Recensioni per
Brahma
di Deliquium

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/05/15, ore 09:30
Cap. 1:

C'è silenzio e silenzio.

Maneggiare Shaka può essere difficile. Non lo puoi mettere a ballare sul cubo senza piazzargli un OOC grosso come una casa allato, né puoi spedirlo in missione come si manda un bambino dal panettiere. Shaka è un prontuario di filosofia (buddista) ambulante. Il suo approccio alla vita è profondamente diverso da quello di qualsiasi persona 'normale', dove con normale s'intende come me e te, che già fatichiamo a pensare cosa passi (cosa possa passare) per la testa di gente che spacca gli atomi schioccando le dita. Figuriamoci con un filosofo. Il quale non è ingestibile di per sé (o meglio. In mano a Kurumada, sì, ché a lui serve quello che snoccioli saggezza ad un tanto al chilo, possibilmente con un aplomb impeccabile ed un nome che è tutto un programma. Shaka. Mica pizza e fichi), ma può diventarlo. Può diventare noioso, per chi legge, perché il Filosofo prevede un approccio alle cose del mondo differnte. Prevede un pizzico di introspezione in più, la quale, a volte, risulta un'arma a doppio taglio che scappa di mano e falcia teste (Forse il Red Slayer dell'inizio è lo scrittore o forse l'editor... ok, ho detto l'idiozia del giorno.).

Ti confesso che non ho avuto il coraggio di leggere subito questa storia. Quando sono tornata e mi sono accorta della sua presenza, insomma. Non ce l'ho fatta perché non ero nel mood giusto. Serve avere la mente aperta, quando si legge qualcosa su Shaka perché, proprio per i motivi spiegati all'inizio, c'è sempre il cinquanta percento di probabilità che sia la classica storia sull'essere/non essere, oppure qualcosa di radicalmente diverso. Tu qui non ci dici cosa sta facendo Shaka, in che punto della sua vita si trovi, che intenzioni abbia, cosa gli passi per il cervello. Ce lo mostri attraverso di lui, usandolo come filtro per comprendere la realtà. Shaka non è cieco come Ashmita, ma ha scelto di aprire gli occhi solo in caso sia davvero necessario. Il mondo attorno a lui parla, comunica, anche se Barbie Motociclista non spalanca i suoi occhioni azzurri. Perché sì, c'è tanto da dire e da fare, ma come mi ripetevano da bambina, se la bocca è una e le orecchie sono due, un motivo ci sarà. E ascoltare - e saper ascoltare - le diverse sfumature di un silenzio - questo silenzio così duro da raccontare, per dirla con De Gregori - è una virtù troppo spesso sottovalutata.

Brahma è la prima persona della Trimurti, la Trinità induista. In lui tutto confluisce e da lui tutto promana. Certo, si potrebbe obiettare che Shaka parla con Buddha e non con Brahma (tant'è che dice che i suoi compagni lo chiamano Shaka. Come se la cosa non lo riguardasse. Come se avere un nome - esistere - non fosse qualcosa di importante, adesso che sa che sta per accomiatarsi da questa vita.), ma io ho voluto vedere questo dialogo come un dialogo tra religioni, oltre che tra un uomo e l'infinito. Un dialogo dove non si parla per avere ragione, o per convincere l'altro di avere ragione, ma per capire. La realtà delle cose, il mistero della vita, perché i morti siano tornati in vita e stiano strisciando verso la Tredicesima Casa, il silenzio.

Nuovo recensore
06/05/15, ore 16:54
Cap. 1:

Io leggo appena ho un attimo di tempo ma commento molto poco, e so che sarebbe giusto recensire di più. Purtroppo a volte vince la pigrizia (sbagliato, sbagliato!) e molte altre volte mi sembra che ci sia davvero poco da dire.
Invece questa tua one shot mi è andata dritta al cuore, e così non posso proprio evitare.
Shaka è di sicuro uno dei Gold Saints più complessi da descrivere e da muovere, un personaggio in continua evoluzione che non si può rinchiudere in una definizione precisa. Eppure sei riuscita a rappresentarlo bene in un racconto pieno di suggestioni (delle quali tra l’altro diverse, a causa della mia limitatissima conoscenza del sottofondo culturale/religioso, mi sono probabilmente sfuggite), e di grande intensità evocativa, inserito in uno dei momenti della storia che tutti noi fan abbiamo maggiormente e dolorosamente amato.
Brava, bravissima. Pur mostrando - negli atteggiamenti, nei dialoghi, nei silenzi - l’essenza spirituale, quasi trascendente del protagonista, hai messo in risalto anche il dubbio del kshatriya, le cicatrici lasciate dalla scoperta della sua presuntuosa cecità, il fatto che in definitiva Shaka abbia in sé molto più di umano (e sia, per questo, un personaggio molto più affascinante) di quanto apparisse all’inizio.
Quindi, grazie. Mi ha fatto davvero piacere leggere qualcosa di così ben scritto - in modo limpido, elegante, senza superflui giri di parole – e contemporaneamente di così emozionante. Continua a regalarci storie come questa. 

Recensore Master
05/05/15, ore 18:42
Cap. 1:

Ebbene, eccomi qui.
​Ho letto questa shot il giorno in cui è stata pubblicata e finalmente riesco a recensirla. Devo farti i complimenti perché è veramente ben fatta: scrivi in modo semplice e pulito, i periodi scorrono con facilità e riescano a guidare il lettore durante i passaggi narrativi. Ho trovato la poesia un qualcosa di meraviglioso.
​Ammetto che, con la mia ridotta conoscenza della religione buddhista, ho avuto diverse difficoltà a comprendere alcune sezioni e nonostante questo ho trovato la shot sublime e soprattutto raffinata. Giustamente, per trattare il personaggio di Shaka, si necessita di una certa maturità e soprattutto un particolare stile che riesca ad esplicitare al meglio i suoi pensiero e i suoi movimenti.
Detto questo, ti faccio i complimenti perché è davvero splendida. Hai fatto un lavoro encomiabile: sono rimasta sensibilmente colpita da come hai deciso di impostare la storia, il suo taglio introspettivo, il breve dialogo e soprattutto ... Shaka! Shaka è un qualcosa di meraviglioso: forte e fragile assieme. Ne sono rimasta sbalordita e dire che non è uno dei miei preferiti ... Questo gioca tutto a tuo favore. Una shot semplicemente fantastica!
mughetto
(Recensione modificata il 05/05/2015 - 06:45 pm)