Recensioni per
Somnium
di Melian

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
23/04/18, ore 10:39
Cap. 1:

Recensione premio per il contest "Of monsters and men" Avevo adocchiato la storia di Alphonse un paio di mesi fa e mi ero ripromessa di iniziare a leggerla ma la vita mi ha trascinato nella sua folle danza e solo ora, con sommo ritardo, sono riuscita a introdurmi in questo mondo, iniziando da questa OS che mi ha attirato per la sua struttura inusuale, che mi ha conquistata, non solo per questa peculiarità ma per le atmosfere in generale che essa evoca. L'idea di raccontare due storie in parallelo è ambiziosa e richiede una grandissima abilità, che tu hai dimostrato egregiamente riuscendo a distinguerle e, nel contempo, a mantenerle legate. Personalmente, ho apprezzato maggiormente le parti di flusso di coscienza: più oniriche, confuse, evocative e incalzanti, in cui si viene trascinati in una realtà allucinata e confusa, eppure vivida nei suoi sprazzi più intensi e pregni di sensazioni. Anche la parte di Eveline è ugualmente ricca di sensazioni, percezioni e impressioni; ti piace molto creare immagini icastiche e cristallizzarle in un quadro: la fiammella della candela che rischiara la stanza, la ragazza sul balcone, le camelie sfregiate dal sangue...Sono tutti dettagli e immagini racchiusi come in una cornice, e questo mi piace tantissimo perché riesci a delineare perfettamente la scena con questi particolari pregni di significato, che si riallacciano alle atmosfere oniriche delle parti in prima persona. È una continua successione di quadri, dettagliati, precisi, chiari e vividi. Ammetto di non aver compreso appieno che cosa accada, soprattutto nell'ultima parte e, se non fosse per le tue note finali, non avrei mai pensato che a muoversi fosse Alphonse invaso dalla coscienza del Vampiro senza nome. Forse cercherei di rendere più chiaro questo punto senza ricorrere all'ausilio delle note. Ho apprezzato molto lasciare il mistero e la confusione fino alla fine, ma, il finale della storia, per quanto sia evocativo e l'apoteosi del pathos mi ha lasciata nel medesimo stato confusionale, non permettendomi di recepire il fate che il Vampiro agente fosse invaso dai ricordi di quello mummificato. Credo che questa sia l'unica pecca; il resto del racconto mi ha avviata e coinvolta nella sua fantasmagoria di immagini oniriche e inquietanti, unite a un excursus storico bellissimo che con poche pennellate è riuscito a racchiudere i tratti salienti delle epoche citate. Un bel lavoro, difficile, impegnativo, ma ben riuscito. Ayr

Recensore Master
04/04/18, ore 16:01
Cap. 1:

II posto e vincitrice del premio "Raccontami di un osgno" per la migliore ambientazione nel contest "La Melodia Segreta dei Sogni" indetta da E.Comper sul Forum



Grammatica e stile = 24/25 
Inizio come sempre riferendoti, qui, tutti gli eventuali errori grammaticali e/o sintattici riscontrati nel testo per passare solo successivamente a una valutazione più generale. 
*** 
… e le permetteva di buon grado di perdersi in quella (quelle) fantasticherie. (pag. 1) 
… quindi il libro e il segno che aveva lasciato ad (a) un angolo della pagina, a mo' di frettoloso segnalibro. (pag. 3) – Sono in pochi a conoscere questa regola e, purtroppo, non è raro trovare persone che utilizzino in modo errato la “d” eufonica. Questa forma grammaticale, infatti, andrebbe inserita SOLO di fronte a parole che inizino con la stessa vocale: quindi dire “ed eccomi” è corretto, mentre “ed allora” è considerata una forma errata. 
… per questo vale la pena continuare ad (a) esistere … (pag. 6) 
*** 
Iniziamo con la grammatica e la sintassi. 
Come avrai potuto vedere, gli errori riscontrati all’interno del testo sono veramente pochi e di scarsa considerazione, specialmente considerato che il primo è con ogni probabilità dovuto a un momento di distrazione piuttosto che ad altro. 
Direi quindi di passare allo stile con cui hai deciso di narrare questa storia e che, almeno personalmente, ho trovato davvero particolare. 
Hai deciso di utilizzare un tipo di narrazione alquanto complessa, in cui il frequente salto di prospettive e ti velocità narrativa è in grado di sorprendere il lettore e indurlo a proseguire con il racconto. 
Tra i frammenti dedicati a Eveline, la dolce umana che sogna di vedere il mondo, e quelli in cui invece i protagonisti sono i due vampiri vi è una netta contrapposizione stilistica che dimostra anche una notevole padronanza della lingua. Se infatti alcune parti presentano una prosa più ricca e delle descrizioni ben più dettagliate, altre invece si affidano all’utilizzo (peraltro impeccabile) di figure retoriche fortemente suggestive per rendere le emozioni dei personaggi. 
È uno stile insolito, apparentemente caotico ma con un suo perché alle spalle. Uno stile in grado di coinvolgere il lettore e spingerlo a proseguire, che alterna tratti più tranquilli a momenti (quelli in corsivo, per lo più) veramente molto frenetici. 
Devo ammettere che si tratta, senza ombra di dubbio, di un’opera stilistica non di scarsa importanza e che confesso avermi affascinata non poco. Inoltre presente una cura tale che il lavoro alle sue spalle è a dir poco palese, complimenti! 

