Camminavo trascinandomi la cenere sotto le scarpe, innalzando ad ogni passo un po’ della vita morta che stavo calpestando; un po’ delle case, un po’ dei mobili, un po’ delle persone.
No, sul serio. Sul serio. Tu scrivi cose del genere—
Sono senza parole, e non so come spiegarti, come farti comprendere quanto questa OS brevissima mi abbia toccato nel profondo.
C'è l'innocenza di questa bambina, la scrittura va avanti come una ninnananna monotona e terrificante, sul serio, perché lei è come fuori dal mondo e tutto le scorre addosso.
Ed è inquietante, inquietante che trascini sotto i piedini la vita di persone ora nient'altro che cenere, che si guardi attorno e cerchi il passato degli scheletri che trova disseminati sulla sua strada.
E' come in un limbo assurdo ed inspiegabile, dove tutto è niente, perché lei incosciamente ha una vaga idea di cosa possa essere successo ma le è impossibile elaborarla, tutto ha contorni indefiniti e quasi fiabeschi.
E' spaventoso. Una luce, lei è una flebile fiammella di vita nel bel mezzo di tanta desolazione, nel bel mezzo del niente, delle vite spezzate di chi dalla luce è stato spazzato via.
E poi bum!, questo carillon. La filastrocca. Il cielo. Più luminoso di mille soli.
Mi hai lasciato senza parole, di nuovo.
Fantastica.

— afterallthistime, la tua Brun che ora vorrebbe abbracciarti forte perché non trova le parole giuste.
 

Ho amato veramente il tipo di scrittura che hai adottato. È estremamente innocente, da proprio idea di una scena vista con gli occhi una bambina. Non so se sia voluto,  ma mentre leggevo lo sceneria che avevo in mente era veramente bello, quasi magico, con le ceneri che volano e la luce che filtra. Hai preso un tema pesantissimo e l'hai trattato con grande leggerezza,  che rende la cosa molto cruda, a mio parere. Complimenti,  te li meriti davvero.

Leggi la risposta dell'autore