Recensioni per
Il cane nero
di Bens_S

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/12/16, ore 15:10
Cap. 5:

Ed eccomi a rileggere questo ultimo capitolo.

Una cosa che finora non ti ho detto, o forse sì, ma che importa te lo dico di nuovo: il modo in cui descrivi le scene.
Ha qualcosa di reale e delicatissimo che fa battere il cuore. Le azioni-reazioni dei personaggi e il loro modo di interagire, sostanzialmente più con i gesti che con le parole, è condito da un velo di profonda poesia che mi ha fatto emozionare.
Non mi dilungherò sulla questione del finale per non dare ulteriormente fastidio. Sappi comunque che ho amato moltissimo questa storia, e continuerò ad amarla e a sperare che ci scriverai un seguito di qualche genere (o uno spin-off, magari ambientato nello stesso mondo).

Sicuramente tornerò a leggere altro di tuo in futuro :)
A presto!

~Sky

Recensore Master
21/12/16, ore 23:36
Cap. 4:

Hey :)
Come ti dicevo per messaggio privato, da molti punti di vista è un peccato che la storia abbia il finale che ha. Questo è stato proprio il capitolo che mi ha fatto sgranare gli occhi, per quanto sia meno "emotivo" dei precedenti, poiché mi sono resa conto che dietro a "Il Cane Nero" c'è un intero universo con un'infinità di retroscena. Il discorso di Lord Dyron mi ha profondamente affascinata, dato anche il mio amore per le "creature".
Inoltre dalla sua interazione con il piccolo Fuinur lascia intravedere l'abilità che hai di caratterizzare i personaggi e di gestire i loro dialoghi, elemento fondamentale per la riuscita di una storia.
A breve vado a recensire anche l'ultimo capitolo ^^

Recensore Master
20/12/16, ore 23:52

Come ti dicevo sono venuta a rileggere, e mi è risalita l'angoscia per il piccolo Fuinur. Adesso ricordo perché questa storia mi era piaciuta così tanto.

La parte del mercato, con tutti gli ibridi nella gabbie, è angosciantissima. Mi si torce lo stomaco a pensare alle condizioni di questo povero piccolino, e anche a quelle dei suoi consimili nella situazione di prigionieri.
La sua introspezione è senza dubbio la parte più riuscita. Ha delle reazioni profondamente realistiche, che danno vigore a tutta la narrazione.
Domani rileggerò anche gli altri capitoli (piangendo, probabilmente XD)

Recensore Master
09/10/16, ore 14:02

Ciao di nuovo :)
DEI DEL CIELO povero piccolo Fuinur. No tu non hai idea di quante badilate sulle gengive vorrei tirare a questi figli di baldracca. PRIMA FRA TUTTI la mamma di questo povero bambino.
Si meritava di venire sbranata dal Barghest, altro che notte di furore. E mi sto trattenendo eh, normalmente in questi casi divento molto più volgare >__>
No vabbè non ci posso pensare. Mi do qualche minuto per riprendermi e scriverti una recensione sensata, torno tra poco XD

Okay mi sono ripresa (credo).
Dunque mi forzo a farti degli apprezzamenti perché te li meriti, nonostante mi venga ancora voglia di fare una strage a Bruvac con tanto di campi di concentramento, camere a gas e forni crematori (perdonami, se mi forzo a non essere volgare finisco per diventare politicamente scorretta XD)
Mi è piaciuta tantissimo prima di tutto la scelta cruda che hai operato. Insomma, è difficile trovare delle storie con tematiche serie affrontate "seriamente", figuriamoci poi in una storia fantasy. Sono felice che tu non abbia edulcorato niente: leggendo non ho avuto l'impressione di trovarmi in una favoletta da strapazzo come spesso mi è capitato, anzi l'intensità degli avvenimenti è data proprio dall'atmosfera di cupa ignoranza che gravità attorno a questo povero cucciolo solitario (che come tutti i bambini cerca di farsi accettare, fallendo di fronte al muro invalicabile della chiusura mentale).
Un altro apprezzamento te lo faccio sui POV. Hai usato con successo la tecnica dei POV misti, che è vergognosamente rara da trovare ed estremamente difficile da utilizzare. Insieme alle riflessioni e alle sensazioni di Fuinur spuntano di tanto in tanto descrizioni esterne o pensieri di altri personaggi, amalgamati alla perfezione, che danno quel tocco in più all'atmosfera angosciante di questo capitolo.
Mi è piaciuto veramente un sacco, nonostante io stia ancora cercando di farmi scendere il nazismo.
Detto ciò andrò a vedere qualche video di animali coccolosi per riprendermi dallo shock (rigorosamente felini perché se vedo canidi mi sa che faccio solo peggio).
A presto!

