Recensioni per
All'ombra del salice
di La Fe_10

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
25/04/15, ore 10:33

Quarto classificato – All’ombra del salice

Di La Fe_10


Sintassi, ortografia, punteggiatura
La tua storia è una delle più lunghe che abbiano partecipato al contest; ciò non toglie, però, che gli errori siano troppi. Che ci possano essere dei refusi in un racconto molto lungo ci può stare, però ne ho trovati davvero tanti durante la lettura e alcuni sembrano proprio essere il frutto della fretta.
Partendo dalla sintassi, ti segnalo alcune imprecisioni:

[…] chissà cosa ne avrebbero pensato il suo editore nello scoprire che […]

[…] il minimo che poteva fare era rimanere al suo fianco.

[…] come se essere immobile significava rimanere in balia del suo senso di colpa […]


Nella prima frase, c’è un errore di accordo tra soggetto e verbo: il soggetto, ovvero il suo editore, è al singolare, mentre il verbo avrebbero pensato è al plurale. Attenzione! Ho riscontrato tantissimi errori di questo genere durante la lettura: probabilmente, a farti perdere il filo è stata la sintassi in alcuni casi complessa, però, in futuro, cerca comunque di prestare più attenzione.
Nelle due frasi successive, hai utilizzato l’indicativo imperfetto invece che il congiuntivo imperfetto.

A livello ortografico, ho riscontrato più che altro errori di accentazione:

Naruto attraverso la porta […]

[…] una sedia li vicino […]

[…] gli stesse affianco […]

Certo che si.

Perchè credo di non poterlo sopportare da te.


Nella prima frase, hai scritto il verbo al passato remoto senza l’accento. Tenderei a pensare che sia un refuso, ma di errori simili ne ho trovati tantissimi, per cui ho preferito fartelo presente.
La seconda espressione che ti ho citato contiene un errore nella grafia dell’avverbio di luogo . Anche questa parola va scritta obbligatoriamente con l’accento.
Nella terza espressione, hai scritto affianco invece di a fianco. La grafia che hai utilizzato tu si usa per la prima persona singolare dell’indicativo presente del verbo affiancare.
Nella quarta frase, hai scritto il sì affermativo senza accento. La grafia da te utilizzata si usa per il pronome riflessivo/impersonale si: si lava, si dice etc…
Infine, perché si scrive obbligatoriamente con l’accento acuto, ovvero inclinato dall’alto verso sinistra. La direzione dell’accento, infatti, serve a distinguere due diversi tipi di pronuncia che può avere il simbolo e: l’accento grave, quello che hai utilizzato tu, designa la pronuncia aperta – ovvero /ε/, come è, terza persona singolare del verbo essere – mentre l’accento acuto designa la pronuncia chiusa – ovvero /e/, come perché, poiché etc…

A livello di punteggiatura, ho riscontrato qualche imprecisione, ma alcune di esse sono complesse da spiegare perché in parte soggette a regole non standardizzate. Mi limito, pertanto, a segnalarti gli errori conclamati, quelli cioè che violano delle norme ben precise e generalmente accettate:

«Prego, avanti.» rispose confuso […]

«Quello è nel retro, insieme alla camicia di forza e all'elettroshock, se vuole provvedo»
L'atmosfera di fece meno pensante mentre il paziente rideva sommessamente.

«Quella che serviva scansafatiche, e non provare nemmeno a svignartela come tuo solito!»

Senza nemmeno essersene reso conto le case avevano iniziato a diramarsi la strada si faceva sempre più sterrata.


