Dodicesima classificata La regina delle fate di Aduial95
Grammatica 9.90/10
-“Illuminato al pallido” dal pallido –0.10
Stile 3.5/5
A mio parere, lo stile che hai voluto utilizzare per questa narrazione è molto simile a quello della fiaba e, personalmente, non mi piace molto. Tuttavia, nonostante ciò non possa che influenzare il gradimento personale, ci sono delle piccole imperfezioni che vorrei farti notare:
-registro dei dialoghi: i gemelli, che presumo abbiano avuto una buona formazione, usano un registro molto basso e, in alcuni tratti, eccessivamente gergale; paradossalmente, la donna della locanda usa termini come “imputato a”, decisamente appartenente ad un registro superiore;
-“buona donna”, “bocca dipinta”: sono terminologie esatte, ma credo stonino all’interno della narrazione, dato il lessico solitamente usato dai ragazzi e lo stile spiccatamente favolistico;
-“50”: sempre meglio scrivere i numeri in lettere, piuttosto che in cifre;
-“non c’è una locanda vera e propria”: locanda e taverna sono comunemente usati come sinonimi. Una donna del villaggio non dovrebbe differenziarle poi così tanto;
-“si dissolse in mille rivoli d’acqua”: qui parlo puramente per gradimento personale, sostenendo che avresti potuto utilizzare un verbo di campo semantico differente;
-“allora lo distese”: l’avverbio a inizio frase credo interrompa la lettura, avresti potuto ometterlo.
Ad ogni modo, lo stile è scorrevole e fluido e dimostri di avere un bagaglio lessicale molto ampio. Ho solo trovato leggermente frettolosa la scena di lotta contro l’antagonista e l’ultima frase, probabilmente inserita con l’intento di alleggerire la narrazione, credo stoni con ciò che è appena successo.
Originalità 6.5/10
Purtroppo questa storia non è molto originale: nel corso della trama si attinge a piene mani dai clichè delle favole e, più di una volta, mi sembrava quasi di leggere uno dei racconti dei fratelli Grimm. Alcuni elementi arricchiscono la trama, come la figura di Laddhogr, ma l’impianto della trama sembra costantemente relegato a qualcosa di “già letto”: la stessa figura della regina delle fate, poi, è comune a tutte le storie e leggende della tradizione europea, così come i rapimenti dei bambini ad opera di creature fantastiche.
Forse avresti potuto allungare la narrazione, focalizzare l’attenzione sui rapimenti o portare i gemelli in una sorta di regno delle fate e scatenare la fantasia, ma questa è soltanto la mia opinione.
Caratterizzazione protagonista 9/15
E’ stato molto difficile scrivere un giudizio oggettivo, dato che il personaggio di Talìa non mi ha convinto (cosa diversa dal dire che non mi sia piaciuto). Ti elenco brevemente le tre motivazioni principali: innanzitutto, mi ha lasciato insoddisfatta la caratterizzazione vera e propria, in particolare l’aspetto psicologico. Comprendo che a non tutti gli autori piaccia descrivere fisicamente i propri personaggi, ma la psicologia è un aspetto fondamentale. All’inizio del racconto si definisce “giovane donna”, per cui presumo, ipotizzando anche un ipotetico percorso di studi, che abbia un’età compresa tra i diciotto ed i venticinque anni. Purtroppo nei dialoghi, dato che i pensieri sono praticamente assenti, ne dimostra sedici o anche meno.
Tralasciando il rapporto con il gemello, che può essere connotato da una spontaneità e giocosità fanciullesca, la profondità dei suoi dialoghi ed il suo atteggiamento è piuttosto infantile. Scrivo solo un esempio: se ha frequentato l’Accademia Militare, certamente non è abituata alle comodità. Dunque mi chiedo: come mai sembra quasi stupirsi che un oste, in una taverna decisamente infima, “pulisca” i bicchieri con un panno unto? Per poi, oltretutto, appoggiare la fronte sul tavolo che, presumo, sia sporco anch’esso. Anche l’ultima frase della storia, di cui ti ho già accennato nello “stile”, la rende decisamente poco marziale e seria, quasi più simile ad una bambina.
Infine, ma questo non ha inciso particolarmente sulla valutazione, ho trovato strano il suo comportamento durante e dopo lo scontro: la regina delle fate, con pochi incantesimi, riesce a sopraffare entrambi, per poi morire a causa di una banale distrazione. Inoltre, se senza talismano perde i suoi poteri, dovrebbe ritrasformarsi, giusto? Ad ogni modo, come già detto, quest’ultima osservazione non ha inciso personalmente. Più rilevante il suo comportamento con il gemello: all’inizio le ferite sembrano avergli squarciato la pelle, per poi esser definite non gravi. Però, devono esser state abbastanza profonde da avergli fatto perdere i sensi, dato che non sono scritte sue reazioni. Ecco, mi sembra un po’ innaturale che lei lo lasci lì, senza preoccuparsene minimamente, per andare a chiedere delle erbe medicinali. Avrei trovato più sensato se l’avesse riportato di peso alla locanda.
Uso pacchetto 19.5/20
Hai usato correttamente tutti gli elementi forniti. Solo la citazione mi ha lasciato un po’ perplessa, ma poi ho capito la differenza tra ricordo e leggenda che volevi sottolineare.
Gradimento personale 3.5/5
Purtroppo, come ti ho già anticipato, lo stile che hai utilizzato non è tra i miei preferiti. A ciò va aggiunto la caratterizzazione di Talìa, di cui avrei almeno gradito conoscere qualche pensiero e la mancanza di originalità.
Ho comunque apprezzato il modo in cui hai usato il pacchetto scelto e, all’interno della narrazione, ciò che ho apprezzato di più è stato proprio Laddhogr. Anche la descrizione della regina delle fate l’ho trovata molto ad effetto, simile a quelle immagini fantasy/dark che si trovano molto spesso in rete.
Punto bonus 0.5/0.5
Molto buono in cui hai inserito il dragone all’interno della narrazione.
Totale 52.4/65.5 |
