Recensioni per
Rouge
di aturiel

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
02/03/17, ore 10:51
Cap. 1:

Ciao, eccomi per la terza e penultima recensione premio per il secondo posto al contest "Secondario a chi?".

Ancora una volta il tuo stile di scrittura non mi ha deluso per niente (ma penso che dirtelo nuovamente dopo 1 valutazione contest e 2 recensioni, sia un po' ripetitivo XD). Mi piace davvero un sacco come riesci a tenere ben incollata l'attenzione del lettore, a non essere pesante e noiosa nonostante le introspezioni e nonostante sia un testa praticamente privo di dialoghi. Ci vuole capacità. Una cosa che mi è piaciuta un sacco è la sensazione di confusione alla fine... il ripetere così tante volte "rosso" fa salire la stessa angoscia che probabilmente prova Alain in quel momento. Non solo dai l'idea che il rosso sia ovunque, ma riesci a renderlo soffoccante. Inoltre è bello che proprio quel rosso che ha amato per tutta la durata della OS alla fine diventi il suo tormento, tanto da spingerlo a buttarsi fuori dalla finestra. Una cosa che non mi è molto chiara (anche se a una riflessione post lettura un po' riesco a capirlo) è: Melanie è morta o no? Dici che la vede con i polsi tagliati, la testa rasata, ma lì per lì non è chiaro se si sia uccisa o sia solo autolesionismo che poi lascia le cicatrici come a volte succede.
Ancora un altro punto a favore e che mi è piaciuto è l'umanità di Alain. Vede Melanie in piena difficoltà, prima vittima di stupro poi nel tentato suicidio e pieno della sua umanità non si fa cogliere dall'eroismo tipico dei racconti, ma si spaventa tanto da scappare. E' brutto da dire, eppure è più realistica una fuga e un cercare di dimenticare che un atto eroico di salvataggio. Mi ha reso Alain più vero e perciò i suoi sentimenti più profondi e palpabili.
Un'altra cosa che invece non mi è stata molto chiara sono gli inframezzi con quelle frasi in grassetto: non riesco ben a capire come si collegano al resto della storia. Sono suggestivi, aggiungono fascino e sentimento, un pizzico di malinconia, ma non riesco a dar loro un posto all'interno della trama (problema mio, forse xD mi dispiace).
Nel complesso (ancora una volta) trovo che tu abbia fatto un lavoro a dir poco eccellente. Brava e complimenti ancora.

Ray

Recensore Master
18/10/15, ore 15:01
Cap. 1:

Ciao ^^
Recension premio

Dunque non ho capito cosa intendessi per particolare finchè non sono arrivata a oltre metà storia.
Come hai detto nelle note cominci in modo piuttosto trnquilla (sia stile che trama sono lineari)... ma poi man mano qualcosa cambia... anche le repetizioni nel mezzo dei paragrafi si fanno più dure e insistenti... mmm... devo dire che la storia mi è piaciuta. E' originale e devo dire che il protagonista è molto strano... alla fine compie un atto che neanche lui vuole compiere, si imazzisce del tutto, ma in quealche modo ci sta. Il personaggio di Melaine mi è piaiciuto da morire, la descrizione e i rosso che torna ovunque e si ricollega a lei, l'ho traovato una bella trovata che scandisce la storia in modo davvero poetico e interessante ^^. Alla fine penso si possa interpretare in vari modo, o no, la storia? Credo che lei sia stata vittima di violenza (o comunque non era del tutto convinta della cosa) e lui, beh, semplicemente un po' inetto in tutto. Perfetto, ma dannatamente imperfetto.
Ho trovato al storia molto corretta e curata e seppur è scritta di getto, è uscito fuori una cosa davvero interessante.
Brava.

