Ottava classificata al contest “Peppa in reverse”: Blue Maiden, Setsy
Grammatica e sintassi: 9,4/10.
“Ma Alice, cerca di ragionare...”
Dopo il “ma” andrebbe una virgola, perché c’è un vocativo. (-0,05)
“...e dalle voci dell’ ascesa in Germania di un pericoloso partito ultra nazionalista.”
Hai lasciato lo spazio dopo l’apostrofo. (-0,1)
“... era proprio quando avvertiva l’insistente malizia contenuta nello sguardo degli adulti, che si mostrava ancora più affettuosa, abbracciando...”
La virgola dopo “adulti” non ci va proprio, secondo me. (-0,05)
“Il Girton College, scelto dai Ferguson per gli studi di Clarisse era senza dubbio...”
Hai aperto un inciso dopo “college”, ma non lo hai chiuso. Per questo motivo, dovresti aggiungere una virgola dopo “Clarisse”. (-0,05)
“...le figlie, dopo aver ricevuto un’educazione così elitaria potessero aspirare...”
Come prima, hai aperto un inciso dopo “figlie”, ma non lo hai chiuso: la virgola andrebbe dopo “elitaria”. (-0,05)
“... ma questi l’ aveva appena cambiato in George...”
Di nuovo, c’è uno spazio di troppo dopo l’apostrofo. (-0,1)
“Albert vieni ti presento Alice...”
Dunque, qui mancano due segni di punteggiatura: il primo è una virgola dopo “Albert”, ché è un vocativo; il secondo è una virgola o un punto e virgola dopo “vieni”. (-0,05) (-0,05)
“Certo, cara sei sempre la benvenuta”
Non sono sicura che questo “cara” sia un vocativo (anche lui, sì), però so che dopo ci andrebbe una virgola e non l’hai messa. (-0,05)
“... non sono stupida ne ero consapevole...”
Di nuovo, dopo “stupida” ci andrebbe una virgola, o magari un punto e virgola. Vedi tu, però di sicuro ci va un segno d’interpunzione. (-0,05)
Stile e lessico: 8/10.
Principalmente, ciò che non va nello stile è la punteggiatura, che è così e così. Spesso vai di virgole a ogni complemento, anche quando ci starebbe meglio un punto e virgola; altre volte, invece, al posto dei due punti ci metti un punto e virgola (e via dicendo). Tieni presente che i due punti sono usati per specificare una cosa detta nella frase precedente, ed è un concetto che mi ha aiutata moltissimo per capire quando usarli e quando no. Non dico che tu non lo sappia – ci mancherebbe – però magari quando scrivi ti lasci prendere e non ci fai caso. Quindi, in generale, potresti alleggerirla un po’ e sistemarla in alcuni punti in cui proprio vedi che non può essere omessa. Ti faccio un paio di esempi qui, giusto per:
“La signora Porter aveva tentato di protestare, anche se con un tono garbato, l’unico modo nel quale avrebbe espresso un parere.”
“Con un gesto nervoso il giovane spostò indietro il ciuffo biondo cenere, che non amava pettinare con troppa brillantina, aprendo la tenda per ammirare il temporale estivo che lavava l’aria, scuotendo i rami sottili dei glicini fino a farne sbattere alcuni contro i vetri.”
“La ragazza gli andò incontro, portando la mano destra in avanti, incontrando a metà dello spazio che li divideva quella di Albert, pronta a ricambiare una stretta di falsa rinnovata amicizia.”
A parte questo, mi piace come ti sei immedesimata nell’epoca che hai raccontato. Non era facile, e ammetto che in alcuni casi sei stata confusionaria (ho faticato spesso, infatti, a capire quale delle due ragazze fosse la protagonista di una determinata scena, ma te ne parlerò bene anche più sotto). Però, nel complesso, hai dimostrato di essere versatile e ti sei adattata alle esigenze della tua trama. Allo stesso modo, il lessico mi sembra ben ponderato, perché non ho trovato parole fuori contesto o troppo artificiose, pur trattandosi del primo dopoguerra. Ti riporto, di nuovo, giusto qualche termine impreciso:
“Un vero esercito di uomini d’affari partiva ogni mattina con il treno o con una vettura personale per la City, procurando di aumentare il proprio benessere, per rientrare a sera nella loro magione, domandando cherry e un sigaro mentre attendevano l’ora di cena.”
Questa parte che ti ho sottolineato mi risulta un po’ contorta, non so se perché hai fatto confusione tu o non ho capito un tubo io come al solito.
“Il Girton College, scelto dai Ferguson per gli studi di Clarisse era senza dubbio il massimo tra gli Istituti per signorine di buona famiglia, distinte e ricche a sufficienza da sperare che le figlie, dopo aver ricevuto un’educazione così elitaria potessero aspirare a sposare un esponente della piccola nobiltà.”
Questa frase, invece, è un po’ contorta perché, pur capendo cosa intendi dire, di primo acchito dai l’impressione che siano le signorine a sperare che le proprie figlie possano aspirare a un matrimonio facoltoso. Forse, anche qui, è più una faccenda di virgole che altro, però non mi addentro nel merito perché è una cosa soggettiva.
