Recensioni per
Un giorno fantastico
di Mionele

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Recensore Master
31/07/15, ore 14:52

Ciao, buon pomeriggio.
Allora, quello che posso innanzitutto dire è che l'idea da te sviluppata non è male, dai.
È una sorta di slice of life che vede protagonista assoluto Ron (anche se appaiono pure i suoi amici) e Daphne e qui sono rappresentati in maniera semplice e su una trama lineare, anche la loro caratterizzazione è parecchio bi-dimensionale qui.
Voglio dire, la trama ha la sua coerenza da inizio a fine e riesce bene o male a stare nel genere fluff, anche se magari si sviluppa un po' tutto frettolosamente per portarli all'abbraccio.
Il problema di questa storia è senza dubbio l'ortografia, abbastanza scostante e mediocre in certi passaggi: innanzitutto, ci sono un sacco di ripetizioni in uniche frasi (tipo primavera nella prima, singulti quando Ron sente qualcosa da dietro l'albero), nel senso, così la storia appare abbastanza ridondante e macchinosa.
I tempi verbali, nonostante la tua intenzione di usare il passato remoto per raccontare qualcosa del passato, sono scritti generalmente male in quanto senza accento finale; in più, anche diverse parole sono sbagliate (arrosato è per esempio arrossato, si mise ha ridere è si mise a ridere) e rendono i periodi poco travolgenti e pesanti.
In più, più che dopo la guerra magica sembra un momento passato ad Hogwarts durante l'anno scolastico data la presenza di Harry e Hermione che, dopo un po', spariscono misteriosamente.
Voglio dire, magari non è detto che loro fossero insieme a Ron mentre sentiva i singulti dal tronco dell'albero, ma avvenendo subito dopo dalle domande dei due, a me viene spontaneo vederli parte della scena...è spiegato un po' male, ecco.
In sostanza, l'idea è lineare e semplice e questo (considerando che è una storia auto-conclusiva e di genere fluff) è sicuramente lodevole, ma la grammatica e l'ortografia (così come un paio di frasi abbastanza lunghe e nodose) sono piuttosto scadenti e tendenti al mediocre.
Quello che ti posso consigliare è di leggere e di vedere anche come vengono utilizzati i sinonimi di alcune parole, la formulazione di frasi e di periodi vari, in modo che siano collegati tra loro.
Lo stile è ancora allo stato grezzo ma è presente, senza dubbio.
Niente di personale, solo consigli sinceri da aspirante scrittore ad un'altra, ecco!

Un abbraccio,

Watashiwa

 