Recensore Master
06/10/15, ore 21:48
Cap. 1:

Quinta classificata al contest “Quasi inedite – III edizione”: Rouge, aturiel
 
Grammatica e stile: 12,8/15.
“...contro il suo fidanzato Briac che, come al solito, aveva deciso di tradirla...”
Qui, secondo me, potresti trasformarlo in “sempre come al solito”, perché la frase precedente è costruita proprio su quest’espressione e così, senza rimarcarla, rischi di farla passare per una vera ripetizione non voluta. (-0,25)
“...giusto per sfogare un po' la leggerezza eccessiva che gli pesava nel cuore.”
Sono un po’ confusa da quest’espressione. È così antonimica che probabilmente è scelta di proposito, ma non mi convince. Forse potresti spiegare perché la leggerezza per Alain è così pesante (se lo fai dopo, non so, perché abbozzo le note mentre leggo, però te lo dico ugualmente perché a questo punto della lettura, così, è abbastanza disorientante). (-0,25)
Lo senti l'odore della paura che ha invaso i tuoi occhi?”
Se si parla di odore, come può invadere gli occhi? E, inoltre, se la domanda è “lo senti?” forse è meglio parlare di narici, o al limite di orecchie. Anche qui, come ti ho già detto in un altro appunto, prendo in considerazione il fatto che possa essere un’espressione voluta, ma non mi convince. (-0,25)
“...il rosso delle sue guancie...”
C’è una “i” di troppo. (-0,1)
“...l'unico colore che si vedeva era il rosso...”
Come ti dicevo anche prima parlando di ripetizioni volute, potresti dire “era ancora il rosso” o qualcosa del genere, perché c’è già una bella dose di rosso nelle frasi prima e in questo modo è come se fosse ripetuto quasi per sbaglio. (-0,25)
“...il rosso delle sue guancie...”
Anche qui c’è una “i” di troppo. A questo punto, probabilmente, non è un errore di battitura, e pensi che si scriva così. Mi hai fatto venire un dubbio enorme e, per scrupolo, ho controllato sulla Crusca: confermo che si scrive “guance”. (-0,1)
Ho ancora un paio di piccoli appunto da farti. Il primo non è niente di grave, ma l’ho notato più volte nel testo, anche se non sempre: tendi a variare poco la punteggiatura. Ci sono delle frasi in cui starebbe meglio magari un punto e virgola, o magari gli incisi con i trattini (però vedi tu, perché io li uso spessissimo ma mi rendo conto che non tutti ne facciano un uso abbondante). Ti faccio un esempio:
La vita non è fatta di soli piaceri, pensava, non si può fare sempre ciò che si vuole, sarebbe qualcosa di innaturale.”
Al posto dell’ultima virgola mi piacerebbe qualsiasi segno di punteggiatura, tranne la virgola. Non è sbagliata, ma mi sembra sia necessario un ritmo diverso. Il punto e virgola o i due punti dipendono dal tono che vuoi dare alla frase, è un caso abbastanza indefinito, a mio parere, in cui andrebbero bene entrambi. (-0,5)
Anche il secondo non è niente di grave, effettivamente, e non so perché l’abbia messa in questi termini prima. Dunque, c’è una sovrabbondanza di termini come “quel”, “qualche” e simili. Anche qui ti porto un esempio:
“Solitamente non si recava mai in quel luogo perché in qualche modo lo spaventava, però quel giorno si sentiva abbastanza allegro da affrontare qualsiasi cosa, anche una fattoria abbandonata.”
Anche qui chiaramente, come per la punteggiatura, non è una cosa diffusissima in tutto il testo, però ci sono frasi in cui si nota parecchio e mi sembra giusto fartelo notare, perché è un piccolo neo che intacca il fascino della storia e la bontà dello stile. (-0,5)
Però, in generale, lo stile è appunto molto buono (a tal proposito, ricordo il tuo piazzamento sfortunato al mio ultimo contest, felice di constatare che quello sia stato solamente uno scivolone momentaneo, come pensavo) e la storia scorre spaventosamente bene; infatti, sono arrivata alla fine senza nemmeno accorgermi, soprattutto contando il fatto che in questi giorni la mia lettura è davvero lenta. Credo sia un indice di scorrevolezza davvero non indifferente, per cui ti faccio i complimenti.
Anche gli intermezzi in corsivo, queste domande retoriche, sono davvero particolari. Inizialmente non si capisce cosa vogliano dire, ma man mano che il paragrafo procede lasciano quasi un senso di premonizione e mi è piaciuta molto come caratteristica.
 