Originalità = 18/20 
Passando all’originalità, devo ammettere che, sebbene purtroppo quello dei vampiri sia un tema decisamente frequente e ormai esplorato in ogni sua minima sfaccettatura, tu hai saputo reinterpretarlo in modo veramente particolare e originale. 
Il racconto presenta una trama semplice, dai tratti caotici e in cui l’elemento principale e che fa da colonna portante di tutto la storia è il senso di “follia” intrinseca di cui è fornito il testo. 
Si tratta senza ombra di dubbio di un’analisi differente di ciò che significa davvero essere un vampiro e l’esempio più lampante è dato dalla nostra mummia senza nome. Lui ha scelto un’esistenza forgiata sul sangue e sulla sofferenza e ora, per quanto desideri la fine, è costretto nelle spoglie di un corpo morto e putrescente. È un’ombra di ciò che significa veramente essere vivo, una reliquia del passato dimenticata dal tempo, un ammasso di carne informe e senza identità. 
Si tratta di una reinterpretazione del tema del vampiro veramente molto macabra e triste, ma allo stesso tempo incredibilmente realistica e suggestiva. Una scelta davvero molto azzardata, in quanto il minimo errore nel costruire il racconto avrebbe potuto distruggerne l’atmosfera, ma che personalmente considero a dir poco originale. 
Direi quindi che, sebbene forse il tema vampiresco sia un po’ un classico, hai saputo veramente prenderlo, cambiarlo e ricostruirlo in un modo unico e insostituibile che rende il tuo racconto veramente niente male! 

Caratterizzazione personaggi = 15/20 
Dare una valutazione a questo punto è stato veramente molto difficile. 
Presenti un racconto unico del suo genere, con uno stile impeccabile ed elementi indiscutibilmente originali ma che, purtroppo, per sua stessa natura non può andare a indagare eccessivamente nella mente dei suoi protagonisti. Infatti, probabilmente se ti fossi dilungata troppo nel descrivere le loro emozioni il racconto avrebbe perso gran parte della sua aura di caotica follia e quindi il suo fascino le avrebbe risentito immancabilmente. 
Eppure, purtroppo, devo dare un punteggio anche su questo punto e quindi eccomi qui a scrivere. 
Il personaggio che, probabilmente, hai saputo descrivere meglio è, almeno a mio parere, quello della nostra mummia senza nome. Innanzitutto, mi complimento per la scelta (spero volontaria) di non dargli un vero e proprio nome … come lui stesso ammette, infatti, ricorda a malapena chi fosse realmente. È un ricordo del passato e un’ombra di sé stesso, la mancanza di un nome che lo definisca per ciò che è rende la sua figura ancora più misteriosa e malinconica. 
Subito dopo vi è, senza ombra di dubbio, Eveline. Il suo carattere viene descritto specialmente all’inizio e ne possiamo dedurre che sia una giovane di famiglia nobile, il cui sogno è quello di abbandonare il mondo ristretto a cui appartiene per vedere il mondo. Forse, con lei si sarebbe potuto fare un piccolo lavoro di creatività per approfondirla particolarmente. Per esempio, descrivere le sue emozioni nel momento in cui Alphonse le azzanna il collo. Ripensando a un libro, “L’intervista col vampiro”, sarebbe stato veramente interessante creare una specie di “empatia” col suo carnefice facendole vedere per un istante, prima di morire, ciò che ha vissuto. E tramite questa esperienza vivere quelle terre che ha sempre sognato e che ora non potrà mai più vedere. 
Infine, Alphonse. 
Purtroppo, di lui non si sa moltissimo, se non che possiede una specie di legame con l’altro vampiro e che questo percepisce il mondo esterno anche grazie ai suoi occhi. Forse, qualche piccola descrizione su di lui non sarebbe stata male. 
Direi quindi che, visto che qualche aggiustamento si poteva tutto sommato inserire (senza stravolgere troppo il racconto), questo punteggio sia la soluzione più adatta. 
Comunque, è un buon risultato e non puoi che esserne fiera! 

