Recensioni per
Pien de frezze 'l dio d'Amor
di Rota

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/07/18, ore 16:00

"Ciò che gratifica la mente è prezioso e confortante. Ma molti uomini si dimenticano in virtù di questo quanto sia importante gratificare anche il corpo, che non è altro che la sede della mente"

Tutta la narrazione è stata piena di perle ma questa è decisamente la mia preferita e la considero super vera, mente e corpo sono uniti da un doppio filo che li tiene legati.
Poi, Venezia, Venezia!! Dio, quanto la amo - anche se non l'ho mai vista ma ok, amo le atmosfere, amo questo "sogno addormentato".
Well, poi adoro sempre le personificazioni e qui non c'è eccezione, penso che i personaggi siano la vera anima del racconto.
Nulla da dibattere o criticare per quanto concerne lo stile, si vede che sei abbastanza matura sia come scrittrice che come persona da sapere e avere un'idea chiara di quello che dici e soprattutto di quello che vuoi trasmettere - e fidati, è una cosa rara, almeno qui su Efp.
Lo stile particolare, quasi mistico, è la ciliegina sulla torta.
Scusami scenderei ancora più a fondo ma ho i minuti contati, certamente questa storia è stata sufficientemente coinvolgente e convincente da tornare a leggere qualcosa di tuo!
Un bacio,
Karen.

Recensore Veterano
08/03/16, ore 21:53

Oscars EFPiani 2016 - Storia Vincitrice

Miglior Scenografia
Sif Styrjordottir: Questa gondola che spunta dalla nebbia veneziana sembra la materializzazione di un sogno. Mi dava un po’ la sensazione di un TARDIS, come se fosse più grande all’interno. Quel corridoio stretto e polveroso, tutte le persone, i libri e persino la possibilità di mangiare e bere nella biblioteca. Non sono un’esperta di gondole, quindi non so a che grandezza possano arrivare, ma l’ambiente interno mi dava l’impressione di essere enorme, aggiungendo questo tocco di irrealtà alla storia. E Venezia è sempre bella. 

SigynFreyadottir: Se da un lato questa categoria era piena di proposte interessanti, dall'altro credo che pochi posti al mondo e nell'intero universo possano competere con la magia di una Venezia notturna, è semplicemente una città stupenda che offre qualsiasi cosa possa ricercare l'immaginazione! Tu sei stata molto brava nello sfruttare il potenziale della città inserendolo in una storia fantastica, quasi onirica, che mi ha fatto pensare ad Amarcord in certi passaggi. Davvero complimenti per la scelta e l'uso che ne hai fatto. 

Thief Alchemist: Amo Venezia dal più profondo del cuore, e leggere questa storia per me è stato come tornare a passeggiare tra l sue calli. Hai reso molto bene l’atmosfera onirica, magica, di questa città così particolare, andando oltre le descrizioni stereotipate che possono saltar fuori in storie ambientate in questa città. Davvero complimenti!

Miglior Fotografia
Sif Styrjordottir: Le descrizioni di questa storia sono fantastiche, mi sembrava quasi di vedere la vecchia signora seduta accanto al protagonista, o il vecchio bigliettaio. Hai fatto un ottimo lavoro sulle immagini, sembravano reali, ma davano anche una sensazione di qualcosa di magico, pronto a svanirti davanti appena chiudi gli occhi. Ottimo lavoro!! 


SigynFreyadottir: Leggendo le tue descrizioni mi è sembrato di trovarmi lì, a Venezia a passeggiare e poi di salire sulla gondola e venir cullata dalle onde, dolcemente. Ho avuto immagini molto chiare durante la lettura, 
come se stessi guardando un film, ho immaginato suoni, odori, colori. Hai fatto un ottimo lavoro! Complimenti! 

Thief Alchemist: L’ho già detto, ma mi ripeto: l’ambientazione di questa storia è superba e tu l’hai resa magnificamente, con ottime descrizioni che fanno entrare direttamente nell’atmosfera della città. Non mi dilungo oltre, sappi solo che sei stata bravissima e che hai uno stile descrittivo veramente superbo, ancora complimenti!
 

Recensore Veterano
14/12/15, ore 12:43

Hohoho! *Arriva rotolando* Sono il tuo babbo natale segreto, Surpraissss!

