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di Nede

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
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Recensore Master
02/11/14, ore 15:24
Cap. 1:

Storia seconda classificata al contest Accadde di notte di 9dolina0

Sintassi, ortografia, punteggiatura

Hai scritto una storia molto scorrevole e piacevole da leggere.
La sintassi è ottima, anche se prevalgono decisamente le frasi brevi e concise ai periodi complessi – detto in maniera più tecnica, la paratassi domina sull’ipotassi – e non ho riscontrato né tempi verbali sbagliati, né modi fuori posto.
In generale, è buona anche l’ortografia.
Devo però segnalarti un errore:
 
Un unione che gli era costata tutto.
Un unione che gli aveva regalato due figli meravigliosi.
Un unione che doveva ricostruire.
 
La parola unione è femminile, dunque l’articolo indeterminativo che la precede necessita dell’apostrofo.
Ho notato, invece, qualche problemino in più per quanto concerne l’uso della punteggiatura – che, ahimé, è uno dei punti deboli più insidiosi per gli scrittori.
Andando in ordine, mi sono accorta che spesso utilizzi le virgole in modo sbagliato, sia quando si tratta di inserirle in presenza di complementi di vocazione, sia quando ti trovi in presenza di incisi.
Traggo un esempio per il primo caso:
 
«Vegeta ho messo tutto in ordine, Bulma è a letto?»
 
Vegeta non è il soggetto della frase ma è la persona a cui Chichi si sta rivolgendo. Si tratta, in poche parole, di un complemento di vocazione. Le norme che regolano l’utilizzo dei segni di punteggiatura in presenza di questo tipo di complemento sono molto chiare: nel caso in cui si trovi all’inizio della frase – come nel tuo caso – deve obbligatoriamente essere seguito da una virgola; nel caso in cui si trovi in posizione intermedia, deve obbligatoriamente essere preceduto e seguito da una virgola; nel caso in cui si trovi in posizione finale, deve obbligatoriamente essere preceduto da una virgola. È una regola un po’ fastidiosa, lo so, però ti assicuro che le virgole messe al posto giusto rendono immediatamente più leggibile e piacevole un testo scritto.
Per quanto riguarda gli incisi, ti segnalo un altro esempio:
 
Ma sai com'è il tempo vola ed io stavo brindando ai miei ottant'anni insieme a Re Kaiho.
 
Con il termine inciso si indica una parola o un’espressione inserita all’interno di una frase la cui presenza non incide sul significato della frase stessa. Eliminando, cioè, l’inciso, l’enunciato avrebbe comunque senso compiuto. Nel tuo caso, quel sai com’è è un inciso: se provi a cancellarlo, ti accorgerai che la frase mantiene il suo significato. Gli incisi, per quanto riguarda l’uso delle virgole, seguono le stesse regole dei complementi di vocazione. Dunque, nella frase che ti ho citato, la virgola andava inserita sia prima che dopo l’espressione in grassetto.
Ti faccio anche un appunto sull’uso corretto dei puntini di sospensione.
Cito un paio di frasi dal testo:
 
Si sentiva ...solo.
 
però so che...a te posso chiederlo.
 
I puntini di sospensione – che tu hai correttamente inserito in numero di tre – seguono anch’essi delle precise regole di utilizzo che molto spesso gli scrittori amatoriali ignorano. Per la natura ambigua che hanno, sono i segni di interpunzione che, più di ogni altro, vengono usati con una certa “creatività”. Nella prima frase che ti ho segnalato, l’errore consiste nell’aver distaccato i puntini dalla parola precedente e nell’averle invece uniti alla parola che segue. Ciò è assolutamente scorretto. Avresti dovuto scrivere sentiva… solo. Nella seconda frase, invece, l’errore sta nel non aver lasciato uno spazio tra i puntini e la parola seguente.
A titolo informativo, ti segnalo anche qualche piccolo refuso:
 
Perché non era longevi come i saiyan?
 
Ma soffriva a vederla in quello stato.
 
Nella prima frase, il verbo deve essere ovviamente al plurale; nella seconda, il verbo soffrire regge la preposizione nel.
8/10
 
Appropriatezza lessicale e stile
Non ho nulla da ridire sul lessico utilizzato, né su come lo hai adoperato. Hai un modo di scrivere molto conciso e diretto, che si avvale dell’uso di parole semplici ed efficaci, mai pompose e per nulla fuori luogo. Non ho riscontrato alcun segno di una terminologia poco appropriata: anche se generalmente hai usato un lessico piuttosto comune, esso è comunque preferibile a parole troppo ampollose ma, magari, inappropriate al contesto.
Il tuo stile mi piace, soprattutto per l’utilizzo di frasi brevi e ad effetto che riescono, pur senza giri di parole, a esprimere efficacemente ciò che vuoi scrivere. L’unica falla stilistica che ho riscontrato riguarda l’uso, secondo me ingiustificato, delle frasi/parole in maiuscolo per esprimere, evidentemente, la fermezza di Vegeta nell’esprimere la sua opinione.
Cito testualmente:
 
«NON. VI. PERMETTO. DI. DECIDERE. IN.CASA MIA. Non si farà nessuna festa. Chiaro?»
 
