Con il suo linguaggio molto diretto e realista, questo componimento che hai scritto mostra un protagonista molto addolorato ma consapevole che, andandosene (qualunque sia l'etimologia dell'addio, anche se intuibile), riuscirà a trovare quella pace che la vita mai gli ha donato, in quanto come scrivi tu, non c'è musa emotiva per lui.
La vita è una sorta di paradiso infernale che regala illusioni e false aspettative e si dona tutta la propria essenza aspettandosi sempre il buono, si rischia di dire addio al mondo troppo presto perché il dolore da affrontare è troppo grande per essere combattuto e risolto.
I versi sono semplici ma costruiscono in maniera coerente un percorso, una storia che il protagonista ha vissuto per un numero inspecificato di anni (l'importanza è comunque relativa) e ha ottenuto solo il peggio, portandolo ad abbandonare la parte più razionale e sana di un cervello che è ormai fuso, andato.
Anche questo fa parte della vita di alcune persone, è una facciata di una medaglia che deve essere presente per questione di praticità e realismo... si spera sempre che ci sia qualcuno disposte ad andare oltre le convinzioni e far ragionare ma ad una certa è una scelta che deve avere motivazioni solide e non c'è nè moralismo e nè religione che le debba condannare.
In ogni caso, il lavoro è buono e mi è piaciuto.
Ti saluto e alla prossima!