Tornando seria, mi sono trovata davanti davvero un sacco di storie tra cui scegliere, ma questa, tra tutte, ha catturato la mia attenzione apparentemente senza un motivo che la rendesse più appetibile di altre.
Procedendo nella lettura ho avuto la conferma di aver fatto la scelta giusta. 
Ho AMATO, letteralmente, ogni singolo capoverso, le emozioni -prima di cupa solitudine, poi di un dolce perdersi - che hai suscitato con le descrizioni, descrizioni concise ma allo stesso tempo evocative, senza risultare mai pesanti. 
L'atmosfera di quella "biblioteca galleggiante", in cui il tempo sembra scorrere diversamente, quasi fosse un sogno, mi è piaciuta davvero tantissimo. 
Il passante, quest'uomo di cui non dici nulla se non qualche indizio (che è un fumatore, ad esempio, e gli altri piccoli particolari che dissemini lungo la storia) non ha una vera e propria caratterizzazione, eppure riesce bene nel suo compito di catturare l'attenzione del lettore e di tenerlo legato a sè fino alla fine. 
Molto evocativa e mai pesante, questa storia mi è davvero piaciuta (per caso ho già detto che mi è piaciuta? XD )
Tanti, tanti complimenti


Parte Tecnica:
[Scritta davvero benissimo, c'è qualche errore di battitura qua e là e nulla più :3 - Se posso darti un piccolissimo consiglio, quando scrivi una storia con termini "tipici", fai un mini glossario in fondo alla storia, o anche all'inizio, come nota. Ad esempio, io ho un po' di familiarità con Venezia e so cosa sono le Calle, ma chi non le conosce può trovarsi un po' spaesato ;) ]


Manny


[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 5.0" del gruppo facebook 'HPeace&Love].
(Recensione modificata il 14/12/2015 - 12:44 pm)

Recensore Master
10/06/15, ore 13:14


5° Classificata "Academy Emotions" contest

Grammatica e sintassi
Allora, che dirti. Non c’è granché da sottolineare in quanto grammaticalmente e sintatticamente non ho riscontrato particolari errori. Ti faccio notare solo qualche piccola svista, piuttosto.
–        In due occasioni hai utilizzato la parola “callette”, che è errata; se non sbaglio si chiamano “calette”;
–        Nella frase “Quando l'ingresso dell'abitacolo si allinea con la fermata del vaporetto, l'ingresso di vetro si apre…” c’è la ripetizione della parola “ingresso”, che sarebbe da sostituire con qualcosa d’altro;
–        Nella frase “Appoggia il tono in precedenza preso…” penso tu abbia voluto dire “tomo”, anziché “tono” – piccola svista;
–        Nella frase “tra le pieghe colorate della vetro della finestra” quel “della” deve essere sostituito con “del”;
Nessun errore madornale quindi, complimenti! 9.7/10
 
Stile e lessico:
Credo che tu abbia fatto le scelte giuste, sotto ogni punto di vista. Questo viaggio onirico, tra sogno e fantasia, è stato avallato dall’ottimo mix di stile, quasi poetico, e un lessico ben ponderato e utilizzato ad arte. Nulla è sembrato troppo pomposo o pesante, come spesso accade in storie così romanzate e piene di inventiva. Inoltre, devo dire che ogni minimo dettagliato è stato così ben raccontato da sembrare reale; in certi momenti, soprattutto durante le passeggiate, ma anche sul treno, quando descrivevi il paesaggio e le persone circostanti, mi sembrava di poter vedere tutto. Sei stata davvero bravissima! 10/10
 
Originalità:
Onestamente, di solito non leggo storie fantasy o così “particolari”. Sono più una monotematica, noiosa lettrice di romanzi, al massimo con qualche vampiro di troppo nel mezzo, per cui non so se sono la persona a definire questa storia “originale” o meno; ciò detto, per quanto mi riguarda, è molto, diciamo, “nuova” per il mio standard di lettura e ho trovato che, forse più della storia, sia originali il come l’hai proposta. Ogni riga per me era una sorpresa, così come lo è stata il finale che, a essere sincera, mi aspettavo un po’ diverso. 4/5
 
