Recensioni per
La sfida pił grande
di moonlight96

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/05/15, ore 14:38

Sesta classificata al contest "Viva la mamma!"


Titolo: 3/5 In sé non è male, ma è un po' scontato, un po' ingenuo, se vogliamo. Non resta particolarmente impresso.
Sinossi in 200 parole: 2/5 Un paio di errori (“aspettava” al posto di “aspettasse” e un “Ma” ad inizio periodo) e una frase riportata dal testo, accompagnata da alcune domande retoriche che sembrano voler fare della pubblicità… non è coinvolgente e neppure molto convincente.
Formattazione: 5/10 Il testo non è giustificato, mancano i rientri sul margine sinistro, l'interlinea tra i paragrafi non è stata impostata. Insomma, l'impaginazione andrebbe messa un po' in ordine. Oltre a questo ci sono degli a capo senza senso, probabilmente eredità del file originale, che non hai corretto in fase di importazione.
Grammatica ed ortografia: 6/10 Non ci sono tanti errori, ma parecchie inesattezze. Aggiungi qualche ripetizione, qualche concordanza sbagliata e la consecutio temporum saltata quando racconti il ricordo di Rose. Segno comunque tutto dopo.
Stile/lessico: 5/10 Lo stile è molto semplice e questo va bene, ma anche così la costruzione delle frasi risulta un po' caotica e poco articolata. Il lessico non è sempre appropriato ed è un peccato perché la storia sarebbe stata più gradevole senza queste sviste. Segno tutto di seguito.
Originalità: 3/5 Il Torneo Tremaghi che sempre ritorna… per una volta è Rose a prendervi parte e questa è la novità, ma… dopo la morte di Cedric non credo che i maghi siano così disposti a rischiare ancora la vita dei loro ragazzi.
Gradimento personale: 3/5 Tanti piccoli errori che hanno reso poco scorrevole la lettura, penalizzandola grandemente. Inoltre, non ho capito il pair Scorpius/Rose che hai inserito nel prospetto della storia. Il tema che doveva essere centrale nella storia è a malapena abbozzato… insomma, questa storia non è rientrata pienamente nelle mie corde.
Caratterizzazione dei personaggi: 6/10 Hai scritto tanto senza dire molto: il quadro che ne esce di Rose è abbozzato, poco definito, a parte la sua insicurezza, retaggio comune della maggior parte degli adolescenti e l'affetto per la madre. Un po' poco.
Attinenza al tema: 5/10 Il complesso di Rose verso i genitori-eroi si è trasformato in uno sfocato e poco significativo confronto con Hermione, madre premurosa ed in un confronto con James, cugino entusiasta. Che Rose non sia Hermione è chiaro, ma non si percepisce alcun contrasto, alcun complesso, né un reale sviluppo di un rapporto madre-figlia.



“Non sapeva cosa l’aspettava ma lì, […]" → prima di “ma” ci vuole sempre la virgola.

“[...]D'oro. Ma per vincere, [...]” → Non si dovrebbe mai cominciare una frase con una congiunzione (“e”, “o”, “ma”).

