Sarò brutale.
Come qualcuno prima di me ha già sottolineato : i Metallica sono i Metallica. Ulrich e Hammett non hanno da accoppiarsi. Punto.
Ma la curiosità uccise il gatto e spinse me ad addentrarmi nella lettura di questa storia. Per fortuna!
Lo stile è scorrevole, ma ci sono piccole imperfezioni che – a una Grammar Nazi come la sottoscritta – rendono meno piacevole la lettura. La punteggiatura, per esempio, potrebbe essere migliorata e la frase “Uno di questi sottili cilindri venne portato alle sue labbra e subito una nube di fumo gli avvolse il viso.” risulta inutilmente pomposa: c’è poco di poetico in Hammett, sudato e in boxer, che fuma sul letto.
Ciononostante, mi piace molto l’idea della storia soprattutto per come l’hai sviluppata: il rientro di Hammett col malcelato intento di provarci, Ulrich vittima di un climax di cedevolezza, il risveglio improvviso dal torpore dell’eccitazione, il finale un po’ sospeso con i protagonisti barricati in loro stessi ad interrogarsi – forse – sul futuro del loro rapporto (e, di conseguenza, sulle loro carriere).
Giovani, (più o meno) belli, osannati, ma tanto soli da spingersi a cercare conforto negli unici punti davvero fermi delle loro vite: i compagni di band. Quasi a voler colmare il vuoto emotivo con un affetto sincero, sicuramente più appagante delle moine di una groupie qualsiasi.
A pensarci bene, mi viene più difficile credere che NON l’abbiano mai fatto. |