Ciao^^
quest'ultimo capitolo mi ricorda un po' "Le porte della percezione", di Huxley. Interessante la considerazione sulla realtà e su quale sia veramente, se quella ottenuta tramite gli allucinogeni o quella concreta di tutti i giorni. La protagonista parla della paura di quando ha affrontato il viaggio per la prima volta, ma il lettore percepisce anche la fascinazione profonda, il desiderio per un mondo inesplorato e misterioso.
Alla fine è la realtà stessa che confonde elementi immaginifici e concreti. La nostra, eroinomane e spacciatrice, condivide l'appartamento con i personaggi di Alice nel paese delle meraviglie. Realtà? Delirio? O forse una realtà "altra", dove le due condizioni coesistono. La tua storia apre importanti interrogativi su cosa sia effettivamente la realtà. Su quale sia, in ultima analisi.
Molto bello anche il particolare del puntino rosso per separare i vari pezzi, una vera finezza!
Complimenti, ho letto questa storia davvero volentieri. Alla prossima!^^

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Ciao carissima^^
molto angosciante questo "viaggio" da funghi allucinogeni. Sentii il racconto di un mio amico che li ha provati e più o meno gli capitarono le stesse cose.
Più che altro mi è piaciuto il fatto che alla fine Cheshire non fosse più in grado di distinguere la realtà dalle allucinazioni e sentisse delle presenze che la "tiravano dentro" al mondo allucinatorio.
Tutto molto inquietante, anche e soprattutto perché costantemente mediato dalla presenza della telecamera, che da una parte empatizza e dall'altra è un mero strumento.
Gli amici sono preoccupati ma impotenti, il viaggio va avanti secondo le sue modalità e si può solo aspettare che passi.
Molto bello e molto ben reso, complimenti!^^

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Ciao^^
perché questa interessantissima storia non ha recensioni? Provvedo io!
Mi ha colpito molto la tua scelta di abbinare le vicende alla presenza costante della telecamera, non solo è presente nelle scene, ma costantemente anche nella mente e nelle azioni dei personaggi, tanto che la vicenda non sembra tale, se non viene in qualche modo documentata. Un richiamo all'odierna cultura dell'imagine, forse, o alla necessità ossessiva di lasciare segno di sè, di creare un documento delle proprie esperienze che sia fruibile da altri. Ma questo cambia le esperienze stesse, che costantemente sono mediate dalla presenza dello strumento che le rende condivisibili. Qundi, in ultima analisi, qual è la realtà, quella che si vive o quella che si registra in qualche modo e successivamente si condivide? Un quesito molto interessante.
Ho apprezzato anche le descrizioni, le hai rese molto vivide e immediate, sembrano provenire direttamente dai cervelli dei protagonisti.
Ora sono molto curioso di vedere che effetto avrà il primo fungo allucinogeno. Intanto bravissima!

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