~Sky

Recensore Master
09/10/16, ore 00:29

Ciao Bens :)
Come ti accennavo sono venuta a leggere la storia che mi hai suggerito. Questo primo capitolo mi è piaciuto molto, ha qualcosa di dolce nonostante la situazione angosciante in cui verte il povero Fuinur.
Mi piace molto il modo in cui hai mescolato il suo essere un bambino alle sue fattezze e caratteristiche da "creatura", sia fisiche che mentali. Il mondo visto dai suoi occhi è ancora in qualche modo innocente, essendo lui così piccolo, ad esempio nel modo in cui immagina le diverse forme che potrebbe avere questa ninfa. Ed è evidente che non intuisca la natura di molti meccanismi che stanno alla base delle azioni-reazioni degli adulti, proprio come un bambino insomma.
Fa stringere il cuore il modo in cui non è rancoroso nei confronti di sua madre per averlo scacciato, e come anzi l'aspetta, cercando di fare del suo meglio per apparire passabile ai suoi occhi. Mi rendo conto della corchia mentale della signora, ma io tanti schiaffi glieli darei volentieri XD
Mi chiedo come mai non riesca a parlare, e se in effetti sarà capace di farlo prima o poi. E mi domando anche come potrebbe reagire un suo simile non umano, quindi un altro Barghest, nel vederlo; se lo accetterebbe nonostante il sangue misto o se lo terrebbe lontano come fanno gli esseri umani.
Comunque, questo piccolino ha evidentemente stoffa da vendere, e mi auguro che non gli succeda niente di troppo terribile nei capitoli a venire.
Ti rinnovo i miei complimenti, e a presto ^^

~Sky

Recensore Veterano
14/02/16, ore 01:16
Cap. 5:

Salve...
ho letto questi cinque capitoli con una foga tremenda, a tal punto da non preoccuparmi che potessero interrompersi all'improvviso e convinto-speranzoso di poter leggere tutto d'un fiato dall'inizio alla fine.
Iniziando con il dire che mi dispiace che la storia sia in sospeso, voglio assolutamente dirti che era veramente tanto tanto tanto tanto tempo che non leggevo qualcosa di così carico di emozioni, di sentimenti, di sensazioni così tanto ben descritte.
Il potente e triste contrasto tra il dolce ricordo della casetta e quello delle gabbie è tanto intenzo quanto profondo, la necessità di recuperare una dignità e soprattutto una libertà ormai perse da Fuinur ti lascia sperare, con tutto te stesso, che se non in forma di vendetta possa almeno esserci un qualche riscatto per il cucciolo.
Fra l'altro l'idea di utilizzare un barghest è seriamente originale, la "mediocrità" dell'aspetto e delle caratteristiche fisiche erano la scelta perfetta per il ruolo che hai attribuito al protagonista, di conseguenza utilizzare altre creature più note sarebbe potuto risultare, oltre che scontato, più inadeguato alla situazione che hai descritto.
Davvero meraviglioso, hai espresso nel migliore dei modi il concetto di umiliazione e di disperazione di una creatura condannata alla prigionia e alla vita in gabbia, quello che secondo me provano realmente molti animali negli zoo e nei circhi, ma non sfondiamo in argomenti inappropriati :)
L'unica cosa che secondo me poteva essere descritta con un po' più di energia era il disprezzo che Fuinur avrebbe dovuto provare nei confronti di quel mondo, di quella nobiltà, di quelle guardie e soprattutto di quella madre che tra una cosa e l'altra l'hanno ridotto alla stregua di un verme, come dice lui. L'aver legato il fatto che fosse dotato d'intelligenza ad una così convinta remissività secondo me ha un po' limitato l'emotività di alcuni momenti in cui avresti potuto scrivere di più, riguardo all'odio infinito che sono convinto lui provi nei confronti di quegli stro**i e a quello che ha dentro.
Poi se proprio voglio fare il noioso rombibolas ti dico anche che io avrei utilizzato la prima persona, per una storia di questo genere a mio parere è molto più azzeccata e facilita parecchio nel descrivere certi momenti davvero permeati di significato, che in ogni caso tu hai delineato in maniera eccellente.
Nulla da ridire sullo stile, veramente perfetto sia a livello grammaticale che emozionale, i termini usati sono semplici ma allo stesso tempo intenzi, ogni riga esprime alla perfezione quello che volevi trasmettere e, dato che è raro riuscire a trasmettere certe sensazioni, mi sento di poterti dire che hai davvero un gran talento.
Indipendentemente da alcuni piccoli erroruzzi e qualche svista qua e là o un paio di frasi azzardate, per il resto è tutto incredibilmente ben fatto e vorrei davvero poter leggere il seguito, essere arrivato fin qui per trovarmi di fronte ad un capitolo che sfonda nel... "e ora?" mi ha instillato una dannatissima curiosità. Quella curiosità che ti arriva con le storie piacevoli, profonde e scorrevoli dal principio.
Quindi complimenti, spero di poter sapere come va a finire, ma a parte quello... continua così!

