Ciao Aila, da quanto tempo! :)
Sono veramente contenta di poter leggere il secondo capitolo di questa storia, mi piace da impazzire. La narrazione evoca davvero un senso di inquietudine, di mistero e pacatezza. Insomma, il testo stesso è il protagonista, Sasori.
La semplicità del tutto, la tranquillità con cui inizia a scoprirsi la vita del marionettista che altro non è che un ragazzo amante dell'arte il cui unico desiderio consiste nel poter morire tra le braccia delle sue opere. le sue opere immortali ed eterne. Le opere che vorrebbe rendere famose per osservare lo stupore delle persone, l'apprezzamento dei critici, la devozione e l'invidia degli altri mediocri artisti. Le opere che vuole tenere nascoste per una gelosia giustificata, per proteggerle dall'usura e dal tempo.
Una vita normale, un semplice ragazzo impegnato a realizzare un sogno dopo aver lavorato, immerso nei libri, preoccupato per rette o bollette. Un artista che emerge nella sua solitudine.
Le bambole inanimate ai loro occhi, vive nei suoi, miti.
Niente è impenetrabile come il mondo di un artista, no?
Devo dire che non avrei mai associato Sasori a "Bohemian Rhapsody", però devo dire che l'insieme per me può funzionare. Pensando a quell'ultima canzone mi viene da pensare ai complessi, hai problemi e ai traumi che lo hanno colpito durante la sua vita, nel momento della morte, sia della prima che nella seconda.
Mi hai dato una nuova ispirazione, un motivo in più per studiare il marionettista e una nuova chiave di lettura per svelare tutti i segreti della sua personalità.
Grazie per questi spunti e per questo secondo capitolo!
Un abbraccio,
Cherry |