Recensioni per
Le calde notti di Meereen
di Adeia Di Elferas

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
29/01/16, ore 14:09

Bella storia. Bello il modo in cui hai scritto. È commovente leggere come spera che il suo Drogo e il loro figlio ritornino a lei, e poi vederla sottomettersi a Daario pensando che cosi il suo "tradimento" sia in parte giustificato. Davvero bello e commovente.

Recensore Veterano
30/11/15, ore 12:57

Quarta classificata al contest The perks of being in a relationship

Grammatica e sintassi: 15/15 
Stile e lessico: 15/15 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 9/10 
Rispetto del tema: 9/10 
Caratterizzazione dei personaggi/IC/Attinenza al fandom: 30/30 
Eventuale bonus: +1 
Totale: 79/80 +1 
Grammatica e sintassi: 
Grammatica e sintassi sono assolutamente perfette. Hai fatto un lavoro di revisione a dir poco straordinario: non ho trovato un solo errore, di nessun genere. Non c’è una sola svista, non un errore di battitura, non un’imprecisione nella costruzione delle frasi. 
Anche la punteggiatura è davvero eccellente: oltre ad essere pienamente corretta, è anche perfettamente adatta alla storia; crea infatti un ritmo davvero appropriato alla narrazione, facendo scorrere la storia al giusto ritmo. Non ho trovato un solo segno di punteggiatura con cui io non concordassi, non una sola virgola che avrei spostato. 
Stile e lessico: 
Lo stile è davvero, davvero eccellente: è professionale e scorrevole, costruito con grande abilità e gestito benissimo. 
Mostri di avere un’ottima consapevolezza di come gestire le scelte stilistiche, sapendo sempre come costruire le frasi nel modo migliore e gestendo in modo davvero eccellente la narrazione. 
In generale, lo stile risulta davvero adatto alla storia: è musicale ma non troppo elaborato, comprensibile ma non troppo colloquiale. È diretto e “suona bene” allo stesso tempo, e questo dà alla storia un aspetto “pulito” e, appunto, professionale. La narrazione scorre in modo fluido e naturale, senza intoppi. Non ci sono mai passaggi troppo articolati o contorti, e le frasi risultano sempre equilibrate e ben costruite. 
È, inoltre, uno stile personale e vario, capace di “reggere” la storia. Non ci sono mai “cali”, mai cadute. Riesci a mantenere lo stile a un ottimo livello dall’inizio alla fine, senza che sia troppo omogeneo e di conseguenza “piatto”. Sai quando effettuare variazioni e sai a quale registro attingere per costruire espressioni sempre adatte all’atmosfera della storia. 
Anche le scelte lessicali, infatti, risultano sempre azzeccate e ben pensate: non sono mai “basse” e allo stesso tempo mai troppo auliche. Sai trovare l’armonia giusta, l’equilibrio perfetto che rende la storia molto, molto piacevole da leggere. Dimostri inoltre di possedere un vocabolario ampio e vario e saper utilizzare le parole sempre a proposito, senza mai fraintenderne il significato o “sbagliarne” il registro. 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 
Senza dubbio, uno dei punti di forza della storia è la coerenza, la linearità con cui si sviluppa. Dimostri di avere ben presente da dove partire e dove arrivare, creando un’introspezione perfettamente scorrevole che non divaga mai. Dall’inizio, la storia prende una direzione ben precisa e la segue, senza tuttavia essere prevedibile. Lo sviluppo, infatti, è così curato e preciso da rendere sì facile immaginare come possa concludersi la storia, ma senza rendere banale ciò che sta in mezzo. Infatti, uno degli aspetti più interessanti della storia è proprio il percorso che si segue per arrivare dall’inizio alla fine, e in particolare il fatto che non ci siano mai elementi superflui, che non ci siano mai passaggi “di troppo”. Con le introspezioni è abbastanza facile correre il rischio di divagare, di andare fuori tema, ma questo non accade. La storia si sviluppa in modo eccellente, con il giusto spazio dedicato a ciascun passaggio dell’introspezione, e mantenendo sempre alto il contenuto di ciascuna riflessione. Non ci sono considerazioni “piatte” né superflue. 
La storia, oltre a essere ben costruita, si basa anche su un’ottima idea di fondo. Non racconta grandi azioni, e nonostante questo è molto coinvolgente. Accade “poco”, ma non per questo la storia risulta noiosa: al contrario, la scena così costruita risulta estremamente significativa, perché non racconta solo un gesto; racconta un percorso, sintetizzando la crescita di Sansa con grande cura, e sottolinea questo percorso attraverso quell’azione, attraverso quel bacio che acquista un significato che va oltre il gesto in sé. 
La storia è abbastanza “classica” nella struttura e nella trama, e per questo non è forse originalissima al cento percento, ma la precisione e la cura con cui è scritta e sviluppata la rendono preziosa e assolutamente da leggere. 
Rispetto del tema: 
