Recensioni per
L'ultima partita
di kamy

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
16/11/14, ore 12:20

La Storia si apre con l'immagine di uno stanco e provato Tony Stark, così presente, come spettatore, di quella città che osserva dalla finestra, quasi ne fosse distaccato, come se quel vetro potesse separare l'uomo dalla vita che scorre e si sviluppa intorno a lui. Tony si osserva nel proprio riflesso e si accorge di quanto sia fragile il suo animo e di quanto sia grande la sua potenza.
Devo dire che ho apprezzato l'immagine che hai creato all'inizio della storia, lo stile è fluido, la descrizione non è troppo pressante ma essenziale, ma non per questo privo di rilevanza. Durante la lettura mi è sembrato di vedere Stark, di seguire i suoi movimenti fintanto da essere io stessa quella che si vede riflessa sul vetro, il che è davvero apprezzabile, perché vuoi dire che sei riuscita, almeno nel mio caso, a coinvolgermi e a farmi sentire parte del racconto.
Inizialmente durante la lettura avevo trovato che il pezzo di descrizione dello svestimento di Tony fosse quasi forzato, tuttavia rileggendo il testo ho notato che non stona ma, al contrario, è armonioso e segue quel flusso descrittivo che era iniziato nel precedente "paragrafo". Qui vediamo un Tony più metodico, che ripete i propri gesti abituali (come levarsi le scarpe, ad esempio).
Qualcuno potrebbe domandarsi: "ma cosa m'importa delle scarpe e dei calzini?" In realtà tutto è frutto di un "crollo momentaneo" in cui il tuo protagonista non pensa ai gesti cuotidiani ma li compie senza dargli peso, senza accorgersene, la sua testa è altrove e il modo migliore per farlo capire al lettore è proprio quello di descrivere tutto fuorché il flusso dei pensieri. il tutto crea uno scenario bellissimo.
La storia prosegue con il paragrafo dedicato a questa dualità, abbiamo due inventori, due grandi menti. Li troviamo nella stessa situazione, si guardano negli occhi, uno è l'immagine, l'altro lo spettatore; entrambi con un bicchiere in mano e forse entrambi ad un punto di svolta della loro vita. In questa parte abbiamo il distacco dalla descrizione e l'avvento di un nuovo stile, non sono più i movimenti che puntano l'attenzione su Tony, ma è tramite i suoi stessi occhi che noi lettori seguiamo il filo del racconto.
“Tu se la mia più grande invenzione” : qui si viene lasciati in sospeso, con il calice alzato in attesa della spiegazione di questo malessere che sembra crescere ad ogni parola.
Nelle parti che seguono a questo "incontro" padre figlio abbiamo l'effettiva strada che ci porterà al chiarimento e ad una conclusione: infatti abbiamo ancora un accenno descrittivo nella prima parte del racconto e una successiva serie di dialoghi che sembrano quasi distaccarsi dal filo logico della storia ma che sono parte integrante per comprendere la situazione psicologica e morale del protagonista. Da ora in poi Tony darà sfogo alla sua parte più "violenta" una rabbia che manifesta contro oggetti sparsi e contro il proiettore che, una volta spento, rimane l'unico lascito di qualcosa da dimenticare. Ed eccolo, a sentirsi lui stesso, svuotato, a sentirsi come una macchina generata dal padre, da lui assemblata e resa viva, come un burattino di carne. Ed allora se si vuol sentire la vita, far capire a se stessi più che al mondo che si è fatti di carne e anima e non di circuiti, cosa fare? E qui la drammatica svolta del racconto. Compare una pistola, una sfida, in completa solitudine alla ricerca del "colpo perfetto" che alla fine arriva ponendo fine alla vita del grande genio Tony Stark. Davvero meraviglioso, lo stile mi piace, è travolgente, non è noioso. Il connubio che hai creato tra descrizione e dialoghi è azzeccato. Ogni tassello della storia è al piunto giusto, la canzone stessa è posta nei giusti intervalli tra i vari paragrafi. Unico appunto è di natura stilistica, infatti, a mio parere l'immagine iniziale non invita a leggere la storia, basterebbe centrarla e con lei sistemare gli spazi al testo e sarebbe perfetta in tutto e per tutto. Mi è piaciuta la caratterizzazione del personaggio che ho apprezzato soprattutto nella parte descrittiva della storia. Ti ringrazio per avermi inviato la storia e a presto!
 
