verdi come il muschio che piano si arrampica al marmo crudele; il non poter più sussurrare in quell’orecchio sensibile” eppure, Harry continuerà a vivere. Perché per quanto rabbia possa fare la classica frase di circostanza propinata da preti e psicologi per “alleviare” il senso di lutto di una persona, sin quando una persona ce la portiamo nel cuore quella non sarà mai veramente morta.
Il suo corpo è morto per la scienza, ma la sua anima possiamo mantenerla in vita noi; costruendo con i ricordi e l’affetto una capanna di giunchi nel nostro cuore così da accoglierlo per il resto dei nostri giorni, sino a quando Lei non giunga anche ad accompagnare noi in quel posto al di là di tutto.
Louis quella capanna l'ha costruita dal primo momento in cui ha incrociato lo sguardo di Harry, oppure, ha iniziato a costruirla da quando quel "male" si è fatto avanti nelle ossa di Harry. Quel ragazzo con gli occhi smeraldini vive, lo farà grazie a Louis ed è questa l'unica certezza che mi fa affrontare questa flash in modo positivo.
Cristo. Scusami, ma hai toccato un tema che mi sta particolarmente a cuore. E alla fine, come già ti ho detto, la vera protagonista della flash è Lei, non è né Louis, né Harry. Sei stata abile a intrecciare i fili neri del suo velo tra le righe di questa breve storia diversamente allegra.
Ricapitolando!
Lo so che con la grafica non c’entri nulla e che c’è una tua amica che te li fa i banner, ma devo dirtelo… Già solo il banner destabilizza, sul serio. Sono invischiata con la grafica, i banner delle mie storie li faccio io (e li faccio anche a qualche amica) e ti dico ufficialmente - Lavinia bada bene! – che prima o poi dovrai richiedermi un banner o mi offenderò per il resto dei tuoi giorni. Quell’ultima immagine, il marmo bianco con l’epitaffio… Brividi, davvero, tanti brividi.
Chiudo la parentesi grafica e chiudo l’intera recensioncina.
Ti saluto con una stretta di mano formale, perché quel “Signora” ancora riverbera in maniera nefasta nei meandri della mia sensibilità, e niente.
Ah! Quasi dimenticavo. A questo punto, lo sai, non aspetto altro che la Fem!Zourry. Non vedo l’ora di vedere che cosa, questa tua testolina abile sarà in grado di concepire per alleviare la mia insofferenza… Dmnt. Non se ne trovano di fem!fic sugli One Direction, e quelle poche che ci sono mi fanno cagare. Anche perché, sinceramente, le het con uno dei due fem mi terrorizzano.
Perché, diciamocelo, piuttosto che leggere una het con fem!Lou/Harry preferirei accettare un invito a cena a casa di Annie Wilkes.
Ciao ciao, Cappuccetto rosso.
K |