Utilizzo pacchetti:
Pacchetto 1: POLVERE – Allegro
Di questo primo pacchetto hai inserito correttamente la parola “polvere”, anche più di una volta nel corso della storia – cosa che comunque non ti farà guadagnare punteggi bonus, just to let you know; anche l’allegria, intesa come sentimento di brio, di spensieratezza, di leggerezza, figura più volte. Hai reso bene l’idea, specialmente quando parli della Venezia in festa durante il periodo di carnevale, e si sono potute leggere perfettamente le espressioni dei clienti che, sfogliando alcuni libri con interesse, si trovavano a sorridere allegri, grazie a qualcosa di particolare trovata nei tomi. Il punto in cui, però, quel sentimento ha trovato la sua perfetta collocazione è stato uno: quello in cui il nostro viaggiatore capisce che grazie a quel vascello e a quello strano tour onirico, ha potuto riscoprire se stesso e quei sentimenti spensierati, quasi infantili, che credeva di aver perduto per sempre. 4/4
Pacchetto 2: INCRINARE – Diffidente
Non sai quanto mi è dispiaciuto quando mi sono resa conto che la parola “incrinare” non figurava nemmeno una volta. Hai utilizzato il verbo coniugato, mentre la richiesta era proprio la parola, per cui non posso darti il punteggio pieno per questo pacchetto. Per quanto riguarda invece la diffidenza, ci viene presentata come emozione lecita e giusta all’interno della storia. Chi non sarebbe stato un po’ titubante, sulle prime, in una situazione come quella?
Preso com’era da quella sua realtà un po’ spenta, il Viaggiatore, si ritrova su quella barca, inusuale, mai vista; in un viaggio che davvero ha qualcosa di quasi inquietante, s’imbarca cercando di non farsi prendere dai timori, ma resta diffidente – appunto – all’inizio. Studia ciò che lo circonda, il bigliettaio dall’atteggiamento un po’ strano, a volte contradditorio, tendente al lunatico. Poi però, ricomprendo quella parte di sé che aveva scordato, la diffidenza si scioglie piano piano, lasciando dentro al Viaggiatore soltanto serenità. Poco a poco è qualcosa che accade anche agli altri avventori; c’è chi si lascia convincere subito, chi più lentamente, ma quell’opaca sensazione di beatitudine presto prende il sopravvento su una titubanza lecita, che è poi la chiara trasposizione di ciò che viviamo tutti i giorni. Non ci lasciamo più andare, restiamo continuamente ancorati a una quotidianità sempre più grigia, senza capire a volte che la vita deve essere altro, deve essere colore, deve essere allegria e sorrisi. Togliamoci quella diffidenza tipica della nostra società, del nostro odierno, e saliamo tutti su quella imbarcazione, potrebbe farci davvero bene. 2/4
Pacchetto Bonus: –
 
Giudizio personale:
Come forse avrai già capito, la tua storia mi è piaciuta moltissimo. Mi spiace davvero tanto di averti dovuto togliere la metà dei punti concessi per il secondo pacchetto, come mi ha un po’ delusa il fatto di non aver trovato un pacchetto bonus; avresti sicuro potuto arrivare più in alto in classifica.
Ho amato tutto di questo racconto, in primis quella sensazione di realtà mista a sogno che ti fa vivere davvero in un altro mondo. Mi è sembrato di essere lì, di vedere le stesse cose, sentire gli stessi suoni e aspirare la stessa aria magica. Forse è quella che mi è piaciuta di più. 5/5

Totale Fair: 34.7/40 

Recensore Master
10/06/15, ore 09:42

Quinta classificata al contest “Academy Emotions”: Pien de frezze ‘l dio d’Amor, Rota 23
 
Grammatica e sintassi: 9,2/10.
Un cono di luce illumina il poso spazio...”
Errore di battitura. (-0,1)
“...e se Calle della Madonetta gli offre la vista della vetrina scura di una boutique chiusa, poco più avanti...”
Hai chiuso un inciso dopo “boutique chiusa”, quindi dovresti aprirlo tra le parole che ti ho sottolineato. (-0,05)
“...dal rumore esatto di una gondola in arrivo: a quell'ora gli pare strana...”
Non sono sicura che qui vadano i due punti. È vero che il rumore della gondola è correlato alla presenza di qualcuno, ma credo che il perno della questione sia la stranezza della presenza di qualcuno, e vista in questo modo i due punti non c’entrano. (-0,05)
“...e la compagnia come la solitudine lo accompagnano spesso...”
Compagnia/accompagnano è una sorta di ripetizione, poiché la radice della parola è la stessa. (-0,15)
Appoggia il tono in precedenza preso...”
Errore di battitura. (-0,1)
“...verso la finestra di vetro che ha accanto a sé...”
Non è una vera e propria ripetizione, ma un paio di righe più su usi l’espressione “attorno a sé” e quest’altra, così simile, crea una certa eco che disturba un po’. (-0,15)
“...della vetro della finestra.”
Errore di battitura. (-0,1)
“Oh, no signore.”
Manca la virgola prima del vocativo “signore”. (-0,05)
Inoltre – se non sbaglio te l’ho già detto qualche altra volta, ma non ne sono sicura: il trattino andrebbe medio (–), non breve (-), e ci vorrebbe anche lo spazio prima della parola. (-0,05)
 