Trovo ottima l’idea di parlare della relazione fra Sansa e Tyrion: il loro matrimonio non è certo convenzionale, e il rapporto fra loro estremamente complicato da definire. Sono davvero interessanti, già presi singolarmente, e analizzati “insieme” sono ancora più intriganti, soprattutto in quella situazione specifica. Riesci a rendere molto bene il loro rapporto così complesso: lei è poco più di una bambina, almeno nell’età, e lui è così abituato al mondo crudele e ingiusto che lei ha appena cominciato a vedere per com’è. Questo porta a un desiderio di proteggerla da parte di Tyrion che, purtroppo, non può essere sempre assecondato nella loro situazione. Allo stesso tempo, Sansa è un pochino superficiale, o comunque lo è stata all’inizio (prima di cominciare a capire un po’ meglio il mondo, almeno), e già nella serie ci viene mostrata la sua reazione alla scoperta di dover sposare Tyrion. Qui mostri sia i suoi timori iniziali, misti a qualche “pregiudizio” infantile totalmente comprensibile nella sua situazione, alla comprensione che, dopotutto, Tyrion possa essere un alleato prezioso in quel luogo così insidioso e crudele. 
La loro relazione non è proprio al centro della narrazione per tutta la storia, diventando significativa soprattutto durante la seconda metà. All’inizio la vera protagonista della storia è l’introspezione su Sansa, e dunque risulta più “importante” Sansa rispetto alla coppia “Sansa+Tyrion”, almeno nella prima metà. Per questo nella prima parte la loro “relazione” e il momento legato alla loro relazione passano un po’ in secondo piano, ma nonostante questo nella seconda metà riesci a “riavvicinarti” al tema in modo approfondito e davvero ben gestito. 
Caratterizzazione dei personaggi/IC/Attinenza al fandom: 
L’introspezione che fai di Sansa è davvero spettacolare. La trovo eccellente, da ogni punto di vista. 
Innanzitutto, trovo ottimo il punto di partenza: l’incipit si ricollega a un’abitudine che Sansa aveva davvero nella serie, e la storia prosegue attraverso una serie di richiami a ciò che accade veramente nel telefilm che rende davvero stretto il legame fra la serie e la fanfiction. Si percepisce proprio una ricostruzione del canon, sia nella storia personale di Sansa sia nel contesto, e questo fa sì che l’attinenza al fandom sia massima. Riesci davvero a ricostruire in modo eccellente ogni dettaglio, senza soffermarti troppo a lungo sulle descrizioni, sia per quanto riguarda Sansa sia per quanto riguarda la situazione in generale. 
Per quanto riguarda la caratterizzazione in sé, trovo un’idea eccellente quella di occuparti, fra tutti i personaggi, di Sansa. In generale è un personaggio un po’ sottovalutato, da quello che ho potuto vedere, e trovo che tu le abbia reso totalmente giustizia con questa storia, ricostruendola in modo molto “umano” e molto realistico. Dopotutto, Sansa è poco più di una bambina che ha dovuto vedere cose orribili, e non sempre ha preso le decisioni giuste o quelle migliori. E, allo stesso tempo, ha dovuto crescere di colpo, all’improvviso, rimanendo sospesa in questa “via di mezzo” fra speranze infantili e disillusione adulta. 
Per la durata della storia, possiamo assistere alla sua evoluzione, alla sua crescita, attraverso i suoi occhi. È come se vedere Sansa stessa che ripercorre la propria vita, da una prospettiva soggettiva, e allo stesso tempo assistiamo ai ricordi con il distacco di chi sa ciò che lei non può sapere e può vedere nel suo “futuro” sapendo già cosa accadrà in seguito. In questo modo, il lettore ha sia una prospettiva “interna alla storia” che lo coinvolge, gli fa provare empatia nei confronti di Sansa e gli fa capire la sua storia, il suo punto di vista, le sue motivazioni e le sue emozioni, e allo stesso tempo ha una prospettiva “esterna” che gli fa valutare la situazione in modo oggettivo e lo fa partecipare alla vicenda “da spettatore”, inducendolo così a proseguire con la lettura per vedere dove la storia giungerà. 
Questa doppia prospettiva è molto, molto interessante, poiché dà diversi livelli di coinvolgimento e perché permette la creazione di un quadro di Sansa “completo”: la si vede “dall’interno” e “dall’esterno, e questo rende l’introspezione estremamente interessante e accurata. 
Anche Tyrion, dove compare, si muove in modo estremamente preciso: è fedele alla serie nel comprendere Sansa e nel volerla aiutare. Il desiderio di proteggerla che manifesta più volte nella serie è ripreso perfettamente, qui, e il loro rapporto è “dipinto” in modo preciso e realistico. 

Recensore Master
31/10/14, ore 19:02

Ciao...mi sono ritrovata a leggere questa storia è più la leggevo, più mi piaceva...questa FF mi è davvero piaciuta, semmai se posso attenzione a qualche errore di battitura, ma errare è umano, spero tu non me ne voglia...alla prossima storia senza ombra di dubbio...
un bacio ed un abbraccio
un caro saluto