Non sono certa di riuscire a recensire questo scritto come si conviene. E' già la terza volta che ci provo, ma i sentimenti che le tue parole hanno suscitato in me sono davvero difficili da esprimere a parole.
Ancora una volta, hai dato voce a Makalaure in maniera splendida.
Me li hai trasmessi con un'intensità incredibile, il suo dolore, la sua angoscia, le sue incertezze... Mi sono commossa come non mi capitava da tempo, e ti ringrazio per questo.
E' straziante vedere Makalaure alle prese con il rimorso per il fratricidio, con i sentimenti nei confronti del padre, (sentimenti complessi, la cui ambivalenza è dolorosissima) diviso tra i doveri che il giuramento impone e l'amore incondizionato nei confronti dei fratelli. A tutto ciò si aggiunge il peso del comando, un peso indesiderato al quale, tuttavia, Kanafinwe saprà far fronte con saggezza.
Makalaure è, forse, il più contraddittorio tra i figli di Feanaro (assieme a Nelyo che per me è un costante enigma) e trovo che tu abbia saputo rendere ottimamente il groviglio di sentimenti contrastanti che attanagliano il suo animo in questo terribile momento, e che lo accompagneranno per tutta la prima era.
Splendida inoltre la resa di tutti i figli di Feanaro, ognuno delineato perfettamente con il suo carattere e le sue peculiarità.
Il momento in cui i Feanoriani vengono a conoscenza della cattura di Nelyo è tremendamente inquietante, devo ammettere di non essermi mai soffermata a pensarci più del necessario, e tu mi hai messo i brividi.
Quel che forse mi ha commossa più di ogni altra cosa, tuttavia, è la tua resa di Ambarussa... Quel suo "sopravvivere per due", il dolore che non lo abbandonerà mai, così come mai lo abbandonerà la presenza del gemello accanto a sé, dentro di sé. Almeno, è così che ho sempre percepito il tutto.
Penso sarebbe molto interessante approfondire l'introspezione psicologica di questo personaggio, penso che un giorno (quando sarò abbastanza autolesionista XD) scriverò qualcosa a riguardo.
Ho trovato dolcissimo anche l'accenno alla sposa di Makalaure... Una donna di cui non sappiamo nulla, e per la quale io, ad esempio, ho sempre immaginato un destino diverso, ma che tu, con pochissime, rapide pennellate, mi hai permesso di immaginare con grande chiarezza.
E ora ci hai lasciati con il sorgere di Vasa e Rana, nonché con l'arrivo dii Nolofinwe e i suoi (ah, quanto si stava meglio senza di loro! XD).
Sarà interessante vedere Kano e Nolofinwe a confronto, sono certa che, ancora una volta, sarai magistrale.
Ti faccio solo un paio di piccolissimi appunti odiosamente pedanti... Ti prego, non uccidermi! :-).
Personalmente penso sia meglio utilizzare la versione "Tyelperinquar", essendo "Telpe" una parola di origine Telerin, alla luce del massacro mi stona sempre un po' in bocca a un Feanoriano. Poi magari la tua è una scelta totalmente personale, e assolutamente consapevole, in tal caso non discuto!
Se ben ricordo, poi, nel Silmarillion la traduzione Quenya di Angband risulta essere "Angamando", non "Angamanda".
Non ricordo assolutamente se da qualche parte in HoME sia attestato diversamente, in tal caso ti prego di informarmi!
Perdonami, ma adoro il Quenya e, vedendo l'uso attento e scrupoloso che ne fai, riesco a diventare estremamente puntigliosa.
Temo di aver dimenticato i tre quarti delle cose che desideravo dirti in questa recensione, ma ti ripeto, ho la mente ancora decisamente scombussolata.
Grazie infinite per aver ripreso a scrivere: qualunque cosa tu abbia affrontato, ti auguro sinceramente di potertela lasciare alle spalle, e che questo nuovo anno possa essere decisamente più sereno.
Il tuo desiderio di riprendere a scrivere con slancio e costanza, poi, mi riempie di una gioia immensa.
Doppiamente grazie, dunque. A presto!
Un abbraccio,
Melianar (Recensione modificata il 04/01/2015 - 12:58 am) |