Recensore Master
21/06/15, ore 22:06

Lo stile con cui scrivi è ancora grezzo. Non sono riuscita a leggerla tutta. Ti ho corretto solo la prima parte. Non considero la sfida riguardo a questa storia superata. Rilinkala, con tanto di prompt, quando l'avrai corretta.
Correzione:
E Ron Weasley aveva sempre amato la primavera, [perché] il giorno del suo compleanno si svolgeva in primavera [,] ma soprattutto amava la primavera [togli la ripetizione di amava la primavera] per il suo profumo di nuovo, nell’aria [. Nell’aria,] ogni volta che provava a stare da solo [,] si sentiva sempre quell’profumo di fresco mischiato a quello di pulito. Poi senza accorgersene [Senza accorgersene, poi] la primavera lì dava modo [gli dava il modo] di pensare meglio a tutta la sua vita. [Vai a capo]. Quella mattina si era svegliato con un insolito buonumore da fare invidia a chiunque, aveva sorriso per tutta la mattina ed Hermione insieme ad Harry li chiedevano [e sia Hermione, che Harry, gli chiedevano] in continuazione cosa avesse [.] ma neanche lui lo sapeva [Ron, rispondeva, di non saperlo nemmeno lui] , sentiva solo di essere felice e che oggi avrebbe fatto un bell’incontro [e sicuramente, prima della fine della giornata, avrebbe avuto un incontro bellissimo]. Come se qualcosa o qualcuno avesse sentito cosa stava pensando senti [pensando, sentì] un singulto provenire da dietro un albero e si avvicinò [.], più si avvicinava più sentiva i singulti di qualcuno, prese la becchetta e si nascose dietro un albero e si sporse per vedere chi era [Man mano che si avvicina, i singhiozzi si fecero sempre più forti. Estrasse la bacchetta, nascondendosi dietro uno degli alberi del parco della scuola]. Una ragazza dai lunghi capelli biondi era seduta su un tronco di albero spezzato, [.] Ron notò che aveva il mantello dei Serpeverde e che aveva anche il viso rigato delle lacrime [Ron notò che la giovane, dal viso rigato dalle lacrime, indossava un mantello verde e argento, era sicuramente una Serpeverde]. Capi chi era solo quando la vide meglio, il suo nome era Daphne Grengrass [Solo quando la vide meglio, capì chi era. Si trattava di Daphne Grengrass]. Sapeva bene chi fosse, era stato innamorato di lei verso il quarto anno ma soprattutto era figlia di Mangiamorte ma lei aveva disertato e nella guerra li aveva aiutati a prenderli ma quando i suoi compagni lo vennero a sapere la lasciarono da sola. [Ron non era ancora riuscito a dimenticarla, l’aveva amata troppo sin dal quarto anno di scuola. Pur essendo la figlia di un Mangiamorte, li aveva aiutati durante la guerra, lei non aveva disertato nella battaglia decisiva. In questo modo si era inimicata tutti i suoi compagni Serpeverde]. Aveva [Ron Aveva provato a parlarci da quando era tornato a scuola per il suo settimo anno [,] ma non ci era riuscito sia per i vari impegni sia perché lei appare le lezioni non si faceva mai vedere da nessuno per paura di essere derisa da tutti [sia per i vari impegni, sia perché la ragazza era diventata schiva. Nessuno riusciva a vederla fuori dalle lezioni. Questo perché i suoi compagni Serpeverde avevano iniziato a deriderla in pubblico]. Prese [Ron prese]tutto il coraggio da Grifondoro che aveva accumulato negli anni e si fece avanti [.] mettendo [Le mise]con delicatezza una mano sulla sua spalla, [e] a quel tocco la vide girarsi di scatto [.] e appena vide chi era cerco di sistemarsi e di asciugarsi le lacrime che cerano ancora sul suo viso. [Daphne si asciugò le lacrime sul proprio viso con il dorso della mano.
Ron: [“] Cosa ti e successo? [”.]
Lei non rispose, non amava essere compatita o fare pena ma quando alzo lo sguardo sul ragazzo difronte a lei vide che nel suo sguardo non cera nulla di tutto questo ma solo un enorme colore azzurro che le divoro l’anima. [Daphne non rispose, non voleva essere compatita e neanche fare pena al giovane. Certo, quando alzò lo sguardo, non lesse negli occhi di lui, niente di tutto questo. Il colore degli occhi di Ron, sembrò divorale l’anima].
Daphne Grengrass era sempre stata una ragazza orgogliosa [togli il primo orgogliosa], bella, seducente [o metti bella o metti seducente. Il secondo è il rafforzativo del primo] ma molto orgogliosa. Non chiedeva mai nulla, voleva farcela da sola [,] non le andava affatto di essere presa in giro[.] ma da quanto aveva deciso di essere libera di prendere le proprie decisioni mettendo in pericolo i propri genitori dicendo tutto quello che sapeva agli Auror e al Trio Magico, i suoi amici l’avevano abbandonata per il semplice motivo che aveva messo i loro genitori rinchiusi in prigione. [Eppure sapeva a cosa andava incontro quando, decidendo di prendere liberamente le proprie decisioni, aveva detta agli Auror e al Trio magico tutto ciò che sapeva dei Mangiamorte. Molti Serpeverde avevano visto i loro genitori finire in carcere e per questo la odiavano, dimenticando che anche Daphne aveva così perso i propri]. Aveva provato a parlarci [ a parlare con i suoi compagni,] ma ogni volta loro la ignoravano l’unica che non sembrava fregarsene era sua sorella minore Astoria fidanzata con Fred Weasley un Grifondoro [ma veniva denigrata o ignorata. A nessuno di loro importava di lei, al massimo la odiavano. Le era rimasta solo sua sorella minore: Astoria e il fidanzato di lei: Fred Weasley, un Grifondoro]. Era [Daphne era]stanca di fingere che non le importasse niente[,] per questo si era nascosta e stava piangendo[,] ma davanti allo sguardo del ragazzo che segretamente amava non riusciva a resistere per nulla al mondo [togli per nulla al mondo, la frase è già contorta e lunga così]. Cosi [Perciò] rispose con voce fievole:
Daphne: [Togli i soggetti, non è stile copione. E’ vietato da efp] [“]Nulla[”].