Titolo = 7/10 
Confesso che, una volta giunta a questo punto della valutazione, non sapevo con esattezza cosa scrivere … almeno inizialmente. 
La scelta del latino per un titolo è una cosa abbastanza rara, in quanto solitamente si preferisce ricorrere all’italiano e all’inglese, tuttavia qui ci spenderei un paio di parole. Di per sé, “Somnium” è un bel titolo, perché rende molto l’aura di mistero che permea il racconto ed è in grado di attirare l’attenzione del lettore e incuriosirlo. È quel tipo di titolo che rimane impresso e che spinge a leggere una storia. 
Tuttavia, almeno personalmente, ritengo che l’elemento principale del racconto non fosse tanto il concetto di sogno quanto, forse, quello di follia. Forse citandola nel titolo avresti reso meglio il contenuto del testo. 
Inoltre, essendo la storia ambientata essenzialmente in Egitto e nel 1800 non capisco per quale motivo la decisione di scegliere una lingua simile. Che abbia un suo impatto è, come ho già detto, indiscusso ma oltre a questo chi si trova a leggere un racconto solitamente si aspetterebbe un’ambientazione che riprenda il tema del titolo. 
Comunque, il tuo fa il suo lavoro. 
A dispetto delle mie perplessità è incisivo, riassuntivo e soprattutto capace di attirare l’attenzione. 
Quindi direi che non è affatto male come scelta. 

Formato e grafica = 7/7 
Su questo punto non credo vi sia moltissimo da dire. 
Mi hai inviato un file curato veramente nei minimi dettagli, col titolo in grassetto e subito sotto un banner che francamente da quel je ne sais pas all’incipit della storia che mi ha fatta subito sorridere. Assieme ovviamente all’altra citazione presente subito sotto. 
L’utilizzo del corsi è ben pensato e la decisione di utilizzare i puntini tra parentesi quadre per cambiare ambientazione è un’ottima scelta. 
Visivamente, il tuo racconto è molto piacevole da leggere e penso quindi che il punteggio pieno sia perfettamente meritato! 

Utilizzo della citazione = 5/5 
“I sogni sono una breve pazzia, e la pazzia un lungo sogno” di Arthur Schoponhauer
 
Si tratta forse del punto della valutazione che mi ha lasciata maggiormente sorpresa ma, allo stesso tempo, soddisfatta. 
La citazione non è direttamente presente nel racconto ma, alla fin fine, poco importa perché l’intera atmosfera è ispirata alla frase da te scelta. La follia, intesa come un lungo sogno, è il cardine su cui si muove la narrazione e la protagonista assoluta, assieme al sogno, del racconto stesso. Tutta l’atmosfera della storia si concentra su questa citazione e ne prende visibilmente ispirazione, seguendola fino alla fine. 
Devo ammettere che il modo in cui hai deciso di integrarla nel testo mi è piaciuto parecchio e quindi, personalmente, penso che il punteggio pieno sia d’obbligo. 

Gradimento personale = 8/10 
Sebbene, almeno personalmente, avrei gradito una maggiore descrizione per quel che riguardava i personaggi, rimane comunque il fatto che la tua è senza ombra di dubbio un’opera di tutto rispetto. 
Vero, forse Alphonse è appena accennato e forse Eveline poteva essere approfondita meglio, tuttavia il tuo stile rappresenta comunque un vero e proprio capolavoro. 
Bastasse questo a giustificare un voto simile, forse risulterei fin troppo di manica larga. No … ad aver apprezzato maggiormente sono stati gli innumerevoli accenni alla cultura greca e a quella egizia, la prima delle quali figura in assoluto tra le mie preferite. Si tratta di piccole chicche che personalmente ho apprezzato molto. 
Penso quindi che come punteggio sia perfettamente meritato. 

Totale = 84/100

Recensore Master
04/10/17, ore 10:09
Cap. 1:

Recensione premio contest "L'amore è un piatto che va servito freddo"


Ciao, devo ammettere che inizialmente non avevo letto le note e non ero riuscita a capire molto bene il contesto, questo perché avendo copiato la storia su word per leggerla meglio, si era tolta la distinzione tra corsivo e non, rendendo il tutto davvero complicato!
Parlando della storia in sé, mi è piaciuta molto la distinzione da te fatta, aver voluto provare una cosa nuova.
Scrivere in due stili diversi è qualcosa di davvero complesso perché si rischia di mescolarli, far uscire il nostro vero stile e uniformare il tutto; nel tuo caso ho notato una struttura ben costruita, dove i vari piani si intersecano sena creare confusione, il nome dell' uomo posseduto (?) non è importante e la sorpresa finale crea un piacevole finale.

Secondo me se avessi reso le parti ancora più diverse graficamente sarebbe stato ancora più godibile, ma è solo un mio pensiero

a presto

milla4

Recensore Master
17/12/16, ore 18:19
Cap. 1:

Wow.

Prima di tutto ecco l'ultima delle rece premio ;)

Il genere vampiri fin da subito mi ha presa.

