Recensioni per
Bella di sangue
di futacookies

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
10/05/15, ore 14:46

Per come la vedo io, Bellatrix è il modello di emancipazione femminile per eccellenza in tutta la saga di Harry Potter - le donne sono sempre forti, vero, ma quante di loro agiscono solo ed esclusivamente per sé stesse e mai in subordinazione a un uomo e all'amore che provano nei suoi confronti?
Bellatrix, con quel suo alone di affascinante follia, seppur votata al sangue, alla Magia Oscura, alla morte, è un'eroina, e non in modo canonico; è un'eroina a modo suo, ed è questo secondo me che la rende un personaggio unico e assolutamente interessante.
La tua storia mi è piaciuta molto, con il suo ritmo incalzante e la sua atmosfera cupa e truce.
Ottimo lavoro.

SherrySmith

Recensore Master
21/11/14, ore 18:55

Quarta classificata “Bella di sangue”
 

Grammatica: 9.69/10
La grammatica è perfetta, ti segnalo solo delle piccolissime sviste:
“terrore che infondeva, con quella”: -0.15; la virgola va omessa, poiché con essa separi predicato e complemento. In più, data la tua scelta stilistica che isola con le virgole concetti diversi, inserendola qui dai l’erronea idea che “con quella” sia un concetto distinto da ciò che precede.
“e che le faceva sentire bella”: -0.05; “la faceva” anziché “le faceva”, credo sia solo un errore di battitura!
“di benevolenza, in fatto”: -0.10; anche in questo caso va omessa la virgola, poiché l’espressione risulta troncata dal segno di punteggiatura.
“circondata, con”: -0.01; ti è sfuggito uno spazio di troppo prima di “con”.

Stile e Lessico: 8.5/10
Il tuo stile è indubbiamente molto ricco ed elaborato. Fai uso di periodi lunghi e soprattutto complessi, caratterizzati da continui intervalli scanditi dai trattini lunghi. Il lettore è come se si trovasse dinanzi a due testi cuciti insieme: il testo principale che descrive sinteticamente questa donna e il testo secondario – o anche “sottotesto” – che si sofferma sulle sensazioni della protagonista, sui suoi ricordi, spiegando chi è realmente e cosa desidera dalla vita.
Per distinguere questi due testi utilizzi non solo la lineetta, ma anche il corsivo, che mette ancora più in evidenza il passaggio da un piano narrativo all’altro.
Il viaggio introspettivo è fatto da un narratore esterno che ben conosce il personaggio e ne parla al lettore come se gli stesse raccontando un qualcosa di non collocabile nel tempo: si passa, infatti, da “Eccola” iniziale, che dà l’idea del presente, ai verbi coniugati al passato e poi ancora al condizionale proiettato nel futuro (“a quel sangue che avrebbe voluto far scorrere”), un futuro che, però, sembra anch’esso appartenere ormai a un tempo già passato. La storia termina con il presente del racconto (scandito dall’imperfetto, unico tempo verbale degli ultimi due capoversi), con l’anonimo narratore che ci svela chi è diventata questa donna, e lì solo il lettore comprende che, in precedenza, si trovava nel suo passato o forse solo nei suoi pensieri. Tutta questa impostazione è gestita a meraviglia e riesce a trascinare il lettore nel mondo del tuo racconto; anche la scoperta finale è piacevole e si apprezza ancora di più il viaggio appena compiuto.
Il motivo per cui, nonostante i citati pregi, il punteggio non è superiore a 8.5/10 è perché i due “testi” nell’interagire e sovrapporsi, in talune circostanze, generano confusione, nel senso che alle volte il corsivo si intromette così tanto da far perdere il senso unitario dell’espressione esterna alle lineette. Questo fattore rende il testo dispersivo, poco scorrevole e costringe il lettore a rileggere più di una volta la stessa frase. La tua scelta stilistica, dunque, nelle circostanze di cui ti sto parlando, diviene più penalizzante che altro per il racconto, perché ne rende ostica la lettura.
Per maggiore chiarezza, ti riporto un esempio dal testo – che è poi il caso più eclatante:

      • “Causare tutto quello spavento, tutta quell’ansia, riusciva a farla sentire davvero potente, di quella potenza che le lasciava decidere della vita e della morte altrui – quel tipo di potenza che avrebbe disgustato Andromeda e oltraggiato Narcissa, che indossava la fede dalla nascita, il cui unico potere si riduceva all’infimo e parziale ruolo di moglie. Bella non sarebbe mai stata il personaggio secondario, nella sua vita. Le sarebbe stato stretto anche il ruolo di protagonista assoluta, se avesse potuto aspirare a qualcosa di più –, e che le faceva”: in questo caso, l’espressione tra i due trattini è talmente lunga, al punto che hai ritenuto persino opportuno inserire un punto fermo, da far dimenticare al lettore il punto di partenza. Si arriva a “e che le faceva” senza ricordare più il periodo che finisce con “morte altrui”. In casi come questo sarebbe opportuno spezzettare la parte in corsivo come hai fatto in altre occasioni oppure ridurla, in modo tale da non compromettere il significato complessivo del periodo.
Oltre a questo dettaglio, che è il più problematico a mio avviso per il testo, ti riporto due singolarità che non ho ritenuto di poter includere nella voce relativa alla grammatica:
      • Bella non sarebbe mai stata il personaggio secondario, nella sua vita”: poiché in precedenza descrivi la differenza tra Bellatrix e Narcissa, a una prima lettura potrebbe essere frainteso – a causa della virgola e del “sua” – se il riferimento sia alla vita di Bellatrix o di Narcissa. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di omettere la virgola e creare un periodo unico, in modo da non generare pause equivoche, oppure sostituire “sua” con “propria”.
      • Ecco, perché”: essendo una frase composta da soli due termini che hanno lo scopo di chiudere un lungo ragionamento e di farlo in modo drastico, come una sentenza emessa, sarebbe opportuno omettere il segno di punteggiatura. La pausa prodotta dalla virgola vanifica in parte l’effetto cercato con questa chiusura, perché il dover trarre un respiro tra “ecco” e “perché” compromette un po’ quel senso di conclusione drastica ed inevitabile.
Passando al lessico, l’ho trovato forte, d’impatto e mai scontato – nonostante tu non abbia utilizzato un registro linguistico propriamente ricercato –, adatto al contesto, omogeneo e mai ripetitivo o eccessivo. Anzi, credo che ogni termine sia inserito nel modo al momento giusti, così da farne risaltare il significato e di conseguenza impregnare il racconto di vividi significati.
Al di là di questo, va detto che anche il lessico scelto collabora allo stile ricco, poiché molti termini “eccedono”, se mi passi l’espressione, sono eccessivi proprio come le sensazioni vissute dalla protagonista, ad esempio:
      • per quell’infrenabile sete di gloria e di potere e di sangue che la inghiottiva ogni volta”: scegli “infrenabile” e “inghiottiva”, nonostante i sinonimi siano tanti e tante siano le alternative per rigirare questa frase, perché solo questi due termini avrebbero potuto rendere così forte e in un certo senso eccessiva questa espressione. La sete di gloria e di potere non è “tanta”, non è “infinita”, è proprio “irrefrenabile” e l’esserlo la rende un mostro che “inghiottiva” ogni volta la protagonista, che oscilla in queste espressioni dall’essere predatore del male all’esserne preda. Un’immagine fortissima creata grazie alla giusta scelta del lessico.
Ho concluso! Spero che da questo lungo discorso risulti chiaro il motivo per cui ho ritenuto di doverti assegnare 8.5/10. Io ho veramente amato il tuo stile, mi è piaciuto tantissimo, ma in questo caso vesto i panni del “giudice” e quindi devo essere quanto più oggettiva possibile e oggettivamente ho riscontrato quelle incertezze – più che recuperabili, visto il tuo livello! – esposte.

Aderenza al tema: 10/10
Cosa avrei potuto assegnarti se non il massimo? Il tema del contest è il protagonista della tua storia, il suo filo conduttore, l’elemento che ci consente di scoprire, capire, odiare e amare la tua protagonista.
Hai analizzato ogni sfaccettatura possibile della motivazione che spinge una donna ad essere un soldato. C’è l’iniziale voglia di essere riconosciuta al pari degli uomini – perché essere una donna non deve e non può essere un problema. C’è il desiderio forte e forse un po’ meschino di piegare il prossimo al proprio potere, di sentirsi non uno tra i tanti, ma “il più” tra i tanti. E c’è persino il timore di passare dal “più” al “capo”, all’unico tra i tanti, di raggiungere quello stadio di potere assoluto che spaventa perché ricco di pericoli e di responsabilità. In ultimo, spieghi al lettore anche perché tutta questa ambizione cruenta è al servizio di Voldemort, lo spieghi alludendo alla causa (“un po’ per sé, molto per la causa”) che lei vuole vivere da protagonista, vuole essere lei stessa l’artefice di quel mondo migliore tanto ambito, e poi lo spieghi anche col riferimento esplicito a Voldemort e a come Bellatrix si sia sentita compresa da lui e mai sottovalutata, come invece hanno fatto il padre e lo zio privilegiando Regulus, Regulus che è uomo.
Io sono davvero ammirata dal tuo lavoro, poiché hai caratterizzato Bellatrix in funzione del tema del contest e l’hai fatto con tanta bravura da convincere che le motivazioni da te pensate siano quelle reali, quelle che hanno spinto il personaggio della Rowling.
Al di là del personaggio e del contesto fantastico, la lode va poi anche alla motivazione in sé – al di là della crudeltà, naturalmente! –, vale a dire al forte desiderio di affermare la propria individualità in un mondo dove c’è spazio solo per gli uomini.
10/10 meritatissimo, complimenti!