Nuovo recensore
31/05/15, ore 20:14

Ma non ti vergogni?
Ad Approdo del Re mi hanno tirato lo sterco in faccia. Non dico che il carattere grassetto sia come lo sterco, ma è comunque un colpo in faccia di ugual misura!
La storia potrà anche promettere bene, ma hai fatto di quegli errori di ortografia e di coesione del testo da far accapponare la pelle e farmi cascare le palle!
Ma non provate mai a rileggere ciò che scrivete? Ma non vi viene il dubbio che possa esserci anche solo qualche piccola svista o errore?
Vabbé, vedi tu...

Recensore Master
26/05/15, ore 23:53

Giudizio:
 
Grammatica: 5/10
Mi dispiace dirlo ma ci sono un sacco di errori. Provo a farteli notare tutti, anche se sicuramente qualcuno mi sfuggirà.
1. Virgole mancanti. Ne ho notate veramente tante. Eppure la storia è corta!

  • “[…]aveva sorriso per tutta la mattina ed Hermione insieme ad Harry li chiedevano[…]” – “insieme ad Harry” va racchiuso tra due virgole.
    “[…]avesse sentito cosa stava pensando senti un singulto[…]” – ci vuole una virgola dopo “pensando”.
    “[…]e si nascose dietro un albero[…]” – ci vorrebbe una virgola al posto di “e”.
    “[…]ma non ci era riuscito sia per i vari impegni[…]” – virgola tra “riuscito” e “sia”.
    “[…]si fece avanti mettendo con delicatezza una mano sulla sua spalla[…]” – virgola tra “avanti” e “mettendo”.
    “[…]girarsi di scatto e appena vide chi era cerco di sistemarsi[…]” – “appena vide chi era” va racchiuso tra due virgole.
    “[…]ragazzo difronte a lei vide che nel suo sguardo[…]” – virgola tra “lei” e “vide”.
    “[…]Non chiedeva mai nulla, voleva farcela da sola non le andava affatto[…]” – virgola tra “sola” e “non”.
    “[…]Astoria fidanzata con Fred Weasley un Grifondoro” – virgola tra “Weasley” e “un”.
    “[…]Era stanca di fingere che non le importasse niente per questo si era nascosta[…]” – virgola tra “niente” e “per”.
    “[…]e guardando il cielo si accorse degli enormi nuvoloni[…]” – “guardando il cielo” va racchiuso tra due virgole.
    “[…]Senza pensarci molto prese la mano della ragazza e corse cercando di tornare al castello ma con la pioggia non si riusciva a vedere nulla[…]” – virgola tra “molto” e “prese”.
    “[…]Lui all’inizio sembro offeso poi capì[…]” – virgola tra “offeso” e “poi”.
    “[…]capì che aveva lasciato il mantello di Serpeverde sul tronco cosi si tolse il suo e abbracciandola la copri col mantello di Grifondoro che indossava[…]” – virgola (se non addirittura punto) tra “tronco” e “così”; “abbracciandola” racchiuso tra due virgole.
    “[…]si sciolse e ricambiando l’abbraccio poso la testa sulla sua spalla aspettando che la pioggia si calmasse[…]” – “ricambiando l’abbraccio” racchiuso tra due virgole; virgola tra “spalla” e “aspettando”.
    “[…]con timidezza che non le apparteneva scocco un bacio di ringraziamento sulla guancia di lui che sorpreso intreccio le loro mani[…]” – virgola tra “apparteneva” e “scoccò”; “sorpreso” racchiuso tra due virgole.
    “[…]e si sedettero sotto l’albero aspettando insieme[…]” – virgola tra “albero” e “aspettando”.
2. A volte non metti nemmeno il punto quando, invece, ci vorrebbe. Sia per chiarezza, sia proprio perché sono due frasi diverse.
  • “[…]per il suo profumo di nuovo, nell’aria ogni volta che provava[…]” – punto tra “aria” e “ogni”.
    “[…]sentiva i singulti di qualcuno, prese la becchetta[…]” – punto al posto della virgola.
    “[…]soprattutto era figlia di Mangiamorte ma lei aveva disertato e nella guerra[…]” – al posto di “ma lei aveva” ecc io avrei scritto: “[…]Mangiamorte. Lei, però, aveva[…]”.
    “[…]mano sulla sua spalla, a quel tocco la vide girarsi[…]” – punto al posto della virgola.
    “[…]Aveva provato a parlarci ma ogni volta loro la ignoravano l’unica che non sembrava[…]” – punto tra “ignoravano” e “l’unica”.
    “Allora perché stai piangendo, se mi racconti cosa ti sia successo magari ti posso anche aiutare” – al posto della virgola ci vuole un punto interrogativo perché si tratta di una domanda diretta.
    “[…]Ron annuì e tese una mano sul viso della ragazza con le orecchie rosse accarezzo la guancia[…]” – punto tra “ragazza” e “con”. Ho supposto che le orecchie rosse fossero di Ron ma non si capisce senza il punto.
    “[…]aspettando che la pioggia si calmasse e con timidezza[…]” – punto al posto della “e”.
    “[…]e si sedettero sotto l’albero aspettando insieme che quella pioggia finisse presto” – ci vuole un punto al posto della “e” perché cambia il soggetto!
3. I verbi! La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Tu, invece, lo salti un sacco di volte.
  • “[…]qualcuno avesse sentito cosa stava pensando senti un singulto provenire[…]” – “sentì”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “senti”, seconda persona singolare del verbo “sentire” al presente.
    “[…]Capi chi era solo quando la vide meglio[…]” – “capì”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “capi”, cioè “capo” al plurale, un sostantivo.
    “[…]appena vide chi era cerco di sistemarsi[…]” – “cercò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “cerco”, prima persona singolare del verbo “cercare” al presente.
    “[…]quando alzo lo sguardo sul ragazzo difronte […]” – “alzò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “alzo”, prima persona singolare del verbo “alzare” al presente.
    “[…]un enorme colore azzurro che le divoro l’anima[…]” – “divorò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “divoro”, prima persona singolare del verbo “divorare” al presente.
    “[…]con le orecchie rosse accarezzo la guancia di lei[…]” – “accarezzò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “accarezzo”, prima persona singolare del verbo “accarezzare” al presente.
    “[…]con eleganza si asciugo le lacrime e soffio il naso un po’ arrosato[…]” – “asciugò”, con l’accento e “soffiò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “asciugo”, prima persona singolare del verbo “asciugare” al presente” e “soffio”, prima persona singolare del verbo “soffiare” al presente.