Davvero.

Sono un'appassionata. La storia non mi ha deluso, è una di quelle poche storie che riesce a farmi provare angoscia o quasi... Paura, poiché è davvero difficile! Complimenti!
Ho letto ciò dall'inizio alla fine non riuscendo a staccare gli occhi dallo schermo, mi ha quasi ipnotizzata.

L'unica cosa è sempre l'impaginazione che è una palla al piede, ma per una volta posso chiudere un occhio. Il banner è magnifico.

Bravissima.


Alla prossima.

The Malevolent Girl💖

Recensore Veterano
31/05/15, ore 13:02
Cap. 1:

Recensione premio
Eccomi per la seconda recensione che ti devo per il contest Bad Obsession. 
Mi avevi consigliato un'altra storia, in realtà, ma quando ho aperto la tua pagina, l'occhio mi è caduto su questa... e non ho resistito alla tentazione di leggerla. E non me ne pento.
Lo stile è strano, soprattutto quando è il vampiro a parlare. Le frasi sono brevi e concise, il lessico che sfiora spesso l'aulico... e tutto ciò dona un'atmosfera strana al racconto, che sembra un po' sospeso in un limbo, come d'altronde è il vampiro rinchiuso nel sarcofago. Inizialmente non capivo bene cosa avessero a che fare la ragazza e il vampiro nel sarcofago, anche perché, mi dicevo, come possono incontrarsi se lui è intrappolato lì dentro? E i miei dubbi si stavano sempre più infittendo quando hai parlato dell'uccisione del musicista nella taverna: come ha fatto a liberarsi? Non capivo, pensavo di essermi persa un passaggio fondamentale... e invece alla fine si è spiegato tutto: non era il vampiro nel sarcofago a parlare, non era lui davvero a bere il sangue, ma Alphonse, un altro vampiro. Ed è stato lui ad uccidere la ragazza, mentre l'altro non si è mosso minimamente dalla sua tomba. 
Ho trovato due aspetti di questa storia che mi hanno fatta un po' impaurire o, comunque, provare un senso di angoscia sottile. Il primo è stata una sensazione di claustrofobia, quando il vampiro descrive dove si trova. La sua coscienza che si risveglia anche se non dovrebbe, la sua sete terribile che lui non può assolutamente soddisfare se non tramite i pensieri di Alphonse. L'altro è il momento in cui la domestica sorprende la ragazza a leggere di notte: non so perché, ma l'idea di una mano che si intrufolava sotto le coperte della fanciulla mi ha fatta rabbrividire, e così l'immagine della candela che sempre più di consuma.
Mi è piaciuto moltissimo, davvero tanto, leggere questa fic: sembra incomprensibile, ma forse è proprio per questo che ti obbliga a seguirla fino alla fine, senza essere mai un po' lenta, senza annoiare. Mi ha ricordato un po' un film, "Only lovers left alive", che parla sempre di vampiri... e caso vuole che, mentre leggevo la tua fic, stessi ascoltando proprio la colonna sonora di quel film, cosa che mi ha fatta ancora più restare affascinata dalla tua shot.
Davvero complimenti, tanti tanti: secondo me il tuo esperimento è più che riuscito, sebbene sia un po' folle.
Alla prossima,
Aturiel

Recensore Master
10/05/15, ore 13:28
Cap. 1:

Ciao, buona domenica :) Eccomi qui con la recensione-premio! Visto che mi hai piacevolmente colpita col tuo racconto di vampiri al contest, ho deciso di leggere qualcosa con sempre loro protagonisti e non è stato difficile da trovare - ho visto che hai molte storie su di loro. Ho scelto una delle più recenti, attirata dall'introduzione su quel bacio-non-bacio. Anche questa lettura mi è piaciuta! La parte in cui hai sperimentato è un po' artificiosa, forse, ma per l'appunto hai voluto sperimentare, adattandoti ad uno stile più elaborato, "onirico", come hai ben detto, quindi ho apprezzato il tentativo di equilibrio poi col resto della storia, scritta in maniera diversa, più scorrevole e semplice - anche se, continuo a pensarlo, una minor aggettivazione per me lo renderebbe più pulito senza togliere l'evocatività delle immagini ^^
All'inizio ti devo confessare che ero disorientata e credo fosse proprio il tuo intento: le parti in corsivo sembravano le parti del libro che Eveline stava leggendo, solo andando più avanti si capisce invece cosa succede. La sovrapposizione di flashback e la chiosa finale mi sono piaciuti, hai portato la tua storia al suo epilogo amaro e tragico - ma anche poetico per usare parole di Alphonse - con destrezza, aprendo poi la via ad un'altra storia da esplorare. I personaggi si delineano poco, giusto un po' Eveline all'inizio, ma avendo conosciuto Alphonse nella tua altra storia  ho, come dire, "assemblato" alcuni pezzi mentre ne leggevo. Mi piace che le tue creature rispecchino la classica figura del vampiro, con la loro sete maledetta e la colpa che non affiora. Sono cacciatori, predatori, fanno quello per cui sono nati, c'è crudeltà in quello che fanno, ma anche bellezza.
Insomma, complimenti per la os :)
Primavere

