Ho letto questa poesia due volte per capirla, perché di primo impatto risulta un po' criptica. Ma alla fine finalmente ce l'ho fatta! ;)
E ti dirò che é molto bella.
A partire dall'immagine del tempo immobile: é come se ci fosse uno spazio indipendente dal tempo nel quale esistono le proiezioni dei nostri sogni, ma dal quale alla fine dobbiamo distaccarci. Non é reale, quindi svanisce in fretta.
É la dura realtà della vita (in una visione pessimistica).
Questa poesia mi ricorda una musica di Rachmaninov (perdonami, non mi ricordo quale, devo riguardare i titoli delle tracce del mio cd): una musica che all'inizio è una marcia travolgente e terribile. Solo nel mezzo, c'é un momento di sognante tranquillità... ma alla fine ritorna sempre quella dannata marcia, simbolo del ritmo di una vita frenetica, piena di doveri e che non lascia spazio per la riflessione o il sogno.
Bravo Alex!
A presto
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