So perfettamente che si tratta di un escamotage diffuso, molto comodo e anche – se non si abusa di esso – accettato, ma a mio avviso mette anche in evidenza una forte lacuna stilistica dell’autore. Ciò che intendo dire è che non dovrebbe essere lo stampato maiuscolo a far capire che Vegeta si è infuriato, ma lo si dovrebbe evincere da come hai impostato il racconto, dal modo in cui hai inserito la punteggiatura, dal lessico che hai utilizzato nel far parlare il personaggio e nel fargli esprimere la sua rabbia, dall’espressione del suo viso, dalla reazione degli interlocutori. Insomma, a prescindere dal maiuscolo, si deve capire cosa sta provando un personaggio.
In realtà, io credo che tu abbia reso comunque molto bene lo stato d’animo di Vegeta, quindi ritengo davvero inutile l’uso di questo escamotage. Credo che, uniformando anche questa frase allo stampatello minuscolo ci guadagneresti sia in resa stilistica che grafica.
8/10
 
Trama: originalità e sviluppo
In quanto a originalità, la tua storia è certamente quella riuscita meglio nel mio contest. Ho apprezzato tantissimo la tua rischiosissima scelta di ambientare il racconto in una dimensione temporale sconosciuta ai fatti narrati nella storia originale. Il tuo post GT – che del GT, fortunatamente, non ha nulla – merita il punteggio pieno praticamente sotto ogni punto di vista: coerenza coi generi e col rating, utilizzo strategico dei personaggi, dialoghi perfettamente incastonati all’interno della narrazione.
La tua storia ha un retrogusto vagamente drammatico: la vecchiaia, che per un saiyan è soltanto un’appendice forse un po’ meno splendente della giovinezza, risulta essere una vera e propria malattia per i terrestri, condannati a rinunciare alla giovinezza molto più precocemente dei saiyan e a vivere l’anzianità fustigati da mille problemi di salute.
Il risultato è che, superati ampiamente i settant’anni, Vegeta è ancora pienamente in forze, mentre Bulma è cieca e non più autosufficiente. Ciò che hai maggiormente messo in risalto nella trama è la sofferenza del principe dei saiyan che, a dispetto degli altri personaggi – Bulma compresa –, fatica ad accettare le condizioni di salute di sua moglie e si dispera per la triste sorte che ha ricevuto, imprecando contro la quasi eterna giovinezza dei saiyan e la condanna alla vecchiaia dei terrestri.
La festa di compleanno che i figli di Bulma stanno organizzando alla loro madre è un eccellente pretesto che hai usato per mettere in risalto il dramma che sta vivendo Vegeta, la sua fatica ad accettarlo e il suo rifiuto della malattia della moglie. Ma, oltre a questo, la festa ha dato anche modo a Vegeta di confrontarsi con un personaggio al quale, nella versione originale del manga, il saiyan non è mai stato particolarmente legato, ma che, col passare degli anni e con l’acuirsi di certe analogie, si è invece rivelato piuttosto simile a lui. Chichi, la moglie di Goku, si ritrova paradossalmente a essere l’unica persona che può realmente capire Vegeta perché, essendo anche lei congiunta a un saiyan, si è posta mille volte le stesse domande del principe circa la differenza nel processo di invecchiamento tra saiyan e terrestri.
Hai affrontato, insomma, un argomento molto spinoso e raramente mi è capitato di leggere altre fanfiction inerenti a tale questione. Il modo in cui hai sviluppato la storia, inoltre, è assolutamente efficace e pertinente al contest.
Meriti tutti i miei complimenti.
10/10
 
Caratterizzazione dei personaggi
Per quanto riguarda la tua storia, questo è stato in assoluto il parametro più difficile da valutare. Ho dovuto tener conto di molti aspetti supplementari, come il fatto che la trama è ambientata in una dimensione temporale estranea alla storia originale e che i personaggi hanno a che fare con una situazione anomala rispetto ai fatti narrati nel manga, ovvero la malattia.
Tenendo conto anche dell’indiscusso cambiamento di Vegeta a seguito dell’arrivo di Majinbu sulla Terra, trovo che il modo in cui tu lo hai descritto sia comunque conforme al personaggio ideato da Toriyama. Il punto, fondamentalmente, è che Bulma è l’unica donna che il saiyan abbia mai amato – o, forse, l’unica persona, eccezion fatta per i suoi figli. Il legame che c’è tra loro è forte a tal punto che il principe è quasi dipendente da lei. Probabilmente – ma questa è una mia opinione – se Vegeta non si fosse legato a Bulma, nemmeno sarebbe rimasto sulla Terra. Insomma, lui vive per lei, e se lei dovesse avere dei problemi, è logico che di riflesso essi si manifestino anche sul marito.
Trovo perfettamente IC la reazione di Vegeta all’organizzazione della festa, così come trovo coerente col personaggio anche la volontà che tale festa finisca in fretta.
Più curiosa e problematica da giudicare è la scena – bellissima, al di là dell’effettiva coerenza col carattere dei personaggi originali – della chiacchierata tra Vegeta e Chichi. Paradossalmente, trovo che in questa situazione Vegeta sia più IC di Chichi, proprio perché l’uomo ha avuto tempo e modo di cambiare molto dopo la venuta del demone rosa. Ci sta, insomma, che possa sfogarsi con la moglie di Goku, anche perché, razionalmente parlando, è davvero l’unica che possa capirlo.
Mi convince un po’ meno l’apertura di Chichi nei confronti di Vegeta, anche se in teoria il discorso del tempo che è passato è valido anche per lei. Sarà, però, che Chichi non è mai stata protagonista di cambiamenti emblematici – in fondo, è nata buona e buona è rimasta –, sarà che nell’opera originale non ha mai mostrato di nutrire grande simpatia né per Bulma, né tantomeno per Vegeta, però la sua caratterizzazione mi pare meno fedele al personaggio originale e vagamente OOC. Ovviamente, e ci tengo a ripeterlo, il mio giudizio lascia il tempo che trova, proprio perché la storia è ambientata in un periodo della vita dei personaggi che Toriyama non ha mai trattato.
Detto questo, ti do ugualmente un voto alto perché ritengo che tu abbia dato un’interpretazione di questi difficilissimi personaggi a dir poco splendida.
9/10
 