Recensore Master
27/02/15, ore 20:49
Cap. 1:

VALUTAZIONE CONTEST "QUANTI PUNTI VUOI?"
Grammatica e stile:

Eveline, tuttavia, non aveva paura del sospiro della casa – un sommesso scricchiolio come di un uomo vecchio che raddrizza le vecchie ossa stanche – che le giungeva remoto, poiché, da quando suo padre aveva trovato quel romanzo sugli scaffali di una vecchia libreria nel centro storico, lei non riusciva a smettere di leggere.
Ti segnalo la ripetizione di “vecchio” o “vecchia”. Mi rendo conto che possano servire per enfatizzare, ma qui ne ho riscontrato un utilizzo “di troppo”.
Eppure, non troverebbero altro che un vecchio mausoleo polveroso e un sarcofago che non possono spostare.
Eliminerei la virgola dopo “eppure”, ma sulle virgole è sempre una questione più personale.

«Ne manca una! Hai barato, sporco bastardo!» urlò con la faccia congestionata dalla rabbia al suo avversario.
Non si comprende bene ci che segue il dialogo, rivedrei la frase (forse “urlò al suo avversario con la faccia congestionata dalla rabbia”). 

Per il resto non ci sono particolari errori. 
Apprezzo sempre un'autrice/autore in grado di “giocare” con lo stile, di piegarlo alle diverse necessità, di scegliere come adoperarlo e dove, quindi ho apprezzato i tentativi fatti in questa storia. Le parti in prima persona sono, effettivamente, un po' più ostiche, ma non penalizzano il tutto. Non è – in questo caso – questione di stile, quanto questione di contenuto... ma ne parlerò dopo.

Sviluppo della trama e dei personaggi:
La trama è in realtà piuttosto semplice, perché il vero punto di forza è il diverso stile adoperato per le diverse parti. In ogni caso una storia c'è, ma ci sono sopratutto dei personaggi. Eveline, cui ci si affeziona – la sua voglia di libertà, i suoi desideri, i suoi sogni – e di cui si scopre poi il destino; il vampiro sepolto nella cui mente fai entrare il lettore; Alphonse che compie materialmente le azioni da vampiro che si dispiegano lungo la storia. I personaggi sono ben caratterizzato, hanno punti chiaramente definiti ed altri volutamente oscuri e per questo appaiono in tutta la loro “realtà”. Quello che ti appunto, ma si tratta di una finezza, è che associare un contenuto potenzialmente confuso (il fatto che il vampiro sepolto “viva” attraverso i gesti e lo sguardo di Alphonse) ad uno stile volutamente confuso o, meglio, onirico, può essere un rischio.

Gradimento personale:
La tua storia mi è piaciuta, perché – ripeto – gradisco chi osa, chi sperimenta e tenta. Anche solo per questo meriti tutti i punti che ti attribuisco. Mi sono un po' persa, ad un certo punto. O, per meglio dire, mi sono chiesta se avrei mai capito. Alla fine si comprende tutto ciò che volevi raccontare e questo basta e avanza. L'unica perplessità resta quanto mi sarebbe apparsa più “ovvia” o meno “confusa” se avessi letto la storia associata? Beh, per ora non l'ho letta, ma mi sono goduta solo questa.
In conclusione reputo tu abbia fatto un buon lavoro con questa storia e io ho apprezzato. 

Recensore Veterano
17/01/15, ore 22:36
Cap. 1:

Seconda recensione premio: in arrivoooo! ;)

Come al solito, la prima trentina di parole che scriverei sarebbe "WOW", perché riesci sempre a scatenarmi dentro una valanga di emozioni: riuscire a raccontare le storie di tre personaggi non è certo facile, ma tu hai ottenuto un grandissimo risultato! Da una parte c'è la povera, innocente Eveline, nella quale mi ero immedesimata tantissimo (e dalla quale ho cercato spasmodicamente di "uscire" quando ho fiutato il suo destino... XD); dall'altra i due vampiri, raccontati entrambi dall'innominato attraverso la sua bruciante sete.
Immancabili i cenni storici che danno un'indubbia forza alle vicende che racconti: sei sempre in grado di donare nozioni in più ai lettori e di farli sentire come se potessero non solo impersonare i protagonisti, ma anche viaggiare nel tempo! *^*
Il tuo stile si conferma sempre perfetto: forte, profondo, limpido ed accattivante, stavolta anche più intenso per via del doppio registro che hai gestito abilmente. In una sola parola: irresistibile! :3
Ora muoio dalla voglia di scoprire qualcosa in più su Alphonse, per cui mi fionderò il prima possibile sulla long dedicata a lui; per l'ennesima volta ti faccio i miei complimenti, hai un talento semplicemente impressionante! *w*
Alla prossima! ;)
Bacioni,

