racconto carino che mi ricorda vagamente un'accoglienza nell'inferno dantesco... ma forse è dato solo dal fatto che la scuola mi stia massacrando con quel dannato poeta fiorentino... |
Beh...giusto sfogo. Non ho molto altro da aggiungere ^^" lo stile c'è sempre =) |
Ti sembrerà forse stranissimo, ma l'impressione che ho leggendo questo tuo lavoro - figlio di uno sfogo- è di grande dolcezza. Mi spiego. E' sparita quella complicata armonia che tu COSTRUIVI in ciò che scrivevi, non si sente in questo scritto l'intervento della ragione. Mi ha ricordato moltissimo le cose che scrivo io nei miei momenti di maggiore astrazione: queste immagini grottesche, suggestive, cupe ed eloquenti. Sono immagini insensate, ma sono le più coerenti agli occhi di un lettore che accetta di farsi prendere nel gorgo della delusione che pervade il brano. C'è tanta impressione, c'è la pelle bruciata del primo impatto. Non c'è la reale consapevolezza di essere una nullità, come invece avrei temuto. Quella che tu hai messo su "carta" è la tua umana reazione ad un insuccesso bruciante: rabbia reticente che si astrae e si appoggia a figure assurde. E' un bel lavoro, mi è piaciuto tantissimo, a prescindere dal momento che rappresenta. C'è tutto, e c'è tanta sensazione, quella che fa vibrare il cuore di chi legge. Sei cambiato, e qui ti si vede più istintivo, totalmente fotografato in una tua normale e straordinaria reazione. Ti amo. |
how they dance in the sweet summer wet some dance to rimember some dance to forget we're all just prisoners here of own device -hotel california- (eagles) |