Per cui, oltre alla questione puramente “tecnica”, mi sento di dirti che ti sei destreggiata bene.
Originalità e comunicatività: 8/10.
Mi è piaciuta molto questa trama, perché mi ha sorpresa sebbene non vi sia nulla di eclatante. È velata di una impalpabile coltre di ironia e già questo, di per sé, la rende molto originale, visto che raccontare in modo ironico qualcosa di retrò è quantomeno poco comune, oltre che non proprio facile. Oltre a questo, i personaggi hanno spessore, sono reali pur essendo un po’ tipici del quadro storico, e questo mi piace. Colpisce.
L’attenzione ai dettagli, però, è quella che mi ha colpita di più, perché si vede che non hai lasciato niente al caso e hai buttato in mezzo molte cose – magari anche non approfondite – con un aggancio alla realtà, e trovo che sia stato un ottimo metodo per contestualizzare le vicende senza risultare pedante e noiosa.
Non mi hai però appassionata, è come se avessi scritto il tutto in modo distaccato. Ho la convinzione che un autore emozioni solo quando si emoziona a loro volta, e forse la tua poca familiarità con le storie al di fuori dei fandom ti ha un po’ penalizzata in questo. La one shot è uscita bene per tutto ciò che ti ho detto prima, però è fredda. Forse è complice anche la confusione che hai generato in me per via di Alice, Clarisse e tutto quanto, però ho trovato molto difficile carpire le emozioni delle protagoniste, proprio perché labili e mischiate tra loro.
Rispetto del pacchetto: 7/10.
1) 3,5/6.
Una nota dolente doveva esserci, no? Altrimenti non sarei io. Clarisse è effettivamente debole, nel pieno rispetto del pacchetto. Non devo proprio puntualizzare nulla in questo. Però ho fatto fatica, all’inizio, a distinguere le due ragazze. Un po’ mi ha mandata in confusione Clara/Clarisse, perché ci ho messo qualche riga a capire che si trattava effettivamente della stessa persona – sì, lo so, me l’hai anche specificato, ma sono tarda. Poi, rileggendo la storia con calma, sono riuscita a mettere insieme tutti i tasselli, ma non è stata una cosa immediata come mi è successo in altri casi. E il racconto non ne ha decisamente tratto beneficio. Inoltre, tratti anche Alice è sembrata un po’ debole, sebbene poi si sia sviluppata in tutt’altro modo. Il fatto è che la tua donna non è la vera protagonista della storia, ma una dei protagonisti, e questo ti ha un po’ penalizzata. Mi dispiace molto perché hai compreso in modo profondo ciò che chiedevo in questo pacchetto, però non l’hai approfondito e “centralizzato” a sufficienza – infatti, tra l’altro, buona parte della storia è vista dal punto di vista di Albert e/o Alice, togliendo quindi importanza a Clarisse.
2) 1,5/2.
Questa cosa è molto curiosa, perché ambientare questo tipo di amicizia che non è abbastanza in un’epoca storica in cui di certe cose era meglio proprio non parlare è stata un’accortezza fantastica e inserita assolutamente non a caso. Non so se tu abbia cucito la storia sui prompt o ti siano capitati i prompt mentre stavi scrivendo la storia, per quanto combaciano. Non ti ho dato il massimo solo perché ci hai messo un po’ per arrivare a questo prompt, però sappi che lo hai sviluppato molto bene, perché arriva verso la fine ma tutta la storia converge in quel punto più o meno dall’inizio.
3) 2/2.
No che non supera i suoi tormenti. Considerando che piange come se dovesse sposarsi lei (quanto l’ho amata questa frase!), decisamente non supera proprio nulla. Hai sviluppato molto bene questi ultimi due prompt, perché l’hai fatto in modo non scontato e molto accattivante. E anche con classe.
Gradimento personale: 4/5.
Credo che leggere le tue originali mi piaccia di più – chissà, magari è per via dei fandom che non mi appassionano da tempo? Infatti, questa storia è stata decisamente una piacevole sorpresa, sebbene sia stata ugualmente in grado di trovare il pelo nell’uovo. Ma mi conosci, quindi so che non te la prenderai. Mi piace perché è fresca, incuriosisce e tiene incollati alla lettura in modo consapevole, nel senso che mi sono resa conto che forse avrei potuto smettere, se mi fossi impuntata, ma non volevo proprio farlo. Volevo sapere immediatamente come sarebbe finita, e anche il finale mi ha lasciato un sorriso perché è così ironicamente drammatico che probabilmente finirà nella mia lista di finali preferiti delle fanfiction.
Come ti ho detto tempo fa, chiacchierando in non so che occasione, mi riconosco come persona acida e molto sarcastica, per cui forse sei andata a mirare qualche mia debolezza – non lo so, chissà – e mi hai conquistata.
Non ti do il massimo, lo sai, perché c’è quel piccolo problema di confusione delle protagoniste e, sebbene l’abbia in parte apprezzato per via del loro solido legame che le ha sempre fatte passare per un tutt’uno ai loro stessi occhi, è stato difficile comprendere tutte le riflessioni proprio come lettrice. Ma è una bella storia, sono contenta di averla letta.
Bonus Peppa: 0/5.
Totale: 36,4/50 |