Quinta classificata al contest "Game of Judges: La Chiamata alle Armi"!
Stile, lessico e grammatica: 10,5/12
Il tuo stile è un concentrato di angst allo stato puro, con le tue ripetizioni ad effetto e i periodi lunghi e ridondanti, innegabilmente perfetto per questo tipo di storia.
Anche la punteggiatura è generalmente ottima, ma in alcuni punti hai più volte mancato una delle due virgole che racchiudono quelle che dovrebbero essere delle incidentali:
“al solo pensiero di vedere vuoto il posto che, ormai da quasi dieci anni, occupava(,) si sentiva perso” – qui andrebbe inserita una virgola dopo “occupava”
“Il figlio di Poseidone spalancò gli occhi, incredulo(,)e il cuore perse un battito ” – hai mancato una virgola dopo “incredulo”
“Una volta tornato a casa(,) Annabeth, notando la sua confusione” – ancora una volta, andrebbe inserita una virgola dopo “casa”
Ho poi notato alcune sviste e qualche errore di battitura, che sono costretto –sì, costretto, ti dico! – a riportare:
“Nico intanto, fra e sue braccia, era scoppiato in un pianto silenzioso” – temo che tu abbia mancato una “l”
“anche se non aveva ancora capito bene che cosa esttamente, sapeva che non le sarebbe piaciuto.” - qui manca una “e” in “esattamente”
“però voleva che lui si fidasse di lei e gli confidasse tutte le sue preoccupazioni” – riferito ad Annabeth, il pronome “gli”, che si usa esclusivamente per il maschile, è un erroraccio; sono consapevole che sia assolutamente un errore di distrazione, ma purtroppo non posso dargli lo stesso peso degli altri.
“Leo li seguì a ruota seguito poi da Hazel e Frank.” – ripetizione del verbo “seguire”.
“A quella vista non potè più mentire a se stesso” – quasi mi vergogna ad annotare una sottigliezza del genere, ma il passato remoto di “potere” va scritto con l’accento acuto
“strinse a sua volta i fianchi di Percy e si lasiò andare.” – qui invece manca una “c” in “lasciò”
Utilizzo del pacchetto (prompt: 1/3; obbligo: 5/5; limitazione: 5/5) + 1
L’obbligo e la limitazione sono usati in maniera eccellente: entrambi sono ben sviluppati ed hanno la giusta influenza nella trama. Nello specifico, ho apprezzato il modo dettagliato in cui hai costruito il sequel de “Gli Eroi dell’Olimpo” dove, citando le tue parole, i semidei hanno –quasi tutti- trovato il proprio “happy ending” e si riuniscono annualmente per una rimpatriata.
Per quanto riguarda invece la morte di un personaggio (vivo in canon), essa non è presente fin da subito, ma l’intera storia sembra convergere inesorabilmente verso di lei. Si potrebbe quasi dire che la morte era nell’aria sin dai primi righi, insomma.
D’altro canto, temo che il prompt non sia stato utilizzato con la stessa mirabile efficacia: la tanatofobia di Nico ha un’importanza secondaria all’intero della storia, giacché è presente solamente nel momento in cui il figlio di Ade sta per decedere e in una breve citazione precedente.
Gradimento personale: 4/6
Come ho già scritto all’inizio, questa storia è un distillato di angst e, nonostante io non sia un estimatore di questo genere, non ho potuto non apprezzare l’abilità con cui hai dato spessore e forza alle scene drammatiche.
Mi è piaciuto molto anche il fatto che l’ultima cosa che Nico abbia visto prima di spirare fosse il verde-mare degli occhi di Percy!
Devo ammettere però che due un elemento fondamentale della tua storia non mi ha convinto molto: il modo in cui Nico muore. Trovo inverosimile infatti che nessuno si sia sincerato della sua salute, nonostante tutti i suoi amici non siano spesso in contatto; soprattutto, Hazel non lo avrebbe abbandonato alla sua solitudine in una casa sperduta tra i monti, ma l’avrebbe contattato ogni giorno, via telefono o messaggio-Iride, e sarebbe andato a trovarlo spesso, magari viaggiando nell’ombra. Considerando poi che Nico avesse così tanta paura di morire, è ancora più facile pensare che lui stesso avesse chiesto aiuto a qualcuno per curare la propria malattia.
Neanche in fatto che sia morto da solo, a parer mio, è molto plausibile: i figli di Ade (o Plutone) percepiscono quando qualcuno si avvicina alla morte, quindi sua sorella sarebbe accorsa da lui immediatamente, sempre sfruttando il rapido viaggio nell’ombra, se non altro per assisterlo nei suoi ultimi attimi.
Confesso (a malincuore, shippando io la Pernico), inoltre, che anche l’improvviso amore indomabile di Percy per Nico mi sembra un po’ strano. Insomma, posso capire la sindrome della crocerossina che potrebbe essere scattata vedendolo morente, ma un sentimento così intenso, nato di punto in bianco, mi sembra troppo forzato, ecco.
In ogni caso, comunque, ho apprezzato veramente molto la tua storia, nonostante questa dose massiccia di feels sia stata un duro colpo per il mio povero cuoricino.
Totale: 27/32
Ancora complimenti!
Un caldo abbraccio,
Encha. |