Recensioni per
I sussurri del passato
di BlueMagic_96

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/12/14, ore 16:39

Quarta classificata: I sussurri del passato di BlueMagic_96
 
Grammatica: 7/10
 
Scrivi molto bene, anche a livello grammaticale non ho trovato gravi errori, utilizzi la punteggiatura in maniera corretta, compresi i vocativi. Eppure mi sono accorta, che seppur usando tantissimi puntini di sospensione, a volte, molte volte, ti perdi il terzo lungo la strada, e soprattutto li scrivi distaccati dalla parola. I tre puntini di sospensione vanno messi attaccati alla parola(…)
Inoltre ci sono c’è qualche virgola che a parer mio doveva essere una pausa più forte.
Hai anche sbagliato un paio di accenti, uno su perché, e hai scritto un paio di se accentati, quando invece non lo dovevano essere.
Ho trovato anche qualche piccola ripetizione, soprattutto verso il finale, ma anche a inizio storia: in alcune frasi usi gli stessi termini, quando potresti usare benissimo dei sinonimi.
Non parlo del modo in cui ripeti alcune parole per dare più enfasi alla frase, dandogli anche un non so che di poetico, ma proprio delle vere e proprie ripetizioni della stessa parola.
Comunque questi piccoli errori li ho segnati tutti sul documento sul quale mi hai inviato la storia.
 
Lessico, stile, espressività: 8/10
 
Il tuo stile mi piace, è diretto, incisivo, non ti sei persa in giri di parole, descrivendo molto bene quanto accadeva, partendo ad inizio storia con i ricordi del protagonista, con questo passato di abusi e un padre violento che con il passare del tempo lo ha catechizzato, manipolato, portandolo a commettere atti atroci, portandolo alla follia.
Sei riuscita a descrivere questi salti temporali senza confondere la storia, e lo stesso vale per i pensieri di Kevin, il presente, quanto stava facendo e la voce di suo padre che gli riecheggia nella mente.
Con poche parole hai descritto la sua follia, la voce del padre, e i gesti che Kevin fa per cercare di non sentirlo, di farlo tacere e farlo uscire dalla sua testa, e al tempo stesso compiacerlo.
Mi sembrava di averlo davanti agli occhi, mentre si colpiva la testa, parlando da solo, le lacrime agli occhi e l’accendino fra le mani.
Ecco, di solito io sono una che ama le descrizioni delle ambientazioni, delle persone, eppure il tuo stile così incisivo, così espressivo, descrivendo più i gesti e i pensieri del protagonista che l’ambiente circostante l’ho trovati molto adatti al genere di storia che hai scritto. Per non parlare del carico d’introspezione, sia di Kevin, che del poliziotto che ha provato ad arrestarlo e a salvarlo allo stesso tempo.
Usi anche un buon lessico, semplice e non troppo articolato, ma perfetto per la storia in questione, anche le frasi della voce del padre sono ben scritte, descrivono perfettamente l’uomo, la sua follia, la sua rabbia e l’odio per quel figlio diverso che ha tormentato per tutta la vita, sino a quando non è morto.
 