I primi due costrutti che ti ho riportato recano entrambi degli errori legati all’uso del punto fermo nelle battute dialogate. Nel caso in cui tale battuta sia retta esternamente – ovvero, dopo la chiusura delle virgolette, segue una frase il cui verbo principale è assimilabile a dire e il soggetto è colui che ha pronunciato la battuta precedente – non occorre mettere alcun punto fermo al termine del discorso diretto. Viceversa, se la battuta non è retta esternamente, come nel secondo esempio citato, il punto fermo prima della chiusura delle virgolette è obbligatorio.
Nella terza frase che ti ho riportato, scansafatiche è un complemento di vocazione, ovvero è la persona alla quale si sta rivolgendo colui che pronuncia la battuta. Il complemento di vocazione deve essere sempre preceduto da una virgola qualora si trovi alla fine dell’enunciato, deve essere sempre seguito da una virgola qualora si trovi all’inizio dell’enunciato, deve essere seguito e preceduto da una virgola qualora si trovi al centro dell’enunciato.
L’ultima frase riportata manca di due virgole: la prima va posizionata dopo conto e la seconda dopo diramarsi. Suppongo, in questo caso, che si tratti di errori di battitura da parte tua.

A proposito di errori, sono costretta a segnalarti alcuni enunciati che, davvero, sono scritti molto male. Evito di correggerli perché è lampante che siano sviste, però la loro presenza denota poca cura durante le operazioni di rilettura del testo:

La sua mente sembrava quasi non comprendere le parole del medico mentre gli parlava di come la donna che qualche mese insisteva perché fosse lui il padrino di Naruto, proprio uno come lui, fosse morta.

In generale avrebbe voluto cosa avrebbero pensato le maggiore testate giornalistiche nello scoprire che uno dei più importanti scrittore del momento nel tempo libero pubblicava albi erotici di seconda categoria.

Gli occhi di Naruto si riempirono di quello spettacolo, iniziando a notare per la prima ciò che la circondava.

Spinto dalla curiosità di conoscere di trovarsi all'ombra di quella meraviglia della natura e di conoscere gli abitanti di quel piccolo eden i suoi piedi si mossero automatici seguendo la piccola strada polverosa.


Quel salice era ancora più imponente di quanto non lo fosse da lontano, tanto che solo a scorsi intravedeva la facciata bianca dell'abitazione che aveva un retrogusto antico, ma che a giudicare da alcuni piccoli dettagli, come la porta, oppure le finestre che sembravano essere appena state riparate.


Di frasi del genere, ahimé, ce ne sono davvero tantissime ed è un grande peccato visto che la storia in sé, dal punto di vista della trama e dei personaggi, risulta molto articolata.
6/10

Appropriatezza lessicale e stile
Dal punto di vista lessicale, la storia non ha problemi. Non hai usato termini particolarmente astrusi, però hai giustamente inserito alcune parole proprie del lessico specialistico della psicanalisi. Oltre a ciò, ho apprezzato anche l’utilizzo di alcuni termini appartenenti alla cultura giapponese, come ramen o come i vari epiteti che i personaggi utilizzano tra di loro.
Anche lo stile è buono, sebbene trovo che in alcuni punti ci siano davvero troppe battute dialogate e poche descrizioni/narrazioni. Non credo che sia un difetto in sé – per carità! – ma vista l’intricata vicenda narrata, sarebbe stato meglio corredare i discorsi diretti con qualche riga esplicativa in più. A parte questo, comunque, ho trovato estremamente efficiente il modo in cui hai suddiviso il racconto, facendo corrispondere la seduta psicanalitica all’evento vissuto da Naruto.
Ripeto: la trama non è affatto semplice e forse era necessario esplicitare qualche dettaglio in più, ma dal punto di vista stilistico hai comunque compiuto la scelta migliore.
9/10