“La luna, [...] attirava lo sguardo di molti studenti, giunti alla finestra nel tentativo di scorgere qualche indizio.” → la virgola dopo “studenti” non ci va.
“Le cravatte, fossero rosse, gialle, verdi o blu non aveva importanza, schiacciavano tutte il loro naso alla finestra, [...]. Ma la cupa vegetazione [...]” → le “cravatte” per indicare gli studenti è una figura carina, tuttavia sarebbe più indicata con verbi che suggeriscano l'idea del “vedere”, non un'azione compiuta da loro: “le cravatte si affacciavano alle finestre” per esempio, ma non possono “schiacciare” dei “nasi”: mi suggerisce quasi l'idea di cravatte assassine che trascinano i ragazzi tirandoli per il collo… Oltre a questo, avrei usato il plurale per i nasi, dato che ad ogni cravatta ne corrisponde uno. Preciso che non è un vero errore, quanto una preferenza stilistica mia.
Infine, come ti ho segnato già prima, non si dovrebbe iniziare una frase con la congiunzione avversativa “ma”.
“ [...] il calice era stato riesposto ed, esplodendo [...]” → “esposto nuovamente” sarebbe stata una scelta stilisticamente migliore;
Davanti alla virgola, la “d” eufonica cade.
Forti dell’aspettativa che sapevano incombere sulle loro figure, [...]” → “su di loro”: sulle figure, in questo caso, suggerisce un'immagine che sa più di apparenza che di sostanza.
“Lo studente di Hogwards invece, era ancora [...]” → ci vorrebbe un'altra virgola prima di “invece”.
“In quei giorni, nei titoli dei giornali di tutto il mondo, il cognome Wealsey aveva insolitamente superato quello di Potter e questo era solo perché il concorrente inglese era un membro di quella famiglia, anzi, la concorrente.” → la costruzione non è molto fluida. Prova a sentire così: “In quei giorni, nei titoli dei giornali di tutto il mondo, la fama del cognome Wealsey aveva insolitamente superato quella di Potter e solo perché il concorrente, anzi, la concorrente inglese apparteneva a quella famiglia.”

“In quel momento, insieme a Rose nella Torre di Grifondoro, c’erano solo libri ed i fantasmi dei consigli che gli erano stati dati, ormai liberi di volteggiare nella sua mente.” → “libri e fantasmi” oppure “i libri ed i fantasmi”: dovresti mettere o non mettere l'articolo per entrambi.
Inoltre, Rose è una ragazza, quindi “le” erano stati dati.

“I suoi compagni l’avevano riempita d’incoraggiamenti e sorrisi per tutta la sera poi, via via che i contorni della notte si definivano, la stanza si era svuotata, finché non era rimasta solo lei.” → prima di “poi” inserirei un'altra virgola; toglierei la virgola prima di “finché”; piuttosto che “solo lei” ti suggerirei di usare “sola”.
“Distratta momentaneamente dallo studio e lontana da occhi indiscreti aprì una borsa, che aveva lasciato in un angolo fino a quel momento.” → la virgola dopo “borsa” è di troppo.
“[…] aprì una borsa […]. Il bagliore del camino colpì l’oggetto al suo interno, dandogli una sfumatura dorata e solenne.” → per come hai impostato la frase, sembra che il bagliore del camino colpisca un oggetti collocato all'interno del camino e non della borsa, che è rimasta nella frase precedente, chiusa dal punto fisso. Avresti dovuto mettere in relazione le frasi, coordinandole, ad esempio così: “, ed il bagliore del camino ne colpì l'interno, dove un oggetto assunse una sfumatura...”
