Recensioni per
Il grande condottiero
di agatha

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
17/07/19, ore 11:23

Questa storia è stupenda💛 a parte che Louis Napoleon è uno dei miei personaggi preferiti💕 ma il modo in cui lo hai caratterizzato è sublime complimenti, mi è piaciuto tanto il racconto del bambino e come si sentiva prima del calcio ... spiegando il perché è diventato cosi sono davvero felice di aver letto la tua storia bravissima autrice!

Recensore Junior
31/10/11, ore 23:34

Devo dire che l'inizio e la fine sono molto belli.
Il ricordo a volte mi è sembrato un pò contorto, ma forse sono io che sono un pò lenta. :P
Per quanto riguarda Napoleon devo dire che è davvero molto ben tracciato, non lo amo molto ma qui è proprio reso bene.

Recensore Master
11/10/08, ore 22:41

Mi soffermo sulla cosa che mi ha colpita di più, forse perché è una sensazione a me familiare perché vissuta più volte. Lo stato d'animo del bimbo trasportato in giro dal lavoro di papà e quel suo chiudersi in po' in se stesso. Non so se hai vissuto mai questa esperienza, se no doppiamente brava, ma sono quelle le reazioni che si hanno quando ci si trova catapultati spesso in nuovi ambienti. Perché, purtroppo, non tutti siamo Taro Misaki e non tutti ti accolgono a braccia aperte. Le sensazioni del protagonista quindi sono vere, ho sorriso amaramente leggendo alcuni passaggi. Comprendendo così questo suo stato d'animo, riesco a comprendere ancora meglio, quella voglia di strafare e di rivalsa, che lo porta a fallire la partita della "rivincita". E' un atteggiamento impulsivo, umano e dettato dalle emozioni che si credono sopite, ma che bruciano ancora quando si è costretti a "riviverle". Anche io avrei voluto spaccare, anche io come lui, avrei probabilmente sbagliato mangiandomi poi le mani. Il tuo protagonista è di una veridicità disarmante e non credo sia solo una questione di similitudini tra me e lui. Concludo la recensione con altri complimenti, ma per la descrizione paesaggistica di Marsiglia. Non ho solo "sentito" Leon ma ho anche "visto" la cittadina sul mare... grazie a te! Brava.

Recensore Master
10/10/08, ore 21:51

Grazie della dedica, cara! Se pungolarti e blandirti serve a farti produrre queste perle, vorrà dire che non mi schioderò più dalla tua spalla!XDDDDDD Mi piace il tuo Napoleon, perché è un'interpretazione davvero originale e particolare di questo personaggio che nel manga è sì una stella del calcio ma praticamente un personaggio strasecondario. Tu l'hai reso vivo, gli hai dato un passato diverso dal solito: non è il solito "innamorato" del pallone fin da piccolo. Louis il calcio lo detesta, per lui giocare è un peso poichè il gioco lo costringe a stare con gli altri mentre lui, introverso e solitario, preferirebbe starsene solo. Mi è piaciuta moltissimo la scena in cui, dopo l'ennesima pallonata nello stomaco, decide che le cose devono cambiare e che sì, se proprio deve giocare a calcio, allora quello sport diventerà il mezzo per la sua riscossa. Ineccepibili le descrizioni di partite ed azioni, davvero realistiche. L'ultima scena è dipinta con maestria e lascia in bocca un po' di dolcamaro: il grande campione da solo, in un baretto sperduto a godersi la sua rivincita personale col passato... Ma il vero Napoleon è il giovane che conosce tutti i locali più alla moda della capitale o quello lì seduto, silenzioso, che riflette i suoi pensieri in un bicchiere di pastiss? Complimenti cara, davvero un bellissimo lavoro!

Recensore Master
10/10/08, ore 12:02

Questa storia mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca, lo ammetto. Nulla da dire sull'italiano e lo stile che sono risultati ambedue fluidi e diretti e nemmeno sulla resa del protagonista, Louis Napoleon, che ho trovato perfettamente IC. Inoltre, i miei complimenti per la scelta di utilizzare il tempo al presente che io personalmente ho sempre trovato un po' ostico.
Il fatto è che questa fic aveva del potenziale che però non è stato sfruttato a dovere, almeno secondo me, in particolare nella parte riguardante il ricordo legato all'infanzia di Louis che risulta troppo didascalico ed impersonale, creando una lettura quasi distaccata che poco coinvolge il lettore.
Totalmente differenti, invece, l'inizio e la fine della storia che erano davvero interessanti.
VOTO: 7+ (7,25)

Recensore Veterano
10/10/08, ore 09:13

Cara Agatha, un grazie di cuore dall'umile mocciosa della "compagnia della panchina". Ti faccio i complimenti per le tue capacità di creare l'atmosfera: ti assicuro che leggendo, potevo vedere nella mia mente l'ambiente che fa da background alla storia. Il modo in cui hai saputo sviluppare il rapporto di Louis con il calcio è ricco di sensibilità e devo dire che il salto temporale, ottenuto tramite il flashback, aggiunge enfasi e dà più ritmo alla narrazione. L'idea del cambiamento improvviso causato da un particolare episodio dell'infanzia di Napoleon mi piace molto, è totalmente in sintonia con il carattere del personaggio, così come ce lo ha presentato Takahashi. Complimenti anche per la proprietà di linguaggio e l'ottima scelta dei tempi verbali: sia l'uso di passato e presente, sia, come dicevo prima, il salto temporale, sono elementi che tendono a sottolineare il cambiamento avvenuto nel protagonista. Concludo dicendoti un "brava", più che meritato.

Recensore Junior
09/10/08, ore 23:54

Originale la tua interpretazione caratteriale di un personaggio che sul manga abbiamo visto sempre come sicuro di sé e sbruffonciello, mentre qui lo conosciamo da piccolo, timido e introverso, e scopriamo che è stato praticamente "costretto" dal padre per indurlo a vincere la sua "asocialità". Da qui inizia il percorso di cambiamento di Louis verso il calcio, ma anche verso la vita, decidendo di non farsi più mettere i piedi in testa da nessuno.
In tutta la tua storia si percepisce la dualità interiore di Napoleon (che già il nome in sé spiega un sacco di cose XD): giorno e notte, folla e solitudine, confusione e tranquillità. E l'unica cosa che riesce a tenere in equilibrio la sua personalità sempre in bilico tra gli eccessi è proprio il pallone.
Brava, socia della panchina, questa è solo un'ennesima delle tue piccole perle di semplicità mai banale. Grazie anche a te della dedica, così mi fate diventare (quasi) buona...