Stile e lessico: 9,5/10.
Questo stile è forse un po’ diverso da quello che usi di solito, probabilmente anche in relazione al tipo di storia che hai raccontato (anch’essa molto particolare e senza dubbio diversa da tutte le altre che mi hai proposto nel tempo), e l’ho trovato molto adatto al contesto onirico e surreale. C’è una grande abbondanza di aggettivi, di dettagli, e spesso le descrizioni esulano dalla pura... descrizione (scusa la pessima frase), nel senso che usi paragoni molto strani, ti perdi in elucubrazioni varie, quasi filosofiche, e lasci il lettore un po’ interdetto. Non dico che sia una cosa negativa – anche se a tratti può risultare pesante – ma dai un senso di disorientamento che si collega molto bene al contesto e all’atmosfera surreale. Non so se sia voluto, o se ti sia semplicemente lasciata prendere la mano da Venezia, ma ha un’impronta molto marcata e caratteristica. L’unica pecca è, appunto, che a tratti può appesantire la narrazione.
Anche a livello di lessico sono rimasta sorpresa, perché, se è vero che hai sempre mostrato un ampio vocabolario, stavolta sei andata oltre. Credo si possa proprio dire che hai giocato con le parole, hai voluto quasi strafare. L’abbondanza di aggettivi si nota molto e capita a volte di pensare “ma questo cosa c’entra?” e invece poi, alla fine del periodo, è come se si chiudesse un cerchio e le espressioni poco chiare si dipanano con una semplicità che quasi imbarazza (nel senso che ci si chiede per quale motivo non fosse chiaro prima). È... molto bello e affascinante. E surreale.
Ho giusto un neo da farti notare, più a livello stilistico che lessicale, ma è davvero una bazzecola. Tuttavia, le ho fatte notare a tutti ed è mia abitudine elencare tutti i difetti che riesco a trovare (sarà per quello che ci metto così tanto), per cui eccola:
“... poco più avanti c'è la serranda abbassata della panetteria che tanto gli piace, capace di evocargli precisi ricordi.”
C’è solo una cosa che non mi è chiara: è la serranda che gli evoca precisi ricordi o la panetteria? Cioè, è probabilmente ovvio che si tratti della panetteria, ma la frase scritta in questo modo mi trae in inganno e te lo volevo far presente.
 
Originalità: 5/5.
Penso che, al di là della storia, il fatto che tu, pur vivendo in città, abbia scritto la storia con la cartina davanti sia la prova lampante del fatto che hai scritto qualcosa di ostico e intricato e molto originale. Venezia è imprevedibile, ci sono stata qualche volta e mai mi è sembrata uguale alla volta precedente, per cui se si sa come prenderla è quasi scontato che l’originalità sprizzi da tutti i pori. Nel senso che può anche essere molto banale se si vuole scrivere una storia romantica e melensa, ma per fortuna non è il tuo caso.
Ci ho messo un po’ a capire dove volessi andare a parare, e ancora non sono convinta di averlo capito. Ma quest’idea della gondola, e dei libri, e dello scopo di tutto ciò mi ha affascinata immensamente. L’atmosfera onirica ha forse aiutato a rendere impalpabile e assolutamente non catalogabile ciò che accade in queste pagine, ma credo che dipenda anche dal tuo talento – anzi, ne sono più che convinta.
Il protagonista è una persona normale, fino a quando il lettore non scopre che è un’anima affine alla sua (forse è questo il punto?). Sembriamo tutti normali fino a quando non saliamo su una gondola del genere, ed è allora che si palesa la distinzione tra chi non vive di solo pane e chi, come l’Indeciso, invece sì.
In conclusione: potrei passare ore e ore a parlare di questa storia, a riflettere sul Bigliettaio e su cosa gli passi per la testa, ma non riuscirei mai a districare la matassa, perché ci sono così tanti aspetti e tante sfaccettature da rendere questa storia immensamente profonda e unica nel suo genere. Questa è l’originalità che volevo e, neanche a dirlo, hai centrato il punto. Bravissima.
 