Chloe <3

Recensore Master
17/01/15, ore 16:01
Cap. 1:

GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «CHILDREN OF THE NIGHT»
«SOMNIUM» DI MELIAN (.:MELIAN:.)
VINCITRICE DEL PREMIO «POST TENEBRAS LUX» PER LE MIGLIORI TINTE DARK

Nella penombra, sembrò un bacio: lo sconosciuto abbracciò Anthon con la foga spropositata di una belva e gli tappò la bocca con una mano, mentre il ragazzo si divincolava, trovando però un'inaspettata potenza a disilludere le sue speranze di fuga. Sembrò un bacio, ma in realtà fu un morso: la gola squarciata, il sangue che fluiva – poesia.

- Sviluppo della trama e dei personaggi
La storia è un vero e proprio tributo alla follia. Follia intesa in senso positivo, negativo, neutro; è tutto questo eppure non è nulla di tutto ciò, una narrazione che sembra cominciare in modo tranquillo e per nulla fuori dall'ordinario e che si rivela essere poi sconclusionato e primo di un vero e proprio pensiero e fondamento logico, così diverso dal modo in cui i fatti vengono narrati quando si parla di Eveline che, per un momento, persino il lettore resta spiazzato e non capisce con esattezza che cosa stia succedendo.
Si potrebbe credere che i frammenti che vengono posti tra un passaggio e l'altro siano la semplice lettura di una giovane ragazza letteralmente rapida dal proprio libro ma, mano a mano che si procede durante la lettura, si scopre invece che non è per niente così: si viene travolti da un fiume di pensieri, rincorrendoli il più rapidamente possibile per non restare in qualche modo indietro; ci si ritrova in un mondo dalle fredde membra e dalle sfaccettature tra il macabro e l'idilliaco, perdendosi letteralmente in essi come una goccia si perde nel mare.
I passaggi in corsivo corrono rapidi come un treno sulle rotaie, insinuandosi tortuosi su per la mente e diramandosi sconclusionati dinanzi agli occhi, come se chi stesse facendo quei pensieri non abbia la mente del tutto lucida e si ritrovi a sciorinare le prime cose che gli vengono in mente pur di non impazzire e rendere partecipi una seconda presenza che, in realtà, non è per niente con lui; passato e presente si mescolano in quei pensieri disarticolati, momenti che non dovrebbero aver luogo poiché avrebbe dovuto continuare il proprio riposo, eppure eccolo lì, che pensa, pensa e pensa, e il cervello - che dovrebbe essere stato strappato via o in putrefazione, ma questi son dettagli in più - macina senza sosta e sempre più in profondità, gettandosi nel baratro dei ricordi.
Poco a poco, attraverso quelle parole, si delinea un antico Egitto dal sapore del sole cocente, quell'Egitto di riti antichi e di olii profumati, di mummificazioni e faraoni, di sabbia calda sotto i piedi e fra le mani; ho apprezzato, ancora una volta, il particolare inerente all'alchimia che avevo già ritrovato in una tua vecchia storia, agli Dei Egizi e al richiamo di Prometeo - vedere la luce come nessun mortale l’ha mai vista, per rapirla dalle stelle lontane come se fossi Prometeo -, inserendo tanti e piccoli dettagli che, visti singolarmente, magari non hanno nemmeno senso per il modo in cui si diramano quei pensieri, ma che tutti insieme hanno la loro particolarità e fanno comprendere tutto ciò che si sta cercando di spiegare, rendendo tutto molto più sensato.