“Rose scacciò il vecchio libro dalle sue ginocchia [...]” → il libro è inanimato, quindi non può “scacciarlo”, quanto piuttosto “scostarlo/spostarlo/farlo cadere”… Inoltre le ginocchia sono di Rose e non del libro, quindi non “sue”, ma “proprie”.
“[...], eppure aveva per lei un valore inestimabile.” → “per lei” va tra due virgole.
“Un pezzetto di casa, che aveva portato con sé […]” → la virgola dopo “casa” non ci va.
“Perfino in quel momento, era lì quasi per abitudine [...]” → la virgola dopo “momento” non ci va.
“[...] ripeté fra sé persuasiva [...]” → dopo “sé” serve una virgola.
“L’avevano scattata qualche anno prima e da allora la guardava ogni volta che sentiva di non sapere più bene chi essere” → chi “fosse”. Inoltre “bene” è superfluo nell'economia della frase.
“Col passare degli anni le era successo sempre più spesso di sedersi a gambe incrociate sul letto, con le molle che cigolavano sotto di lei e contemplare quel foglio di carta.”→ dopo “di lei” serve una virgola.
“Le bastava vedere il sorriso fiero e lentigginoso di suo padre [...]” → il sorriso fiero va bene, ma un sorriso “lentigginoso” non ha senso. Meglio “il sorriso fiero sul viso lentigginoso di suo padre”.
“[...] per recuperare quel pezzetto di sé, che chissà perché aveva smarrito.” → la virgola dopo sé non ci va; servono, invece, due virgole prima e dopo di “chissà perché”.
“[...], non erano altro che un accenno sottile ma ben definito.” → prima di “ma” serve una virgola.
“E non era un semplice formicolio [...]
+ E a pungere, il giorno in cui [...]” → in linea generale, non si deve cominciare mai un nuovo periodo con una congiunzione (“e”, “o”, “ma”). Ci sono delle eccezioni, chiaramente, in poesia e nel lessico giornalistico, principalmente, dove si cerca di dare un particolare ritmo o di concatenare significati. Non so se questa fosse la tua intenzione, anche se la struttura del periodo sembra suggerirlo.
“[…] aveva letto il suo tema davanti amici di famiglia [...], non era una zanzara.” → “davanti ad amici” e “non era stata”.
“[...] quel micio ultra ventenne [30] e se lo portò sulle gambe.” → nessun errore, ma una curiosità mia: il Grattastinchi che nomini è “quel Grattastinchi” o un altro con lo stesso nome? Nel primo caso il micio “ultra ventenne” venne acquistato nel 1993 (e non era un cucciolo) e Rose inizia la scuola nel 2017. Ammettendo che anche lei partecipi al Torneo giovanissima, cioè a 14 anni, siamo nel 2021/22. Grattastinchi I avrebbe 28/29 anni… in pratica quasi trentenne. Essendo una creatura magica, magari vive di più, ma non lo trovo molto realistico, tanto più che la Rowling l'ha “eliminato” dalla saga ben prima della fine. Tanto per completezza: i gatti più vecchi del mondo: http://blog.you-ng.it/2015/03/15/vi-presentiamo-il-gatto-piu-vecchio-del-mondo-foto/ … il mio vecchietto, se ci arriva, ad agosto, ne farà 18!
Se, invece, il tuo è Grattastinchi II, avresti fatto bene a precisarlo per non sollevare, nel lettore, il dubbio di cui sopra.
“Il gatto si accoccolò,
intorpidendola con le sue fusa.” → qui, come in altri punti, c'è un a capo ingiustificato.