    “[…]Ron fece per parlare ma senti qualcosa bagnarli il viso[…]” – “sentì”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “senti”, seconda persona singolare del verbo “sentire”, al presente.
    “[…]si rifugiarono sotto un grande albero, alzo lo sguardo sulla ragazza[…]” – “alzò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “alzo”, prima persona singolare del verbo “alzare” al presente.
    “[…]Lui all’inizio sembro offeso[…]” – “sembrò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “sembro”, prima persona singolare del verbo “sembrare” al presente.
    “[…]scoppio anche lui ha ridere[…]” – “scoppiò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “scoppio”, prima persona singolare del verbo “scoppiare” al presente.
    “[…]si giro verso di lei e la vide rabbrividire[…]” – “girò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “giro”, prima persona singolare del verbo “girare” al presente.
    “[…]abbracciandola la copri col mantello[…]” – “coprì”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “copri”, seconda persona singolare del verbo “coprire” al presente.
    “[…]ricambiando l’abbraccio poso la testa sulla sua spalla[…]” – “posò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “poso”, prima persona singolare del verbo “posare” al presente.
    “[…]scocco un bacio di ringraziamento sulla guancia […]” – “scoccò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “scocco”, prima persona singolare del verbo “scoccare” al presente.
    “[…]sorpreso intreccio le loro mani[…]” – “intrecciò”, con l’accento. La terza persona singolare al passato remoto, vede quasi sempre l’accento alla fine. Altrimenti sarebbe “intreccio”, prima persona singolare del verbo “intrecciare” al presente.
4. Altri errori verbali:
  • “[…]ma lei aveva disertato e nella guerra li aveva aiutati a prenderli ma quando i suoi compagni lo vennero a sapere la lasciarono da sola[…]” – per rispettare la consecutio temporum, avresti dovuto scrivere “erano venuti a saperlo” al posto di “lo vennero a sapere” e “l’avevano lasciata” al posto di “la lasciarono”.
    “[…]le lacrime che cerano ancora sul suo viso[…]” – “c’erano”, cioè “ci erano”, erano lì. Non ha nulla a che vedere con la cera.
    “[…]nel suo sguardo non cera nulla di tutto questo ma solo un enorme colore azzurro[…]” – idem come sopra: “c’era”, non cera. Non stiamo parlando né di candele, né di pulizie di pavimenti.
    “Cosa ti e successo?” – “è”, verbo essere. “E” senza accento è solo una congiunzione.
    “[…]poi capì la motivazione di quella risata liberatoria e contagiandolo scoppio[…]” – al posto di “contagiandolo” avresti dovuto scrivere “facendosi contagiare”. Il soggetto della frase, infatti, è Ron, non il sorriso. Quindi, se è il sorriso a contagiare Ron, ci vuole il verbo al passivo.
5. Altri errori grammaticali:
  • “[…]si sentiva sempre quell’profumo di fresco[…]” – l’apostrofo davanti ad una consonante non ci va MAI. “Quel profumo”, non “quell’profumo”.
    “[…]la primavera lì dava modo di pensare[…]” – “lì” è un avverbio. Significa “in quel luogo, lontano da chi parla”. In questo caso ci vuole un pronome: “gli”, col significato di “gli dava”, cioè “dava a lui”.
    “[…]Hermione insieme ad Harry li chiedevano in continuazione[…]” – “li” è l’articolo maschile plurale di terza persona, tra l’altro nella forma arcaica e poetica. Anche in questo caso, ci voleva un pronome: “gli”, col significato di “gli dava”, cioè “dava a lui”.
    “[…]vari impegni sia perché lei appare le lezioni[…]” – suppongo che tu volessi scrivere “apparte” e non “appare”. Peccato che sia comunque sbagliato, perché si scrive “a parte”, staccato.
    “[…]a quel tocco la vide girarsi di scatto e appena vide chi era cerco di sistemarsi[…]” – siccome cambi soggetto dopo la congiunzione, devi specificarlo mettendo un “lei” o “ella” dopo la “e”.
    “[…]mettendo in pericolo i propri genitori dicendo tutto quello che sapeva[…]” – ci vuole una “e” tra “genitori” e “dicendo”, perché stai facendo un elenco di azioni.
    “[…]Cosi rispose con voce fievole[…]” – “così”, con l’accento. “Cosi” è il plurale maschile del sostantivo “cosa”.
    “[…]Ron fece per parlare ma senti qualcosa bagnarli il viso[…]” – “bagnargli”, cioè bagnare a lui. “Bagnarli”, significa “bagnare loro”. Ma Ron è una persona sola!
    “[…]vedere nulla cosi si rifugiarono sotto un grande albero[…]” - “così”, con l’accento. “Cosi” è il plurale maschile del sostantivo “cosa”.
    “[…]scoppio anche lui ha ridere[…]” – “a ridere”, non “ha ridere”. “Ha” è la voce del verbo avere (terza persona singolare presente). In questo caso ci vuole “a”: preposizione semplice.
    “[…]sul tronco cosi si tolse il suo e abbracciandola[…]” - “così”, con l’accento. “Cosi” è il plurale maschile del sostantivo “cosa”.
6. In una frase hai saltato una parola che, invece, è necessaria per rendere meglio la frase: “[…]con timidezza che non le apparteneva scocco un bacio[…]” – “con UNA timidezza”.
7. Errori di distrazione.
  • “[…]prese la becchetta e si nascose[…]” – “bacchetta”, non “becchetta”.
    “[…]il viso rigato delle lacrime[…]” – “dalle”, non “delle”.
    “Daphne Grengrass”: il cognome è Greengrass, con due “e”.
    “[…]presa in giro ma da quanto aveva deciso[…]” – “quando”, non “quanto”.
    “[…]Rimase ancora qualche motivo a ridere[…]” – la frase così non ha senso. Suppongo che, al posto di “motivo”, tu volessi scrivere “momento”.
Mi rendo conto di averti dato un punteggio molto basso ma sono stata costretta a farlo. Dopotutto, per averla inserita nel giudizio, vuol dire che alla grammatica ci tengo particolarmente. Non si può apprezzare bene una storia se, ogni due parole, si è intenti a correggerla nella propria testa. Per la prossima volta, cerca di fare più attenzione. In fondo, con un po’ di pratica, sono sicura che potrai migliorare!
 
