Oh mio dio. Oh dio, aiuto.
Tu hai un dono ragazza, un dono che non va sprecato per niente al mondo, che sia quello di Alice e Peter o che sia il nostro. Non so da quanto scrivi, non so la tua età nè le tue passioni ma so quello che dovrai fare: scrivere.
Magari non sono nessuno per dirlo, sicuro, ma so che tu hai un regalo che ti è stato fatto e che vale la pena di essere condiviso con tutto il pianeta.
Hai creato un mondo intrecciandone due ben distinti eppure così simili, e lo hai creato con la tua fantasia e con le sole parole; hai fatto riapparire i ricordi della mia infanzia e mi hai fatto sognare con mille sensazioni descritte così bene da farmele provare una per una e questo è splendido, veramente. Mi hai fatto commuovere e ridere e fantasticare su un mondo che neanche il carissimo signor Disney ha mai pensato di creare, con i suoi soldi e la sua mente insana e magica.
E forse è proprio magico la parola giusta per descrivere tutto questo: magico come lo Stregatto, magico come i fiori canterini, come la polvere di fata e come l'amore, quello passionale e vero che è nella tua storia, fiaba oserei dire.
Tu sei riuscita a trasformare un pomeriggio come tanti in un luogo fatato, ho quasi sentito la sensazione di magia e freschezza della polvere di fata sulle mie spalle, ed è una sensazione che pochi possono far fiorire.
Sei riuscita a trasportare ogni singolo particolare di questo singolare mondo nel mio salotto, e ti ringrazio per questo.
Quindi, niente, qui ti salutano tutti dal mio salotto: Peter, Alice, Capitan Uncino ed Iracebeth. Poi i gemellini Giùdilà e Sudilì e, beh, il Cappellaio Matto. Sono seria: hai trasportato tutto il Paese delle Meraviglie qui, in un normale salone nella periferia di Roma, e questo può essere solo e soltanto un dono. |
