E' la prima volta che leggo una tua storia e devo dire che sei stata una bellissima scoperta. Primo, per il tuo stile. Pittorico, vivo, fatto di tinte forti su una tela, di pennellate decise, ma senza fronzoli di troppo. Essenziale e diretto. Secondo, per la scelta del tema. Terzo, per la scelta del protagonista. Shura è nel mio olimpo di preferiti da sempre, perché prima di essere un saint di Atena è un uomo vero, nella sua contraddizione, nel suo tormento, nel suo senso di colpa che non gli darà mai pace nemmeno dopo la morte. La maledetta notte in cui tutto ha avuto inizio Excalibur non ha ucciso solo Aiolos, l'Eroe, l'amico. Ha ucciso anche e soprattuto Shura, nell'anima. Lo ha reso un fantasma, schivo e solitario. Soledad, appunto. Lei è un ossimoro vivente (un nome che è l'opposto della sua natura), e balza fuori dalla tua one-shot con la potenza sensoriale di una sinestesia. E' luce, colori, odori, vita. L'esatto contraltare ai silenzi e alla misura di Marin. E' un rifugio caldo e temporaneo, ma non una cura. Non c'è redenzione, per Shura, né via d'uscita dal fuoco che lo tormenta e gli divora l'anima. In questo sta la cifra della sua tragedia umana che tu, cara Keiko, hai reso meravigliosamente. Grazie per avere dato voce e corpo a questo personaggio complesso e straordinario. |
Io ti ho già detto cosa ne penso di questa storia sul tuo spazio personale, ma lo ripeterò anche qui perché è cosa buona e giusta. |
Innanzitutto, grazie. |