Eccomi qua, nel successivo passo del mio lento (ma inesorabile) cammino di scoperta dei gioielli contenuti sul tuo profilo-autrice. :)
Questa storia mi ha affascinata già dal titolo - quel horror vacui che riporta alla mente la strisciante paura della morte tanto cara al periodo barocco - e che qua tu prendi in prestito per identificare un disagio della psiche in modo davvero calzante e pregnante.
Che tu ti sia documentata sullo squilibrio mentale di cui è affetto il protagonista è palese, perché tutto il racconto è pervaso da un feeling di grande autenticità; non si ha mai l'impressione che tu ti stia prendendo delle licenze arbitrarie ai fini della trama - lasci invece che quest'ultima sia asservita all'analisi e allo sviluppo della personalità di Nathan, che appare estremamente complessa e sfaccettata, perfettamente coerente con il disturbo borderline descritto nel link che tu hai messo a disposizione nelle note (sì, l'ho letto, e ho molto apprezzato poter poi affrontare il racconto con le giuste informazioni per poterne comprendere a fondo le dinamiche).
La storia l'ho trovata coinvolgente in modo quasi vischioso, e credo - correggimi se sbaglio - che tu volessi proprio creare questa sensazione nella mente del lettore; la mente di Nathan è come carta moschicida in cui ogni sensazione, ogni percezione rimangono invischiate, in un miscuglio di cui lui per primo fa fatica a trovare il bandolo; questo groviglio emotivo passa come per un'osmosi fisica al lettore, che leggendo prova quello stesso disagio - trovandosi coinvolto in modo quasi viscerale con il dipanarsi degli eventi, e con l'esplorazione delle dinamiche tra Nathan e Dean, e tra Nathan e il dottor Thompson.
Non è facile scrivere una storia adottando il punto di vista di una mente con questo tipo di disturbo, ma io ho percepito alla perfezione le sensazioni e la "meccanica" della mente e dei sentimenti di Nathan, e questo ha dato un senso quasi "claustrofobico" alla lettura - come claustrofobica è la sua mente, da cui vorrebbe fuggire ma non può - che ho adorato. Adoro farmi coinvolgere così tanto da una lettura, e mi piace quando il coinvolgimento ha una natura "oscura" - per così dire - perché mi permette di toccare con mano anche realtà scomode e difficili, rendendole vivide ai miei occhi.
In tutto questo, devo dire che ha contribuito molto anche lo stile - perfetto, davvero, chirurgico direi, e non utilizzo questo aggettivo a caso; hai uno stile asciutto, lucido, ma che non perde mai di espressività senza tuttavia mai scadere nei barocchismi (che io detesto cordialmente^^); hai sempre il controllo della scena, senza per questo perderti in lunghe descrizioni, o dando dettagli inutili. E' davvero tutto molto equilibrato e "pulito", ma mai asettico, perché la scrittura rimane sempre ben calata nella soggettività dei personaggi, restando sempre altamente coinvolgente e "calda". Posso dirti, senza timore di esagerare, che questo è il tipo di stile che prediligo, e che mi piace tanto ritrovare, dunque non posso che farti i complimenti più sinceri per questo.
Altra cosa che contribuisce a quel senso di "straniamento" che ti dicevo sopra, è che la storia si dipana secondo un ordine non cronologico - ma viene presentata secondo blocchi tematici in un certo senso. E questi blocchi tematici seguono fedelmente l'escalation dell'analisi dello psicologo, dunque è come se permettessero la penetrazione diretta nella psiche di Nathan, come se davvero venisse praticata un'incisione a secco nella sua testa.
E' un escamotage davvero brillante, perché è una narrazione non lineare che dona ritmo e "carattere" alla storia, e al contempo crea un senso di inquietudine e sfasamento che si adatta come un guanto al tipo di storia che hai deciso di narrare. Non è facile da gestire, tu l'hai saputo fare con grande maestria, senza che la comprensione della trama e degli eventi ne venisse inficiata, ma anzi, accentuandone la progressione e la capacità di coinvolgimento.
Su questa "ossatura" narrativa estremamente efficace, si stagliano i personaggi, che ho trovato perfettamente caratterizzati, e altrettanto affascinanti. [angolo fangirl on]Ok, ti risparmierò il sapere che mi è partita una ship assoluta su Nathan e Dean, e infatti non te lo dico... te l'ho detto? oh, beh.[angolo fangirl off]
La dinamica tra i due protagonisti è molto complessa e del tutto disfunzionale, come è inevitabile che sia tenendo conto dello squilibrio di Nathan: alternano infatti fasi di tenerezza a fasi estremamente distruttive, e questa co-dipendenza (si, perché non è solo Nathan ad averla, ma a suo modo anche Dean è dipendente dalla dipendenza dell'altro) li porta rapidamente verso il deterioramento - e verso la rottura finale che - tra parentesi - mi ha strappato brividi, da tanto era bella e pregnante.
Il modo in cui descrivi l'altalenare del loro rapporto - anche qua, facendolo in modo non lineare e quindi accrescendo lo sfasamento - è quanto di più realistico potrebbe essere, ma al contempo lo presenti con una lente ben puntata sull'empatia - e forse è per questo che ho sofferto tanto nel leggere del loro disperato tentativo di far funzionare qualcosa che era probabilmente condannato già in partenza. Ho empatizzato totalmente con Dean - con la sua volontà di penetrare il groviglio distruttivo nella mente di Nathan, senza riuscirci e uscendone a sua volta ferito e dolorante, ma non per questo sconfitto - come dimostra il suo non voler "dimenticare l'inizio", a monito di quanto Nathan sia stato - e resti - fondamentale per lui. *sospirone sconsolato*
Anche la dinamica col dottore l'ho trovata interessantissima - specie quando ho capito chi aveva davvero il coltello dalla parte del manico; l'unico appunto che mi sento di farti, è che ho trovato incongruo che Thompson pensasse di dover avvertire la polizia dopo il racconto del pestaggio, perché a quanto ne so gli psicologi sono legati dal segreto professionale e non potrebbero mai rivelare cose sentite in una seduta con un paziente. Potrei sbagliarmi però, prendi questa osservazione con le pinze. ^^
Concludo dicendoti che ho letto il brano ascoltando la musica da te citata nel testo, e che ciò ha reso l'esperienza ancora più intensa e coinvolgente, facendomi anche scoprire un artista assolutamente valido.
Complimenti vivissimi, dunque; sei di una bravura rara, e io sono sempre più convinta che tu sia la fatina magica nata sotto ai cavoli, che agita la sua bacchetta creando meraviglie.
Alla prossima! :*
p.s. Ho trovato un piccolo refuso nel testo, che ti segnalo: prima che Nathan si sottrasse (Recensione modificata il 02/03/2016 - 05:48 am) |