Utilizzo dei pacchetti: 4 + 0/8.
1) Polvere: “allegro”.
L’allegria, principalmente, mi si para davanti agli occhi quando si parla del Bigliettaio. Si vede che è di buon umore per quello che fa, è soddisfatto quando riesce a conquistare qualcuno e si gode ogni momento. Indubbiamente questo lo rende allegro, e credo anche che l’espressione del suo volto lo sia. Non so, ma me lo immagino così. Allo stesso modo, anche chi viene “raccattato” può abbracciare questo sentimento, se si innamora del luogo in cui viene catapultato. L’Indeciso non è uno di loro, ma il lettore sul cui volto si dipinge la felicità di aver concluso un paragrafo è uno degli esempi dei clienti che fanno felice il Bigliettaio. Anche il Passante si trova parte di questa allegria e la realizza in particolare quando scende dalla gondola e osserva Venezia con un nuovo spirito. È forse un sentimento più nascosto, ma è indubbio che sia molto presente.
La polvere è una dei protagonisti assoluti di questa storia, ed è assolutamente legittimo, poiché in mezzo ai libri – soprattutto se non sono quelli di casa – è quasi d’obbligo la sua presenza. È quasi rassicurante, ecco. Quindi la parola è stata inserita correttamente e anche più volte. Bene.
2) Incrinare: “diffidente”.
Il Passante è diffidente, e più o meno tutti – ad eccezione del Bigliettaio e di chi non sia sulla gondola da parecchio tempo – hanno questa reazione davanti a questo fenomeno (posso chiamarlo così?). Anch’io sono stata diffidente, ma forse lo ero perché mi sono immedesimata nel protagonista, chissà. Ad ogni modo, la diffidenza è molto pressante per buona parte del racconto, ed è senza dubbio una dei protagonisti. Anche quando il Passante inizia a sentirsi a suo agio, e il sentimento sfuma, ecco che arriva l’Indeciso a ricordare la prima impressione di fronte alla gondola. Dopotutto, mi sembra perfettamente legittimo, quindi ottimo lavoro.
La parola “incrinare” così com’è non c’è, purtroppo. Ero convintissima di sì e sono arrivata qui convinta di darti il punteggio massimo – per la cronaca: lo sarebbe stato –, ma hai coniugato il verbo (“incrina” è stato inserito ben due volte e in modo ragionato, in linea con lo stile così surreale) e noi volevamo la parola così com’è. Devo darti zero e non hai idea di quanto mi dispiaccia.
 
Pacchetto bonus: 0/2.
Niente, hai detto di non averlo inserito e non ho nemmeno cercato eventuali connessioni col pacchetto che avevi scelto. Anzi, non avendo riportato nello specchietto quale fosse l’ho proprio rimosso. Quindi... zero punti. Se non altro ho fatto più veloce!
 
Gradimento personale: 5/5.
C’è bisogno di dirlo? Amo Venezia, amo i libri e amo come scrivi. Non avrei potuto darti un punteggio diverso nemmeno se mi fossi impegnata. Anzi, avrei potuto alzare tutti gli altri punteggi in nome dell’innamoramento per questa storia! Ma sono troppo onesta per farlo, quindi...
Io sono il Passante, è questo che volevi dire? A parte la sigaretta, io sono davvero il passante. Mi trovo costantemente in quel torpore mentale che potrebbe sfociare nell’apatia a ogni momento, e desidero da sempre voltare l’angolo e trovare qualcosa che mi dia la scossa. Forse è qualcosa che tutti desideriamo, ma da qui a immaginare qualcosa del genere c’è davvero un abisso. E come tu abbia potuto partorire una tale idea... beh, sarà il mio interrogativo più pressante per i prossimi giorni.
La cosa che ho notato è come, soprattutto la parte iniziale e finale (quelle con le descrizioni più accurate della città), siano piene di fascino e affetto, e credo che solo chi ama davvero qualcosa sia in grado di rendere una tale emozione in modo vivido. Quindi, se la storia non mi fosse già piaciuta abbastanza, potrei aggiungere il fatto che mi sono innamorata di come tu ami Venezia. E se non avessi troppe cose da fare partirei subito domani, perché sono stata assalita dalla nostalgia per un luogo che, purtroppo, non vedo da troppo tempo. E, a dire il vero, muoio dalla curiosità di sapere se incontrerò la gondola dei miei sogni – e il bigliettaio dei miei sogni – quando finalmente riuscirò a tornarci.
Rota, maledetta te, ci sarà mai una tua storia che non mi farà impazzire?
 
Totale: 32,7/40.