Trama: originalità e sviluppo
In quanto a originalità, c’è poco da dire: la tua storia batte tutte le altre che partecipano al mio contest. Non so come tu sia riuscita a inventare una cosa del genere – probabilmente, studi psicologia o qualcosa di simile –, comunque il risultato ottenuto mi ha lasciata quasi senza parole.
Adoro il sovrannaturale, così come il genere noir, e il fatto che tu abbia costruito la trama intrecciando questi due elementi alla psicanalisi piuttosto che ai triti e ritriti demoni, vampiri, lupi mannari e quant’altro è senz’altro un punto a tuo favore.
Hai costruito un AU davvero molto efficace, trapiantando i personaggi del manga Naruto in un mondo quasi normale, dove non esistono i ninja ma i vari protagonisti conservano comunque i tratti distintivi della loro personalità e si muovono su uno scenario inquietante che sembra prendere il sopravvento sulle loro facoltà cognitive.
Quando la vita di Naruto incontra quella di Sasuke, entrambi i giovani si portano dentro esperienze dolorose e impossibili da dimenticare. Ma nessuno dei due è a conoscenza del passato dell’altro, tanto che, almeno da parte di Sasuke, inizialmente c’è una certa diffidenza verso il nuovo arrivato. Nonostante l’anomalia dell’atmosfera sia ben palpabile – ed è data dalla vicenda parallela del sogno e della seduta psicanalitica – nel racconto incentrato sull’amicizia tra Naruto e Sasuke non sembra esserci nulla di strano, a parte la profonda depressione del secondo che lo ha quasi spinto a uccidersi. Per questo, quando vengono fuori i passati dei personaggi è come se l’idillio si rompesse: Naruto riesce a farsi spiegare da Sasuke il perché del suo gesto e, da quel momento, la situazione precipita inesorabilmente verso il baratro. La ricomparsa, di primo acchito fortuita, del fratello di quest’ultimo porta a galla una verità – un’altra, l’ennesima! – che non coincide con quella di Sasuke ma che al ragazzo è stata volutamente taciuta. Naruto è spiazzato, sconvolto dalle rivelazioni di Itachi, ma quando si dirige dal suo amico per parlare con lui, ecco la scoperta: Sasuke non c’è, è morto. Naruto, in realtà, non è mai riuscito a salvargli davvero la vita.
Ammetto che non è stato semplice capire per bene la trama perché si snoda su troppi piani paralleli, però trovo che tu abbia scelto davvero un argomento molto interessante, nonostante le difficoltà insite nello stesso.
Ovviamente, il clou della vicenda sta nella ricomparsa di Sasuke come paziente dello psicanalista Naruto. Non mi è ben chiaro – mea culpa – se Naruto stia solo immaginando di avere Sasuke come paziente o se la famosa seconda possibilità concessagli dal destino sia reale.
Che il paziente sia una reincarnazione di Sasuke? Forse.
Questo punto, magari, avresti potuto chiarirlo meglio. Comunque, la trama è molto avvincente.
I miei complimenti.
9/10

Caratterizzazione dei personaggi
Praticamente perfetta la caratterizzazione di ogni personaggio: hai curato nel dettaglio sia la personalità dei protagonisti che quella dei personaggi marginali, creando un mosaico di figure sfaccettate che si muovono all’interno di una scena per nulla piatta e scontata.
La contrapposizione tra Naruto e Sasuke è evidente, soprattutto nel modo di reagire a disgrazie più o meno simili: il primo, dopo aver perso – o quasi – un amico che per disperazione aveva tentato il suicidio, riesce comunque a trovare la forza per guardare avanti e per aiutare – o credere di aiutate – un ragazzo che sta per compiere il medesimo gesto; il secondo, dopo aver scoperto l’assassinio dei genitori da parte del fratello, si chiude nella solitudine e nell’astio verso il mondo, arrivando a farla finita. Cordiale e spensierato Naruto, irascibile e taciturno Sasuke, i due fanno comunque amicizia e scoprono di volersi molto più bene di quanto avrebbero immaginato. I loro caratteri si mantengono pressoché immutati anche nella scena relativa alla psicanalisi, in cui Sasuke appare scontroso e diffidente, mentre Naruto paziente ed educato. Non ho trovato alcuna forzatura nel modo in cui li hai caratterizzati, tanto che trovo entrambi i personaggi praticamente privi di difetti.
La forza d’animo di Naruto è impressionante, ma ancor di più lo è il modo in cui tu sei riuscita a renderlo credibile nonostante la drammaticità di ciò che avviene nella sua vita renderebbe plausibile anche atteggiamenti autolesionisti da parte sua. Naruto va avanti a oltranza, sfidando le brutture che gli si presentano davanti e accettando di mettere da parte un passato nefasto pur di ridare la speranza a qualcuno. Il suo tentativo di salvare Sasuke – e il suo erroneo convincimento di esserci riuscito – stanno a testimoniare con quanta forza d’animo questo ragazzo accetti di continuare a vivere. Hai reso molto bene tutte le sue idee, i suoi timori e le sue speranze, e lo stesso si può dire per Sasuke.
Insomma, merito il punteggio pieno, senza ombra di dubbio.
10/10

