No, aspetta, riavvolgi. Come può essere. Come.
D'accordo, adesso raccatto tutti i pezzi della mia anima che sono finiti rovinosamente sul pavimento, li riassemblo, e cerco di mettere assieme quella che, con un può di buona volontà, potrà essere chiamata "recensione". Ossia, quello che farò sarà tentare di comunicare quantomeno una parte dei brandelli di pensieri, emozioni, sensazioni, che in questo preciso momento errano sconnessamente nella mia mente.
Francamente, il terrore di scrivere qualcosa di assolutamente caotico e mediocre rispetto a ciò che tu hai creato. Dunque, procediamo con ordine (o almeno, sappi che questo è il proposito, ce la metterò tutta).
Ti confesso anzitutto che per leggere questo capitolo ci ho messo molto più del previsto, per due semplici motivi; uno, non volevo arrivare alla fine di questa mini-long, e due, ho riletto ogni singola frase (ogni. singola. frase.) almeno tre volte, prima di passare oltre, e concentrarmi sulla successiva.
Questo perché rimango letteralmente incantata di fronte alla precisione e alla complessità del linguaggio che sei in grado di utilizzare, ma non solo. Ammirevole è anche il significato che viene attribuito ad ogni termine, come una pennellata netta, eppure dalle molteplici ed incantevoli sfumature.
Ora, so che non reputi te stessa un'autrice, e che consideri lo scrivere un passatempo a fini di svago personale, ma fidati di me quando ti dico che leggerei solo te per il resto della mia vita.
La tua capacità di trasmettere un mondo talmente vasto di emozioni con così poco è uno dei miei aspetti preferiti del tuo stile. Poche frasi, addirittua poche parole, e hai dipinto una scena, un ambiente, che sia di sollievo, di tensione, o di disperazione.
Nei capitoli precedenti, sono rimasta molto colpita dalla caratterizzazione dei due protagonisti e dalla ricchezza di introspezione, che hai gestito in modo impeccabile.
Hai concepito il paradiso/inferno della follia di Eren, fatto maturare il personaggio, l'hai posto sotto un'analisi attenta, illuminando la totalità del ragazzo, della sua trasformazione, del mostro. Un mostro che si fa vivo, scompare, attende, scorre, attacca, dorme, eppure è sempre presente. Ho capito che la linea tra bene e male, tra sano e malato, è estremamente sottile e confusa, ed è un filo sul quale Eren cammina in punta di piedi.
E poi, dall'altro lato, abbiamo Levi, che io amo da morire. Levi, il Caporale, il superiore, il veterano, il "più forte dell'umanità". Levi ha visto, conosciuto la morte, e la sua sfida quotidiana è impedire che questa gli si avvicini di soppiatto e gli faccia precipitare addosso tutte le morti a cui lui è sopravvissuto, come era giusto che fosse. Hai messo loro due, il Caporale e il soldato, su un piano e li hai fatti affacciare l'uno sul mondo dell'altro, anche se per fuggevoli istanti, ed hai descritto la crescita di un sentimento che va oltre un singolo termine, ma sempre esponendoti dal punto di vista di uno solo dei due alla volta.
Ecco ciò che hai fatto, e che io ho adorato, nei capitoli precedenti.
In questo, ecco il cambiamento, una sopresa, quanto qualcosa che attendevo con ansia e trepidazione, mentre lo stomaco mi si contorceva per l'impazienza di scoprire dove ti saresti spinta e quanto avrei avuto il piacere di apprezzarlo. Ora posso affermare, sinceramente, che non mi ci ero avvicinata neanche lontanamente.
Non avrei mai potuto immaginare, prima, la perfezione di questo capitolo. Certo, sapevo che era l'ultimo, sapevo che sai scrivere come solo Dio sa cosa, e sapevo che non ti saresti risparmiata, ma una cosa del genere non l'avrei mai concepita nemmeno in un milione di anni.
Il modo in cui interagiscono l'uno con l'altro è spettacolare, così come il modo in cui riescono a comunicare senza bisogno di parole. Pare quasi che gli basti scambiarsi uno sguardo, un breve silenzio, o sfiorarsi appena, per intendersi. Nei loro silenzi, se si guarda oltre l'apparenza di freddezza e soggezione, si possono scorgere i fuochi d'artificio.
A questo proposito, cito una parte del testo:
E ti ho pensato e avrei voluto sapere che stessi bene, che avevo salvato almeno te, perché se non sono diventato del tutto pazzo fino ad ora è perché nella mia follia eri qui anche se non c'eri.
Avrebbe voluto dire tutte queste cose insieme e molto altro, ma, più che Levi, avvertì lo spostamento d'aria che il suo corpo fece mentre gli si avvicinava, prendendogli saldamente il braccio, per poi torcerglielo dietro la schiena e immobilizzargli le gambe con le proprie.
D'accordo, voglio dire, parliamone. Parliamo di tutto ciò che Eren avrebbe voluto dire, e che non ha detto. Pensieri che, per quanto profondi, si mostrano sinceri e genuini, sentimenti che si adattano perfettamente ad un cuore giovane dal temperamento forte ed instabile. Ed è persino incredibile come, a tutti i rimpianti, e i turbamenti, e la solitudine, si sovrapponga questa fioca speranza di essere riuscito a salvare almeno lui, che gli offre qualcosa a cui aggrapparsi, in questa folle camminata sospesa nel vuoto.