Caratterizzazione scena e/o personaggi: 9/10.
Leggendo questa storia, non ho potuto evitare di pensare a libri letti in passato che avevano come protagonisti dei bambini o dei ragazzini. Nello specifico mi riferisco a Io non ho paura (che secondo me richiama la tua storia anche per via delle campagne e del paesaggio rurale, che mi ha proprio ricordato questo romanzo) e in parte a Ragazzo da parete, sebbene il protagonista in quel libro sia più maturo, e Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – quest’ultimo però prendilo con le pinze, perché non è mia intenzione accomunare il tuo protagonista a quello, visto che tu non specifichi eventuali problemi di Alain. Mi sono venuti in mente questi tre, e ho pensato di dirtelo perché di solito quando si scrive di bambini è molto importante mantenere un’atmosfera adatta, un tipo di racconto adatto, e quindi una caratterizzazione del personaggio adatta. Ad esempio, Martin fa schifo a parlare di bambini, visto che i capitoli di Bran Stark sono quasi più pesanti di quelli di sua madre, il che è tutto dire. Quindi è un merito che ti va assolutamente, perché non è da tutti e tu sei stata molto brava.
Anche il personaggio è ben caratterizzato nel suo complesso, non solo per via della narrazione. Come tu giustamente hai accennato nelle note, l’inizio è molto calmo perché Alain ha tutto sotto controllo, mentre procedendo con la lettura il ritmo incalzante è un’ottima trasposizione della perdita delle redini del ragazzino. Il protagonista è quindi trascinato in questo vortice di rosso insieme a lui e c’è un po’ di pace solamente negli intermezzi in corsivo – sebbene siano a loro modo inquietanti e disorientanti.
Un’unica cosa mi ha lasciata un po’ stranita: la situazione precipita – scusami il pessimo gioco di parole, non è mia intenzione alludere al finale – in modo troppo brusco. Tra Alain che cerca di ricomporsi e Alain che vede Melaine tagliarsi i capelli, c’è un brusco crollo. Forse era tua intenzione fare proprio così, ma non posso che pensare che la storia sia stata in un certo senso troncata. Forse avevi poco spazio, forse non sapevi come addolcire la caduta verso la “perdizione”, ma ho trovato che mancasse un pezzo ed è stata una sensazione disorientante, piuttosto spiacevole. Se riuscissi ad accompagnare il lettore verso quel punto in modo un po’ più lineare rispetto al resto della storia, allora sarebbe tutto quanto davvero perfetto.
 
Gradimento personale: 4,5/5.
L’unico inceppo che ho trovato è quello della troppa velocità, che ho già ampiamente discusso prima. Per cui, oltre al fatto che non ha senso infierire, evito di parlartene perché non è la cosa più importante di questa storia – non a livello soggettivo – sebbene non abbia potuto fare a meno di notarla, com’è ovvio che sia, altrimenti non te ne avrei parlato nemmeno prima.
Di solito non amo le storie serie che parlano di bambini o ragazzini (sebbene anch’io abbia scritto qualcosa in merito, ma è stato tanto tempo fa), però Rouge mi è piaciuta moltissimo. La cura con cui è stata scritta mi ha davvero ipnotizzata e catturata, perché a mio giudizio è molto raro trovare un autore che centellini le parole come ho notato che hai fatto tu. Quindi, non solo per una questione stilistica, ma anche per la delicatezza – eppure la spietatezza – con cui hai esposto qualsiasi concetto, coi piedi di piombo perché con la consapevolezza di star toccando corde molto delicate.
La vicenda in sé non si può dire “bella”, non nel senso canonico del termine, visto che è una storia di disagio e tristezza davvero disarmante (il mio cuore si è spezzato alla scena del pennarello), ma ho davvero ammirato come hai deciso di scriverla, come ti sei relazionata alla vicenda. È davvero un’ottima storia e non c’è niente che possa dire a riguardo. Mi è piaciuta moltissimo.
 
Eventuale bonus per le recensioni: 0,6/1.
 
Totale: 26,9/31.