Sviluppo della trama: 9/10
 
La trama della storia si delinea bene, non è confusa o altro, dal passato, dai ricordi di Kevin si passa al presente e man mano con chiarezza si delinea quanto sta succedendo, cosa fa Kevin, soprattutto il perché.
Ho apprezzato il modo in cui hai suddiviso la storia, iniziandola con i ricordi del protagonista, gli abusi subiti da suo padre, non solo fisici, ma anche psicologici. Gli insulti e quell’odio riversato su di lui come fosse un fiume in piena. Da lì, c’è stato un salto temporale di diversi anni, non hai ben definito quanti anni avesse il protagonista della storia, ma deve essere relativamente giovane; eppure è rimasto ancorato al passato, agli insegnamenti del padre, alle botte, ma quello che lo ha segnato più di ogni altra cosa è stato provocare la morte dell’uomo, al quale, in fin dei conti, voleva bene. Questo trauma lo ha segnato, facendo in modo che la sua mente rimanesse all’età di diciassette anni, ancora troppo legato a quell’uomo che lo ha cresciuto.
Tutto questo miscuglio, il dolore per la perdita e il senso di colpa per la morte dell’uomo assieme agli insegnamenti di questo, lo hanno portato a perdere la testa e il controllo; ogni suo delitto, ogni decisione sono commessi come se fosse il padre ad ordinarglielo, con quella voce nella mente che ancora continua ad insultarlo e denigrarlo.
La trama non è particolarmente originale, soprattutto seguendo alcuni telefilm si trovano personaggi del genere, ma tu sei riuscita a gestirla egregiamente, alternando i ricordi del padre, quella voce che riecheggia nella testa di Kevin e gli avvenimenti presenti.
Una cosa che mi ha lasciato un pochino perplessa è che ad inizio storia, soprattutto nei ricordi affermi che Kevin ha una madre e un fratello, sua madre è morta anni dopo di cancro, lasciando solo lui e il padre ma questo fratello più grande che fine ha fatto?
Come mai non ha aiutato Kevin, anche lui è stato manipolato a questo modo da suo padre? Oppure è scappato prima, abbandonando suo padre e quella famiglia e quell’uomo opprimente e violento.
Hai creato una buona trama, interessante e ben articolata che è riuscita a tenermi incollata allo schermo sino alla fine, seppur non particolarmente lunga, la storia è completa, sorvolando sul punto in cui mi chiedo che fine abbia fatto il fratello di Kevin.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
 
La storia è quasi tutta incentrata sui pensieri di Kevin, quindi è lui il personaggio più definito; ma andando avanti con la lettura non è solo tramite la sua introspezione che si comprende il modo in cui lo hai caratterizzato, ma anche attraverso suo padre, verso quella voce che appare all’improvviso nella mente del ragazzo e verso la fine, quando il poliziotto che ha tentato di salvare Kevin parla del modo in cui è cresciuto ed è stato educato.
Kevin è un personaggio fragile, la sua mente è rimasta all’adolescenza, prosegue la sua vita seguendo gli insegnamenti e le parole del padre, pensando che quanto gli ha sempre detto sia vero e soprattutto giusto. Crede veramente di essere sbagliato, che deve salvare il mondo dalla piaga dell’omosessualità; e queste parole, queste insegnamenti lo perseguitano anche dopo la morte dell’uomo, in quella che dovrebbe essere la sua vita da adulto.
Durante tutta la storia riesci a far trasparire la follia di Kevin, il dolore per il passato, i suoi dubbi su quanto sta facendo, si domanda se è giusto, ma anche ponendosi il quesito non riesce a contrastare la voce nella sua testa. Eppure dentro di lui si fa strada il dubbio e il senso di colpa. La disperazione per i suoi atti.
Hai creato un personaggio molto complesso, dalle varie sfaccettature: il bambino terrorizzato dal padre violento; il ragazzo afflitto dal senso di colpa per la morte del genitore; l’uomo adulto, rimasto con la mente all’età di diciassette anni che sente la voce dell’uomo che ha amato e odiato al tempo stesso e che lo ha traviato, facendogli credere di essere un debole, di essere sbagliato. Infine c’è il mostro, quello stesso ragazzo che pensa di purificare il mondo, seguendo le idee distorte e sbagliate di un folle. Ed infine c’è un giovane confuso, desideroso solamente che la voce nella sua testa svanisca donandogli quella calma e quella pace che desidera più di ogni altra cosa.
Kevin è veramente un personaggio molto complesso, come afferma il poliziotto che ha provato a fermarlo, probabilmente con accanto delle persone differenti, studiando e con qualcuno che colmasse la sua curiosità sarebbe stato tutt’altra persona, meno fragile, meno ferito, più felice.
 
Il padre di Kevin, come ho già detto appare solo nei suoi ricordi, in una vaga descrizione del poliziotto, eppure traspare chiaramente il suo carattere, che tipo di uomo era.
Sono bastate le frasi in corsivo, i ricordi di Kevin per descriverlo e caratterizzarlo alla perfezione: un uomo violento, dedito all’alcol, omofobo, con delle idee assurde verso i gay e la società, idee che cerca di inculcare in tutti i modi in suo figlio minore, probabilmente perché Kevin è gay e lui li odia i gay.
Ho avuto i brividi a leggere di lui, veramente. Una persona del genere fa veramente paura, e l’ho odiato. Detestato per il suo pensiero, per quanto dice, per il modo in cui ha trattato suo figlio facendolo diventare una sua vittima e al tempo stesso carnefice di altri poveri ragazzi.
 
