Recensioni per
Experiment Pain
di Ladyloki96

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
06/09/14, ore 15:35

molto interessante questa storia. È bello notare anche come i bambini vengano usati come merci, e come l'intelligenza degli scienziati sia costretta a rimanere fissata sull'utilizzo bellico, invece che su un utilizzo utile agli altri. Queste storie sono sempre più interessanti! Non vedo l'ora di vedere il terzo capitolo.

Recensore Veterano
04/09/14, ore 19:26

Ciao,
Come promesso, eccomi a recensire.
Non sono un'esperta di questo genere di storie, ma la trama l'ho trovata, per quanto riguarda questi primi capitoli almenp, piuttosto interessante. 
In questo caso, lo stile fatto di frasi brevi mi sembra molto più adatto, anzi, direi che è perfetto per rendere l'atmosfera e quindi non ho proprio niente da dirti su questo punto se non che mi piace. ^^
Come ti hanno già fatto notare, ci sono alcuni errorini qua e là, ma sono sicura che ad una rilettura attenta li scoveresti tutti senza problemi. Gli unici che mi sento di farti notare sono giusto due: per prima cosa, un paio di volte, hai usato "gli" per riferirti alla protagonista, ma, essendo lei una fanciulla, sarebbe da usarsi il "le"... (Ma probabilmente si tratta solo di un errore di distrazione ^^) E poi, nel primo capitolo, il verbo della seconda frase dovrebbe essere "creino" e non "creano"...
Per il resto, non ho nulla da dire. ^^
Alla prossima!

Recensore Master
01/09/14, ore 11:09

Ho trovato un paio di refusi: cos' (così) e capitava (capitavano, soggetto è epidemie, plurale). Manca qualche virgola ogni tanto.
Stavolta ho una sola osservazione riguardo alla trama: quanto può essere produttiva una scienziata lasciata sola e disperata? per fare gli scienziati e gli inventori bisogna essere tranquilli e sereni (credo) in una squadra dove circolano le idee e uno fa questo e l'altro fa quello. Non lo so, eh, è proprio una domanda che mi faccio. Se io fossi il cattivo di turno avrei paura che quella lasciata sola e affamata mi costruisce un'arma per liberarsi o per far saltare in aria tutto, tanto non ha niente da perdere. Non so, forse è quello che ha deciso lei quando dice alla fine "so cosa fare"... se è così non dirmelo!

Nuovo recensore
31/08/14, ore 23:30

Mi sembra un po' troppo eccessivo: forse in parte è vero( inutile negare la realtà ),ma non credo sia proprio così.
Negli orfanotrofi che hai raccontato,non ci dovrebbe essere nemmeno l'acqua calda.
In molte zone dell'Asia c'è ancora lo sfruttamento minorile e della libertà delle persone,ma per chi lavora nelle grandi industrie per esempio.
Nella storia narri che rinchiudono le persone. Chi te l'ha detto? 
Questo può esistere solo se era un'organizzazione che non ha niente a che fare con lo stato.
Un'industria grande che lavora con lo stato o con altre imprese non può rovinarsi per sciocchezze simili.
Non so chi ti ha raccontato dell'ordine di Putin,ma credo in parte abbia ragione.
Con questa trama tu sbatti in faccia la realtà a chi nega tutto questo;secondo me non è cambiato molto
dall'ottocento apparte i manicomi e gli orfanotrofi.

Non so come tu faccia,ma io non riuscirei a scrivere una storia basata sullo sfruttamento,sapendo che
negherei tutto a me stessa,perché è davvero troppo nel credere alla parola "realismo" quando noi viviamo in un mondo del tutto diverso da come lo hai descritto.


 

Recensore Junior
31/08/14, ore 19:40

Ma poverini i bambini nell'orfanotrofio, peggio di una galera D:>
La tizia in questione è più str**** che mai, impressionante, deve avere un buon motivo per comportarsi in quel modo (spero per lei).
Comunque mi piace, è interessante :3
P.s. ti piace proprio dire "indi"? xD

Recensore Master
30/08/14, ore 18:16

Che con la tizia dell'orfanotrofio ci sia qualche mistero sotto? ... Comunque... Forse tutto questo disastro negli orfanotrofi che hai descritto non è un pochino eccessivo? Di certo non sono pensioni a cinque stelle, è chiaro, ovvio, ma situazioni come quella le trovo... Ottocentesche. Ok, no, vale anche fino a metà del Novecento, ma mi hai capita no?