Complimenti. Le prime righe onestamente sembrano buttate sul foglio un po’ a casaccio, una scrittura che sembrerebbe necessitare di qualche limatura, essere alleggerita da qualche battuta di troppo. Poi il tutto prende gradualmente corpo, come se l’autore solo con lo svilupparsi della storia acquisisse consapevolezza di ciò che vuole raggiungere, allora la narrazione acquista forza e ciò che prima si era letto si rilegge con nuovo occhio lasciandosi coinvolgere in un ritratto lucido ma toccante che traghetta il lettore ad un finale amaramente veritiero…chi oggi, scrittore, autore, sceneggiatore, avrebbe il coraggio di proporre l’autentico mito d’Orfeo, e quante sono le ragazze che conosciamo e frequentiamo ad avere la stessa visione, quantomeno un po’ superficiale, dell’amore e delle sue possibili rappresentazioni. Ben inteso stesso vale per gli uomini; si cerca qualcosa di piccolo e immediato. Certo, che si passino le giornate inseguendo qualche fugace penetrazione piuttosto che l’estasi di un amor cortese forse è cosa addirittura positiva, non saprei dire, ma che sia del tutto scomparsa l’idea della bellezza del sacrificio, della mortificazione di un desiderio in nome di qualcosa di più grande e profondo è triste, come triste sarà l’ingenua felicità di Marta.

Visto che stavo per recensire altrove, lo faccio qui.
Trovo vuota questa storia, con un protagonista decisamente poco dotato dal punto di vista intellettivo ed emotivo (sottolineo il "protagonista") che vaga senza la minima logicità o sensatezza. Mi hanno causato parecchio fastidio le parole sbagliate, quelle usate a casaccio, la consecutio errata e le virgole messe a caso.

D'accordo. Anche se questa Marta, alla fine, non ha dovuto morire, sarebbe da ammazzare lo stesso. Comunque il tuo modo di scrivere è interessante, e questa storia molto particolare: ti assicuro che ad ogni passaggio non riuscivo a capire dove saresti andato/a a parare, non riuscivo a capire che conclusione avresti potuto inventare. Un racconto un po' surreale, a mio parere, ma interessante.