Ciao sono sicura che non ci conosciamo piacere Francy questa storia e stata magnifica mi e piaciuta molto quando
Quando -finalmente- arrivò sulla porta che dava sulla cucina e sul salotto, Fudou trattenne una risata, nascondendola meglio che poteva con un sorriso. Quello non poteva essere Kyousuke Tsurugi, quello sempre tirato a lucido e che occupava il bagno a volte per quaranta minuti buoni la mattina.
Il pigiama nero era stropicciato, la pelle chiara era più pallida del solito, risultando bianca. Per non parlare dei capelli: erano sciolti e rivolti verso il basso, con alcune ciocche ribelli qua e là. Gli occhi erano arrossati e la punta del naso aveva un bel colorito, segno che ci doveva essere una valanga di fazzoletti sul pavimento della camera da letto. Per finire, il plaid arancione che dalle spalle scendeva fino alle caviglie incorniciava quel quadro che era al momento il minore dei fratelli. Uno spettacolo per Akio.
La sedia strisciò sul pavimento e Kyousuke si sedette. Si tolse di dosso il plaid, appoggiandolo sullo schienale della sedia, e iniziò a mangiare la minestra. Fudou notò che faceva fatica a mandarla giù.
– hai mal di gola? –. L’altro fece cenno di sì con la testa, continuando a consumare il pasto. “ci mancava solo questa, povero” pensò dolcemente il ventisettenne. L’istinto paterno -o materno?- prendeva il sopravvento, a volte.
– beh, almeno così sappiamo che non sei stupido* – disse ironicamente, guadagnandosi un’occhiata da “smettila, ti prego…”. Il castano sospirò.
– comunque, Yuuto non tornerà prima delle sette, Yuuichi è in vacanza con Taiyou a Kyoto fino a giovedì… ah! Mentre dormivi ha chiamato un tuo amico, ha detto che sarebbe venuto a portarti gli argomenti di oggi. Un certo Matsukaze, mi pare – riferì, quando il piatto fu vuoto.
– …! Tenma? Q-quando? – scattò in piedi, allontanando la sedia dal tavolo, cominciando a tossire. Ad Akio non sfuggirono nemmeno le gote arrossate, ma qualcosa gli diceva che la febbre non c’entrava.
– ha detto che sarebbe arrivato alle quattro – disse in un mezzo sorriso; il blu si girò repentinamente verso l’orologio sulla parete. Mancavano venti minuti, poteva farcela.
In un attimo era già corso -goffamente- in bagno, con vestiti e biancheria intima in mano, senza ovviamente scordarsi del gel per capelli. In appena dieci minuti -“un tempo record”, pensò Fudou- era già fuori, intento ad aggiustarsi i bottoni della camicia bianca che aveva afferrato poco prima dall’armadio.
– è già arrivato? – chiese ansioso, la voce roca per la tosse. Il castano fece segno di guardare l’ora, mentre tentava di sopprimere un’altra risata, stavolta con la mano.
Cosa faceva l’amore, eh?
questa parte e stata fenomenale a me è piaciuta molto complimenti non ho notato errori sei molto brava
Francy ^^
(Recensione modificata il 10/09/2014 - 07:47 pm) |