Non si può parlare di vera e propria caratterizzazione dei personaggi, almeno per quanto riguarda il narratore maschile. Si comprende, però, che la prima protagonista che appare, ovvero Eveline, è una giovane ragazza che fa parte di una nobile famiglia e che è stanca di vivere fra quelle quattro mura, ma che, non potendo viaggiare come desidera, si rifugia nei libri, che la portano in mondi fantastici e sempre più lontani; di Alphonse posso dire poco e niente, essendo presentato relativamente poco e facente per lo più parte di ben altra storia, però posso parlare del nostro folle narratore, che ha passato secoli e secoli in un sarcofago e che si è risvegliato solo quando ha sentito una nuova presenza sovrannaturale girare da quelle parti. Lo si vede come un qualcuno ormai perso nel proprio limbo, un corpo putrescente che riesce chissà come ad appigliarsi a pensieri che sono suoi solo in parte e che poi cominciano ad intersecarsi in quelli che fanno prettamente parte di Alphonse, pensando e pensando fino a far vorticare qualunque cosa. Un personaggio emblematico che non ha né nome né caratteristiche ben definite, ma che in qualche modo riesce a far parlare di sé e a farsi persino vagamente apprezzare.
Facciamo comunque un piccolo passo indietro e parliamo dell'intera narrazione del racconto.
Da un certo punto di vista, quando si narrava dell'Egitto mi è balzata subito alla mente “La regina dei dannati”, più per il modo in cui si susseguiva la narrazione e il luogo in cui sembravano voler convergere i pensieri che per veri e propri momenti descritti in quel determinato libro; è stata giusto una sensazione momentanea e non del tutto spiacevole, anzi, ha fatto sì che ne volessi sapere di più per vedere fin dove si sarebbero spinti quei pensieri, che corde avrebbero toccato e perché si fosse arrivati a quel punto dopo che il nostro narratore aveva “rubato il fuoco” dei Bevitori di Sangue.
Apprezzato anche quello che mi è parso essere un vago riferimento al cavallo di Troia, poiché delinea un modo di voler cercare di dare alla storia un determinato contesto e voler cercare, senza spingersi troppo oltre, di insinuarsi negli eventi, senza volerlo fare a forza per far sì che essi abbiano un loro senso in una determinata coerenza storica; ho apprezzato i richiami ad Atene, al cerchio della continuità della vita, alla stessa che si rigenera e si distrugge, creando un circolo vizioso ancora e ancora, sangue del sangue e carne della carne, venendo tutto inghiottito dalla terra stessa e dai pensieri sempre più disarticolati di questo vampiro; pensieri che prendono mano a mano forma, ritrovandosi poi a convergere verso quella conclusione che, in un modo tutto suo, riesce persino a risultare vagamente coerente.
L'utilizzo della musica come strumento di richiamo è stato altrettanto apprezzato, dava un'atmosfera simile, per l'appunto, a quella del pifferaio magico e, in un certo qual senso, rendeva il tutto ancora più macabro e con uno strano retrogusto ottocentesco, non dato solo dal periodo in cui si svolge la storia ma anche da tanti piccoli particolari che vengono disseminati durante il corso del racconto: la voglia di Eveline di viaggiare e di non vedersi omologata in quella che potrebbe essere una società un po' stretta, il profumo della cera sciolta di una candela, l'odore di libri vecchi e polverosi e gli schiamazzi nelle bettole, il tutto unito anche all'ottima narrazione.
Nonostante i bei paesaggi, con tanto di ottime premesse, ammetto che un po' mi è mancato vederti delineare fino in fondo la figura del vampiro, sapendo quanto tali creature rientrino in parecchie tue storie e come tu stessa riesca a sviscerarle in ogni possibile sfaccettatura; ci ho purtroppo visto poco dei vampiri a cui mi hai preparata di solito, per quanto le scene fossero suggestive e facessero comprendere tutto il possibile ed immaginabile di questa creatura dai pensieri tormentati e disarticolati.