Stile: 6/10
La prima cosa negativa che salta all’occhio è la storia scritta completamente in grassetto. Non è un vero e proprio errore però ho trovato difficoltà a leggerla, proprio fisicamente. I caratteri sono grandi, però il contrasto bianco/nero è veramente troppo. Se puoi, toglilo.
Per quanto riguarda lo stile in sé, non è che mi faccia impazzire. Nel “non accetto”, sul bando del Contest, ho chiaramente specificato che non avrei accettato storie sgrammaticate o in stile copione. Eppure, i tuoi dialoghi sono in stile copione. Cioè, quando un personaggio parla scrivi:
“Ron: bla bla bla”. Questo è stile copione. Ho accettato comunque la storia perché, in fondo, i dialoghi sono pochi e tutto il resto, anche se con errori grammaticali, è narrato normalmente.
Ci sono alcuni accorgimenti stilistici che vorrei farti notare:
  • “Ron Weasley aveva sempre amato la primavera, il giorno del suo compleanno si svolgeva in primavera ma soprattutto amava la primavera per il suo profumo di nuovo[…]” – hai ripetuto tre volte la parola “primavera”! Troppe ripetizioni creano ridondanza e, alla fine, danno fastidio. Cerca di evitarle.
    “[…]Daphne Grengrass era sempre stata una ragazza orgogliosa, bella, seducente ma molto orgogliosa[…]” – la frase non ha molto senso e ti spiego il perché: avendo messo un “ma” (congiunzione con valore avversativo), il lettore si aspetta qualcosa di diverso. La congiunzione “ma” contrappone due frasi o due termini di una stessa frase. Sarebbe andato bene se, al posto dell’ultimo “orgogliosa” avessi messo un aggettivo diverso dagli altri, in contrapposizione. Ad esempio: “orgogliosa, bella, seducente ma timida”. Inoltre, che era orgogliosa l’avevi già scritto, quindi era inutile ripeterlo.
    “[…]i suoi amici l’avevano abbandonata per il semplice motivo che aveva messo i loro genitori rinchiusi in prigione[…]” – a parte il fatto che la frase sembra molto colloquiale e non adatta a un contesto scritto, qui sembra che sia stata Daphne in persona a rinchiudere uno ad uno i Mangiamorte, quando sappiamo benissimo che non è possibile.
    “[…]ed in un colpo un grande acquazzone iniziò la caduta[…]” – questa frase non mi convince. Che vuol dire che un acquazzone inizia la sua caduta? Di solito non si dice “cade un acquazzone”. Sempre di pioggia si tratta, questo è vero, però suona male. Per tagliare la testa al toro, avresti potuto semplicemente scrivere: “[…]di colpo scoppiò un grande acquazzone[…]”.
Per il resto, non ho notato una scelta di termini molto accurata e lo stile è comunque abbastanza semplice. Sicuramente si può migliorare moltissimo!
 