Il momento in cui Levi picchia Eren è, senza dubbio, uno dei più forti, non solo dal punto di vista superficiale, ma anche morale. Non mi ha stupito come Eren rispetti la sua posizione di sottoposto, senza reagire ai colpi che il Caporale, mantenendo il suo atteggiamento di estrema obbedienza, ma è stato comunque capace di lasciarmi senza parole. Ecco un'altro dei livelli sui quali si sviluppa il loro rapporto, e che tu hai adeguatamente trattato, che secondo me è importante quanto il legame sentimentale; la superiorità di Levi.
Non che io concepisca questo come un ostacolo, anzi. Come tu stessa mi hai espresso, entrambi possono imparare molto l'uno dall'altro, e oserei dire che il fatto che Levi sia su un grado superiore a quello di Eren sia una circostanza positiva. Eren, almeno per come la vedo io, ha bisogno di qualcuno che sia capace di tenerlo sotto controllo, ma non mi sto riferendo al "gigante". Mi sto riferendo al mostro, che non ha nulla a che vedere con la sua capacità di trasformarsi, quel mostro che vive nella sua mente e il cui obbiettivo è sgretolare l'umanità del ragazzo.
Il dialogo tra i due nella nuova camera di Eren, a mio parere, è molto rappresentativo.
Levi si dimostra capace di tenere sotto controllo l'ombra che cresce all'interno del ragazzo, con parolaccie e durezza, rivolgendogli una domanda che, per quanto assurda, riesce a rassicurarlo, ad acquietare il mostro ed indebilirlo almeno un po'. Stabilità. Equilibrio.
Questo aspetto di Levi si fonde con la dolcezza dei loro baci, dei loro contatti, nonostante la violenza dei contrasti, plasmando un'alternanza singolare tra luci e ombre che finiscono per divenire un tutt'uno. Ho amato come hai fatto emergere questo, il contrasto. La prepotenza, la premura. La superiorità, l'equilibrio. Il rubare e il concedere, l'autorità e la tutela.
Inoltre, una sorta di parola chiave che unisce le azioni narrate direttamente con i flash-back, è "protezione", e la trovo interessante. Anzi, trovo meraviglioso il fatto che Eren abbia intenzione di proteggere in tutti i modi il suo Caporale, e si augura solo che per farlo il prezzo da pagare, in futuro, non sia troppo alto. La sua devozione viene punita, eppure le sue intenzioni non mutano, e questa è quella che chiamo sincerità di un legame.
Proteggere, proteggere la persona, e quel sentimento che ora Eren è certo di provare, stringendo l'uomo della sua vita tra le sue braccia e venendo stretto a sua volta. Non so proprio dirti quante emozioni questo concetto mi ha fatto provare, ma è stato così, come se tutte le emozioni di una vita mi si fossero riversate dentro in un istante.
Solamente alla fine, nelle ultime righe, si ha una sbirciata sui sentimenti di Levi, sempre così composto e rigido, assolutamente indecifrabile. SI passa dalla totalità dei sentimenti di Eren, con il suo vigore, la sua oscurità, ad uno spiraglio in quella di Levi. Una semplice fessura, una sola pennellata, che però emana una luce stupefacente.
Ecco perché ho amato questo meraviglioso finale, e perché è mille volte meglio di tutto ciò in cui avrei potuto sperare, o immaginare.
In questa storia, che ha unito la dolcezza alla violenza, il contrasto all'armoniosità, e ha proiettato l'immagine complessa di due personaggi affascinanti, ciascuno a modo suo, riuscendo a farle infine combaciare in un vero e proprio amore, che non è solo questo, ci lascio un pezzo di cuore.
Sono felice di aver trovato questa storia, penso ancora che sia stato un regalo che neanche mi meritavo. Mi sento di doverti un sincero grazie, per tutto.
Grazie per questa mini-long, che mi mancherà tantissimo, grazie per condividere i miei Ereri/Riren feels, grazie per sopportare le mie lunghissime e noiose analisi.
Voglio dirti anche che recensire, ma anche parlare con te, scambiarci opinioni, considerazioni, e brevi scleri mi ha fatto un piacere immenso, e non ne avrei mai abbastanza. Perciò spero vivamente che ci terremo in contatto!
Infine, ODDIO, mi hai nominata nell'angolo autrice, e ti ringrazio dal profondo del cuore anche per questo, è stata un'emozione grandissima, come se già tutto il resto non fosse stato abbastanza! *ricambia strettissimo l'abbraccio*
Aiuto, non voglio salutarti, non voglio. Spero di ritrovarti prestissimo in questo fandom, e attendo con ansia la tua prossima opera sugli Ereri. Ah, un'ultima cosa, ti ho aggiunta agli autori preferiti. Meriti questo e anche molto di più. ♥
Ti saluto, ma solo per ora, con grandissimo amore e un altrettanto grande Grazie,
Nicole |