- Stile, sintassi & grammatica
Il modo in cui vengono descritte determinate scene mi è piaciuto. Alcune sembra davvero di vederle dinanzi agli occhi e di sentire il calore del sole d'Egitto sulla pelle, e ormai si sa che ho un debole per quelle storie che riescono a comunicare un certo tipo di sensazioni anche solo attraverso il giusto uso delle parole.
Ammetto che al principio non ho molto apprezzato questo altalenarsi della narrazione, e non perché non fosse in qualche modo bella; giacché mi piacciono gli stili narrativi molto più puliti e non prediligo quelli sconclusionati, all'inizio ho storto un pochino il naso ma, leggendo nelle note che era per l'appunto una cosa voluta per far sì che quei pensieri partissero semplicemente come un risvegliarsi di coscienza - e quindi non devono per forza avere un senso -, non potevo penalizzarti per questo.
Qui di seguito, però, ci sono un paio di piccoli accorgimenti che credo possano rendere la storia un pochino più fluida di quanto già non sia:

La fiamma aranciata → Non è un errore, ma in una storia di questo tipo trovo che l'espressione “fiamam aranciata” stoni non poco; magari si potrebbe sostituire con un molto più sobrio “fiamma arancione” o “aranciastra”. Non suona armonioso come forse volevi intenderlo, ma è decisamente più leggibile nel contesto
Il libro spiegato → “Spiegato” non lo trovo un aggettivo molto accostabile ad un libro - probabile chiaro gusto personale, ma sono convinta che le parole abbiano un bel suono solo in determinati contesti e che debbano dunque suonare bene -, lo cambierei con un semplice “aperto”
quella fantasticherie → quelle fantasticherie
voglio schermarmi dai tumulti del mondo e dalle voci umane che mi raggiungono con troppa insistenza perché la Bestia non ne sia pungolata e attratta → voglio schermarmi dai tumulti del mondo e dalle voci umane che mi raggiungono con troppa insistenza, perché la Bestia non ne sia pungolata e attratta
ricordo con insolita vividezza ogni notte che ho vissuto come un predatore → ricordo, con insolita vividezza, ogni notte che ho vissuto come un predatore
Ci rende i testimoni perfetti di una storia che si ripete e dove gli uomini compiono sempre le stesse azioni e i medesimi errori senza imparare nulla → Ci rende i testimoni perfetti di una storia che si ripete, dove gli uomini compiono sempre le stesse azioni e i medesimi errori senza imparare nulla
Ma che sia dono o logorio, essa ci accompagna sempre → Ma, che sia dono o logorio, essa ci accompagna sempre
urlò con la faccia congestionata dalla rabbia al suo avversario → urlò al suo avversario, con la faccia congestionata dalla rabbia
stretto in un cappotto dai bottoni preziosi; portava un cappello calato sugli occhi → stretto in un cappotto dai bottoni preziosi, portava un cappello calato sugli occhi
Un volto assorto, dove il sangue umano fluisce inconfondibile sottopelle rendendo i lineamenti → Un volto assorto, dove il sangue umano fluisce inconfondibile sottopelle, rendendo i lineamenti

- Parere personale
Ciò che ho particolarmente amato, oltre la buona dose di follia presente fra le righe, è il modo in cui sei riuscita a giostrare il tutto, per quanto abbia espresso un po' di perplessità per l'alternarsi della narrazione.
La storia presentava in sé ottimi spunti e un qualcosa di fresco e nuovo, qualcosa che cercava di apparire rivoluzionario senza però strafare troppo, e direi che, da un certo punto di vista, ci è persino riuscita; per quanto alcune cose sapessero di già visto - vuoi perché influenzata da questo e da quello, vuoi perché magari si voleva fare una sorta di tributo nascosto -, il modo in cui l'hai inserite nel racconto funzionavano da sole e davano una perfetta impressione di sé, creando un mix perfetto che prendeva pian piano forma davanti agli occhi.
Hai saputo creare delle belle atmosfere, a volte persino un po' cupe, anche se hai dato predominanza alla narrazione sconclusionata dei pensieri del vampiro, cosa che, pur lasciando vagamente spaesati, ha un suo perché durante tutto il racconto e non può dunque non catturare in qualsiasi modo l'attenzione. C'erano quelle vaghe tinte dark che emergevano quando narrava del passato e di come si approcciasse alla mente di quel vampiro di nome Alphonse, ricreando una scena nella scena che, se vista separatamente, non avrebbe avuto lo stesso effetto che si è avuto invece grazie alla conclusione stessa, con la morte della povera Eveline, vittima ignara il cui solo peccato era quello d'esser sognatrice e ingenua.

Recensore Master
12/01/15, ore 15:08
Cap. 1:

HOLA! ^_^

Sono passata a leggere la tua storia perché partecipiamo allo stesso Contest (Children of the Night) e anche perché, lo ammetto, il titolo della storia stessa mi ha attratto.
Io sono malata per i titoli e quando ne vedo uno che ispira devo assolutamente leggere la storia in questione! ^^

Ti dirò... sulle prime non ci ho capito molto... perdono! XD
Pensavo che la parte in prima persona fosse il libro che Eveline stava leggendo (complici anche i [...] che mi facevano pensare che saltasse qualche pagina), poi, procedendo con la storia, mi sono accorta che non era affatto così! Non era un libro, ma erano i pensieri di qualcuno che soffriva in una prigione dalla quale non poteva liberarsi.

Sono rimasta molto affascinata da questa cosa, perché mi hai davvero ingannata e anche un po' confusa! XD
I rapidi cambi di argomento e il ritmo incalzate delle frasi mi hanno ricordato i miei pensieri (sì, sono malata, lascia stare! ^^'') quando scorrono l'uno in fila all'altro, oppure i ricordi, rievocati da un odore, da un suono, da un movimento. Se era questa la sensazione che volevi lasciare, tranquilla che ci sei riuscita, o almeno, con me è successo così! ^^

Dopo aver letto questa storia sui Vampiri inizio a pentirmi di non aver ancora letto nient'altro di tuo! >.<

Prometto che una volta conclusa la sessione invernale degli esami e conclusi i Contest che ho in corso, provvederò a leggere assolutamente qualcosa di tuo: hai uno stile fantastico, che cambia repentinamente e che mi ricorda i vecchi classici che mi facevano leggere a scuola. Una cosa molto! *Q*

Dovrei aggiungere ancora delle cose, ma termino qui, che mi sta andando il cervello in palla! XD
Magari più tardi riprenderò in mano la Recensione e apporterò le dovute modifiche...
Per ora, complimenti per la bella storia! ^^
A presto,
ByeBye

ManuFury! ^_^