“[...], scoprendosi le iridi incendiate riflesse nella pellicola fotografica.” → se ho capito bene: le fiamme si riflettono negli occhi di Rose che, a loro volta, si riflettono nella pellicola della foto… la frase è un po' contorta. Prova con: “scoprendo sulla pellicola il riflesso dei propri occhi incendiati dalle fiamme del camino”. Tra l'altro “sulla” o non “nella” pellicola.
“[...] le cose erano facili, spontanee.” → le “cose”, essendo inanimate, non possono essere “spontanee”; meglio “le cose erano facili, quando lei era una bambina, spontanea.”
“Guardò meglio il suo sorriso.” → non “suo!”, ma “proprio”.
“[...] le sofferenze di quelle iridi di carta le tornarono nitide,
come avesse di nuovo undici anni.” → di nuovo un a capo ingiustificato. Inoltre: “le sofferenze tornarono nitide” (senza “le”) o “le sofferenze le furono nuovamente nitide”; e poi il tempo: “come avesse avuto”.
“[...], il termine giusto forse era scioccante.” → non lo definirei il termine giusto, tanto più che lo usi anche in un altro passaggio. Forse “angosciante” o “traumatico”.

“Le avevano sempre dato lo stesso supporto che le
trasmettevano da quella foto.”
+ [...], ma non potevano impedirle
l’accesso a Hogwards.” → due a capo sbagliati.
“[…] un nodo di rabbia contrarle lo stomaco, quando aveva li aveva rivisti [...]” → dopo “stomaco” non ci va la virgola; ti è sfuggito un “aveva” di troppo.
“Rose li aveva guardati, lentamente, aveva salutato anche lei. E Il nodino [...]” → “guardare lentamente” non ha senso: si guarda con attenzione, semmai, oppure si “solleva lo sguardo lentamente”; dopo “lentamente”, al posto della virgola, starebbe meglio un “e”.
“Quello stesso sorriso era quello che aveva indossato quel giorno di Natale, davanti il bagliore di una macchinetta.” → “quel sorriso era quello che quel giorno”… un po' troppi “quello”: prova con “lo stesso sorriso che aveva indossato nel giorno di Natale, davanti al bagliore” e non “davanti il bagliore”.
“Ma Rose si era nascosta in camera con la scusa di studiare, le settimane che era rimasta a casa,
[...]” → come prima, non si comincia una frase con una congiunzione; inoltre la costruzione non è molto curata. Prova: “Rose, però, si era nascosta in camera per tutta la settimana trascorsa in casa, con la scusa dei compiti da fare”.
“Nessuno tranne sua madre ovviamente, a cui non sfuggiva nulla.” → prima di “ovviamente” serve una virgola.
“Toc Toc.
Aveva fatto un giorno la porta.” → la porta “non fa” proprio niente. Meglio un “Toc toc. Un giorno aveva sentito bussare alla porta”.
“Sua madre aveva aperto una conversazione con un sorriso, [...]” → non si tratta di una conversazione “X”, ma di quella di quel giorno, quella di cui stai scrivendo, quindi “aveva aperto la conversazione”.
“[...] parlando di tutto come avevano sempre fatto,
apparentemente con la stessa sintonia.” → a capo sbagliato.
“Ma Rose sentiva qualcosa dentro di sé ribollire. E forse lo sentiva anche sua madre perché ad un certo punto smise di parlare.” → Come prima, non si inizia con una congiunzione (sia per il “ma” che per l'“E”; “sentiva qualcosa ribollire dentro di sé” è più immediato; non “smise”, ma “aveva smesso”.
“L’altra però non smise di fissarla.” →”aveva smesso”.
“No Rose,” fece sorridendo comprensiva “Io intendo, come stai veramente.” → “io” va con la lettera minuscola dato che è preceduto da una virgola: senza l'inciso la frase è: «No, Rose, io intendo”. Inoltre, prima del nome Rose serve una virgola.
“[...], mi ricordo James al suo primo anno.
Non smetteva [...]” → a capo sbagliato.
“spostò esasperata lo guardo alla finestra al ricordo, [...]” → anche in questo caso, l'ordine delle parole rende difficile la comprensione: “al ricordo, spostò lo sguardo alla finestra”.
“Aveva smesso di sorridere, quando parlò la sua voce era seria.”→ la virgola dopo “sorridere” non ci va.
“ le sopracciglia si crucciarono a quel pensiero.” → le sopracciglia si “corrugano”, non “crucciano” non essendo in grado di provare emozioni.
“Il che mi fa supporre due cose.
Che forse non ti conosco così bene e mi sono sbagliata.
O che ci sono tanti pensieri nella tua testa ma che non vuoi raccontarceli.” → in questa frase ci sono due a capo sbagliato, due inizi sbagliati (con la relativa “che” e con la congiunzione oppositiva “o”) e manca una virgola, prima di “ma”.
“Sotto il magico potere di quello sguardo, che era sempre riuscito a vederla nel profondo più di chiunque altro, non volle più fingere.” → lo sguardo non è “qualcuno”, quindi non può essere paragonato a “chiunque altro”: avresti dovuto usare “qualunque altro”; non “volle”, ma “aveva voluto”.
“Ma quando aveva rimesso piede nelle vecchie mura del castello [...]” → di nuovo il “ma” ad inizio frase, e “tra le vecchie mura” e non “nelle”, in quanto non si è materializzata tra un mattone e l'altro, incastrandosi “dentro” un muro.
“Perché ora sapeva di non essere sola.” → avrei preferito una costruzione: “: ora sapeva...”, legando le due frasi. Anche iniziare con “perché”, se non si tratta di una domanda, non è molto corretto, salvo ricercare particolari effetti stilistici.
“Dentro il baule giaceva una scatoletta di legno, in cui aveva riposto [...]” → la virgola dopo “legno” non ci va.