Recensore Junior
10/06/15, ore 11:26

Il cane nero - Babykaix813
Quarta classificata e vincitrice del premio speciale "Così è se mi pare" al contest "Trick me, deceive me" di GraceAvery.

Credibilità della trama


La tua storia mi è piaciuta tanto. Davvero tanto.
Ho letteralmente adorato il tuo finale: bellissimo, lasciato in sospeso, a metà.
Mi ha colpita al punto da farmi scrivere questa valutazione al contrario, partendo per l'appunto dal finale!
Sul momento, ti giuro, sono rimasta interdetta... pensavo che ci sarebbe stato un colpo di scena, quantomeno! E invece no, solo quell'ultima parte, quella conclusione che conclusione non era.
Ho letto e riletto e credo di aver capito... Fuinur “cede”, la sua parte umana e la sua parte animalesca si trovano finalmente sullo stesso piano, il “branco” arriva ad avere il suo ruolo in lui, così come dovrebbe essere. Non ho ancora capito se ci ho visto qualcosa di straordinariamente positivo o qualcosa di straordinariamente negativo, fatto sta che ci ho visto qualcosa che mi ha colpita e mi ha segnata.
La trama di per sé è costellata di punti che mi hanno intenerita. L'amore di Fuinur per la madre – per quell'essere spregevole, orribile, e comunque amato, comunque desiderato, la lunga attesa al mercato, la detenzione. Quanta sofferenza in quella creatura? Davvero, ho letto e ho sofferto con lui, con il modo distaccato con cui, nonostante tutto, descrive ciò che vede.

Credibilità dei personaggi

Fuinur è davvero un personaggio riuscito.
Riesci a caratterizzarlo in maniera perfetta, riesci a rendere in maniera credibile e profonda i suoi pensieri, le sue sensazioni. La tenerezza della casa che si costruisce – lui che, di fatto, è un bambino abbandonato da sua madre – l'odio che lo circonda, la paura, il dolore, il desiderio di lasciarsi morire. Tutto davvero ben scritto, davvero credibile. Le reazioni di Fuinur sono plausibili – è solo un bambino che, improvvisamente, diventa un “animale domestico”. E tu, scrittrice, continui a trattarlo con dolcezza, a chiamarlo “bambino”, in una scelta stilistica che è pietosa e calorosa al tempo stesso.
La lunga detenzione piega il carattere di Fuinur, piega il suo fisico, ma non la sua mente. Continua a osservare il mondo con il suo sguardo curioso, con la paura e con il desiderio di conoscere, con gli istinti che riesce a controllare e quelli che non può vincere. Nella solitudine della sua cella, anziché odiare chi lo ha trattato in maniera così ingiustificatamente dura, cerca ancora la figura di sua madre, ripensa a lei senza rancore, arriva a darsi la colpa di tutto.
Credo che sia un personaggio complesso e, al tempo stesso, tale da suscitare un'immensa empatia nel lettore, che non può non provare pena per lui, non può non arrabbiarsi per come quell'umanità disumana si comporta nei suoi confronti.
L'unica pietà che Fuinur riceve è quella dei suoi pari, delle altre creature che formano il gruppo degli animali da guardia del ricco nobile. Solo lì, nelle attenzioni di una madre che non può non trattarlo come uno dei suoi cuccioli, arriva il riconoscimento, arrivano le carezze che non ha mai avuto e che avrebbe davvero meritato.

