Settima classificata al contest “Quasi inedite – III edizione”: Creed e il soldato, Triz93
Grammatica e stile: 11,9/15.
“Quell'ordine venne ripetuto fino allo sfinimento e il presidente Cox aveva promesso una promozione...”
Questa frase non mi convince. Le opzioni sono due, a mio avviso: potresti cambiare i tempi verbali, perché così non coincidono (e nello specifico “aveva promesso” dovrebbe diventare “promise”, ma la cosa non mi convince, perché suona bene anche come lo hai detto tu), oppure potresti inserire una virgola dopo “sfinimento”. So che è prima della congiunzione “e” e potrebbe far storcere il naso a molte persone – magari anche a te, da quel che ho potuto notare nel testo – ma è forse il modo più semplice per separare due frasi che insieme in questo modo non sono propriamente convincenti. (-0,25)
“E come molti loro coetanei, anche...”
Dopo “coetanei” hai chiuso un inciso che, però, non hai aperto: quindi ci sarebbe da inserire una virgola subito dopo la “e”. (-0,1)
“...costretto ad ammettere colpe che non aveva in tribunale e poi fatto sparire nel nulla.”
Questo complemento, in questa posizione, non suona bene. Potresti spostarlo subito dopo “ammettere”, magari anche racchiudendolo tra due virgole. Ma questa seconda parte è più gusto personale che altro: vedi tu. (-0,25)
“...il bravo poliziotto, eh?».”
Non sono d’accordo con la doppia punteggiatura. Ci sono casi in cui va bene, tipo quando, chiusa la battuta, la frase continua e può essere corretto separare le due parti con – ad esempio – una virgola, ma il punto interrogativo dentro e il punto fermo fuori cozzano abbastanza (e peggio sarebbe nel caso in cui vi fossero un punto o un punto esclamativo all’interno delle virgolette). Per cui ti consiglio di trovare un compromesso, magari anche sfruttando il documento che ho linkato all’inizio – che pure ammette la punteggiatura come la usi tu, però appesantisce comunque il testo. (-0,1)
“... era convinto che, qualunque cosa avrebbe detto, il suo amico lo avrebbe capito...”
Questo appunto che sto per farti è forse opinabile (secondo me no, ma l’ho visto anche in alcuni libri e a questo punto evito di metterci la mano sul fuoco), ma ti dico che sarebbe meglio sostituire questo “avrebbe” con “fosse”. Se la cosa non ti convince appieno, ti dico che a distanza di cinque parole c’è un altro “avrebbe” e se non per i verbi è da cambiare almeno per evitare la ripetizione. (-0,3)
“Nei telegiornali venivano trasmessi in diretta le esecuzioni dei capi delle rivolte, che scoppiavano in continuazione nelle piccole città.”
Trasmesse. (-0,2)
Questo “che” sembra riferirsi ai capi, per cui l’ideale sarebbe togliere la virgola. Però, così facendo, si creerebbe una certa apnea a causa della mancanza di punteggiatura. Per cui vedi tu come fare. (-0,25)
“...una delle ultime frasi che gli aveva sentito pronunciare e Treat se le ripeté muovendo solo le labbra.”
Se “la” ripeté, perché è la frase il complemento oggetto, non le parole o le frasi. (-0,2)
“...al ceppo annerito che una volta era la quercia più grande...”
In questo caso, “era stato” andrebbe meglio, perché l’imperfetto dà una sensazione di continuità che non può andare bene per questo contesto: adesso è un ceppo, non più una quercia, e serve un tempo verbale che releghi la faccenda completamente nel passato. (-0,3)
“... ma qualsiasi cosa accada, non...”
Anche qui manca una virgola: andrebbe dopo il “ma” per aprire l’inciso che hai chiuso dopo “accada”. (-0,1)
“E dopo tutti questo tempo...”
Tutto. (-0,2)
“Alla fine il colpo arrivò, ma si perse nella confusione della battaglia.”
Credo che questo sia l’unico parametro in cui parlare di una cosa del genere, che volendo rientra un po’ in tutto: dici che il finale è volutamente lasciato aperto, ma la congiunzione disgiuntiva porta il lettore a pensare a un epilogo per forza di cose “favorevole”. Mi spiego: dici che il colpo parte, ma si perde nella confusione; per rendere una vera idea di dubbio e suspense, dovresti usare la congiunzione “e”. In questo modo, il colpo parte e si perde nella confusione, ma non è detto che non raggiunga comunque l’obiettivo. So che il punto più importante di questo tipo di finale è portare il lettore a chiedersi chi abbia premuto il grilletto, ma penso che anche quest’altro aspetto sia importante (-0,25)
Infine un piccolo pro forma, che per me però è sempre importante: il trattino breve (-) andrebbe sostituito con quello medio (–). (-0,1)
Nel complesso, invece, ho notato una cosa (che tra l’altro mi pare di averti accennato anche all’inizio): sei molto fiscale con le virgole: prima del “ma” la metti sempre, prima della “e” la eviti come la peste... cose così. Da una parte apprezzo molto questa cosa perché significa che sei attenta a ciò che scrivi, infatti in generale le imprecisioni nel testo sono poche, però a volte questo tratto ti fa perdere di personalità, o magari dà al periodo una diversa sfumatura di significato. Il consiglio che posso darti è di variare di più con la punteggiatura, inserire anche qualche punto e virgola e “osare” di più con le virgole (chiaramente senza infilarle tra soggetto e verbo; non c’è nemmeno bisogno di dirlo, penso). Anche i due punti nei dialoghi a volte sono troppo metodici. Ti riporto un esempio perché non riesco a spiegarmi molto bene, anche se, parlando del tuo stile, magari hai capito lo stesso cosa intendo:
“«Di comportarti così» sbottò Treat irritato: «Da quando hanno...”