L’agente Terrence Miller mi piace come personaggio, non lo si può definire un protagonista, ma a fine racconto riusciamo a vedere Kevin attraverso i suoi occhi. Lui non ha visto solo un assassino, ma anche una vittima, un povero ragazzo con dei trascorsi tragici alle spalle.
Terrence mi è sembrato un uomo molto sensibile, aperto, oltre a voler fermare Kevin voleva anche capirlo, aiutarlo.
Si sente in colpa per quanto accaduto, per non essere riuscito a salvarlo.
Penso che sia una persona sensibile, che rimane segnata quando vede morire qualcuno, che questo sia una vittima o il carnefice, soprattutto se questo carnefice a sua volta è stato una vittima. Sembra aver studiato a fondo il carattere di Kevin, la sua storia, tanto da sentirsi dispiaciuto per lui. Come sarebbe stata la sua vita con un padre differente? Forse anche quel ragazzo sarebbe potuto essere felice.
È un buon personaggio questo poliziotto dal cuore tenero, qualcuno che si domanda il perché di una determinata azione senza condannarla in partenza. Mi è piaciuto molto, forse proprio per questa sua umanità, dimostrata sia quando ha tentato di negoziare la libertà della nuova vittima di Kevin, che dopo, provando dispiacere per la morte di quello che tutti considerano un mostro.
 
Sei riuscita a descrivere e creare degli ottimi personaggi, con i pro e i contro, con mille sfaccettature e soprattutto uno differente dall’altro. Kevin è debole e facilmente malleabile, suo padre al contrario ha una volontà forte che impone con la violenza, Terrence, seppur sembra gentile e pacato, ha un carattere duro, deciso a non cedere e a non volere che Kevin uccida un’altra persona, al tempo stesso è gentile e umano, come poche persone riescono ad esserlo.
 
Sviluppo della follia: 10/10
 
Mi è piaciuto il modo in cui ha sviluppato la follia in questa storia, sembra andare avanti in due binari paralleli, mi spiego: c’è quella di Kevin, senza controllo, con la mente ferma all’età di diciassette anni, che uccide per compiacere la voce che sente nella sua mente. Poi c’è la follia di sua padre, assieme alla rabbia e alle sue idee distorte.
Forse quella del padre di Kevin non si può definire proprio follia, solamente idee malate, ma sono state proprio queste idee, e il suo atteggiamento violento a trasformare un bambino indifeso in un uomo pericoloso e senza freni. In un uomo che uccideva credendo di essere nel giusto, pensando di debellare una piaga sociale, quando invece non era così.
La follia di Kevin è cresciuta riga dopo riga, parola dopo parola, sentendo quella voce nella sua mente che lo insulta, che gli dà del codardo, eppure in qualche modo c’è anche un barlume di lucidità in lui, quel tanto che basta per fargli porre delle domande, per chiedersi, finalmente, se quello che sta facendo è giusto o sbagliato.
Veramente perfetto il modo in cui la descrivi all’interno della storia, come cresce, per poi estinguersi in un soffio nel momento in cui Kevin si rende conto di aver sbagliato, nel momento in cui vuole far terminare tutto quanto.
 
***
 
Hai scritto veramente una bellissima storia, il protagonista mi è piaciuto, devo ammettere che mi ha fatto pena. Sì, ho provato pena per quel bambino picchiato e odiato perché diverso, e ho provato pena per quell’uomo che non era in gradi di rendersi conto di cosa stava facendo.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai inserito la citazione, accennando anche al libro dalla quale è tratta, come affermi di Kevin che lo ha letto, che lo ha compreso. Traspare in quelle righe un ragazzo curioso, desideroso di conoscere il mondo, di studiare, tutte cose che non gli sono state concesse in quella vita di paura in cui è cresciuto.
Ti faccio veramente tutti i miei complimenti per la bellissima storia che hai scritto.
 
Totale: 44/50