Originalità della storia

Questa è una delle storie su cui, da questo punto di vista, c'è davvero poco da ridire.
Non ho mai letto niente del genere, per cui l'originalità è qualcosa di indubitabile.
Il richiamo uomo-bestia mi ha fatto venire in mente milioni di pensieri, ma nessuno di questi era riconducibile a quanto hai scritto, per cui mi limito a farti i miei migliori complimenti per come hai pensato e portato avanti questa storia.

Correttezza lessicale, grammaticale e stilistica

Inizio con un appunto: non so se questo sia dovuto alla tastiera straniera (possibile?) o cosa, ma ho notato che spesso hai utilizzato gli apostrofi al posto degli accenti (un caso ripetuto è “città” scritta con l'apostrofo). Altre cose che ho segnato, alla fine, sono errori di battitura e piccole imprecisioni (la più grave, dal mio punto di vista, è “un indole” senza apostrofo); niente di mortale, niente che una lettura attenta non possa eliminare.
Voglio sottolineare con immenso piacere un aspetto: sei riuscita a “diventare” un ibrido barghest, come Fuinur. Hai costruito un mondo fatto di odori, di profumi, di suoni spaventosi o rassicuranti; un mondo fatto di istinti predatori, di istinti primordiali, di bisogni umani.
Sei stata davvero brava, in questo: sei stata coerente e costruttiva, molto intensa, mai eccessiva nelle descrizioni, sempre in linea con la descrizione soggettiva che hai scelto per raccontare la tua storia. Avendo anch'io un'insana passione per le soggettive, e sapendo quindi per esperienza quanto sia arduo conservarle in maniera così rigorosa per una storia così lunga, il mio gradimento è davvero, davvero, davvero grande.
Sei riuscita a rendere molto bene le emozioni di Fuinur, ma lo hai fatto senza indugiare in sentimentalismi, senza soffocare il lettore con ansie eccessive. Rimani sempre un po' distante, limitandoti a raccontare senza forzare, a osservare senza intervenire. E, così, Fuinur sopravvive ad un'esistenza claustrofobica, sopravvive alla paura, sopravvive all'abbandono.
(Recensione modificata il 10/06/2015 - 11:03 pm)

Recensore Master
09/05/15, ore 08:45
Cap. 5:

[13° classificata al contest La Caduta dell'Inverno Boreale]

