Recensioni per
Io non ho paura
di Melian

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/02/15, ore 22:45

GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL «WINTER CONTEST» PER STORIE EDITE
«IO NON HO PAURA» DI MELIAN

Jack era come pietrificato e la Lanterna quasi gli cascò di mano quando, con uno scatto, si ritrasse e sbatté contro una croce di pietra, inclinandola. Aveva gli occhi accessi di una folle paura. -Via…- la voce dell’uomo era un sussurro roco. -Via da qui!-

- Sviluppo della trama e dei personaggi
Un'idea davvero sfiziosa, che fa inizialmente presagire un risvolto del tutto diverso da quello che ci si ritrova poi a leggere una volta giunti alla conclusione della storia e fa sorridere di gran gusto per gli eventi letteralmente capovolti.
Si viene calati a poco a poco da quella che pare essere un'atmosfera lugubre, una sorte di notte da incubo in cui ci si affaccia in un'altra dimensione, precisamente durante la notte di Halloween; nell'aria si respira proprio quell'attesa di sovrannaturale, quel penetrante odore di cera che si scioglie nelle grosse zucche intagliate e ci si riesce a figurare senza troppi problemi, anche grazie ad un ricordo mnemonico legato per l'appunto ad una festività del genere - festività che si vede per lo più nei film di stampo americano più che dalle nostre parti, ma si sa di cosa si parla e il pensiero va automatico -, le decorazioni tetre e spaventose atte proprio a richiamare quel periodo dell'anno alla fine del mese di ottobre.
Come prima conoscenza, vengono presentati due personaggi di cui si sa inizialmente davvero poco, a parte i loro nomi e un breve sprazzo di caratterizzazione che viene raccontato passo dopo passo attraverso piccoli dettagli: capelli neri e ricci, labbra belle rosse, un pizzetto ben curato... piccole cose che riescono in qualche modo a far figurare i personaggi nella mente, senza eccedere in descrizioni che avrebbero trasformato in una sorta di fotografia la figura stessa del personaggio, facendo comunque comprendere al tempo stesso la loro fisionomia e persino il vestiario che indossano in quell'esatto momento; sono una fan delle descrizioni e questo ormai lo sanno anche i muri ma, per quanto riguarda i personaggi, mi piace avere giusto quei pochi dettagli che potrebbero farmelo figurare nella mente, in modo da non strafare e non poter così lasciare più niente all'immaginazione del lettore. Sono difatti fermamente convinta che ognuno, quando legge una descrizione di un personaggio in un libro, se lo figura in un modo tutto suo e che quindi non siano mai tutti uguali per una questione di diversa fantasia, ma adesso sto un po' divagando.
C'è inoltre una scena che mi ha fatta un po' sorridere, perché mi ha ricordato vagamente Nightmare Before Christmas, e parlo di quella in cui Marlene agita la bacchetta e fa comparire una sorta di portale per un altro mondo, mondo che si scopre essere un po' quello dei nostri giorni. Certo, in quel film va nella città del natale, ma il paragone mi è sembrato abbastanza ovvio per il fatto che si apra un altro portale su ben altra dimensione e che, oltre ad esserci un personaggio di nome Jack, il tutto venga ritratto durante la notte di Halloween. Ovviamente non sto dicendo che l'idea è copiata, ma che nella mia mente ha fatto sì che l'accostamento venisse spontaneo anche per colpa del richiamo mnemonico di cui parlavo pocanzi.
La trama segue una scia abbastanza lineare e non sembra svoltare verso altre strade, forse anche a causa della sua brevità - in fin dei conti non si può pretendere che qualcuno si soffermi troppo su cose che, magari, ai fini della storia sono inutili, anche se la curiosità di saperne di più resta -, però la si può quasi considerare una sorta di mini-avventura che vede coinvolti Jack e Marlene, che erano usciti a cacciar anime e si son ritrovati invece cacciati loro da un gruppo di bambini.
Su questo punto di vista, direi proprio che si tratta di una sottile ironia che risolleva le sorti della storia, facendo ridacchiare di gusto il lettore che prova persino un bel po' di simpatia per questi due poveri sfortunati.

- Stile, sintassi & grammatica
A parte una o due costruzioni che mi sembravano stridire nel racconto - dabbasso potrai trovare ciò a cui accenno -, la terza persona è stata ben giostrata e permette di scavare nell'animo dei protagonisti, ma di questo ne ho già parlato dunque mi sembra eccessivo soffermarmi anche qui. Lo stile è come al solito buono e da' una chiara impronta dell'ambiente circostante e dello scenario in cui si muovono i personaggi, facendo sì che anche il lettore si possa immedesimare senza problemi e possa ben figurarsi ogni passaggio nella mente, lasciando così lavorare la fantasia nel seguire le indicazioni dello scrittore sul paesaggio che si profila dinanzi ai suoi occhi.
Ciò che non ho ben compreso è perché tu a volte non chiuda i discorsi diretti quando termina una frase, ma mi pare che sia comunque un altro modo di utilizzarli. Non ne sono sicura e dovrei consultare un po' le regole dell'Accademia della Crusca - difatti io uso solo i «», specialmente per una questione grafica, e quelli vanno chiusi di certo -, quindi te lo appunto a scopo puramente illustrativo.
Qui di seguito invece, insieme ai passaggi di cui ti parlavo, un po' di annotazioni sparse:

