]Credo che, probabilmente, questa sia una delle cose più difficili che abbia mai fatto.
Non il recensire in sé preso da un punto di vista generico, ma quanto la questione presa dal punto di vista del particolare, e qui il particolare sta nel lasciare una recensione a questa determinata storia, che rende il tutto ancor più problematico di quanto già non sia.
Probabilmente, mi sto capendo da sola, e in fondo ci spero, o magari mi stai capendo anche tu.
E quindi, perdonami se sto recensendo solo ora, nonostante io abbia letto la storia parecchio tempo fa.
Ok, la smetto con le chiacchiere apparentemente inutili e pongo fine al mio solito straparlare, passando all'analisi della storia.
Sostanzialmente, la storia comincia con una sorta di introduzione al personaggio di Yoongi - identità che si scopre solo alla fine, ma su questo punto ci arrivo dopo, passo per passo - e alla sua situazione attuale. Tutto ciò che lo ha portato a vivere in quel modo, a stare in quello stato di perdita e mancanza, di disperazione, è un qualcosa che non ci dato sapere, e la cosa mi piace particolare. Costituisce una sorta di inizio aperto, se così lo vogliamo chiamare, ed è un particolare che, a mio parere, dona un qualcosa di decisamente caratterizzante alla storia, rendendola totalmente originale.
Continuando a leggere, hai portato il lettore a credere di star vivendo un altro giorno del protagonista, un altro giorno della sua realtà. E invece, il punto di vista esposto dalle tue parole cambia totalmente, drasticamente, ancora una volta, rendendo la lettura così interessante da spingere chi legge a farsi domande, alimentando la sua curiosità. Questo repentino e continuo cambio di punto di vista, sempre dello stesso protagonista, che varia in realtà fra conscio/subconscio/inconscio rende il racconto sempre più interessante e, non appena saltano fuori le parti in grigio - che rappresentano la "realtà" che sta vivendo il protagonista - il lettore è immerso totalmente nella lettura, ritrovandosi a farsi scorrere davanti agli occhi parola dopo parola, velocemente, al fine di riuscire a capire dove la tua mente divinamente malata vuole portarci.
Ho trovato questo gioco di scambio di punto di vista geniale.
"Alberi bassi e neri, spogli di foglie o qualsivoglia tipo di fiore sui quei possenti rami, riempiono la sua visuale, donandogli un’orribile sensazione di angoscia. La leggera nebbia che li avvolge gela la sua anima e, la cenere che ricopre il terreno, rilascia un’acre odore di incenso, tanto forte da fargli girare la testa." Le descrizioni di questa storia sono tali da permettermi di immedesimarsi completamente in quello che è lo scenario delle vicende del protagonista, tanto da portarmi a sentire ciò che sente e prova direttamente, in prima persona. Io giuro che sento di esserci stata in quella foresta e questo solo grazie al modo in cui tu ne hai esposto la descrizione.
"Corre, corre a perdifiato, evitando all’ultimo momento quegl'alberi, non riuscendo ad evitare, però, graffi sulle braccia nude, e strappi sulla lunga maglia rossa che lo veste. [...] Ride, scuote la testa contro la stoffa del cuscino e si stringe il braccio con una mano, sentendolo bruciare lievemente in vari punti. " Mi piace davvero, davvero troppo che ciò che accede nella sua mente si ripercuote e verifica anche nella realtà. Non esista seriamente un punto, una parte di questa storia che non riesco a non apprezzare. È tutto particolare, che non si ferma all'apparenza, che va ben oltre.
"Il paesaggio non è cambiato, è lo stesso, i grandi alberi spogli e la cenere sono ancora lì, la nebbia però è cambiata, è più pesante e scura, avvolge ed imprigiona tutto. " Amo il particolare che rende tutto immutato, tutto tranne un dettaglio: la nebbia. Mi da un senso di protezione quasi inquietante, perché così come mi protegge, mi soffoca al contempo. E credo che questo sia una caratteristica diffusa in verità in tutta la tua storia.
Poi Yoongi trova quel dannato albero e, porca troia, qui è tutto un leggereleggereleggere veloce e continuo e ti trovi alla fine che - cazzo - che cosa ho appena letto? Come mi chiamo? Chi sono? Non so se rendo l'idea, ma se ti senti confusa e smarrita, bene: è esattamente come mi sento io.
""Eccomi." è il suo primo pensiero a quella conferma. Ma non gli basta, ne ha bisogno di un'altra, ed è questo desiderio che lo porta a sollevare il viso." Ed io ti posso giurare che quel sentimento di insoddisfazione, di "non è ancora abbastanza", così come Yoongi l'ho sentito anche io.
"La corda è legata al ramo più grande e apparentemente il più resistente, il nodo è fatto alla perfezione ed è certo possa reggere un peso anche molto superiore al suo. " È stato esattamente in questo punto che è partito il mio mantra di parolacce e imprecazioni, perché io lo sapevo che Yoongi stava per fare ciò che ha fatto. Lo sapevo. Lo sapevo e gli urlavo di fermarsi, ma non mi ha sentita. Stronzo.
"Non ha un volto, il suo viso è oscurato, non lo ha mai visto. Non ha una voce, capelli o abiti, il suo corpo è indefinito e nero, come tutta quella figura. L'unica cosa che si riesce a vedere sono gli occhi ed il grande sorriso. Le due piccole fessure dalla forma allungata, che mostrano delle grandi pupille gialle dall'iride oblunga lo hanno sempre inquietato, al contrario del sorriso che spesso illuminava quel "volto", era in grado di rassicurarlo e dargli il coraggio che gli serviva." Questa è la descrizione di Hoseok più dolcemente agghiacciante che io abbia mai letto. Nonostante il senso di nulla che porta quella descrizione, io il sorriso di Hoseok l'ho visto e ho sentito il coraggio che ha trasmesso a Yoongi.
E poi...la fine.
PORCA
TROIA
LA
FINE
Ti prego, io boh, non so come cazzo farti capire il modo in cui la fine di questa cazzo di storia mi lascia e il fatto che stia sboccando parecchio dovrebbe farti capire qualcosina del mio stato d'animo a dir poco agitato.
Il dettaglio delle unghie mi ha fatto venire la pelle d'oca. Mi fermo sempre e guardo altrove a quelle parole, quando lui si...le unghie...hai capito. Ciò che ne segue è un'espressione di dolore e riprendo a leggere. E quell'espressione non svanisce, anzi i miei occhi si sgranano sempre più, fino a pietrificarsi sul dettaglio della lapide.
Ed è proprio qui che il lettore può capire chi sia, chi era, il progatonista, dettaglio oscuro - avevo scritto oscuro "Hoscuro" - durante tutta la narrazione.
Bellissimo.
È un particolare bellissimo ed io non poss davvero dire altro perché è...bellissimo.
Mi ha affascinata davvero troppo.
Questa storia è un concentrato di ansia crescente e angoscia, un mix che rende il tuo racconto un qualcosa di particolarmente originale, che non avevo mai letto prima.
Mi piace davvero molto il modo in cui scrivi. È d'impatto ed è grazie proprio al tuo modo di scrivere che questa storia arriva al lettore di colpo, quasi come uno schiaffo, ad ogni parola, ed è una cosa che ho amato infinitamente.
Spero davvero di vedere ancora in categoria qualcosa partorito della tua piccola mente piacevolmente malata.
Alla prossima,
Shui ♡
Ti amo, Amore mio. |