Se il cuore di Sten è rivestito di una spessa corazza quello di Morrigan si nasconde nelle profondità delle Selve, hanno però una cosa in comune: sanno premiare la fatica fatta per raggiungerli. E' questa l'idea che mi sono fatto di entrambi i compagni del Custode e sono felice di vedere che, dopo il Qunari, hai saputo rendere al meglio anche l'immagine della maga.
Un punto in particolare mi ha colpito, quando hai scritto: "Gli occhi turchesi annegavano nelle dune dorate del deserto." Trovo che questa sia una splendida metafora, non solo per la bellezza l'immagine evocata ma anche per il fatto che è totalmente inaspettata. Mi spiego meglio: Quando si parla di Morrigan di solito è per la sua freddezza, freddezza che, a detta di alcuni, è emblemizzata da quello sguardo innaturale per cui la maga è famosa. Tu, invece, hai usato un'immagine calda, solare, luminosa ed è questo ad avermi colpito.
Una frase che, al contrario, mi ha fatto inizialmente storcere la bocca è stata: "Esplose il silenzio." E' difficile immaginare come il silenzio possa esplodere. Ma poi ho pensato che forse volevi giocare proprio su questo, osando un po' per rendere al meglio l'intensità del silenzio creatosi, e devo dire che la cosa mi piace.
A livello tecnico, come il precedente lavoro, non ho nulla di negativo da segnalare. Tempi ancora una volta azzeccati.
Ancora complimenti.
A. |