La Storia si apre con l'immagine di uno stanco e provato Tony Stark, così presente, come spettatore, di quella città che osserva dalla finestra, quasi ne fosse distaccato, come se quel vetro potesse separare l'uomo dalla vita che scorre e si sviluppa intorno a lui. Tony si osserva nel proprio riflesso e si accorge di quanto sia fragile il suo animo e di quanto sia grande la sua potenza.
Devo dire che ho apprezzato l'immagine che hai creato all'inizio della storia, lo stile è fluido, la descrizione non è troppo pressante ma essenziale, ma non per questo privo di rilevanza. Durante la lettura mi è sembrato di vedere Stark, di seguire i suoi movimenti fintanto da essere io stessa quella che si vede riflessa sul vetro, il che è davvero apprezzabile, perché vuoi dire che sei riuscita, almeno nel mio caso, a coinvolgermi e a farmi sentire parte del racconto.
Inizialmente durante la lettura avevo trovato che il pezzo di descrizione dello svestimento di Tony fosse quasi forzato, tuttavia rileggendo il testo ho notato che non stona ma, al contrario, è armonioso e segue quel flusso descrittivo che era iniziato nel precedente "paragrafo". Qui vediamo un Tony più metodico, che ripete i propri gesti abituali (come levarsi le scarpe, ad esempio).
Qualcuno potrebbe domandarsi: "ma cosa m'importa delle scarpe e dei calzini?" In realtà tutto è frutto di un "crollo momentaneo" in cui il tuo protagonista non pensa ai gesti cuotidiani ma li compie senza dargli peso, senza accorgersene, la sua testa è altrove e il modo migliore per farlo capire al lettore è proprio quello di descrivere tutto fuorché il flusso dei pensieri. il tutto crea uno scenario bellissimo.
La storia prosegue con il paragrafo dedicato a questa dualità, abbiamo due inventori, due grandi menti. Li troviamo nella stessa situazione, si guardano negli occhi, uno è l'immagine, l'altro lo spettatore; entrambi con un bicchiere in mano e forse entrambi ad un punto di svolta della loro vita. In questa parte abbiamo il distacco dalla descrizione e l'avvento di un nuovo stile, non sono più i movimenti che puntano l'attenzione su Tony, ma è tramite i suoi stessi occhi che noi lettori seguiamo il filo del racconto.
“Tu se la mia più grande invenzione” : qui si viene lasciati in sospeso, con il calice alzato in attesa della spiegazione di questo malessere che sembra crescere ad ogni parola.
Nelle parti che seguono a questo "incontro" padre figlio abbiamo l'effettiva strada che ci porterà al chiarimento e ad una conclusione: infatti abbiamo ancora un accenno descrittivo nella prima parte del racconto e una successiva serie di dialoghi che sembrano quasi distaccarsi dal filo logico della storia ma che sono parte integrante per comprendere la situazione psicologica e morale del protagonista. Da ora in poi Tony darà sfogo alla sua parte più "violenta" una rabbia che manifesta contro oggetti sparsi e contro il proiettore che, una volta spento, rimane l'unico lascito di qualcosa da dimenticare. Ed eccolo, a sentirsi lui stesso, svuotato, a sentirsi come una macchina generata dal padre, da lui assemblata e resa viva, come un burattino di carne. Ed allora se si vuol sentire la vita, far capire a se stessi più che al mondo che si è fatti di carne e anima e non di circuiti, cosa fare? E qui la drammatica svolta del racconto. Compare una pistola, una sfida, in completa solitudine alla ricerca del "colpo perfetto" che alla fine arriva ponendo fine alla vita del grande genio Tony Stark. Davvero meraviglioso, lo stile mi piace, è travolgente, non è noioso. Il connubio che hai creato tra descrizione e dialoghi è azzeccato. Ogni tassello della storia è al piunto giusto, la canzone stessa è posta nei giusti intervalli tra i vari paragrafi. Unico appunto è di natura stilistica, infatti, a mio parere l'immagine iniziale non invita a leggere la storia, basterebbe centrarla e con lei sistemare gli spazi al testo e sarebbe perfetta in tutto e per tutto. Mi è piaciuta la caratterizzazione del personaggio che ho apprezzato soprattutto nella parte descrittiva della storia. Ti ringrazio per avermi inviato la storia e a presto!

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