Ed eccoci al nostro appuntamento serale de "I Predatori della Scrittura Perduta".
Il caso che questa sera prendiamo in esame spicca nel suo genere. Non solo ha una trama banale (cosa che è tipica nel... uhm, 100% delle fan fiction riguardanti Justin Bieber), non solo è scritta male, non solo non è comica (mentre invece nei generi era espressamente indicato che lo fosse), ma anche qualcosa in più: la soluzione finale per rovinare una fan fiction, ciò che persino in guerra viene usato per mitragliare i nemici quando si è a corto di munizioni: i codici URL.
Ma andiamo con ordine.
La nostra storia inizia nel college con il nome più ovvio e banale di tutto il Nuovo Mondo, dove c'è una simpatica ragazza chiamata Rose. Qual è il suo ruolo nella storia: è una studentessa? Una professoressa? Una cavia per il laboratorio di fisica e chimica a corto di rane da vivisezionare? Enigmi della vita, siccome la cosa non ci verrà mai spiegata.
La nostra Rose, in classico stile ragazza dolce in cerca di amore in un mondo in cui tutti i ragazzi sono degli idioti che le causano una serie di emozioni contrastanti (e problemi intestinali ai lettori) spia due tizi di cui a mala pena sappiamo i loro nomi (ma, visto il chiaro e lampante spessore psicologico che rivelano in queste righe, non è poi un tale dispiacere). Che meraviglia, sono certo che se continuerà così la nostra Rose da grande sarà un'abile e stimata stalker o assassina seriale.
Ma la monotonia della protagonista viene subito distratta dalla comparsa di un ragazzo (peccato che ciò non influisca sulla monotonia della storia). Cos'ha di affascinante costui? E' un bravo ragazzo dolce come il miele? Non lo sappiamo: potrebbe essere tranquillamente un alieno ostile all'interno di un corpo umano intenzionato a sterminare la razza umana, o Pazuzu tornato dall'Inferno per ucciderci tutti brutalmente, oppure Justin Bieber. Caspita, tre possibilità che farebbero venire i brividi a chiunque.
Il ragazzo invita Rose quindi ad una festa senza alcun apparente motivo (che poi non stava cercando quel Chaz? La protagonista gli ha detto dov'era, ma a quanto pare i neuroni del suo cervello non sanno gestire due idee contemporaneamente, altrimenti non sarebbe in questa fan fiction), di cui non sappiamo né cosa si festeggia, né il motivo, né gli invitati. Accidenti, tutta questa mancanza di informazioni comincia a farmi star male, vorrà dire che me lle inventerò io: il ragazzo è in realtà il Mostro di Loch Ness sotto false spoglie, la festa è una messa nera per far risorgere il pesce rosso morto in “Alla Ricerca di Nemo”, gli invitati sono squali mutanti scongelati dai ghiacci antartici e Rose invece verrà usata come soprammobile. Ecco, ora ha più senso.
E dopo un brusco salto nel tempo scopriamo la punta di diamente della fan fiction, che abbiamo già preannunciato: i codici URL. Wow, voglio dire, wow... Le descrizioni erano talmente vergognose ed improponibili che si è preferito usare codici di lettere e numeri per darne almeno l'impressione. E' incredibile: in tutti i miei anni di esperienza non ho mai visto una cosa del genere. Affidarsi a delle immagini piuttosto che provare almeno a descrivere i vestiti. Neppure una cosa semplice del tipo: "Indossavo un vestito in tessuto nero, brillantinato fino alla vita e chiuso sulla schiena, per poi scendere in una gonna lunga dietro e leggermente più corta sul davanti". Quel "vestito corto nero" poteva essere fatto in pelle umana, di gatti neri, di piume di corvo e noi non lo sapremmo.
E poi giungiamo al meravigliosamente orribile finale. Abbiamo sprecato tanto di quel tempo nel "discorso" tra Rose ed il ragazzo e nel suo stellare guardaroba che, quando arriva il vero evento della fan fiction, ci viene presentato in a mala pena tre righe. Tre! La festa che tutti stavamo aspettando con trepidante attesa, la festa che doveva rendere ridicole tutte le feste negli ultimi quattro milioni di anni luce (che, per inciso, è una misura dello spazio e non del tempo) viene raccontata velocemente, senza alcun ordine, senza neppure la più piccola traccia di interesse emotivo. Chiaramente deve essere stata una festa talmente orribile che persino Rose se ne è vergognata, e per questo ha deciso di accennarcela bruscamente alla fine: accidenti, se me ne fosse davvero importato qualcosa della festa mi sentirei davvero preso in giro dalla donzella a questo punta.
Possiamo almeno dire che, a prescindere da questa ridicola trama almeno lo stile di scrittura è piacevole? Oh oh, non contateci minimamente. Gli errori grammaticali probabilmente partoriti da Rose dopo essere stata sverginata da Justin hanno proclamato questa fan fiction loro unico ed esclusivo regno di proliferazione, cominciando persino dalla terza parola dall'inizio. D'altro canto però non è poi una scelta così malvagia: schiacciando brutalmente le speranze del lettore fin dalle primissime parole si addolcisce la delusione e la tristezza che questa fan fiction è capace di regalarci durante la lettura.
Alla prossima, temuta, puntata, signori e signore. Qui da Xivren è tutto.
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