GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «BEATING OF YOUR HEART: SECONDA EDIZIONE»
«ALICE AL BIANCONIGLIO» DI LITTLE REDBIRD
La voce del ragazzo che le sorride dall’altra parte del bancone è amichevole, ma ha un cappello davvero buffo. Alice annuisce, ma non sa cosa ordinare. Le luci al neon la stanno accecando un po’, quindi si gira verso la folla, ancora in cerca dei suoi amici.
- Sviluppo della trama e dei personaggi
Diciamo che l'effetto sorpresa della storia, dopo un paio di righe, sparisce del tutto. Sarà che ormai si parla spesso di quattordicenni che, disubbidendo ai genitori o venendo ignorati totalmente da essi, se ne vanno in discoteca senza tenere gli occhi aperti e sapere che cosa aspettarsi, finendo poi nelle mani di potenziali stupratori o in un letto di ospedale - come qui accade - a causa di un'overdose per il mix di droghe ed alcool. Non dico che succeda sempre, ma nel buon 80% dei casi è proprio così che si ritrovano poi a passare la vita, a meno che non muoiano del tutto.
Su questo punto di vista, dunque, l'effetto sorpresa era davvero poco, se non nullo. Il lettore sa già bene o male che cosa aspettarsi, e non perché si tratta di una discoteca: semplicemente, visto il modo della narrazione, si intuisca subito che Alice stia facendo qualcosa di sbagliato e dunque l'ovvia conclusione va da se. Avresti magari potuto diluire un po' le informazioni, renderle inizialmente un po' più leggere per far sì che in seguito si avesse l'effetto sorpresa, lasciando il lettore interdetto e con un'aria tra il perplesso e l'incredulo nel vedere la svolta e la conclusione che avrebbe preso la storia.
Ciò che mi è piaciuto di più, comunque, sono stati i piccoli riferimenti alla vera e propria fiaba di Alice, dal barista col cappello strano che le offre da bere - e qui il richiamo al Cappellaio Matto -, alle belle ragazze chiacchierone, che sulle prime mi hanno ricordato i fiori parlanti prima dell'apparizione del biscotto “Mangiami”.
Il disagio che prova Alice nel timore di non essere accettata dalle amiche è palpabile e attuale, è stato ben sviscerato e descritto ed è esattamente ciò che molto spesso capita, non sempre si fanno le scelte giuste, e spesso e volentieri quelle che si fanno sono solo la causa di qualcosa di più grande, un essere accettati da un gruppo e da una società che magari, a conti fatti, non ti merita nemmeno -, vediamo infatti che Alice è lasciata praticamente sola, delle amiche non c'è traccia e non sa nemmeno come potrebbe tornare a casa a fine serata, e persino il suo iniziale credere che si sarebbe divertita viene eclissato da ciò che le accade attorno, dove comincia a vedere pian piano come stanno le cose.
Partendo proprio da questo, mi aggancio al tema del contest. Non c'è, purtroppo. Non c'è nemmeno un accenno di esso, se non una finta realtà che prende una forma consona e anche un po' squallida mano a mano che Alice si rende conto della situazione che la circonda: niente divertimento, niente amiche e nessun prossimo ritorno a casa, solo caos, droghe e poi un ospedale in cui l'unica cosa che sente sono i pianti di sua madre.
Che Alice pensasse che la discoteca potesse rivelarsi una serata da sogno è palese, ma non è esattamente questo che era stato richiesto nella traccia. Volevo vedere dubbi, sogni distrutti o realizzati, ma sogni che avrebbero portato a qualcosa di grande, sogni che erano propri dell'animo umano come all'alba dei tempi; come quando l'uomo sognava di volare e aveva uno scopo nella propria vita, come quando c'era qualcosa di più grande dei sogni stessi e si dovevano fare sacrifici per un bene più grande, e qui, purtroppo, di tutto questo ho visto ben poco.
- Stile, sintassi & grammatica
Sono stata molto felice di costatare che la storia si presenta senza particolari errori e, anzi, scorre molto fluida per il tipo di narrazione scelto, dunque tanto di cappello per essere riuscita a non dimenticare assolutamente nulla.
Vediamo qui una storia per lo più introspettiva, dunque c'è poca interazione di dialoghi se non qualche battuta scambiata in discoteca da Alice - che, anzi, non parla per niente, si lascia solo trasportare dagli eventi fino alla fine -, ma ciò che c'è è ben descritto e di impatto, facendo capire bene ciò che sta accadendo e la sua conclusione. Proverei ad omettere un po' di più il nome di Alice, giacché è lei la protagonista e non c'è bisogno, seguendo il suo punto di vista, di inserire continuamente il suo nome.
Qui di seguito, come puoi vedere, ci sono solo alcuni accorgimenti, nulla di che:
❒ legge Alice, quando - dopo vari minuti di cammino - arriva finalmente a destinazione → Al posto dei trattini, puoi tranquillamente mettere le virgole
❒ Alice è troppo bassa e magra per porsi fare spazio tra la folla → Alice è troppo bassa e magra per potersi fare spazio tra la folla
❒ Va in bagno, Alice, sperando → Puoi togliere il nome senza che debba essere ripetuto, conoscendo il soggetto
- Parere personale
Sarò sincera, quando ti sei iscritta con una storia in chiave moderna di Alice, mi aspettavo qualcosa di fantastico che avrebbe avuto in sé elementi fiabeschi uniti all'era moderna in cui tutti noi viviamo - o magari anche più futuristica, che non fa mai male -, ma ci sono rimasta un pochino male quando ho visto che, in realtà, si trattava di una rivisitazione in cui si parlava del tema delicato e drammatico di ragazze che si ritrovano agglomerate nella massa e, per piacere, fanno ciò che credono sia giusto per essere accettati nel gruppo, finendo poi com'è finita Alice in un letto di ospedale.
Mi aspettavo che il sogno venisse trattato bene, che tutto prendesse una piega inaspettata, ma questo racconto in chiave moderna, per quanto racconti una realtà alla quale purtroppo non si può sfuggire, non mi ha entusiasmata come avrebbe dovuto. |