Originalità/gradimento della trama: 6/10
La fanfiction è corta, quindi è normale che non ci siano grandi stravolgimenti di trama. Detto questo, sicuramente mi aspettavo un po’ di più. Se dovessi riassumere la trama, verrebbero poche righe. È vero che il racconto comunque punta abbastanza sull’introspezione, però non si riescono veramente a sentire le stesse emozioni dei personaggi. È molto carina la scena di loro due che si riparano dalla pioggia, ridendo felici, e rispecchia bene una scena di vita quotidiana primaverile. Però c’è comunque qualcosa che non mi convince: erano già sotto un albero, quindi che bisogno c’era di spostarsi? Inoltre, trovo un po’ strano che non si vedesse proprio nulla con l’acquazzone, tanto da costringere i due a trovare un rifugio diverso da un tetto vero. In fondo, stiamo parlando di Hogwarts: dopo sette anni lo si conosce praticamente a memoria, non c’è nemmeno bisogno di vedere. Anche se, ripeto, si tratta di pioggia, non nebbia.
Comunque, un altro errore che hai commesso è quello di far tornare Ron a scuola: come la stessa Rowling ha dichiarato, l’unica dei Trio che ritorna per finire gli studi è Hermione. Quindi avresti almeno dovuto inserire la nota “What if?”, per giustificare questo cambiamento. Il tutto, comunque, non giustifica il fatto che Daphne fosse lì: lei ha la stessa età di Harry, Ron ed Hermione, quindi dovrebbe aver già finito la scuola.
Un ultimo piccolo avviso: è vero che si capisce che sono ad Hogwarts, però avresti dovuto mettere almeno una/due righe di descrizione paesaggistica, altrimenti potrebbero essere ovunque. Non dico esagerare (a me le descrizioni nemmeno piacciono), però ci vuole un minimo di contesto.
La trama in sé è molto carina e l’ho apprezzata, perché non è né troppo romantica né troppo pesante. Rispecchia bene l’ideale primaverile della freschezza e della gioia. Però sicuramente avrebbe reso di più se scritta con maggiore attenzione ai particolari.
 