Attinenza tra trama e titolo
Il salice ha un ruolo molto importante all’interno della storia. Certo, non è centrale, però rappresenta comunque un elemento fondamentale: è il luogo in cui Naruto trova Sasuke nel mentre tenta di suicidarsi. Ovviamente, il salice è anche una pianta con un grande valore simbolico: il fatto stesso che venga definito piangente lo mette in un certo senso in relazione con il dolore e, di conseguenza, con la morte. Per questo, quando Naruto si rende conto che Sasuke non è vivo, l’albero appare spoglio. La simbologia è molto presente nella tua storia e il modo in cui hai adattato il titolo proposto ai significati intrinseci del salice è senza dubbio apprezzabile.
Ottimo lavoro.
10/10

Gradimento personale
Lo dico chiaramente: se non fosse stato per tutti quegli errori di grammatica, la tua storia sarebbe arrivata molto più in alto. Perché, sì: mi è piaciuta tantissimo. Adoro i racconti in cui la dimensione onirica prende il sopravvento sulla realtà o, comunque, diventa importante a tal punto da divenirne parte integrante. Tu, poi, hai infilato in mezzo anche la psicanalisi, dando dunque un’importanza ancora maggiore al valore del sogno: non lo hai preso sottogamba, delegando il compito di interpretarne il senso a un essere dai poteri sovrannaturali – come pure si fa spesso nelle storie di questo genere – ma hai preferito affidarti ai pilastri della scienza, alla psicanalisi, senza comunque sottrarre alla storia quel pizzico di anomalia che la rende tanto cupa e affascinante.
Se potessi farlo, ti chiederei anche di spiegarmi il perché della presenza di Sasuke nello studio di Naruto: ho letto e riletto la storia e, sebbene tutto il resto sia chiaro – almeno spero! – non riesco davvero a capire se Sasuke sia reale o meno, o se si tratti di una reincarnazione.
Perdona la mia stoltezza.
Tot: 44/50

Recensore Veterano
28/03/15, ore 14:10

Ciao mia adorata ^^
Dunque, mi hai lasciata davvero a bocca aperta. Il riferimento l'ho colto al volo, mi ricordava tantissimo il mio killer preferito. Sul serio, sei un genio! L'ho letta tutta d'un fiato, divorando le parole come se fossi affamata. Quando sono arrivata al finale mi è venuto un colpo. Bellissima, intensa e irresistibile davvero. A parte qualche errorino di battitura, era perfetta. Anche la parte professionale è stata trattata alla perfezione. I riferimenti al manga erano davvero ben studiati. Mi inchino alla tua bravura, devi assolutamente vincere. Sei un mito ♥