Caratterizzazione e IC personaggi: 10/10
Nella tua storia ci sono tantissimi personaggi, quindi andrò con ordine, partendo da tutti quelli di contorno per arrivare alla protagonista assoluta.
Ogni personaggio secondario è introdotto in funzione di Bellatrix e risulta funzionale alla caratterizzazione di quest’ultima; ciononostante, se ottima non fosse stata la loro comparsa, ottima non sarebbe stata neanche la protagonista.
Le prime ad affiancare la signora Black sono le sue sorelle, Andromeda e Narcissa, e per entrambe c’è un pensiero: la prima sarebbe stata disgustata dalla sete di sangue di Bellatrix – e qui sono evidenti al lettore i riferimenti alla scelta di vita di Andromeda –, la seconda oltraggiata, a sottolineare quanto Narcissa sia, differentemente dalla protagonista, succube degli insegnamenti, succube dell’idea della donna come moglie e come guida della casa. Tutto questo rende le due sorelle, anche se solo accennate, perfettamente IC.
È poi il turno di padre e zio di Bellatrix e Regulus. In quei pochissimi cenni hai saputo descrivere una buona parte della casta Purosangue di quegli anni: abbiamo la famiglia patriarcale, il maschilismo che sporca tutte le decisioni, la smodata ricerca dell’erede che porti avanti la stirpe e soprattutto il cognome e, nel caso di Regulus, i giovanissimi Purosangue vittime di questa società così rigida, poiché Regulus, traspare bene da quelle poche righe, non ha modo di sottrarsi a quanto i genitori e la famiglia hanno scelto per lui, è tutto intrappolato nel definire “debole e incosciente” Regulus, che opera una scelta senza comprenderla appieno forse, e di cui sappiamo si pentirà.
Arriva il marito, Rodolphus, caratterizzato da te come inetto, succube della potenza della moglie. Non abbiamo elementi per considerare IC o meno questa tua scelta, ma è certamente coerente al tuo testo e al fatto che nei libri non presenzia in nessuna situazione importante, dove però la moglie è sempre in prima linea.
L’ultimo dei personaggi secondari è Voldemort, che corona la caratterizzazione della protagonista, mettendone in evidenza anche le debolezze, vale a dire il forte desiderio di veder riconosciute le proprie doti e le proprie abilità magiche. Anche con Voldemort sei stata bravissima, perché hai messo in evidenza una delle sue caratteristiche principali, ossia la capacità di capire coloro che lo circondano e sfruttare ogni minuscola informazione reperita a proprio vantaggio.
Arrivando finalmente alla protagonista, posso solo farti i complimenti e dirti che la caratterizzazione è splendida e in linea con il personaggio delineato dalla Rowling. Attraverso gli altri personaggi mostri tutti i lati di Bellatrix: le sue paure, le sue debolezze, le sue ambizioni, la sua forza e la sua dedizione. Ne mette in risalto la crudeltà cieca, la smodata venerazione del suo signore, il disgusto per coloro che ritiene inferiori e l’incapacità di capire chi opera scelte differenti dalla sua (lei non capisce le sue sorelle, le giudica deboli, vittime degli uomini che le hanno rese burattini).
Hai tratteggiato in appena cinquecento parole l’antagonista femminile della saga benissimo, davvero complimenti! Non era semplice, con Bellatrix si rischia sempre di eccedere o di dir poco, ma tu hai saputo presentarla al lettore donna e guerriera, trattando ogni aspetto della sua vita.

Totale: 38.19/40

Nuovo recensore
19/11/14, ore 22:40

Ammetto che ho molto esitato prima di leggere la tua storia, visto che abbiamo scelto lo stesso personaggio. E, devo ammettere, le mie ansie erano più che giustificate. Una storia che ho trovato semplicemente divina. Ben scritta, il personaggio caratterizzato divinamente... wow. Davvero, mi ha molto coinvolta, non c'è che dire. Hai uno stile meraviglioso, ho trovato che le frasi "esterne" da te scelte si integrassero perfettamente con il testo, sembravano davvero tue e... wow, di nuovo.
In bocca al lupo per il contest!

Nym

Recensore Junior
14/11/14, ore 00:24

Ciao! La tua storia è molto bella e travolgente - diversa da ogni storia che ho letto di Bella (una serie infinita di banalità, solitamente). Mi è piaciuta ogni parola, ogni frase! Ma più di tutte, la frase finale. Non importa se hai usato la frase di un altro,  l'hai mescolata benissimo nella storia; non poteva sembrare più tua!

Complimenti!

Choco