IC dei personaggi: 4/5
Per quanto possa trovare strano Ron innamorato di Daphne Greengrass e non di Hermione, devo dire che sei riuscita a caratterizzarlo bene. Sembra in tutto e per tutto il solito Ron impacciato e timido ma anche impulsivo.
Ho tolto un punto per Daphne. È vero che l’hai descritta come orgogliosa, cosa che rispecchia l’essere Serpeverde, però non mi trovo d’accordo sulla tua scelta di farla schierare contro i Mangiamorte. I Greengrass sono, pur sempre, una famiglia Purosangue e sua sorella sposerà Draco. Mi sembra un po’ strano che lei sia andata contro i suoi stessi genitori. Ho tolto solo un punto, però, perché mi rendo conto che sia stata un po’ una scelta obbligata cambiare in questo senso il suo pensiero, dato che altrimenti con Ron non avrebbe mai funzionato.
 
Attinenza al prompt: 4/5
Allora, tu hai scelto Primavera: Passeggiata e Pioggia.
Il tema della primavera direi che straripa da tutta la storia, quindi in questo senso è perfetta.
La pioggia c’è ed è anche significativa, dato che dà vita alla scena centrale del loro bacio, peraltro molto carina.
L’unica cosa che rimane marginale è la passeggiata. È vero che, senza di essa, Ron non avrebbe mai incontrato Daphne vicino a quell’albero, però la scena inizia già con lui che, praticamente, si ferma. Avrei alzato di un punto se, invece, tu fossi partita da prima, quando Ron iniziava la passeggiata.
 
Totale: 25/40.

Recensore Veterano
02/05/15, ore 17:24

Ciao!
Eccomi qui a lasciare la recensione per la challenge. Scusa il ritardo, sono stata un po' impegnata in questi giorni ma oggi finalmente sono riuscita a liberarmi un po' ^^
Allora, parto subito col dire che a tua fic non è male. E' una bella scena di vita quotidiana, semplice ma che ricerca la sua bellezza proprio in questa semplicità. Si adatta bene a questo genere, con il suo stile semplice, ed è piacevole da leggere.
Tuttavia, ho trovato parecchi errori di ortografia, che probabilmente ti sono sfuggiti mentre la scrivevi. Non voglio farti una critica, semplicemente sto cercando di darti un consiglio, così, da scrittrice a scrittrice ^^ Prova a rileggere la storia, così magari ti accorgerai di quei piccoli errori di battitura che possono capitare a tutti in una fic ma che sono fastidiosi perché intoppano la lettura.
Per il resto, mi sono piaciuti entrambi i personaggi e hai inserito bene il prompt utilizzato; anzi gli hai dato una nuova interpretazione: mi aspettavo un bacio sott'acqua inteso come di due persone immerse nel mare o in una piscina invece tu l'hai interpretato come un bacio sotto la pioggia, e questa cosa mi ha lasciato piacevolmente sorpresa.
Alla prossima occasione!
Un bacio, nemi23