I suoi passi sul pavimento coperto da una moquette ormai consunta erano scanditi dal ticchettare del suo bastone da passeggio → Di per sé la frase non è errata ma, essendo lunga, metterei due virgole per dare una certa pausa: “I suoi passi sul pavimento, coperto da una moquette ormai consunta, erano scanditi dal ticchettare del suo bastone da passeggio”
uscendo subito Jack → Immagino fosse un “uscendo subito dopo Jack”
-Sì, sì… - Marlene liquidò in fretta la questione, facendo un cenno con la mano destra, noncurante – Ehi, abbassa quella cosa! – protestò, abbagliata. – Altrimenti a fare il Cacciatore d’Anime ci resti da solo e tanti saluti! – fece una pausa che si colorò di malizia non appena aggiunse: – O hai paura? → Qui la costruzione della frase non mi ha convinta, e adesso ti spiego il perché. Giacché Jack solleva la lanterna e la abbaglia, il tono noncurante di Marlene prima che gli faccia per l'appunto notare di doverla abbassare non sta in piedi. Si suppone difatti che la cosa capiti nello stesso stante e non su due punti di vista differenti, per quanto la terza persona permetta di viaggiare nello stato d'animo di due o più personaggi. Le avrei dunque fatto prima dire di abbassare la lanterna e tutto il resto, e poi avrei tipo fatto il contentino a Jack sulla questione del capo, l'avrei inserita in qualche altro modo o comunque un po' liquidata
Ad un certo punto, però,Jack → Spazio dimenticato dopo la seconda virgola
colorito verdastro, come fosse un fuoco fatuo → Non vorrei sbagliare, ma mi pare fossero solo blu o azzurri. Appunto a scopo illustrativo
fluttuavano nell’aria. Quei volti → Doppio spazio dopo “aria”
Oh Lucifero → Oh, Lucifero
eh?Bugiardo! → Spazio dimenticato dopo “eh”

- Parere personale
Potrei dire davvero tante cose, però non saprei esattamente da dove iniziare. Come detto, pur essendo una storia molto semplice e senza svolte molto significative - a parte il finale, che ho trovato un bel modo per amalgamare il tutto e un piccolo colpo di genio -, in qualche modo mi ha deliziata nonostante l'atmosfera inizialmente lugubre, che tutto sembrava promettere tranne quella conclusione; l'immagine di bambini danzanti che fanno scappare a gambe levate quelli che sembrano essere i più vicini al sovrannaturale, fa un po' sorridere, in particolar modo perché uno dei due protagonisti, che fino a quel momento sembrava quello più tosto del gruppo, è proprio il primo che consiglia di darsela a gambe e si trascina dietro la compagna d'avventure.
Sarò poi io ma, in qualche modo, mi è piaciuto l'accostamento col nome Jack, uomo ben vestito dal taglio ottocentesco, la sua fida lampada luminosa e la presenza stessa delle Jack-o'-lantern, quasi a voler richiamare in qualche modo l'usanza e la storia che c'è dietro. Magari è stata tutto un mio viaggio mentale, ma non mi è dispiaciuto affatto.

Nuovo recensore
21/09/11, ore 13:28

Carina.
Lo stile di scrittura mi ricorda molto Harry Potter, devo dire.
Una piccola nota, se permetti: nella prima frase non hai messo il soggetto. Qualcuno dice "sbottò", ma non si sa chi. Se la tua intenzione era quella di non svelare immediatamente il nome del personaggio che parlava, ti consiglio di rigirare la frase in un'altra maniera, perché letta così da proprio un effetto stridente.
Il finale un po' me lo aspettavo, ma mi ha fatto comunque sorridere.
Un saluto!

Recensore Junior
01/11/08, ore 01:34

Complimenti, molto originale! Si vede che i riti per cacciare le creature infernali non sono poi così inutili...

Recensore Master
31/10/08, ore 19:44

Ho fatto benissimo a non partecipare, nel modo più assoluto. Questa è davvero una storia di alto livello, d'atmosfera e ironica al punto giusto. Una prospettiva straniante e piacevolissima. Complimenti.

Recensore Veterano
31/10/08, ore 17:17

Troppo carina! Jack è un personaggio per cui ho provato amore a prima vista ed il modo in cui scrivi, assieme alla realtà che hai costruito per le tue "creature", mi piacciono assai^^. Bel lavoro :)

Recensore Veterano
31/10/08, ore 17:03

clap clap (rumore d'applausi...)! Davvero complimenti! Anch'io partecipo alla minisfrida indetta da Criticoni, e se tutti i racconti sono di questo livello c'è da preoccuparsi! Scrivi davvero bene: formalmente il racconto è pressochè ineccepibile, e quanto al contenuto c'è un tono onirico e visionario veramente ben costruito che funzionalizza l'incalzare degli eventi. Vedremo un po' chi l'avrà vinta... intanto non posso che togliermi il cappello!