Recensore Master
22/03/15, ore 23:03

Ciaoooo!^^
Wow, questa storia era....impegnativa.
Impegnativa, certo, ma in senso buono.
Intelligente, molto sentita, per tutta la durata di percepisce un sentore antico nel testo, forse proprio per ciò che c'è scritto, soprattutto nei ricordi di Naruto. É molto triste (non nascondo di aver fatto cadere un paio di lacrime quando Naruto parlò per l'ultima volta con Sasuke, quello morto, il fatto é che mi immedesimo molto nei personaggi e quando ha cominciato a piangere lui, beh, ho cominciato anche io!) eppure, anche se triste e commovente, si può dire che abbia un finale ugualmente felice...una sorta di seconda possibilità, perché vada tutto in meglio.
La casa e l'albero, mi sono accorta, quando -diciamo il "fantasma" di Sasuke- l'ha sbattuto fuori casa, hanno ripreso la loro vera immagine, vecchi, malandati, spoglio per quanto riguarda il salice...forse Naruto non li vedeva esattamente così quando era con Sasuke perché, proprio come il fantasma sembrava una persona reale, la sua presenza riportava la proprietà in cui si trovavano come una volta, come quando era ancora vivo.
Il fatto che non ci fosse elettricità quando Naruto ha attaccato la spina del portatile per metterlo in carica era un esempio, un indizio, sul fatto che non c'era vita reale da molto tempo in quella casa, così, come il fatto che Sasuke abbia, secondo il punto di vista di Naruto, una parvenza antica é un'altro indizio che non si tratti di un ragazzo dell'epoca...in effetti, leggendo la storia mi sii più volte chiesta cosa facesse Sasuke, cioè...Naruto lo trova sempre in casa il pomeriggio, però é sempre da solo, sa che é solo...però, avendo diciassette anni -come lui suppongo- non va a scuola come Naruto, né lavora per mantenersi, perché una persona sola in qualche modo si deve mantenere e lavorare, ma lui non lo fa...ora capisco...
Itachi, come sempre poverino, a una storia triste, viene raffigurato come un matto assassino, uno squartatore ed alla fine fa quel che fa sempre e solo per proteggere Sasuke...gli vuole bene, un amore di quelli come pochi, puro, sincero..straziante, esattamente adatto a quando si dice che si farebbe tutto per quella persona, tanto che Itachi, come nel manga, preferisce farsi odiare perché pensa sia meglio così.

Sinceramente, quando ha cominciato con la parte dei ricordi di Naruto, ovviamente non vedevo il nesso tra le due cose, ma sapevo che c'era, é ovvio, poi ha cominciato ad interessarmi sempre di più entrambe le parti, quella della psicoanalisi e quella dei ricordi, non vedevo l'ora ogni volta di cambiare ma allo stesso tempo di andare avanti con lo stesso pezzo perché volevo saperne di più su entrambi e capire... All'inizio, quando si parla di psicoanalisi e di sogni e di interpretarli la mia mente é andata diretta a Freud e al suo libro "l'interpretazione dei sogni", non che il libro parli esattamente di come interpretare i sogni o esattamente di questi, é un concetto molto più ampio e complicato, che non c'entra come si può pensare in quest'ambito, eppure allo stesso tempo c'entra eccome con l'onirico, soprattutto sullo studio e sulla scienza, su storia e trattati e su una linea surrealista e dell'attività psichica che é l'inconscio, quindi di tutti gli atti che concernano la conoscenza e l'emotività ma che non raggiunge il livello di coscienza. In pratica costituisce una parte della vita interiore di ogni individuo della quale non possiamo avere né consapevolezza né, dunque, conoscenza diretta..non che io abbia letto il libro o sappia chi sa quanto su Freud, ma sto pensando un po' in generale a lui ed al libro...scusa se divago...però, pensando a questo, collego il collegamento di Naruto nella seduta di psicoanalisi... Sasuke racconta un sogno, perciò fa parte del suo inconscio che si può manifestare in vario modo...ma soprattutto attraverso azioni automatiche, cioè senza filtro della ragione. Uno di questi modi é l'improvviso emergere di ricordi che invano si era cercato di richiamare alla memoria, poi c'è ne sono altri ma il più importante é il sogno perché é la via privilegiata attraverso la quale l'inconscio si rivela in tutta la sua essenza.
Freud, nel libro, vede la sua visione del sogno come lo strumento più adatto e prezioso per la ricostruzione dell'attività psichica inconscia..pensando a questo, ritorno a focalizzarmi su Naruto...egli, infatti, chiede a Sasuke di raccontargli il sogno ma quando costui dice che é come sfocato e confuso, lui li usa come dettagli, in più gli chiede di dire ciò che gli viene, che si sente, che pensa così, su due piedi perché c'è sempre qualcosa da dire e che si nasconde in profondità ed é qui che ritorna l'inconscio, per così dire, perché Sasuke si lascia andare automaticamente e "senza pensare" parla, a volte con una piccola spinta del biondo a continuare, perché se bene sa che ci siano cose assurde in quello che dice, tutto questo serve e ha un senso, seppur inconscio.
Molti elementi si intrecciano nelle due fasi della storia ed é una cosa che ho adorato: i collegamenti.... Ora, non credo di poterli dire tutti, forse me ne dimenticherò qualcuno oppure altri non li ho osservati bene trovandoli...forse altri ancora ce li vedo solo io, però, boh, mi piacciono, li apprezzo... Forse Sasuke, il Sasuke in psicoanalisi, é semplicemente la reincarnazione del Sasuke morto, del fantasma, il suo spirito si é finalmente lasciato andare...voglio dire, Naruto, nei suoi ricordi, non fa più cenno ad un'altro incontro con l'evidente fantasma, il fatto che, appena fu sbattuto fuori casa, vedesse la casa stessa e l'albero smorti, così come agli occhi di tutti sono sempre apparsi, probabilmente é la prova che il fantasma se n'é andato via, forse disperato all'inizio, però il sapere che Naruto era con lui, che l'ha salvato quando stava rivivendo la sua morte per chi sa quale altra volta ma venendo salvato da Naruto e provando a "vivere" ancora un po' in sua compagni, trovare una persona che non reputi sua la colpa o che non lo reputi un mostro, che gli voglia tremendamente bene e anche il sapere di suo fratello, tutte quelle consapevolezze, forse, l'hanno liberato e "lasciato andare".
Il sogno e tutte quelle sensazioni che prova il Sasuke in psicoanalisi sono i ricordi della sua vita passata e dell'incontro con Naruto e grazie a questi lo riesce a ritrovare.

