Recensioni per
Non puoi impedire alle stelle di brillare
di _xwatson

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/05/15, ore 12:14

Hai centrato in pieno il personaggio di Sirius. Sei riuscita a rendere perfettamente e in poche parole tutta ciò che ha passato, dando profondità ai fatti. 
E' davvero molto bella e toccante, complimenti! E' proprio una delle più belle drabble che abbia mai letto, brava!
Alla prossima, HP_dream

Recensore Master
07/05/15, ore 11:59

Settima classificata al contest Sfida alle 100 parole - II edizione

Grammatica: 10/10
La grammatica è perfetta, brava!

Stile e lessico: 6.5/10
Inizio con il lessico perché è qui che ho riscontrato qualche problema.
Nel testo sono presenti alcuni termini dal sapore ambiguo – non è difatti chiarissimo cosa vogliano intendere; uno di questi casi, a primo impatto, l’ho considerato persino un errore grammaticale (perché la parola inserita mi è parsa errata nel contesto), ma poi ho creduto che la tua fosse stata una scelta e quindi ho deciso di parlartene in questo parametro e non nel precedente.
Al di là di questo, la sensazione che ho avuto leggendo la drabble è che abbia voluto rifarti a un registro piuttosto ricercato, ma che questa tua intenzione sia stata tradita dall’uso abbondante degli aggettivi dimostrativi e dei pronomi indefiniti che, quando se ne abusa, rischiano di rendere l’espressione in cui sono inseriti meno particolare e più “spicciola”, più comune.
Per maggiore chiarezza, ti riporto tutti i casi di cui ho parlato ora in maniera generica:

  • bruciando tutto l'universo intorno a sé pur di essere”: il termine “essere” è quello che ad una prima lettura mi è parso errato, perché dà la sensazione che la frase sia tronca – “essere” cosa?. Vista la dinamica dell’espressione, credo che tu abbia utilizzato il termine come sinonimo di “esistere” inteso come “essere al mondo”, “essere” quasi con accezione filosofica, insomma. Il problema è che la mia è un’interpretazione che potrebbe essere corretta, ma anche sbagliata. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di sostituire “essere” con “esistere” oppure di evidenziarlo in qualche modo, magari con il corsivo o chiudendolo tra virgolette, in modo tale da avvertire il lettore che deve leggere “essere” con intenzione e intonazione particolari.
  • l'oblio”: questo termine è citato nell’insieme di sensazioni e emozioni a cui il protagonista non rinuncerebbe mai. Il problema è ancora una volta il significato: “oblio” significa dimenticanza, per estensione anche stato di incoscienza, e non è una condizione auspicabile, è anzi una condizione di insensibilità, quindi esattamente l’opposto di tutto ciò che il tuo protagonista desidera, ossia il vivere le emozioni, siano essere belle o brutte. Scrivi che l’oblio è parte complementare del tormento e della gioia, ma come può la dimenticanza più profonda, l’incoscienza, essere sullo stesso piano del tormento e della gioia? Ho la sensazione che tu abbia utilizzato questo termine pensando ad un altro significato, forse alla liberà di perdersi nei sensi e nelle percezioni, non saprei davvero. Ti consiglio di rivederlo o di chiarirlo in qualche modo.
  • in nessun mondo”: qui ho un problema simile a “essere”. Non capisco se si tratta di un errore di battitura o se tu abbia voluto scrivere proprio “mondo”. Stando all’espressione in cui è inserito il termine, è più semplice credere a un refuso e quindi a un “mondo” che in realtà è “modo”. A farmi scartare questa ipotesi è però proprio l’utilizzo che fai di “essere”, che mi porta a pensare che anche in questo caso abbia voluto spostare il tutto su un piano quasi metafisico, quindi “in nessun mondo” nel senso di “in nessuna vita/piano di esistenza/ecc” oppure un più terreno “in nessuna situazione” inteso come sinonimo di “per nessun motivo al mondo”. Io ti consiglierei di rivedere anche questo termine o almeno di considerare che situazioni come questa possono generare ambiguità e rendere meno piacevole la lettura.
  • parti complementari di tutto ciò che qualcuno come lui non avrebbe mai accettato di abbandonare”: parto prima di un appunto relativo solo a “qualcuno”, dato il contesto della frase è preferibile utilizzare un singolare anziché un indefinito, quindi non “qualcuno”, ma “una persona/un individuo” e così via, perché “qualcuno” è troppo generico e non pone in luce l’unicità dell’atteggiamento del tuo protagonista. Passando poi al commento relativo al registro che qui diviene un po’ “spicciolo” – passami il termine, non ne trovo un altro per indicare un abbassamento di registro teso a sveltire e sintetizzare concetti ampi e importanti sminuendone il significato –, trovo “tutto ciò” una scelta poco coerente al tuo tipo di narrazione e registro: “tutto ciò” cosa significa?, cos’è questo “tutto ciò” che ingloba tormento, gioia e oblio e a cui il protagonista non accetta di rinunciare?. Sono domande a cui il testo non risponde; il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di evitare espressioni così generiche in un contesto di ricercatezza lessicale e stilistica.
  • superare qualsiasi confine, vincere tutto quel che ti circonda, fare di questa nostra assurda esistenza qualcosa che rimarrà per sempre”: in primo luogo, qui c’è la ripetizione dell’aggettivo dimostrativo in due flessioni diverse e la ripetizione di “tutto” (che nella drabble inserisci tre volte – sin troppe considerando le cento parole totali), entrambe poco armoniose in un testo di sole cento parole, anche perché non sono ripetizioni funzionali a esprimere un particolare concetto. Per il resto, il discorso fatto per “tutto ciò” vale anche qui, dove il “confine” non è uno specifico ma è “qualsiasi”, a circondare il protagonista è “tutto quel” che è sinonimo di “qualsiasi cosa” e ciò che “rimarrà per sempre” è “qualcosa”. C’è un abuso del vago in questo periodo, che lo rende privo di reale significato e colmo invece di luoghi comuni – l’idea di superare qualsiasi confine, vincere tutto ciò che circonda, tramutare l’esistenza in “qualcosa che rimarrà per sempre” è un insieme, purtroppo, di luoghi comuni. Un ultimo appunto è sulla sintassi dell’espressione “fare di questa nostra assurda esistenza qualcosa che rimarrà per sempre”: utilizzare il tempo futuro non è una scelta felicissima poiché il periodo di cui fa parte la frase è al presente e il presente è richiamato anche da “questa” retta da un infinito – sarebbe stato preferibile evitare di inserire un ulteriore verbo ed esprimere il medesimo concetto con altre tipologie di parola; in più, da un punto di vista semantico, l’espressione non è chiarissima, perché può essere sinonimo di tutto e di niente l’idea di sfruttare la propria vita in modo da farne qualcosa di eterno.
Terminata la parte lessicale, passo all’impostazione stilistica. Alterni in tre occasioni il testo tuo e le citazioni e lo fai in modo buonissimo, perché testo e citazione si amalgamano bene e creano un insieme armonioso, che non disturba la lettura, ma la impreziosisce.
I tuoi periodi sono lunghi e ogni periodo coincide con un capoverso, che a sua volta coincide con un informazione importante sul protagonista. Utilizzi la terza persona e collochi tutto in un “non tempo”; la tua storia, infatti, non è scritta né al presente, né al passato, ma racconta ai lettori la personalità di questo protagonista, utilizzando il passato per narrare del personaggio e il presente per rivolgersi a un “non lettore”, per dar vita a una riflessione, potremmo dire, per iscritto.
La punteggiatura è utilizzata in maniera essenziale, salvo i due punti, fai uso solo delle virgole e dei punti fermi laddove la grammatica lo richiede; il ritmo della tua drabble è tutto nei capoversi. Questo insieme ora descritto è gestito benissimo, sei stata molto brava!
L’unica perplessità relativa allo stile è l’ultimo capoverso, che con quel presente e quel rivolgersi a un indefinito qualcuno con l’intento di introdurre una riflessione – “Puoi superare/ ma non potrai” – muta completamente scena, staccandosi dalla narrazione che lo precede. Tu autrice smetti di narrare del personaggio e inizi a “riflettere” sul personaggio. Per tali ragioni, credo che avresti dovuto evidenziare questo mutamento anche graficamente, quindi anche attraverso una tecnica stilistica, che avrebbe potuto essere lo scrivere l’ultimo capoverso in corsivo o centrato o allineato a destra o separarlo con un asterisco o qualsiasi altro simbolo dal testo precedente, così da avvisare il lettore che la narrazione è terminata e inizia la riflessione che sintetizza l’idea il senso dell’intera storia.
L’insieme dei pro e contro esposti mi ha convinta ad assegnarti 6.5/10. Trovo che il tuo stile e il tuo lessico possano soltanto crescere e credo anche che, in questo particolare caso, molte delle scelte evidenziate nella gestione lessicale siano state condizionate dalla necessità di strizzare concetti molto ampi in sole cento parole; sono certa che con l’esercizio riuscirai a gestire alla perfezione in poche righe anche il concetto più complicato!