Mi hai commossa.
Nel primo capitolo ho letto qualcosa che tanto agognavo leggere. Il primo capitolo è qualcosa di stupendo, qualcosa per cui sono stata a lungo indecisa se assegnarti o no il premio giuria. C'era una commistione perfetta tra la natura che circondava il villaggio, alla quale apparteneva Fuinur, e il villaggio, con quella sua mentalità che eri riuscita a rendere così medievale, con quel corredo di paure e superstizioni. Ho adorato le descrizioni delle battute di caccia di Fuinur, così come la descrizione di come Fuinur ha costruito il suo rifugio, il suo "capolavoro", come lui lo definisce. Mi hai fatto davvero desiderare di vivere in quella casetta sotto il grande faggio, con i vetri colorati tenuti assieme dalla resina, con le pelli appese all'esterno in attesa di essere conciate. Il primo capitolo è uno scorcio di sole, pur con le sue nuvole e i suoi momenti amari, e sono proprio questi a rendere quel raggio di sole ancor più prezioso. Non è una serenità idilliaca e sempiterna quella in cui vive Fuinur, è qualcosa di reale, e pertanto esposto alle intemperie, precario, minacciato. E questa minaccia viene percepita sottopelle anche dal lettore, nei momenti in cui Fuinur è costretto ad avere a che fare con i popolani.
A mio parere potevi iniziare e concludere la storia in questo ambiente naturale limitrofo al villaggio, senza impelagare il protagonista in un improvvisato viaggio di formazione, che poi non riesci a sviluppare e a concludere bene. Detta in tutta sincerità, io penso che tu abbia fatto il passo più lungo della gamba, e spero che ciò non sia dovuto alla scadenza del contest che incombeva "sulla tua penna". Insomma, lungi da me voler mettere becco nelle tue scelte di trama, ma per me rimanere sul “sommesso” della prima parte senza spostarsi sul teatro drammatico e disastroso della seconda sarebbe stato meglio. Potevi continuare a giocare sull'odio ancestrale che intercorreva tra l'ibrido e i popolani, e sviluppare fino all'ultima goccia il rapporto madre/figlio, piuttosto che lanciarti in una trama così complessa che avrebbe richiesto molto più spazio e tempo per essere sviluppata al meglio. Infatti la parte finale è davvero precipitosa, sembra che il filo narrativo ti sfugga di mano, la fine è evidentemente scritta di fretta, la storia cambia ritmo e passa senza preavviso da una narrazione "punto per punto" a una narrazione in retrospettiva.
Inoltre c'erano molti altri punti da sciogliere, ad esempio ci avrei tenuto davvero molto a vedere la conclusione del rapporto tra Fuinur e sua madre, senza che ci fosse necessariamente un lietofine o un pentimento da parte della madre: mi sarei semplicemente accontentata di vedere quale finale avevi pensato per questo personaggio estremamente negativo, ma estremamente essenziale.

Una delle cose che più mi ha commosso, e anche uno degli aspetti più originali del protagonista, è l'attaccamento che Fuinur continua a provare per la madre (ovviamente prima del tradimento) nonostante lei lo abbia ripudiato, nonostante lo abbia chiamato mostro, e nonostante lo abbia, infine, tradito. Mi ha commosso vedere come Fuinur tenga in ordine la casa nella speranza che lei venga a trovarlo, come si impegni ad andare contro la sua stessa natura per essere accettato da lei, come si sforzi a cercare di parlare.
La madre, questo personaggio spregevole che non esiterei a definire come il più negativo in tutta la storia, è talmente snaturata, senza cuore, egoista ai limiti del possibile che quasi pare surreale. Credo che la scena più amara sia il momento in cui Fuinur dà a Kathrin la statuina raffigurante la volpe con il suo piccolo (un modo per esprimersi senza usare le parole, il suo modo di esprimersi), e come la donna calpesti in modo così brutale questa dichiarazione d’affetto da parte del figlio. E forse una parte ancor più straziante è quando le inaspettate e insensate accuse che Kathrin inizia a lanciare a raffica addosso al piccolo (che invece si aspettava affetto da parte sua), gettano Fuinur in una tale confusione che egli non riesce più a parlare, come invece si era prefissato di fare per dimostrarle di essere umano. E ovviamente il culmine di questo strazio è quando riesce a pronunciare quell’unica parola, mamma, di fronte alla quale ancora una volta Kathrin, benché ciò sembri impossibile, rimane indifferente.
È un personaggio che non cede terreno nella sua insensibile crudeltà, ed è ancor più toccante vedere come Fuinur, al confronto, sia un personaggio che non cede terreno dall’altra parte: fino all’ultimo crede di poter conquistare l’amore della madre, e finché ha un barlume di speranza che questo obiettivo sia ancora raggiungibile, le orribili cose che una madre non dovrebbe mai dire a un figlio, e che invece Kathrin gli dice, gli scivolano addosso come acqua, e lui continua a sorriderle.