Ad esempio, nel sogno, Sasuke vede un occhio cattivo che é il male ma che allo stesso tempo, percepisce, gli vuole molto bene ed é ovvio sia di Itachi, male perché ha ucciso i suoi genitori, bene, affetto e amore perché lo ha fatto per proteggerlo, perché lo ama...poi c'é questo ragazzo che però non conosce, uno sbruffone che pensa di sapere tutto, non lo sopporta, lo irrita..lo odia...vuole che se ne vada via eppure quando non lo fa é felice ed allo stesso tempo sa di amarlo, gli piace e vuole restare con lui, ne sente il bisogno. Questo é evidente si tratti di Naruto; infatti nei suoi ricordi é entrato di prepotenza nella vita -se così si può chiamare quella di un fantasma- di Sasuke e, anche se continuava a dirgli di andarsene e non volerlo lì, lui rimaneva, l'ha salvato, l'ha fatto stare bene e l'ha amato, gli ha fatto passare il fatto di sentirsi in colpa.
Sinceramente, mentre stavo leggendo il racconto del sogno di Sasuke e la parte di questo ragazzo, ho pensato che quando avesse visto il volto di Naruto, si sarebbe sorpreso/spaventato perché lo avrebbe riconosciuto come il ragazzo sconosciuto del sogno.
Poi, le sensazioni che sentono più volte, sia Sasuke nel suo sogno, sia Naruto nei suoi ricordi, sono altri collegamenti, tipo il ferro, vale a dire l'odore ferroso che ha il sangue, oppure il freddo, il caldo, il sole e la luna...
Ad esempio, la prima volta che Naruto é andato sotto il salice piangente, anche se c'era il sole e c'era una luce calda e luminosa, sotto le sue fronde ha sentito freddo e percepito tanta cupezza, freddo e più buio rispetto alla luce luminosa che c'era prima, forse per il fatto che, anche se non se n'erano accorto, Sasuke aveva già fatto la sua comparsa e avesse preso la sua originale immagine che vede verso la fine o forse, semplicemente per il fatto che quel posto fosse cupo già di suo per ciò che rappresenta, visto che é il luogo dove Sasuke si é suicidato... Anche il fatto che Jiraya non si fosse accorto delle macchie di sangue sulla scarpa -che si era fatto calpestandolo poco prima di vedere Sasuke- e sulla maglietta trasportando il moribondo dentro casa, forse non le ha notate perché in realtà non le vedeva per il semplice fatto che di sangue vero non ce n'era visto che Sasuke in fondo era un fantasma... Non so, devi sapere che io mi faccio un sacco di film mentali e cerco di analizzare più cose che posso e cerco di stare attenta ad ogni singolo dettaglio che vedo, poi se faccio giusto é tutto da vedere, sperando che non trascuri niente.
Mi piacciono talmente tanto i collegamenti, ad esempio la luce, il caldo e il sole nel sogno di Sasuke, sono ovviamente Naruto e Sasuke ci si "immerge" completamente completamente perché, così come nei ricordi di Naruto il biondo fa stare bene il moro, mentre, quando alla fine del racconto del sogno Sasuke dice che all'improvviso c'è l'oscurità, beh, si riferisce che nei ricordi di Naruto il biondo dice al moro ciò che é stato e ciò che é, la verità e il moro lo allontana sentendosi triste e solo, completamente sconvolto dall'accaduto.
Oppure, quando si sono baciati, Naruto prima sente le labbra di Sasuke fredde, infatti lui é un fantasma e fino a pochi attimi prima stava raccontando ciò che era successo e quindi stava esprimendo la sua tristezza e la sua disperazione, si può dire che fosse stato nel buio e nel freddo, mentre quando Naruto lo bacia le sue labbra si riscaldano perché il sole, la luce e il calore l'hanno raggiunto ed oscurato la luna rossa, simbolo dell'oscurità e del sangue versato quella notte e non solo...di tutta la sua tristezza... Quando poi la luna rossa oscura nuovamente il sole é perché stiamo giungendo alla fine e il Sasuke dei ricordi si sente nuovamente solo, quindi, Sasuke nel sogno sente la sua tristezza...infatti, quando Sasuke racconta il sogno dice che é lui, sa che é così, ma é come se non lo fosse é stesse guardando da fuori, infatti sta guardando, o meglio, sentendo e percependo una sorta di ricordi e sensazioni del "Sasuke passato".

