Salve cherie, con quale piacere posso nuovamente leggere una tua storia (perché sono estremamente certa di averlo già fatto, in passato, possiedi uno stile che ha un'anima propria, lo riconoscerei fra mille)!
Questa fanfiction, non c'è che dire, m'ha un pochino emozionata, perché tutto è cosi concreto, così stupendamente straziante, che il confine fra il mondo fittizio da te descritto (che siano fate, foglie morenti, o pianoforti dai tasti in avorio) e quello reale, si è ridotto ad un sottilissimo filo.
Penso -temo, perché con questo chiodo fisso potrei divenire assillante- che ogni scrittore degno di tale nome, da quello che sforna i romanzi più rinomati a quello che si limita a buttar giù qualche riga su un quadernetto consunto, possegga un talento particolare: che sia la capacità di utilizzare termini sfarzosi e aulici, il saper descrivere minuziosamente ogni oggetto, ogni personaggio, poco importa, ma sono certa del fatto che, fra quelli che senza dubbio prediligo, ci sono coloro con la capacità innata di coinvolgere il lettore, di riuscire a rapirlo anche solo con un mantra di pensieri cupi e contesti tristi.
Tu ricadi sicuramente in quest'ultima categoria, quindi tanto di cappello.
Non sono certa di poter dire molto altro, perché è la storia pare parlare da sé, e ho paura che le considerazioni di una povera fanciulla priva di razocinio possano tediarti, e poi, infondo, credo e spero che afferrerai meglio di me ciò che desidero esprimere, sei tu l'autrice, infondo lol.
Nella speranza di rincontrarci ancora,
Arrivederci. |