“L’orologio sopra il camino scoccò. Segnava le tre.” → “scoccò” cosa? Se avessi unito le due frasi, scrivendo “scoccò le tre” sarebbe andato bene, ma un orologio che 'scocca' mi richiama l'immagine di una freccia che, ovviamente, non può scoccare. Sarebbe stato più indicato un “suonò”.
“Era sveglia ad una tarda ora l[...]” → “a tarda ora”.
“[…] ogni volta correvaa implorare ai propri libri di perdonarla [...]” → manca uno spazio tra “correva” e “a”; “implorare i propri libri”, non “ai”.
“Non ho sonno e poi…come hai fatto ad entrare?” → manca lo spazio dopo i tre punti.
“Mhn capisco…Ora dimmi, [...]” → manca lo spazio dopo i tre punti
“Volevo far capire a tutti che nonsolo i maschi Potter [...]” → manca lo spazio tra “non” e “solo”.
“E’ per il commento di [...]” → il segno grafico per la “è” maiuscola è: “È” (Alt +0200)
“[...] così hai messo il
tuo nome [...]” → a capo sbagliato
“L’altra, lentamente, acconsentì.” → “annuì”. Per usare l'aggettivo “lentamente” devi usare un verbo di movimento. Se preferisci mantenere “acconsentì”, potresti usare “cautamente”.
“[...], lasci tutti senza fiato.
Non hai bisogno un torneo per dimostrarlo.” → a capo sbagliato. Se vuoi mantenerlo, devi ripetere le virgolette di apertura dopo essere andata a capo. Manca “di” tra “bisogno” e “torneo”.
“Chi non mi conosce non lo sa…e [...]” → manca lo spazio dopo i tre punti.
“Niente “ma” Al [...]” → manca la virgola prima di “Al”.
“E Rose seppe [...]” → come prima (congiunzione usata all'inizio di un periodo).
“Si guardarono, in un muto sodalizio.” → la virgola non ci va.
“Fece per sedersi ma [...]” → manca la virgola prima di “ma”
“e la
ammonì [...]” → a capo sbagliato.
“[...], basta un incantesimo Occlumante.” → forse intendevi “occultante”, nel qual caso, si tratta di un incantesimi di Disillusione. [http://it.wikipedia.org/wiki/Incantesimi_di_Harry_Potter#Incantesimo_di_Disillusione] L'Occlumanzia serve a celare i propri pensieri e ricordi chiudendo la mente. Non ha nulla a che vedere con il rendersi invisibili.
“[...] ci sono anch’io…Comunque, [...]” → manca lo spazio dopo i tre punti.
“[...] colorandosi di un leggero colorito [...]” → ripetizione.
“I due amici sarebbero rimasti svegli finché lei non si fosse addormentata, le assicurarono.” → la costruzione della frase è poco scorrevole: “i due amici le assicurarono che sarebbero rimasti...”
“Inutile dire che nel giro di dieci minuti sonnecchiavano [...]” → “nel giro di dieci minuti” va preceduto e seguito da virgola.
“Non sapeva cosa l’aspettava ma lì, [...]” → serve una virgola prima di “ma”.
“E poi aveva [...]” → come prima (congiunzione a inizio periodo).
“[...], ma troppo a lungo aveva cercato somigliarle e lei non era Hermione.” → “cercato di somigliarle” (manca “di”); al posto della “e”, dopo “somigliarle”, avrei usato i due punti.
“[...] dove il bagliori lunari s’infrangevano nei capelli di Scorpius.” → “il bagliore lunare” (preferibile) o “i bagliori lunari”; “sui” capelli e non “nei”.

“N.B. [...]” → Hai fatto bene a specificare che ti sei informata (anche se nel testo non hai mai usato la virgola prima della congiunzione “e”), perché io sono tra i giudici che raramente la ammette: ogni regola ha delle eccezioni, ma, da qui, non so chi ne sia consapevole e chi, invece, semplicemente non conosce le regole grammaticali, per questo tendo ad essere abbastanza “severa”. :)