Naruto sente questo collegamento con Sasuke durante la seduta fin da subito, infatti, pur essendo seduto di schiena senza poterlo vedere, se lo immagina subito, o forse, comincia da subito a ricordare il Sasuke dei suoi ricordi, forse sentendo la voce fa un collegamento automatico e non voluto, infatti penso si ricada nell'inconscio, anche se leggermente.
Ok, io non so se mi sono spiegata bene e se ho fatto giusto, sono sicura che mi sono dimenticata di scrivere qualche cosa oppure che mi sia sfuggita, solo che questa storia é effettivamente complicata, o più che altro intensa e ci sarebbero talmente tante cose da scrivere che é ovvio che qualche cosa mi sfugga dal farlo presente, in più non si nemmeno quanto ho scritto, ma mi sa che ti toccherà leggere un bel po'! XD scusa...
Un'altra cosa comunque la dico: mi é piaciuto anche il fatto del collegamento della storia basata anche su alcuni fatti del manga...tipo la luna rossa di sangue, la sera in cui i genitori di Sasuke sono morti e lui ha provato poi a colpirlo pur non essendoci riuscito perché troppo debole in confronto a lui..i ricordi/sogni-incubi che ha Sasuke quando Itachi usa lo sharingan ipnotico su di lui facendogli rivivere la scena molte volte (infatti nella seduta Sasuke dice che gli sembra di riviverlo molteplici volte) l'occhio rosso é ovviamente lo sharingan e altre cose simili...
Il fatto é che mi sono chiesta perché Itachi, parlando della fic, abbia dovuto per forza squarciare i loro corpi, insomma, non poteva solo colpirli e ucciderli, doveva per forza essere così cruento tanto che Sasuke percepisca che ad occhio e croce ci siano circa 5 litri di sangue in un corpo?! Insomma, se mai avesse deciso di dire la verità sarebbe stato più credibile dire che si era difeso se non li avesse squarciati! In fondo Itachi decide di non dirlo a Sasuke solo vedendo che il più piccolo lo odiava é voleva colpirlo... Comunque, chi lo capisce Itachi?! XD -io lo adoro!❤-
Ok, ora la finisco, ti saluto e ti faccio i complimenti perché mi é davvero piaciuta.^^
Spero di sentirci con un'altra fic, bye bye!^^

