Questa storia mi ha praticamente spinta a finire qualcosa che avevo cominciato una vita fa e a riscoprire, nel farlo, il piacere di star dietro a quella testa scema di Black Star, quindi devo ringraziarti per aver deciso di partecipare, altrimenti non avrei mai finito Soul Eater – o almeno non lo avrei finito in tempi brevi.
Passando alla fan fiction, in sé non è chiaramente niente di speciale. La trama è solo un missing moment e lo stile non presenta particolarità espressive di sorta, prosegue tutto molto languido, come la quiete dopo al tempesta. L’ho trovata una scelta molto adatta, quella di ricreare una sensazione quasi di stasi, in cui tutto sembra più rilassato, nonostante qualche dubbio deve ancora trovare risposta. Scrivi in maniera molto piacevole, stai attenta alla correttezza sintattica e grammaticale, e cerchi di evitare ripetizioni o periodi lunghi e pesanti, questo aiuta la lettura, ad apprezzare anche ciò che c’è di semplice nella storia. La relazione di Soul e Maka, quel fidarsi reciprocamente, quell’amarsi – e lo uso qui con l’accezione di amore fraterno – che spinge entrambi ad anteporre l’altro a se stesso, quella complicità sottile quanto tangibile sono tutti perfettamente espressi dallo stile, in qualche modo. Anche quando Maka espone i suoi dubbi a Soul, chiedendogli perché non gli abbia detto niente della follia in cui sprofondava ogni volta che si metteva al piano, non c’è un’accusa, solo la semplice curiosità del personaggio, quella curiosità che si riempie di apprensione per un amico che si ama senza remore. Anche Soul, nel suo essere in qualche modo superiore alle richieste di Maka, come se qualsiasi domanda la ragazza gli ponesse abbia una risposta che non conta poi molto, e quel sottomettersi, invece, inevitabilmente al lato più “violento” e imperioso di lei – come ben si vede nella parte conclusiva.
Insomma, sei riuscita molto bene ad integrare lo stile con la caratterizzazione, che risulta ai miei occhi perfetta. Quello che ti ho sottratto in stile, riguarda tutto il gusto personale, in primo luogo per due piccole imperfezioni che avrei eliminato, ma niente di che, e in secondo luogo perché la semplicità della storia, le fa mancare quel lumicino necessario per coinvolgermi del tutto. Non nego comunque che tu abbia fatto un lavoro davvero eccellente, capace di interessarmi anche quando la coppia in questione sia quella che fra le tre principali – anche se tecnicamente Kid, Liz e Patty sono in tre – è quello che meno mi ha attratta, io ho da sempre un problema a simpatizzare con i protagonisti.
Adesso passiamo a le due cosine che non mi hanno convinta del tutto:
Maka lo conosceva da anni ormai e aveva imparato a riconoscere i piccoli segni che lanciava inavvertitamente quando era nervoso. x (stile - conosceva - riconosceva, suona piuttosto brutto)
«Va bene, va bene, mi hai convinto!» (stile - lo dice Maka, sarebbe stato meglio "Mi hai convinta")
La grammatica è, invece, perfetta, tutto come sarebbe dovuto essere, o almeno io non ho registrato problemi. La cosa mi ha fatto un grande piacere, anche perché data la brevità della storia, qualsiasi errore avrebbe finito per intaccarne la scorrevolezza, spezzando quel ritmo che si viene a creare, quella fluidità che scorre placida dall’inizio alla fine.
Anche l’uso della frase obbligatoria è stato egregio. Forse mi sono un po’ persa la parte del “fuggire”, nel senso che non mi è del tutto chiaro come hai inteso quella parte. Si tratta di una fuga di Maka dalla realtà che la circonda?
Per il resto, invece, ho colto bene la parte del nessuno da amare prima dell’arrivo di Soul che ha portato nella sua vita una rinnovata speranza, quell’appiglio indispensabile senza il quale, adesso, non potrebbe vivere.
Hai davvero fatto un lavoro eccellente e leggere la tua storia mi ha fatto un grande piacere.
Spero di poterti trovare con altre idee nel mezzo di un contest futuro, mi farebbe davvero molto piacere. |