Titolo: 4.5/5
Il titolo è perfetto! Racchiude l’intero senso della tua storia.
Se non ti ho assegnato il massimo è solo perché, valutandone l’originalità, non posso fare a meno di notare che il concetto di stella che brilla ricorre spesso quando il protagonista è Sirius, e questo è un elemento che potrebbe indurre un lettore a credere che la tua storia sia identica a tante altre sul personaggio – un vero peccato. Non ti ho detratto più di mezzo punto, comunque, perché il titolo contiene molte informazioni sul modo in cui tratti il tuo protagonista e pone in evidenza anche la natura introspettiva del racconto.
Per il resto, il titolo riassume il contenuto della drabble, tutta incentrata sull’immagine di Sirius Black come una stella che non può fare a meno di brillare. Sei stata bravissima, complimenti!

Utilizzo (e originalità) del prompt: 7/10
Il prompt è molto presente, è il perno della drabble e viene inserito anche fisicamente ben due volte senza risultare forzato o slegato dal racconto. L’idea introdotta dallo stesso titolo, vale a dire di questa stella, che poi è Sirius, che non può fare a meno di brillare, si completa nel testo, dove il lettore comprende che Sirius è costretto a brillare perché ama la vita, la ama nella sua totalità, ne ama le gioie e i dolori. Tutto questo si sintetizza proprio in un’espressione al sapore di “Com’è straordinaria la vita” – anche se ti fa soffrire, anche se sei all’inferno.
L’unica pecca è nell’originalità: avendo interpretato il prompt in maniera letterale, non ho potuto fare a meno di assegnarti un punteggio non superiore a 7/10. Utilizzi molto, molto bene il titolo scelto, ma ne dai l’interpretazione più ovvia e di conseguenza meno originale.
Ad ogni modo, brava davvero!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 8/10
Ammetto di essere stata molto indecisa in questo parametro, perché la tua drabble, più che narrare di Sirius, parla di Sirius. Somiglia un po’ a un elogio, un elogio scritto per far “brillare” questo personaggio tra tutti gli altri.
Alla fine, ho ritenuto giusto assegnarti 8/10 perché nel tuo elogio – per me è “L’elogio di Sirius Black”! – hai saputo mettere in evidenza i tratti che più caratterizzano il tuo unico personaggio, quindi la passione, la voglia di vivere, l’irruenza; in sostanza, hai messo in evidenza la necessità di vivere, di essere al mondo che mostra Sirius durante la saga.
Il motivo per cui non ti ho assegnato il punteggio pieno è legato a “oblio”. È un termine che, come detto prima, si pone agli antipodi di una vita colma di sensazioni e per tale motivo non è associabile a un personaggio come Sirius Black – che, ad esempio, durante la prigionia fa di tutto pur di non cedere all’oblio, riuscendo a non impazzire e a non perdere la lucidità. Il punteggio è comunque alto perché sono davvero convinta che tu abbia utilizzato il termine “oblio” pensando a un altro tipo di significato. Ovviamente, è probabile che io sia in errore, sarai tu a dirmelo.
Al di là di questo dettaglio, ti faccio i complimenti per aver saputo riassumere in sole cento parole l’essenza di Sirius; non era semplice, ma tu con la “passione per la vita” hai caratterizzato a tutto tondo il personaggio; un personaggio che, in effetti, sembra nato per brillare nonostante tutto. Brava!

Recensore Junior
05/05/15, ore 22:22

Ciao:)
Volevo solo dirti che hai scritto una cosa meravigliosa, mi sono commossa. 
Io amo Sirius e penso che tu gli abbia reso giustizia in modo bellissimo. 
Sapevo l'informazione sul significato del nome, quindi posso dire di aver apprezzato il doppio! 
Ibincompresa

Nuovo recensore
01/05/15, ore 16:57

In poche righe hai saputo mettere tutto. La grammatica č corretta e hai uno stile che personalmente apprezzo molto... le frasi in corsivo sono bellissime, profonde, veritiere. Trovo che tutto sia azzeccato per un personaggio come quello di Sirius, e il riferimento alle stelle, seppur molto utilizzato nelle storie con lui, in questo testo non č per niente banale e, anzi, gli dā una certa profonditā... Complimenti!!!

Moretta