Recensore Junior
22/03/15, ore 00:32

Una storia davvero molto bella, la parte concernente l'episodio del Naruto diciassettenne mi ha colpita. Scoprire che in realtà Sasuke era già morto mi ha commossa *espressione elegante per evitare di dire che, cristo santo, mi ha spezzato il cuore* e mi è piaciuto molto anche come hai translato il sacrificio di Itachi dal manga ad una AU. Brava! Possiamo sperare in un sequel? *espressione che dovrebbe risultare convincente*
Alla prossima!

Recensore Master
21/03/15, ore 22:44

Ciao, questa shot è davvero molto bella. Mi ha ammaliato dall’inizio alla fine. Ero proprio curiosa di scoprire dove i personaggi sarebbero arrivati e come si sarebbe concluso il tutto. Senza contare che il sogno e la vita reale si incastravano alla perfezione, in mille sfaccettature. Non avevo proprio pensato che Sasuke potesse essere in realtà morto.
Con i paragoni, se vuoi ci provo però sicuramente farò un casino pazzesco e mi dirai che sto dicendo un sacco di cavolate però tentiamo… Direi che i paragoni potrebbero essere innanzitutto Naruto con il sole, la mela avevo pensato potesse trattarsi del portatile associandolo alla Apple, il sole che si rannuvola ed inizia a piovere potrebbe trattarsi di Naruto che si rattrista nel sentire la storia di Sasuke, ma comunque non se ne va, da forza e calore a Sasuke, confortandolo e “toccandolo” riscaldandolo. Il blu degli occhi di Naruto, il ferro potrebbe essere riferito al sangue ed al suo sapore ferroso, la luna color sangue mi ha fatto pensare all’Amaterasu e l’occhio malvagio a quello del clan Uchiha e quindi alla morte, ma anche alla possibile doppia realtà di Itachi assassino crudele, ma in realtà salvatore del fratello. Il fuoco legato all’abilità degli Uchiha… Davvero sto facendo un sacco di ipotesi ed associazioni che magari non c’entrano neanche nulla.
Comunque sia la tua storia mi è piaciuta davvero un sacco quindi complimenti sei stata bravissima!
Fai attenzione però, perché ho trovato un po’ di errori di distrazione e/o battitura che ti segnalo: “L'atmosfera di fece meno pensante mentre il paziente rideva sommessamente.”, “sarebbe paragonati di più ad una volpe ad essere sinceri.”, “e le coppie felice bruciano troppo in fretta?”, “gli parlava di come la donna che qualche mese insisteva perché fosse lui il padrino”, “uno dei più importanti scrittore del momento nel tempo libero”, “La mano si chiusero a pugno”, “. Spinto dalla curiosità di conoscere di trovarsi all'ombra di quella meraviglia della natura e di conoscere gli abitanti di quel piccolo”, “Scosto delicato i rami”, “un rantolio raggiungeva i sui timpani forte come delle urla”, “in strisce con a quali tento di pulire i tagli netti e precisi.”, “. Si sbilanciava pochissimi”, “molti dubitano che fossa tornare ad usare la mano destra.”, “Quanto avrei voluto conficcarglielo cuore”, “non ho nemmeno avuto il fegato di fare quello che aveva fatto lui, non aveva avuto il coraggio di vendicarli!”, “E ripresero da dove avevano lasciato sempre emettere più un fiato”.
Spero di poter leggere anche il continuo delle altre tue storie.
A presto, kiss