Recensore Master
14/09/15, ore 11:38
Cap. 1:

[Recensione premio 1 di 1 per Tempo di Tag! Third Edition Contest]

Vergognandomi profondamente per i tempi eterni per questa recensione, passo a lasciare il mio pensiero.
Le tue originali mi sconvolgono sempre, perché sono originali e da brividi per il turbinio di emozioni che trasmettono.
La storia non è lunghissima (anzi, peccato che sia terminata qua perché c'era davvero molto altro da esplorare che sarebbe stato interessante da leggere), ma Alain è tratteggiato davvero bene. Il modo in cui trattiene quello che davvero pensa per paura delle conseguenze, come nasconde la testa sotto la sabbia, diciamo, perché è più facile che confrontarsi con situazione che potrebbero sembrare più difficili, come rimane scioccato - e non solo lui - dalla violenza a Melanie a cui lui assiste, fino al punto in cui far finta di niente non è più possibile. Il finale è davvero incalzante e veloce.
Mi è piaciuto lo stile che hai utilizzato, perché si parte piano, lentamente, un po' come la tranquillità emotiva e psichica di Alain, poi succede quello che succede, e anche lo stile si fa più svelto e convulso, tendente alla ripetizione, seguendo il cambiamento mentale del narratore. 
Non ho scovato errori, quindi molto bene anche qui.
Complimenti!
Ilaria

Recensore Junior
30/03/15, ore 11:08
Cap. 1:

*Prima classificata al contest "Di peccati e angeli caduti - seconda edizione" di aduial95"

 
Titolo e impaginazione : 5/5 
Titolo perfetto, dopotutto il rosso è il filo conduttore dell'intera storia è l'impaginazione è perfetta, ti faccio i miei complimenti per il banner, è davvero molto molto bello.

Introduzione: 5/5
Mi è piaciuta l'introduzione: c'è il rosso e traspare quell'idea di controllo e quasi di "apatia" del protagonista, quella capacità di moderarsi che dovevi sviluppare.

Grammatica e ortografia: 15/15
Perfezione assoluta. Non ho trovato errori di nessun tipo, quindi, complimenti! 

Stile: 5/5
Come hai specificato alla fine, si percepisce bene il cambiamento di stile, sempre più incalzante, frammentario, con un ritmo più veloce che compie un climax fino al momento topico, ossia la caduta di Alain, il momento in cui tutti i sentimenti che aveva represso saltano fuori, distruggendolo con la loro intensità.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10 
Hai descritto benissimo l'evoluzione di Alain, ma ancora di più mi è piaciuto come hai parlato di Melaine, senza mai dire com'era, ma come appariva attraverso gli occhi di Alain. L'ho trovato molto originale e particolare come scelta, oltre che assolutamente azzeccata.

Attinenza al pacchetto: 10/10
La temperanza è una virtù così difficile da trattare, tanto che credevo che nessuno avrebbe scelto questo pacchetto, sinceramente. Ma tu sei riuscita a svilupparlo al meglio, in una maniera che non mi sarei mai aspettata. È apparsa nella sua forma peggiore, nata come capacità di controllo delle emozioni e delle pulsioni e cresciuta come indifferenza per l'altro.

Originalità: 5/5
Hai creato un'intreccio forse non originalissimo dal punto di vista della trama, ma davvero innovativa per quanto riguarda lo stile stile e l’introspezione di Alain, soprattutto grazie all'inserimento dei colori, e ancora di più dei contrasti: rosso e grigio, sentimento e apatia, amore e odio, violenza e pace.

Gradimento personale: 5/5
Ho adorato la tua storia, non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo da tanto ero presa. Ora sono curiosissima: chi è l'uomo che violenta Melaine? Alla sorella di Alain importerà della sua morte? E a Melaine? Vabbene basta sennò rischio solo di ripetermi, perciò complimenti!

60/60
 

Nuovo recensore
28/02/15, ore 08:50
Cap. 1:

Interessante, mi è piaciuta, è una bella storia, però ho qualche critica da farti.
La prima parte è scritta benissimo, è fluida, racconta la situazione di equilibrio con calma e da una buona visione generale, ma andando avanti, racconti sempre più in fretta ciò che accade, lasciando le emozioni del personaggio un po' criptiche; che va bene, per carità, ma secondo me l'hai fatto un po' troppo. Ho capito lo sconvolgimento di Alain dopo aver visto la scena nella fattoria, ma non ho capito quello che provava Alain quando ha incontrato Melaine nel campo e, soprattutto, non ho capito perchè Alain si è suicidato. Il cambiamento del personaggio viene descritto troppo velocemente e lasciato molto all'immaginazione dello scrittore. Forse dovevi provare a scrivere due-tre capitoli invece di uno solo.
P.S. Nell'introduzione hai scritto Melaine invece di Alain.
Saluti