Un figlio che deve conquistare l’amore dei genitori è un argomento spinoso da trattare, e sicuramente traccia le linee di una storia triste da raccontare. Perché è una cosa che non dovrebbe esistere, un genitore dovrebbe amare il proprio figlio naturalmente, dunque con queste premesse la storia di Fuinur si incammina su un sentiero che è più che in salita: è verticale.
Quella di Fuinur è simile, in certi aspetti, alla parabola del brutto anatroccolo. So che sembra un riferimento fuori luogo, ma in fondo non mi sembra di aver fatto un paragone così azzardato.
La conclusione del secondo capitolo fa letteralmente male al cuore. Hai reso benissimo quanto può essere feroce e crudele la condanna di una folla che si accanisce contro il diverso. In quella scena dove Fuinur viene pubblicamente estirpato da Bruvac, io ci ho visto anche il stolto sacrificio di un capro espiatorio, un capro espiatorio cui i paesani addossano le colpe della loro condizione abbietta. Tant’è che la stessa Kathrin vuole sbarazzarsi di Fuinur poiché gli attribuisce la colpa della sua infertilità, e inoltre i cacciatori lo incolpano della scarsità di selvaggina. È un meccanismo orribile e crudele, ma purtroppo perfettamente credibile, e non lontano dalla realtà.

Per quanto riguarda la figura del cacciatore, hai ottenuto un punteggio piuttosto alto per merito del primo capitolo, dove ti soffermi a descrivere in modo così dettagliato e preciso le battute di caccia di Fuinur. Dopo, purtroppo, per forza di cose il suo ruolo di cacciatore si perde, per questo non ho potuto darti il massimo. Nei capitoli successivi, il nostro giovane protagonista diventa qualcosa di più simile a un leader, o meglio, a un capobranco, e il cacciatore che è in lui viene messo da parte.

Fuinur è ben descritto, ho apprezzato molto come tu ti sia impegnata a connotare anche il suo lato animalesco. Ho trovato particolarmente incisiva, a questo proposito, la seguente scena:

Il bambino ringhio` per il tentativo dell’uomo di marchiarli con il proprio odore, pensava che con quell’espediente il cacciatore ne volesse reclamare la proprieta`.

Mi piace come tu stessa non hai provato a negare la parte animale di Fuinur, ma anzi hai ammesso che ci sia, calcando la mano su aspetti come questo. Fuinur interpreta il gesto di disprezzo dei due cacciatori a suo modo, come se volessero rivendicare le sue prede (e non come quello che è, ovvero un mero gesto di disprezzo). Ti ho fatto questo esempio, ma in realtà la tua attenzione alla parte animalesca del nostro piccolo protagonista è costante, ad esempio il tuo mettere in risalto gli odori dei luoghi, delle persone, prima che i particolari visivi. questo perché, ovviamente, la storia è narrata dal punto di vista di Fuinur, e Fuinur interpreta primariamente il mondo che lo circonda in base all'olfatto. Mi sei piaciuta parecchio in questo caso, hai dimostrato di essere attenta ai particolari, e non ti sei dimenticata della natura del protagonista man mano che la storia evolveva. Brava.

Spiego il perché di quel punteggio un po’ basso, per quanto riguarda la realizzazione della trama. Sostanzialmente, i motivi principali sono due: i punti che hai lasciato in sospeso, e soprattutto il finale concluso in modo troppo frettoloso.
Un conto era se avessi deciso di far correre Fuinur lontano dalla sua vita precedente, ma così, facendolo ritornare nella sua casa nei pressi di Bruvac, era inevitabile secondo me inserire un secondo incontro con i paesani, e soprattutto con la madre, tutti elementi di confronto che sono stati centrali nei primi due capitoli. Ora che Fuinur era cambiato, ora che si era riscattato, era la trama stessa a richiedere un ultimo incontro risolutivo, di qualunque natura fosse.
Anche la faccenda del lago di Vi’ Tuluk Naara, che sembrava l’inizio di qualcosa, è stata poi abbandonata a sé stessa. Ma questo è un fatto di minore importanza. Molto più grave è, come già ti ho anticipato, il modo a dir poco precipitoso in cui hai sbrigato il finale. Mi dispiace se questo è stato in qualche modo dovuto all’incombente scadenza del contest, in tal caso ti prego di riscrivere l’ultimo pezzo prendendoti tutto il tempo e lo spazio di questo mondo, perché così si vede proprio che, da un certo momento in avanti, ti sei lanciata a rotta di collo a chiudere la storia. E l’effetto che ne risulta non è dei migliori. Soprattutto il momento in cui Fuinur viene elevato a leader andava spiegato con più calma e con molta più gradualità.

Silvar