Uso del prompt
Se è vero che l’unione fa la forza, tu questa forza l’hai strappata con le tenaglie al cuore tramortito di Vegeta. O, meglio, lo hai fatto fare a Chichi che, rimarcando su ciò che il principe dei saiyan prova per sua moglie, lo ha in qualche modo costretto a riprendersi, mettendo da parte la disperazione. Inutile dire che il prompt è usato benissimo. L’unione tra Bulma e Vegeta è il filo conduttore che lega tutti gli eventi della tua storia e che soggiace alla voglia del principe dei saiyan di liberarsi di tutti i ficcanaso che hanno voluto festeggiare a forza il compleanno della scienziata nonostante le sue delicate condizioni di salute. L’unione a Bulma è ciò che costringe il principe a cedere e ad aprirsi a Chichi, andando a toccare con lei questioni che nessun altro avrebbe potuto comprendere a pieno. L’unione tra i due coniugi – a mio avviso, la coppia più bella di Dragon Ball – si materializza in un ciondolo che simboleggia l’infinito.
Il prompt, insomma, è onnipresente ma mai fuori luogo e si manifesta sia concretamente che in maniera astratta. Ciò dimostra che hai saputo reinterpretarlo al meglio e in tutte le sfaccettature possibili, rendendolo non soltanto un sentimento astratto ma anche un oggetto vero e proprio, simbolo del legame affettivo tra Bulma e Vegeta.
10/10
 
Gradimento personale
C’è poco da dire: ho trovato stupenda questa storia, sia per le tematiche affrontate, sia per la discrezione con cui ne hai parlato. Non ho visto né un’esagerata ostentazione da parte di Vegeta del suo dolore, né un’eccessiva spavalderia di Bulma nello smorzare e sminuire la sua condizione. Insomma, i protagonisti della storia sono equilibrati, segno di una grande cura da parte tua nell’elaborarli. Non ho appunti da fare oltre a quelli che già ho inserito qua e là tra i vari parametri di valutazione. A mio avviso, si poteva ampliare leggermente la scena finale, ma tutto sommato la conclusione della storia va benissimo anche così.
Complimenti!
 
Tot: 45/50

Recensore Master
14/09/14, ore 21:14
Cap. 1:

Io te l'avevo detto che ci saresti riuscita.
Io te l'avevo detto che avresti scritto più di 1500 parole.
Io te l'avevo detto che sei un genio e che sarebbe riuscita benissimo.
Sei un genio.
Sei grandiosa.
Sono fiera di essere tua nipote.
Sono orgogliosa di mia zia, anche se, in fondo, lo sono sempre stata.
Complimenti, genio mio♥






-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Recensore Veterano
14/09/14, ore 12:37
Cap. 1:

Ciao :)
ma cosa posso dirti? È semplicemente fantastica! Dolce e malinconica allo stesso tempo.
Povera Bulma, posso capire come si sente Vegeta a non poter più sprofondare nei sui bellissimi occhi color del mare. Ma sono certa che gli occhi di Vegeta diventeranno i suoi. Si uniranno anche questa volta in un'unica cosa. Meraviglioso ^.^
Alla prossima :)
Baci StarDoll95

Recensore Veterano
13/09/14, ore 23:07
Cap. 1:

Ciao cuginetta,
Rieccomi a fare il recensore di tutte le tue storie u.u
Ormai non ti liberi più di me u.u
Il tuo cuginetto ti segue sempre carissima...
E ti ripeto anche qui che non sei una scrittrice di terza classe,
lo sono io questo u.u
Devo farti i complimenti perché sei geniale...
Cugina sei sempre piena di idee...
Beh che dire?
Ora la smetto di rompere...
A prestissimo
ILTUOUNICOCUGINO SAM DI INFIMA CLASSE