Non dico che sia sbagliato fare così, ma farlo sempre dà una nota di prevedibilità al testo che non convince molto. In questi particolari casi, addirittura, penso che il punto stia meglio dei due punti. Treat sbotta irritato anche prima della seconda parte della battuta, per cui inserire i due punti come se sbottasse solamente dopo (perché è questo in linea di massima il significato dei due punti) è concettualmente impreciso.
Sono tutte piccolezze queste di punteggiatura, però è giusto tenerne conto, seppure in minima parte. (-0,5)
Caratterizzazione scena e/o personaggi: 9/10.
La cosa che trovo difficile, in storie come questa, è far quadrare tutto in cinque, sei pagine di racconto. C’è un insieme di circostanze, ambientazioni, cause e conseguenze, precedenti... insomma, ci sono mille cose che vanno aggiunge al crogiolo per rendere credibile il quadro della situazione. Tu ne hai citate solo alcune, in particolare hai omesso le cause di tutta questa guerriglia, e in situazioni normali sarei quasi sconvolta dal taglio drastico operato (ti dirò qualcosa anche qualche riga più sotto), ma ammetto e sono felice di farlo che hai costruito tutto su basi molto solide, che, per quanto a tratti invisibili al lettore, sono ugualmente solide. Come la punta dell’iceberg che è solo il 10% del totale. Ed è bello vedere che hai saputo mantenere la credibilità, dare un’identità ai tuoi protagonisti, muoverli secondo delle ragioni ben specifiche, pur mantenendo oscure le origini. Direi che è un’eccelsa capacità di sintesi, per cui ti faccio i miei complimenti.
Un mezzo punto in meno è, e spero che mi perdonerai, per la canzone. Il tipo di sentimento che lega Treat e Sly non è dei più adatti al tema della canzone (che è nata da un racconto di non ricordo quale degli amici di Axl e dei Guns, ma era decisamente più romantico che fraterno, quasi onirico... ma prendimi con le pinze, per carità), per cui ho trovato una vaga disconnessione tra la narrazione e gli intermezzi.
Il secondo mezzo punto in meno, invece, è per una cosa che forse ti sembrerà ingiusta, ma ha la sua parte di importanza: questa storia, per quanto qui non manchi nulla e si legga bene ugualmente, è troppo sacrificata in duemila parole o poco più. Meriterebbe dei capitoli in cui poter sbobinare ogni dettaglio con lo spazio che si merita, perché se c’è una cosa che ho imparato scrivendo e abbozzando trame per anni (anche se poi quasi nessuna ha visto la luce) è proprio che nella testa ci sono mille sfumature che meriterebbero giustizia e attenzione.
Gradimento personale: 4/5.
Io vado pazza per le storie di guerra, maledetta me. C’è tutto questo angst che aleggia e potrebbe essere usato per uccidere al posto delle pallottole e delle fucilate. È veramente un terreno pieno di spunti e si potrebbe scrivere all’infinito, nutrendo la fangirl che è in me in mille modi (tant’è che l’ultimo telefilm che ho iniziato è stato Narcos, che praticamente è un disastro, ed è pure tratto da una storia vera, per cui ci vado proprio a nozze). Inoltre, tu sei stata proprio brava a contestualizzare il tutto senza dilungarti troppo o troppo poco e non c’è stato davvero niente di pesante, per cui mi è proprio piaciuto leggerti.
Il punto mancante è dovuto al fatto che sia una songfic, e non una a caso: non mi sono dilungata troppo sulle parole, perché November Rain per me ha un grande significato (basta vedere la mia pagina EFP per capire) e non mi piace proprio quando viene usata come prompt o altro. Pensa che è la mia canzone preferita in assoluto, il mio Zeus nell’Olimpo musicale, e l’ascolterò al massimo cinque o sei volte all’anno. Non posso proprio rischiare che si consumi, che il mio cervello inizi ad abituarsi a essa o altro, per cui la tengo rinchiusa in uno scrigno pieno di feels e al massimo mi concedo qualche gif (rigorosamente di Slash, ma anche questo è risaputo) quando apro Tumblr. Per cui, sebbene indubbiamente sia una canzone forte e adatta a contesti tanto angst, ho sofferto troppo – e non nel modo più appropriato – per cui il mio gradimento personale è stato un po’ intaccato. Mi dispiace, naturalmente, perché sono anche consapevole di non poter avere l’esclusiva su una maledettissima canzone (nemmeno quelli che ne detengono il copyright ce l’hanno, accidenti), ma proprio non ce la faccio ad abbassare la testa.
Eventuale bonus per le recensioni: 0,4/1.
Totale: 25,3/31.
P.S. A te devo le mie scuse per il ritardo di questa recensione (agli altri no, perché gli altri sono quelli che non hanno commentato la classifica u.u) e anche per aver scritto solamente "Creed" come titolo, quando ho postato la classifica: me ne sono accorta solamente adesso, infatti ho modificato in questa recensione... spero mi perdonerai se non vado a cercare anche la tua valutazione in classifica :P |